Leoni vegetariani di Curzio Malaparte

Leoni vegetariani Leoni vegetariani i i i a 1 l Tempo fa, quando altrove ho chiamato, per la prima volta, i falsi eroi dell'ultima ora, i tirannelli locali, la gente rifatta, insomma, col nomignolo di leoni vegetariani (e il nomignolo ha avuto fortuna, al punto che è entrato nell'uso), le moltissime lettere d'ignoti lettori, che mi sono giunte in quell'occasione da tutte le parti, m'hanno persuaso che di simili leoni v'è abbondanza un po' dappertutto. Non sarà inutile, perciò, ripetere oggi, in 'questo giornale, quanto ho scritto allora; poiché son,' certo che tutto il mondo è paese, e che i sordi, come si sa, fanno le finte di non sentire. ..L'Italia, dicevo prese'a poco ini quell'occasione, sta diventando, per, merito dei giacobini della sesta giornata, il paese più popolato di leoni che vi sia al mondo. La stagione di Ovidio, stagione di metamorfosi, di miracoli, di prodigi e di avventure metafisiche, dopo avere illuminati> il cielo della poesia, volge ormai verso il cie^lo della politica. E già i conigli di tutte le conigliere del Regno, che fino a qualche tempo fa tremavano di freddo e di paura sotto la campana di vetro della prudenza politica, si stanno tramutando in leoni: che Dio li benedica, ne hanno proprio bisogno. Prima la coda, ingrossandosi e infiocchettandosi all'estremità, poi le zampe, armandosi di artigli, poi la schiena, poi la testa, ultime le interiora, tutto si viene adattando di grado in grado alle particolari necessità della nuova natura leonina:' i peli del collo diventan criniera, i denti si mutano in zanne,, e dove prima -un coniglio annusava le foglie di cavolo, ora ruggisce un leone, fiera immagine dello spirito rivoluzionario dei giacobini.in ritardò. Animali costituzionali, è vero, ma di debole costituzione, non ostante il terribile suono dei ruggiti e i ferini propositi. Poiché la natura loro, a parte il ferocissimo aspetto, non è di animali carnivori, ma erbivori : in questi leoni, il coniglio antico sopravvive. Son leoni vegetariani : e degli erbivori conservano l'istinto, i gusti, i modi, le segrete speranze, l'amore per le combinazioni e gli accomodamenti, accompagnato alle più sfrenate ambizioni e alle più servili superbie. Razza spregevole, ma, ahimè, potentissima, in tutte quelle zone politiche dove la debolézza e l'incapacità di capi mediocri, o la miseria degli- e* venti locali, hanno aperto le porte ai convertiti dell'ultima ora. Guardateli un po', come vanno in giro superbi, a testa alta e a coda ritta: se'li vedesse Chamfort ! In ogni cerimonia, in ogni parata, in ogni consesso, in ogni corteo, son per loro i primi posti, son per loro gli osanna, i brindisi, i rulli di tamburo e gli squilli di tromba. I discorsi in do maggiore ch'essi pronunziano con gran lusso di gesti, d'occhiate, di contorcimenti e di strizzatine d'occhio, son pieni di minacce per i vili quartarelli6ti, per i miserabili antifascisti, per gli spregevoli traditori, di cui facevano parte anch'essi fino a ieri. Là fede che li consuma, e che essi consumano austeramente senza badare a spese, è assoluta, intransigente, totalitaria. Sono tutti massoni convertiti da ventiquattr'ore; ma bisogna sentirli come tuonano e tempestano contro la massoneria! Manderebbero al confino, se potessero, anche le statue di Garibaldi, col pretesto che Garibaldi era massone. Che cosa? Garibaldi ha fatto l'Italia? Fandonie! esagerazioni! basta coni' luoghi comuni! basta con la retorica del quarantotto! Il vincitore di Calafatimi e di Bezzecca, è vero, non si può negare, ha fatto l'Italia; ma ha fatto un'Italia democratica e massonica. La vera Italia l'hanno fatta loro :' a modo loro, a comodo loro, a somiglianza loro. Quando? dove? come? Dio mio, quante domande importune! Ma nel 1926, s'intende! ma nelle piazze, si capisce! ma col sacrifìcio personale, che diavolo! E' così chiaro! Insomma, hanno fatto tutto loro: a cose fatte, però. E se qualcuno osasse dubitare della loro fede e del loro disinteresse, ah tra-ditore, ah nemico della patria, ah' vile calunniatore! Occorre, tuttavia, esser giusti:] non bisogna esagerare. Anche i leoni vegetariani hanno la loro ragion; d'essere. E' nostro dovere, anzi, nutrir la più profonda riconoscenza per questi ignorati precursori, per questi segreti collaboratori della Rivoluzione. Sono essi, infatti, antichi giolittiani e antichi nittiani (antichi per modo di dire, poiché la loro conversione è piuttosto recente), sono essi che, giovandosi della fiducia di cui l'uno e l'altro li onoravano, hanno impedito a Nitti di ammazzare il Fascismo, e a Gioiitti di sotterrarlo. Ma erano giolittiani e nittiani, si badi, solo per finzione, solo per tattica: nel profondo del loro cuore erano fascisti, 6ono sempre stati fascisti. Povero Giolitti, se tornasse al mondo! Come riderebbe di certi suol seguaci, che oggi fanno i fascisti della prima ora e, a chi domanda loro se l'hanno mai conosciuto, rispondono, con l'aria di frugar nella memoria: «Quale? quel deputato piccolo con la barba? ». Curzio Malaparte, '

Persone citate: Giolitti, Leoni, Nitti, Razza

Luoghi citati: Bezzecca, Italia