Ribelli tripolitani sgominati e dispersi dalle brillanti operazioni delle nostre truppe

Ribelli tripolitani sgominati e dispersi dalle brillanti operazioni delle nostre truppe Ribelli tripolitani sgominati e dispersi dalle brillanti operazioni delle nostre truppe Tripoli, 1 notte Una brillantissima operazione delle nostre truppe ha portato ai ribelli della Ghibia e della Sirtica un colpo mortale, li Governatorato, che aveva informazioni precise sul conto dei gruppi dissidenti e sui loro movimenti, ha disposto con oculatezza un piano, che è stato eseguito al momento più oppor- tuno con prontezza, rapidità ed energia. Come è noto l'occupazione Italiana da Gadàmes risale fino a Mizda, preme sulle oasi della Gioirà e si stende fino a Giarabub. La linea è presidiata nei centri più adatti. L'intento dei dissidenti I capi dissidenti dell'interno, e cioè i fratelli Sef-en-Nasser, Moltamined beo Hag Hassen e Hag Moiiainmed Fclieni, si erano assegnati i compili, ponendosi in testa alle rispettive «mehalle» e avviandosi decisamente verso ne fronti diverse delle nostre linee marginali. Essi miravano ad aprirsi un varco tra i capisaldi della nostra occupazione, profittando delle grandi distanze che ne separano l'uno dall'altro, ed effettuare razzie in grande stile. É' facile intendere l'importanza del loro piano, che d'altra parte era questione urgentissima per i ribelli, le cui condizioni di vettovagliamento sono pessime. Altresì è facile intendere che il colpo, se fosse riuscito, avrebbe molto nuociuto al prestigio italiano. Già nella prima decade di aprilo un primo gruppo ribelle poteva essere avvistato tempestivamente e attaccato vittoriosamente da un riparto italiano. Lo stesso giorno la «mehalla» di Mohammed ben Hag Hassen, iorte di 400 fucili e seguita da una grossa carovana, attaccava al margine occidentale della Ghibia un posto di 50 cavalieri indigeni fedeli all'Italia. Il manipolo si difese con magnifico valore e apertosi il varco nelle file ribelli riuscì a raggiungere Mizda. Ormai le mire dei ribelli erano perfettamente conosciute Ual nostro Governo o dai Comandi delle nostre truppe, e si sapeva che la tattica adottata dai capi dissidenti vi avrebbe cercato, con azioni dimostrative, di distrarre la nostra attenzione, e di assicurarsi, con razzie di sorpresa, la maggiore possibile quantità d'orzc>_e di bestiame appartenenti ai sottomessi e che le carovane al seguito dei combattenti avrebbero prelevato e trasportato La nostra azione di sorpresa nella Ghibia. Ma gli avversari dovevano subireprima una prima sorpresa nella valorosissima resistenza dei cinquanta cavalieri indigeni, alla quale segui immediatamente l'azione fulminea ed energica disposta dai nostri Comandi. Difatti, una squadriglia di aeroplani stabili l'entità e la direttrice di mar-eia della «mehalla»; gli aviatori scor- sero un paio di centinaia d'armati con altrettanti cammelli, in marcia verso sud-est. Contro di essi veniva lanciatoil gruppo Irregolare Akif, mentre si faceva spargere la voce che una gros-sa carovana era in marcia verso Ghcriat. es-Scerghia, questo allo scopo di attrarre i ribelli che operavano sull'Uadi Zemzem e sull'Uadi bei el-Cliebir a tentarne la cattura. Difatti una carovana venne fatta partire, ma si faceva anche appostare tra Mizda e Gheriat es-Scerghia il gruppo irregolare di Califa Zauia, un nostro valoroso fedelissimo. I ribelli caddero nel tranello. La mattina del 17 aprile essi si imbattevano a Caf el-Metkia con gli armati di Califa Zaula e impegnarono subito combattimento. Essi contavano 500 fucilied erano comandati da Ahmed Set eii-Nasser. Dopo qualche ora essi dovettero ritirarsi a precipizio lasciando sul terreno fiO morti. L'aviazione inseguì 1 fuggiaschi mitragliandoli da bassa quota, mentre altri gruppi davano la caccia alla «mehalla» di Mohammed ben Hag Hassen. e quelli comandati dal colonnello Calliani e da Altff la raggiungevano 11 22, l'avvolgevano e la costringevano a un disperato combattimento. La «mehalla» aveva almeno 350 fucili e una grossa carovana. La sera i pochi superstiti fuggivano allahimpazzata gettando armi e munizioni, lasciando sul posto morti, feriti e la;carovana intéra. Tra i caduti venne ri conosciuto Hag Mohammed Fchenl, un accanito nemico nostro cne aveva partecipato a tutti I combattimenti di questi ultimi sette anni. Vittoriosa azione nella Sirtica Alcuni nuclei dissidenti della forza\da lOD a 25n fucili ognuno erano rius ti a passare nella Sirtica, raggiungendo la costa. Il comandante della zona di Slrte, ten. col. Xracchia. muoveva col suo gruppo contro i ribelli, ne fiaccava la resistenza e li sgominava. La aviazione, che già aveva reso preziosi servigi per l'azione nella Ghibia, portava anche nella Sirtica efficacissimo concorso alle operazioni. Gli altri nuclei dissidenti si univano però ai primi e organizzavano una nuova difesa a Uni Err'lsc' Il combattimento riprese accanitissimo, ma le truppe libiche mettevano anche questa volta In fuga il nemico, inseguendolo lungamente. L'aviazione determinava col mitragliamento a bassa quota e col lancio di bombe lo sbandamento completo dogli armati superstiti. In tale modo anche i disperati tentativi di riscossa da parte del ribelli venivano fiaccati, e procuravano loro nuove sanguinose perdite. Il plauso del Duce L'esito dei combattimenti e l'azione decisa e hrillante delle nostre truppe ha suscitalo vivissimo compiacimento oltre che nella Colonia, anche in Italia, e. il Sottosegretario alle Colonie. S. E. De Bono inviava il seguente telegramma: « S. E. Governatore - Tripoli. — Valorosi reparti Tripolitania hanno ancora una volta dato prova loro brillanti sperimentate virtù guerriere, portando nel cuore della Ghibia nostra decisa offesa. Compiacciasi V. E. far pervenire ufficiali e truppe di colore che hanno partecipato azione Zemzem espressioni vivo compiacimento Capo Governo e mio. De Jìnnot. » ^- BuNqeìm *' i : g . i t t idità d

Persone citate: Calliani, De Bono, Duce, Hassen, Mohammed Ben Hag Hassen

Luoghi citati: Colonia, Giarabub, Italia, Sirtica, Tripoli, Tripolitania