Il dittatore, il brigante, il cristiano

Il dittatore, il brigante, il cristiano GENERALI DELLA RIVOLUZIONE CINESE Il dittatore, il brigante, il cristiano «*.*«_™, PECHINO, aprile. weu mutria nostra corrispondenza Rvevamo annunziato una generale levata di scudi contro il Governo nazionale, ed avevamo detto che pareiva ai movimento pigliassero parte molti caporioni, attualmente « out of job », ossia disoccupati. E- l'eterna etorla che si ripete e che infiora la stentata vita della Repubblica cinemi ed è fatto a base di tradimenti, Idi vendette, allo scopo di ripigliare il potere perduto! Il colpo di mano nello Sciantnng Nei primi tempi della sua nuova avventura nello Shantung, Chang Teung Chang, o il « generale brigante » come lo appellano i suoi avversarli, non ebbe molta fortuna, almeno agl'inizii. Sbarcato in un piccolo porto dello Shantung, non riuscì ad affermarsi: e tutti gli aiuti, sia materiali che morali, che altri avrebbero dovuto apportargli per farlo trionfare parve si fossero dileguati! Ma Chang non si scoraggiò, sperando sempre e contando sull'appoggio — almeno indiretto — delle numerose bande di briganti che infestano lo Shantung. In parte i suoi disegni si avverarono perchè riuscì ad impadronirsi di Chefoo, porto imporlante che gli poteva servire da base di operazioni e dove erano uffici importanti del Governo, come la Dogana marittima e la Gabella del sale. Ed egli senza far complimenti si appropriò dei fondi, come chiese alla Ranca principale del luogo quattro milioni che aveva dovuto abbandonare nelle casse della stessa Banca quando l'anno scorso lasciò lo Shantung, dopo di essere 6tato sconiìtto. Sperava cosi di «vivere sul paese », aspettando tempi migliori, cosa che abitualmente fanno tutti i generali « ribelli » che si rivoltano contro il Governo Centrale. Chang potette riuscire in questa impresa perchè inaspettatamente l'aiuto gli venne da un Comandante dì Divisione delle truppe « governative ». Detto generale che aveva tradito Chang Tsung-Chang l'anno scorso passando sotto le bandiere del Governo, era stato inviato da questo nel Sud. Passando per lo Stiantane; pi penti e si dichiarò di nuovo fedele a Chang che aiutò nella conquista di Chefoo. Dopo ciò Chang, profittando di questo aiuto inaspettato e del ritardo frapposto dal Governo nell'inviare truppe contro il « ribelle » si consolidò a Chefoo. Egli sperava anche che <— essendosi delineata la lotta del partito del Kuangsi (dal nome della provincia omonima) contro il Governo centrale — non si era certi dell'appoggio che avrebbe dato Fèng YiiHsiang al « Generalissimo » Chiang Kai-Shih. Chang continuò allora a fare delle spedizioni onde sloggiare gli avanzi del « nemico » da lui disfatto. E parve — per un momento — che dovesse aver ragione dell'avyeraariol Il contro-tradimento Se fosse stato proprio cosi avrebbe potuto di nuovo insediarsi a Tsinanfù — la capitale dello Shantung — dove egli, Chang Tsung-Chang, aveva comandato per parecchi anni. Ma doveva arrivare nei pressi di quella città prima che vi arrivassero le truppe nazionaliste che l'avrebbero presidiata dopo la partenza dei reparti dell'esercito giapponese! Ma qui le cose cominciarono ad imbrogliarsi. Le truppe del generale Sun Tien-Ying, che sono quelle a cui abbiamo sopra accennate e che erano ritornate sotto le bandiere del « generale-brigante » pare — al momento in cui scrivo — che lo lasceranno di nuovo, e che lo combatteranno! SI ripete cosi ancora un'altra volta la storia dei tradimenti e dei contro-tradimenti! Non sappiamo quali mezzi « persuasivi » abbia impiegato il Governo centrale, ma comunque sia pare certo che — come sono ora le cose — il ritorno al potere di Chang Tsung-Chang nello Shantung non è cosa facile; e non mi meraviglierei <*he al giungere costi di questa mia egli fosse di nuovo stato obbligato a riprendere la via del ritorno verso Dairen, la ridente città che, presidiata dai giapponesi, è il termine della ferrovia sud-manciuriana. Colà — sotto la bandiera nipponica — vivono e cospirano tutti gli spodestati feudatari! della Repubblica ci-, nese! Se fosse cosi sarebbe ancora una volta bene dimostrato che il Paese, anche se non pienamente soddisfatto del regime attuale, non ama che le lotte — fatte a base d'interesse personale — si perpetuino, impoverendo sempre maggiormente la Cina. D'ai tra parte Chang Tsung-Chang fece le sue prove nel governo dello Shantung: la miseria ine ora vi regna è in buona parte effetto della sua amministrazione. E perciò nessuno ha simpatia per il «Generale-brigante» che quasi certamente ritornerà ad essere un « disoccupato »! Le discordie fra i capi nazionalisti Abbiamo detto dell'avventura tentata da Chang Tsung-Chang e del probabile esito ch'e6sa avrà; ma bisogna tener presente che se egli si decise ad un'impresa tale lo fece specialmente perchè sperava nella discordia esistente nel campo nazionalista. In questo l'elemento militare — so che è quello che malgrado le chiacchiere degli altri coman da — è, o meglio era diviso in due fazioni: quella del Cekiang — alla quale appartiene come capo incontestato Chiang Kai-Shih — e quella del Kuangsi. Questa ultima era riuscita da anni ad insediarsi nella provincia del Kuangtung, e da Canton- dominava, estendendosi fino alle province dell'Hunan e dell'Hupei (Hankow). I suoi capi erano Li Tsung-Jen, col suo valoroso sottordine Pai Chung-Hsi, e Li Chi-Shen. Mentre quest'ultimo era rimasto a Canton — dove aveva fatto bene e rimesso l'ordine, accordandosi cogli inglesi — Li Tsung-Jen era a Nanchino, dove disimpegnava l'ufficio di Capo dello Stato Maggiore delle truppe nazionaliste. Pai Chung-Hsi, dopo aver vittoriosamente condotte le truppe del Sud alla conquista dì Pechino, era riuscito anche a debellare quasi sulla frontiera della Manduria gli avanzi dell'esercito di Chang Tsung-Chang, e ne aveva incorporato il resto delle soldatesche. Da qualche tempo si parlava del 'dissidio latente fra Chiang Kai-Shih e Pai Chung-Hsi. Quest'ultimo, malgrado Le continue s'U-ma rioor/^e non aveva avuto da Chiang un segno tangibile dei suol meriti. Le truppe di Pai erano andate sempre aumentando, ma anche il suo progetto di colonizzazione del Turkestan — al quale accennammo in una nostra precedente corrispondenza — era stato messo a dormire con belle parole. Ed inoltre il «Generalissimo» Chiang non forniva a Pai denaro sufficiente per sfamare le truppe. Come se ciò non bastasse le relazioni fra Chiang e gli altri capi del partilo del Kuangsi erano andate diventando ogni giorno più tese. Generali finiti male Un bel giorno Pai Chung-Hsi scomparve da Pechino, perchè pare si sentisse poco sicuro. Si capi allora che egli si sarebbe dichiarato contro il Governo centrale; e che si trasferiva forse ad Hankow per dirigere il movimento contro Chiang Kai-Shih. Nello stesso tempo — senza riferirne al Governo centrale — il rappresentante di questo ad Hankow destituì il capo militare dell'Hunan e lo cacciò dalla provincia. E come se non bastasse anche Li Tsung-Jen, scappò da Nanchino per curarsi a Shanghai — nella concessione internazionale — di una malattia' più o meno immaginaria, pretesto adottato come massima dai generali che si sentono poco sicuri! Invece l'altro capo del partilo Kuangsi. Li Chi-Shen, persuaso dai « veterani della rivoluzione » (brava gente dell'elemento civile « kuomintang » ma senza potere reale, e visionarii) che la sua vita sarebbe stata al sicuro da ogni sorpresa, si recò a Nanchino per cercare di accomodare il dissidio e dimostrare che il partito del Kuangsi non era poi un avversario spietato! Ma qui le cose s'imbrogliarono. Cominciarono le solite imprecazioni a base di telegrammi contro quelli clie ad Hankow avevano fatto « perdere la faccia » al Governo centrale; ed un bel giorno si seppe che Li Chi-Shen era stato fatto prigioniero del Governo a Nanchino. Si arrivò anche a dire ch'era stato fucilato, e che uno dei « civili » che gli aveva garantita la vita, purché si recasse alla Capitale, si eja suicidato per la vergogna! Per fortuna il Governo smentì la fandonia, ma Lì è « custodito » dalle truppe di Nanchino, accusato di tradimento, e denunziato come uno dei capi del complotto contro il Governo centrale! Come sono le cose non crediamo che Li ahhia molta possibilità di cavarsela, quantunque tutto è possibile in Cina, sotto questo rapporto! La guerra ai ribelli deliberata da nn Congresso Intanto il Terzo Congresso del Partito «Kuomintang» dopo molti tentativi si riunì a Nanchino. Molti, che non ne facevano parte, protestarono, dicendo che 1*80 per cento dei congressisti erano stati nominati dal Governo centrale ed erano ad esso ligi: e che non rappresentavano i « kuomintang » delle Province. Ma ciò.malgrado Chiang Kai-Shih.à'iuscl ad ottenere quanto voleva, perchè detto Congresso dopo di aver trattato' affari diversi ed avere proceduto alla elezione dei membri del Comitato esecutivo — che fra un Congresso e l'altro è la più alta autorità del partito — ordinò che i « ribelli » del Kuangsi fossero attaccati. D'allora cominciarono i movimenti dele truppe... e dei denari per propiziarsi i possibili avversarli. Il « Generale cristiano » di cui non si era appieno sicuri, perchè non aveva mai mostrato tenerezza verso Chiang ed i « giovanotti » di Nanchino seguaci suoi, pare fu ammansito colla promessa di estendere il suo dominio anche nella provincia dello Shantung, appena ne fossero partiti i reparti di truppe giapponesi. Anzi vi è stato chi mi ha assicurato — e le apparenze sono dalla 6ua parte — che se le trattative per risolvere la questione dello Shantung furono — mentre erano interrotte da tempo e non se ne prevedeva una conclusione imminente — menate in porto dal Governo centrale ciò fu fatto per dare a Féng Yu-Hsiang una prova evidente che questa volta il Governo centrale non scherzava con lui! E' d'altra parte indubitato che il detto « Generale cristiano » ha ricevuto una bella provvista di « Silver bullets » in forma di parecchi milioni di dollari, a fine di spingerlo a muovere i suoi soldati. Assicuratosi cosi della neutralità, anzi dell'appoggio di Fèng, il « Generalissimo » prese il comando superiore delle forze di terra, di mare e... dell'aria, e si diresse verso Hankow. Non ripeto le fasi della sua marcia vittoriosa e dei preparativi enormi di difesa fatta dai suoi avversari!. Costoro avevano disteso reticolati, palizzate di bambù, trincee, eccetera, per un fronte molto ampio; e si sperava che avessero potuto se non vincere le truppe di Chiang KaiShih riuscire almeno ad ostacolarne l'avanzata per un po' di tempo. Hankow pareva imprendibile e si prevedeva un lungo assedio... La disfatta del partito del Kuangsi Ma anche qui la « vittoria » fu data non da combattimenti ma da <c Silver bullets » e da... tradimento! Un generale che comandava un settore importante delle truppe del Kuangsi un bel giorno passò ai nazionalisti e decise cosi dell'improvvi60 sfondamento del fronte! Ed allora avvenne come sempre 11 « si salvi chi può » : e fu così che Chiang KaiShih fece il suo ingresso trionfale ad Hankow senza colpo ferire! Il partito del Kuangsi pare oramai annientato; e malgrado le voci varie circa il futuro atteggiamento di Fèng Yu-Hsiang che vede di mal'occhio aumentato il prestigio di Chiang, noi riteniamo che il Governo di Nanchino riuscirà ad affermarsi ancora una volta. Ed in fondo è un bene perchè — a parte il fatto che chi è al potere possa fare anche i propri! interessi — è necessario che la Cina abbia un periodo di tranquillità! Si potranno discutere i mezzi usati dal Governo per ridurre gli avversari suoi, ma il certo è che con essi la pace dovrebbe regnare nel Paese travagliato dalle lotte e dalle carestie. ' 1 pr.rla ancora di un concerrtra- p — e mento delle rimanenti truppe del partito del Kuangsi. che aiutate da elementi de! Ssechuan, spalleggiati dal Maresciallo Wu Pei-Fu, potrebbero dare molestia all'esercito nazionalista. Perchè si potesse abbattere questo — e con esso Chiang KaiShih — sarebbe necessario che Fèng Yu-Hsiang si dichiarasse contro il Governo. Noi non crediamo che lo farà, se è vero che questo gli ha assegnato lo Shantung, col suo famoso porto di Tsingtao, lavoro dei tedeschi quando vi avevano la loro colonia. Uno sguardo alla carta della Cina dimostra la potenza che verrebbe ad avere il « Generale cristiano », tenendo sotto di sò la regione immensa che va dalla lontana, provincia del Kansù, fino allo Shantung, passando per lo Shensi e l'Honan! Cosa potrebbe egli desiderare di più? Feng Persona bene informata — e i fatti lo hanno dimostrato — mi diceva giorni addietro che Chiang Kai-Shih avrebbe avuto facile vittoria contro il partito del Kuangsi, e che np questo nè Chang Tsung-Chang od altri sarebbero riusciti a concludere nulla. Ma la stessa persona mi aggiungeva che « in seguito » sarebbe cominciata una lolla tra Chiang e Féng. Il passato del « Generale cristiano » non è certo fatto per dare affidamento; ma se egli riuscirà davvero ad insediarsi anche nello Shantung, data l'estensione e l'ubicazione del territorio posto sotto ai suoi dominii si troverà in grado di poter decidere di qualsiasi lotta avvenire. Chi ne avesse l'appoggio sarebbe facile vincitore dell'avversario! Noi crediamo che Feng Yu-Hsiang, da buon soldato proveniente dai ranghi come è, dotato di grande amore verso il proprio Paese, non vorrà in seguilo prestarsi al gioco di nessuno; ma esigerà che il Paese abbia pace, e lavori. Un nostro benemerito missionario che è Vescovo nell'Honan diceva che dovunque sono le truppe del « Generale cristiano » regna l'ordine e la tranquillità. Si aprono scuole, si fa la guerra all'oppio, e si eseguono importanti opere stradali. Non crediamo che Fèng tollererà che, mentre milioni dei suoi connazionali muoiono di fare per la carestia che regna nel Kansù, nello Shnnsi e nell'IIonon, il Governo centrale spenda milioni e milioni per creare a Nanchino una Capitale ii60 Washington, con lo scopo di arricchire degli intraprenditofi ed ingegneri americani... se non quelli che li hanno raccomandati. Ma se Fèng si opporrà a ciò, diventando poi nemico dell'attuale Governo non crediamo che lo si possa attaccare d'incongruenza, perchè egli ha sempre protestato contro gli sperperi e dà l'esempio di vita modesta, vestendo come un soldato e senza circondarsi degli agi ai quali la sua elevata posizione gli potrebbe dar diritto! Ci siamo indugiati nel descrivere la situazione attuale perchè si possa comprendere gli avvenimenti ulteriori se si vuole seguire quanto accade in questo Paese che da diciotto anni non ha più pace! L. N. Di Giura.