Il fuouscitismo e il delitto di Lussemburgo

Il fuouscitismo e il delitto di Lussemburgo L'anello di una tragica catena Il fuouscitismo e il delitto di Lussemburgo Le solenni onoranze alla salma del cancelliere Arena Lussemburgo, 3 notte. Il Governo del Granducato del Lussemburgo ha deliberato che i funerali di Alfonso Arena avessero un carattere solenne, quasi ufficiale, come ad esecrazione del delitto commesso sul suo territorio. Seguivano difatti la salma a fianco del ministro d'Italia, Riccardo Monzani. e del segretario del fascio di Lussemburgo, Mariano Fratini, il grande maresciallo di Corte in rappresentanza della Casa granducale, il presidente del Consiglio Besch, il ministro della giustizia Dùmont, altri membri del Governo e personalità politiche e civili e lungo il percorso del funebre corteo, due fitte ali di popolo rendevano reverente omaggio. L'omaggio alla salma . La salma del compianto cancelliere, piamente composta nella camera ardente della clinica Santa Elisabetta, era stata vegliata per due notti dai membri del fascio del Granducato. Durante il giorno sfilarono continuamente non solo numerosi connazionali venuti dai vari punti del Lussemburgo, ma anche molto popolo di questa capitale, nonché numerose personalità poi f." che e'1 rappresentanti delle Lega> ni estere. I funerali si svolsero alle sedici, ma già qualche ora prima il vasto cortile della clinica di Santa Elisabetta era pieno delle rappresentanze e dei connazionali venuti anche dal BeLgio e dalla Francia. Le autorità del Granducato e i membri del' Corpo diplomatico al completo, vennero ricevuti dal ministro d'Italia. La salma venne portata a braccia da sei fascisti, mentre le bandiere si inchinavano e una musica composta esclusivamente di italiani suonava la.marcia funebre di Chopin. Precedevano il corteo le .varie associazioni italiane' e le rappresentanze dei fasci di Parigi, Metz, Nancy, Liegi, Bruxelles con bau diere e gagliardetti. Seguivano 'corone portate da fascisti in camicia nera. Le corone superavano la ventina e oltre a quelle, italiane vi erano le corone delle Legazioni di Francia, di Germania e del Belgio. La corona del Capo del Governo « quella del segretario dei fasci italiani all'estero erano alla testa del carro, mentre quella del Ministro d'Italia e quella del fasci lussemburghesi si trovavano alla sinistra. Nella parte posteriore della vettura una grande corona di orchidee e rose rosse recava la scritta:. Come omaggio del Governo lussemburghese. Sulla bara vi era un grande mazzo di garofani bianchi della moglie e del figli del defunto. Subito dietro veniva un amico del defunto in rappresentanza della famiglia e tutte le autorità. Fra le autorità italiane vi erano il Presidente della Camera di commercio italiana del Lussemburgo, Giorgetti, e il signor Vescovadi dell'Ambasciata di Bruxelles. II corteo, nel pomeriggio triste e grigio, si snodò lentamente attraverso la via dell'Arsenale e la Grande Rue, fino al Cimitero. Nessun servizio di ordine era stato preordinato e nessun incidente venne a turbare la solennità composta della cerimonia nel cimitero del Lussemburgo, un cimitero dove si vedono croci di legno su tombe di soldati tedeschi morti in guerra. Parlarono brevemente il ministro d'Italia, un rappresentante della colonia e il segretario dei fasci. Col rito fascista, la salma venne deposta quindi in un'urna provvisoria, perchè entro la settimana proseguirà alla volta di Roma dove la signora Arena intende prendere domicilio. Il defunto, oriundo di Catania, aveva abitato 15 anni a Roma, essendo impiegato al Ministero degli Esteri e soltanto da 13 mesi si trovava come cancelliere alla Legazione d'Italia al Lussemburgo. La ricostruzione del delitto Crediamo bene, ora, di ricostruire il delitto, che nelle prime sommarie informazioni inviate dai corrispondenti dei giornali italiani da Parigi furono commesse alcune inesattezze. Il D'Ascanio, individuo di statura media, mingherlino con gli occhi un po' strabici si era presentato alla cancelleria dejla Legazione d'Italia verso le 11 di'martedì. La cancelleria funziona un po' come ufficio consolare: rinnova passaporti e rilascia documenti agli italiani qui residenti. Il D'Ascanio era solo. Non dovette attendere più di cinque minuti. Qu£mdo entrò negli uffici, venne ricevuto dal cavalier Arena. Nulla faceva prevedere il delitto. Si capisce che i1 passato abbastanza torbido del D'Ascanio e il suo sguardo perennemente ambiguo, promettevano poco di buono. Egli appariva calmo e anquillo. Domandò a che punto fosse la sua pratica. Poco dopo Pasqua, egli aveva inoltrato domanda per la concessione del passaporto. L'Arena rispose che la cancelleria aveva chiesto come di dovere il nulla osta alla questura dì Massa Carrara, nulla osta che non era ancora pervenuto. Il D'Ascanio si mostrò piuttosto contrariato. Con grande gentilezza il cancelliere gli fece vedere copia della lettera spedita n"ii qustura'di Massa Carrara e agu i*e che il ritardo non dipendeva nulla sua volontà. — Ma In polizia di Lussemburgo ha già minacciato dd espellermi se non ho documenti. — .Allora — osservò un collega del D'Arena, il cavalier Colombo — possiamo fornirvi una carla di nazionalità italiana. — Non mi basta, preferisco il passaporto. — Allora passate giovedì Giovedì, n a a a arriva il corriere diplomatico e può iarsi che vi sia il vostro nulla osta. — Passerò! — rispose il D'Ascanio. E uscì tranquillo come era entrato. Potevano essere le undici e mezzo quando il tristo-individuo'lasciò i locali della Legazione. Un misterioso personaggio. .7 Cosa abbia fatto nelle due ore prima del delitto, non si sa bene. Qualcuno asserisce di averlo visto passeggiare solo lungo i boulevards 'esteriori; altri di averlo visto confabulare misteriosamente con un individuo che di tanto in tanto faceva delle apparizioni a Lussemburgo e ad Esch, in mézzo ai circoli estremisti. La presenza di questo sconosca to rappresenta un punto capitale nella storia del delitto perchè dimostra chiaramente che il D'Ascanio non ha agito da solo per l'ira ai non essere entrato in possesso di documenti, documenti che d'altronde non gli erario stati negati, ma il mandatario non di un complottò — che di complotti particolarmente diretti contro la Legazione italiana, come qualche giornale ha accennato, non si tratta — ma di una serie di attentati, serie studiata metodicamente da uno stesso centro motore, che può avere benissimo sede a Parigi o a Bruxelles e destinato a1 turbare la tranquilla esistenza dei nostri connazionali all'estero. La pòlizla lussemburghese che — dobbiamo dir o chiaramente i- non eredette alle frottole politiche stile DI Modugno spiattellate dal D'Ascanio, fcrifiS110 dlrett0 le 8Ue ^cerche per individuare il misterioso personag- £!?h. »?ra noP è venuta a capo di nulla. Alcune donne hanno bensì affermato di aver visto verso mezzo- pressi dell'Alzette, ma messe a con2! ^ 1.'arrestato, non hanno saputo individuare in lui uno def misteriosi personaggi. Ma la polizia na proseguito e prosegue attivamente le indagini su questa pesta perchè non solo il delitto verrebbe ad assumere l'aggravante della premedilazione, ma farebbe cadere tutto il castello di frottole più o meno sentimentali che il D'Ascanio ha sapientemente costruito sull'esempio del famigerato Di Modugno. Come fa arrestato il D'Ascanio eli?!»?1 nar,1a che P°che Persone assistettero alla tragica scena e questa non accorsero immediatamente al momento dell'accaduto; cosicché '■l'assassino potè allontanarsi indisturbati m°' ,^nK° 11 viale che segua ii a'ew«, oltre i boulevards esteriori, un italiano che passava iti biciclette, e che aveva intuito la tragèdia, seguì, a distanza, il D'Ascanio. Al' I altezza del ponte che porta alla stazione il giovane ciclista vide due connazionali. Scese di macchina, e raccontò loro concitatamente la tragedia. Tutti e tre, allora, si gettarono sull'assassino, immobilizzandolo. Questi non oppose molta resistenza e neppure parlò. Si lasciò condurre al più vicino posto di polizia ove confessò subito il delitto e diede la versione che già per sommi capi conoscete fin dall'altro giorno. L'assassinio di Alfonso Arena non è che l'anello di una catena di attentati terroristici perpetrati da sovversivi in terra straniera. E' il sedicesimo commesso dal 1926 nel solo Lussemburgo. 16 attentati con due morti e. tre feriti gravissimi. Il iprimo avvenne il 4 dicembre 1025 e costò la vita al fascista Tiopago. Il penultimo avvenne esattamente un anno fa, il 7 maggio 1928. Il missionario italiano don Luigi Matti roti, mentre usciva dalle scuole italiano di Esch. veniva proditoriamente ferito al petto, in modo grave, con un colpo di rivoltella sparatogli da un sovversivo italiano, il quale è rimasto impunito. 11 D'Ascanio è il primo autore di ur attentato contro italiani che sia stato assicurato alla giustizia del Lussemburgo. Questo delitto non fa storia a sè : è — ripetiamo — un altro anello di una tra. gica catena: niente più. Non è stato lo sbocco di un particolare complotto ordito contro la Legazione italiana del Lussemburgo. Le indagini!, esperite al riguardo dalla polizia, lo escludono assolutamente. Non è affatto vero che nei giornt precedenti il delitto, la Polizia e la Legazione italiana siano state allarmate da voci di probabili attentati. Nessun speciale rinforzo di pubblica sicurezza era stato organizzato attorno alla nostra Legazione, per il semplice fatto che nessun servizio di pubblica sicurezza vi è mai stato. Neppure un solo agente è stato mal di guardia davanti alla villetta di Bue des Acacias. Il D'Ascanio aveva avuto evidentemente il mandato di uccidere un fascista, e di preferenza, si capisce, qualche esponente maggiore della colonia. L'assassino, arrivato qui dopo carnevale, escluso dalla Francia e dal Belgio per reati comuni, senza denaro, senza lavoro, era stato finora sovvenzionato o mantenuto dai sovversivi, e di conseguenza doveva rendere il tragico servizio. Il regime di terrore instaurato qui dagli antifascisti contro i nostri connazionali, da parecchi mési subiva una tregua. Occorreva un nuovo delitto per mantenere il turbamento e suscitare l'orgasmo. Quindi il D'Ascanio aveva avuto mandato di uccidere, e uccise il cancelliere Arena. L'estinto lascia dietro di sè, nella memoria di quanti lo conobbero, un magnifico ricordo di operosità, di dolcezza, di bontà, di amor patrio e d: pure fede fascista. Perchè dunque il D'Ascanio uccise proprio il cancelliere della Legazione, un uomo mite e di una gentilezza squisita? La ragione non è difficile a dirsi. E' quella concordemente accettata negli ambienti italiani:' la beffa tragica della semi-assoluzione del Di Modugno ha fatto scuola* II D'Ascanio conosceva per personale esperienza i reclusori d'Italia, di Francia e del Belgio, e aveva evi»