Chiarezza
Chiarezza Chiarezza Roma, 4, notte. Il lavoro Fascista commenta lungamente il mio ultimo articolo. Mi dispiace di constatare che, per quanto io mi sforzi di scrivere chiaro, non riesco sempre a farmi intendere. Spero di riuscirvi ora. Dunque io sostenevo la tesi che la stabilità è un fatto sul quale non dovrebbe nemmeno più discutersi, perchè ogni discussione, ogni commento, ogni esegesi su una verità apodittica, invece di essere utile, è dannoso, suscita preoccupazioni, incertezze e dubbi ed è motivo del sorgere di difficoltà immaginarie quando già le iniziative private debbono far fronte alle difficoltà naturali e reali che derivano dalla situazione economica nazionale mondiale. Questa la tesi : orbene, in essa il Lavoro Fascista è andato ritrovando una opposizione all'economia corporativa, ed ha identificato nella frase « Le iniziative private non vengano disorientate da minacce oscure o da previsioni infondate », nelle chiose e nei commenti (relativi evidentemente all'unica materia di cui si trattava nell'articolo: cioè alla materia monetaria e finanziaria) non so quale recondito pensiero contro l'istituzione degli organi corporativi. Occorre dire che Lavoro Fascista ha dato alla mia prosa una interpretazione assolutamente arbitraria? Occorre aggiungere che anche la frase finale « essere necessario che capitale e lavoro possano esplicare tutta la loro funzione utile senza altre preoccupazioni che quelle derivanti dall'andamento naturale della economia nazionale e mondiale » in tendeva contrapporre quell'aggettivo naturale alle fantastiche, e quindi artificiali, preoccupazioni che — poco prima si diceva — non hanno ra¬ gione di essere? Mi sembra superfluo. Non avrei nemmeno scritte queste poche linee se non mi premesse dire, così chiaramente come Lavoro Fascista vuole, che la Carta del Lavoro come l'ordinamento e le istituzioni corporative costituiscono nel mio spirito e nella mia azione il primo ed essenziale fondamento della mia fatica quotidiana. Gino Olivetti. Gaeta, 4 sera. Stamane, alle ore 7,30, è qui giunto l'« yacht » reale t Savoia » recante a bordo le LL. MM. il Re e la Regina e le LL. AA. RR. le Principesse Giovar», na e Maria di ritorno dalla Sardegna, L'« yacht > era scortato dalle navi del la R. Marina che alle ore 8' hanno al zato il pavese ed hanno eseguito le salve d'onore. Alle ore 9,30, salutati dale salve delle RR. Navi, le LL. MM il Re e la Regina e le LL. AA. RR. le Principesse Giovanna e Maria sono sbarcate nel porto militare e in automobile si sono recate alla stazione. In altre vetture hanno preso posto le personalità del seguito. Lungo il percorso erano schierate le rappresentanze delle Associazioni patriottiche ed una folla immensa che ha salutato il passaggio degli augusti Ospiti con calorose dimostrazioni. Giunti alla stazione 1 Sovra ni e le Principesse hanno ricevuto l'omaggio di S. A. R. il Duca di Bergamo, delle autorità civili, militari e fasciste; ed alle 9,40, saliti sul treno reale, sono partiti per Roma mentre la popolazione assiepata nelle adiacenze Inneggiava a Casa Savoia. Il ritorno dei Sovrani dalla Sardegno4-y L'arrivo a Roma Roma, 4 notte. Alle 12,50 hanno fatto ritorno a Roma le LL. MM. il Re e la Regina e le LL. AA. RR. le Principesse Giovanna e Maria. (Spiani),
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