La partita tra creditori e debitore

La partita tra creditori e debitore La partita tra creditori e debitore manovra della Francia BERLINO, aprile. Il regime parlamentare camperà ancora miUe anni in Germania. Ma se par avventura dovesse durare qualcosellina di meno, se per ipotesi, e come tante diagnosi sentenziano — è di ieri quella del deputato Sclange, che lo dichiara già entrato nel caos definitivo e nella lotta estrema dell'agonia — esso fosse già arrivato alla vigilia della sua bancarotta, allora potrebbero domani diventare storiche e veramente memorabili le parole che il destino ha messo in bocca ieri' in pieno Reichstag al suo più rappresentativo bancarottiere: Ermanno Mailer... Rispondendo a un'interruzione che gli faceva presenti le fatali interdipendenze del momento tra il mal passo a cui si trovano oggi a Parigi le riparazioni, e il mal passo a cui si trova a Berlino il parlamentarismo, il buon cancelliere Mailer se n'è vertuto fuori con • quest'uscita: « Circa la crisi del parlamentarismo io ho già a suo tempo diffusamente parlato, in replica al deputato Shlange. E trovo ora noioso di ripetere tutte quelle cose!»... La cronaca registra a queste sincere parole vivi applausi dalla maggioranza, e grida ripetute di: Molto bene, mollo bene... Per quanto Mailer e la sua maggioranza possano trovarlo noioso, il fatto è che la crisi delle riparazioni a Parigi e la crisi del parlamentarismo a Berlino, non sono due crisi, ma sono una crisi sola. L'una presuppone e a-sua volta condiziona l'altra, in modo da identificarsi con essa; e l'una vicenda si flette e si colorisce passo per passo sull'altra... E non è stato per nulla un puro e semplice accorgimento di spicciola saggezza politica, bensì e stato l'effetto d'un istituto intuitivo d'una situazione storica d'interdipendenza inevitabile, quello di sospendere ogni definitiva decisione sulla famosa coalizione parlamentare che si doveva formare, e di lasciare governare il gabinetto Mailer, sia pure senza uria maggioranza, fino a che almeno la questione delle riparazioni non sia risolta. L'una cosa non era districabile dall'altra nè risolvibile senza l'altra Ne è venuta, così, una ben curiosa forma di governo, nuova assolutamente negU annali parlamentari Vero monslrum horrendum et ingerii; un governo dichiaratamente e costitutivamente 6enza maggioranza, ma che si appoggia invece proprio su quella maggioranza che gli è stata espressamente negata nel suo atto costitutivo!... E' quella che, con termine novissimo, i coniatori cruscanti di vocaboli parlamentari hanno oggi chiamato, al posto della fallita coalizione, la Zweckverband, la « lega per - uno - scopo -, determinato »; una forma ridotta, riservata, permalosa e puntigliosa della • Unione sacra delle più grandi occasioni... E lo « scopo detenninato » è uno : superare la stretta delle riparazioni, da cui, nel rischioso trapezio della vita politica attuale tedesca, fatto tutto di lucide fila metalliche tese e vibranti in ogni senso, tutto dipende, come talora certi miracolosi interequdiibri da circo pericolosamente di pendono dalla 6ola stretta d'una dentatura... La Francia, con l'istinto che le Viene dalla sua secolare esperienza statale, ha bene intuito la portata decisiva e diremmo quasi la fatalità di questa ' Koniunktur — come si esprime il'linguaggio politico tedesco con termine preso in prestito dalla astronomia — della crisi delle riparazioni con la crisi del parlamentari smo, che è veramente per la Germa nia come la congiunzione di due cattive stelle; e unendo il suo esatto e chiaro fiuto delle situazioni politiche interne — che è poi quello che le fa da vaccino anche contro i germi di dissoluzione che ha in casa sua — al suo raffinato senso finanziario, è veramente calata in questa circostanza sulla Germania con mano non meno grave e con sistemi non dissimili da quelli con cui potè calare altra volta sulla Grecia di Re Costantino... A suo rischio e pericolo, s'intende, trattandosi di un paese che non è precisamente la Grecia!... Ma tanto ha fatto, tanto ha tentato di fare in questi memorabili giorni la Francia. E c'è voluta soltanto la compostezza massiccia, che confina quasi con la insensibilità — e che è in fondo anch'essa un portato di quella tal quale apoliticità fondamentale delle masse tedesche tante volte rilevata — degli organi della pubblica opinione della Germania, perchè la vivace polemica politica di questi giorni non degenerasse veramente in una mischia tale da invelenire gli animi e l'atmosfera in maniera irrimediabilmente .jpericolosa per la pace d'Europa. Da parte della Francia però non s'è davvero fatto nulla per evitar questo. A giudicare dalla deliberatezza e dal passo di marcia con cui certi organi di stampa francesi tra i più responsabili e i più guardinghi hanno in questi giorni raggiunjto certi estremi — veramente insoliti in un paese dal senso politico cosi averti come la Francia — nel vivo e nel pieno della sovranità interna di un altro paese, si deve realmente concludere che in Francia si giudicasse, in un certo momento almeno, la congiuntura come definitivamente propizia e la partita come decisiva, e tale da giuocarci non una carta sola, ma tutte le ca'rte in una volta. Vale a dire, non soltanto spremere dalla Germania il più alto tributo finanziario possibile, ma npprofittare della congiuntura della crisi delle riparazioni con la crisi degenerativa parlamentare in cui la Germania appare a un tratto così a fondo addentrata, per frantumarla e disordinarla statalmente ed eliminarla così definitivamente, per qualche decennio, dalla sfera dei pericoli della sicurezza francore... Cai ha un senso auche modesto .v è n a a e — e n e n r i a l e a a a a a a a a a e i o di percettività politica, la ha visto all'opera in questi giorni, proprio sotto i frontoni ellenizzanti del Reichstag, tale quale ella era già sul diroccato Partenone di Re Costantino; e non s'è potuto ingannare sui suoi veri scopi. Nulla essa ha risparmiato, e tutto è stato messo in opera con un crescendo serratissimo: dal consiglio, al suggerimento mellifluo, alla carezza untuosa, alla promessa, all'insinuazione tendenziosa, all'accusa, alla calunnia, alla menzogna ufficiosa, alla separazione degli animi, alla sobillazione delle parti, alla cultura e all'inquinarne libo delle ambizioni, alla minaccia infine e all'intimazione aperta. Tutto!... Davanti alla resistenza di Schacht, fermo a una cifra e a un limite quello della « capacità di pagamento », la Francia, allo scopo di ottenere l'aumento di questa cifra dalla bassura di questo limite alle quote massime del rimborso all'America e della rifusione dei danni, ha cominciato come era naturale con appellarsi pateticamente a Stresemann, suonandogli la mandolinata della « politica d'intesa » e la « serenata sul lago » di Locamo; ha ventilato la minaccia del ritorno al piano Dawes, e sventolato quella' dell'occupazione prolungata e ' permanente; ha accusato Schacht di prevaricazione ipoli tica, e ne ha prima prospettato poi richiesto, poi a gran voce intimato il ritiro; ha finto e a un certo punto ufficiosamente annunziato di mandar tutto per aria; s'è mossa, s'è agitata, s'è sgolata, s'è sbracciata, ha perso il contegno, è scesa a tu per tu, a petto a petto, tra i partiti tedeschi, a far la civetta, a lusingare, ad offrire, a graffiare, ad aizzare; a ricordare alla socialdemocrazia le promesse d'amore e. gli occhiolini strizzanti, durante le ultime elezioni, sopra le teste nere dei tedesco-nazionali, e a rinfacciar la fede mancata; infine, poiché tutto era inutile, a far la voce grossa in casa d'altri. Bisognava a ogni costo cacciar via dalla scena Schacht; e far venire in sua vece uno di quegli arrendevoli boccadoro democratici o socialdemocratici (ma sì, fidati delle promesse, Marianna!) dalle strizzatine d'occhio preelettorali; sostituire insomma i » politici » ai « tecnici » nelle trattative... « L'erreur fut — stampava testualmente il Temps come se la Germania iosse casa sua .e l'errore l'avesse commesso lui, rivelando con ciò il potere di cui poteva disporre attraverso il cavallo di Troia delle parti — Verreur fut de {'tire représenter l'AUemagne républicflne et démocratique, favorabìe. à la politique de Attente et d'entente par une personnalité ani n'offre aucune garantìe... ». Linguaggio inaudito nella storia del giornalismo aulico in cui il celebre organo democratico ama schierarsi, sebbene perda anche esso così spesso le staffe e il contegno... Non è riuscito a nulla. Ma il pericolo è stato grave, e se ne son viste di grosse in questrgiorni a Berlino. Tutta lav macchina parlamentaristica s'è messa in moto, subito elettrizzata al tocco di misteriosi comandi... Tutti i fondi si sono smossi... C'è fior di gente a Berlino! C'è quanti Breitscheid si vuole, i quali prenderebbero volentieri il posto di Stresemann, e quanti Bernhard che prenderebbero altrettanto volentieri quello di uno Schacht o almeno quello di un Vògler. Sotto a chi tocca, o «politici»! Sui giornali di costoro è ormai sposata la tesi della sostituzione dei «tecnici», dei tecnici, cioè — leggi meglio — degli uo mini di destra o medi, antiiparlamentaristi anche se repubblicani, che sono partigiani dell'autorità dello Stato, e della reale «capacità» finanziaria, e deprecano a un tempo così il disordine economico che verrebbe da un tributo insopportabile, come il disordine statale che segui rebbe al dilatarsi improvviso, senza compressioni e resistenze circostanti, dei fermenti dissolutori parlamentari;» e i colpi alle spalle di Schacht spesseggiano. Così, tataimente, la orisi del tributo e quella del parlamentarismo tedesco, confluiscono e si congiungono la tesi della « capacità di pagamento » senza limili e quella del regime senza freni si riconoscono per natura e Mmigianza, e si fondono m una ™>la Formidabidie, unica, leva del disordine, a due manubri dei quali ; „ :„ ionia rientratamente di Nsqdtrvppsila" Francia tenta disperatamente mpadmnirsi per; potare talmente manovrare con libertà, per alcuni STalmeno, la macchina plutocrSmilitare- della sua ««curezdelia sua egemonia Giuseppe Piazza. za » e Europa, m La polemica sulle riparazioni Berlino, 30 notte. Anche tra le più o meno gravi preoccupazioni e minacele comuniste per la giornata di domani non cessa la polemica sulle Riparazioni Si tratta sempre della questione se o no la fallila Conferenza di Parigi possa e debba essere continuata immediatamente da una Conferenza di diplomatici o politici che siano. Lo' [vintone tedesca ha l'aria oggi di abbandonale del' tutto questa idea anche nella forma in cui pareva che qualche autorevole Agenzia avesse dato corso, cioè nella forma di una più o meno imminente riunione dì Ministri degli Esteri. Viceversa, in Francia il campo pare diviso, e ee vi sono giornali che rigettano l'idea come pericolosa, non mancano quelli che in qualche modo la caldeggiano. Ed uno di questi giornali, il Journal, tia ieri annunciato che, allo scopo di preparare una tale Conferenza diplor-niaiica, aveva avuto luogo a Berlino una riunione tra il Ministro Strese mann e l'Ambasciatore francese De Margerie. A questa affermazione del journal si riferisce appunto la smentita ufficiale odierna del Governo te desco. 11 comunicato ufficiale dice che in questa notizia non vi è nemmeno una parola di vero. Nessun colloquio ha avuto luogo tra il Ministro Strese inalili e il signor ile Morge-rie e nes sima trattativa in genere tra il Mini stero degli Esteri e l'Ambasciata di Francia si è verificata in proposito. Nessuna discussione politica Parigi, 30 notte. Una delle curiosità più difficili da soddisfare nel momento attuale ^ quella di sapere se la Conferenza delle riparazioni sia o non sia morta. I delegati continuano a recarsi regolarmente all'Hotel Giorgio V, dove d'altronde ciascuno di essi ha il proprio ufficio con tutto l'occorrente per il disbrigo della propria corrispondenza personale. E cola il loro tempo passa scambiando qualche parola 'quando si incontrano nei coriidoi, oppure facendosi delle visite nei rispettivi uffici, oppure prendendo il thè insieme. Oweng-Jung spera ancora Ma a che cosa servano queste riunioni private, sarebbe difficile dire. Schacht sarà di ritorno probabilmente giovedì e di qui ad allora i creditori devono accontentarsi, delle frasi evasive del dottor Kastl, delegato supplente, il quale non ha mai nulla dadire e non ha voluto compromettersi nemmeno coll'esprimere un'opinione circa il progetto di rapiporto lettogli ieri in seduta plenaria, scfi e a e e a e n o , i o e l e o o i . Se è vero quanto annunziano 1 giornali di Berlino circa le immutate intenzioni del direttore della Reichsbank, molti delegati si domandano se non sarebbe forse preferibile chiudere i lavori senz'altro, ma Owen Young non hai ancora abbandonato del tutto la speranza di approdare ad un accordo sulle'basi da noi esposte il 23 aprile, ossia pigliando per ora dalla Germania quello che essa è disposta a dare e rimettendo nelle mani di Dio il saldo dei pagamenti interalleati. Vi esponemmo a suo tempo i pericoli del sistema ed è a supporre che alla_ coscienza di tale pericolo sia da attribuire la scarsa eco che il suggerimento sembra incontrare nei circoli della conferenza. La gente positiva non annette eccessivo peso a questi-| sforzi per salvare il prestigio di Owen-Young e prevede che tutto quanto si potrà fare sarà di elaborare un testo di rapporto finale in cui possano mettersi d'accordo alla unanimità almeno i creditori, americani compresi, mentre i tedeschi redigerebbero per conto loro un rapporto di minoranza. Naturalmente se tale sarà lo scioglimento, spetterà poi ai Governi di ripigliare le cose al punto in cui i pariti le avranno lasciate. Ma qui ''enuncia un'alUa lite. I tedeschi vorrebbero che la successione della Conferenza finanziaria venisse raccolta da una Conferenza politica. I francesi, invece, che in Una Conferenza politica avrebbero eoli auto tutto da perdere, non ne vogliono sapere. I rilievi del « Temps » Il Temps scrive per esempio: « Schacht ha conferito ieri a Berlino col Ministri degli Esteri, delle Finanze e dell'Economia Pubblica del Reich, cioè coi tre membri del Governo interessati maggiormente al problema delle riparazioni. Il fatto che non sì è riunito tutto il Gabinetto per udire le spiegazioni del capo della delegazione tedesca al Comitato degli esperti, come è avvenuto pel precedente viaggio a Berlino del sig. Schacht, induce a credere che nessun mutamento importante sia avvenuto nella situazione. I commenti della stampa tedesca tendono a persuadere l'opinione che gli e sperti del Reich non possono fare nuove proposte di natura tale da facilitare una soluzione nelle circostanze attuali, ma che l'opera compiuta sino ad ora dal Comitato potrà servire ad un ulteriore regolamento della questione. La idea che appare chiaramente è che bisognerebbe venire a negoziati tra 1 Governi per realizzare un accordo. Noi persistiamo a ritenere ohe ogni concezione di tale genere deve essere risolutamente scartata, occorrendo sovra Ogni altra cosa evitare che il regolamento delle riparazioni sia oggetto di negoziati politici. E' appunto perchè si è voluto togliere a questo grave prò blema puramente finanziarlo ogni ca rattere politico, che il piano Dawes fu elaborato ed accettato ne) 1924; è perchè si è1 riconosciuto che ogni dlscus sione politica rischiava di condurre ad una via senza uscita che non può essere questione, sotto qualsiasi pretesto, di rimettere in causa quello che fc definitivamente acquisito dal trattato di Versailles che s'è fatto appello agi esperti finanziari e che a Ginevra nel 10 scorso settembre si decise di affidare a questi periti finanziari lo studio di un regolamento completo e definitivo delle riparazioni. Sarebbe pericoloso, sotto tutti i punti di vista, rinunziare a questo modo di vedere. Gli Alleati non potrebbero consentirvi se non sacrificando i loro diritti più certi ed i loro Interessi più evidenti. Si scorge perfettamente che i tedeschi colla loro tenacia, colla loro abituale mancanza di psicologia, vorrebbero guadagnare tempo nella speranza che ! risultati delle elezioni inglesi permettano loro di manovrare In modo più sicuro per fare deviare il regolamento delle riparazioni nel senso di un regolamento politico, dal quale attendono una revisione di fatto del trattato di Versailles, o per io meno una revisione a loro profitto del-piano Dawes. La fermezza degli Alleati nel difendere quello che e il diritto e l'equità, saprà impedire — è sperabile — ogni scivolamento del genere ». Per la ratifica'delPaccordo Caillaux-Curchill Secondo i vari organi di sinistra, la via di uscita dovrebbe essere cercata in un riesame della capacità di pagamento del Reich. Ma non pare sinora'che i periti intendano mettersi su questa- strada. Per quanto riguarda la Francia l'imbarazzo della situazione è alquanto accresciuto dall'invito rivolto al Governo di Parigi dalla tesoreria britannica affinchè l'accordo Caillaux-Curchill venga r/atificato il più presto possibile, prima delle elezioni. Ratificare l'accordo Curehill-Caillaux significa 'ratificare ancne quello stipulato da Beranger con Mellon. Ora da un pezzo 11 Parlamento francese si era affezionato alla tesi chAquest'ultima ratifica, in modo specole, non dovesse a nessun patto avere luogo prima della liquidazione del problema delle riparazioni. Ma Parigi è troppo interessata a scongiurare l'andata al potere dei labouristi per non intendere tutta la necessità dell'amichevole servigio che Curchill e Baldwin le chiedono. Come fare? L'Ecfio de Paris propone dì ratificare sub condizione : » Ingaggiare nuovi negoziati? Non c'è da pensarci. Essi sarebbero più difficili dei vecchi; Lasciar passare il tempo e sborsare nel prossimo agosto i quattrocento milioni degli slolcs equivarrebbe a denunziare i due accordi. Il meglio è che il Parlamento voti la legge di ratifica, avendo cura di precisare che l'autorizzazione a ratificare accordata al Governo è subordinata all'incasso delle riparazioni; che i nostri versamenti sono vincolati ai versamenti tedeschi e si interromperebbero nel tempo stesso di questi. Il Senato di Washington ci ha spesso dato l'esempio di queste riserve unilaterali. Se il procedimento non piace a Londra ed a Washington, Londra e Washington dovranno prendere l'iniziativa di dircelo ». - La tesi conciliante deH'Ecfto de Paris è approvata stasera àalVInformation. Ma i circoli parlamentari attualmente in vacanza ron hanno ancora manifestato alcuna opinione in proposito. C. P. ifclvvsainslisivCtv-| o , e e e a I e , a a i a i i u e ò fc o o n i e o a e i o r o , o a e e l , i e a o , o a e l e Quanto ha ricevuto l'Inghilterra in conto riparazioni Londra, 30, notti. Churchill, rispondendo stasera ad un interrogante laburista, alla Camera dei Comuni, ha dichiarato che i versamenti totali in valute straniere fatti dalla Germania o per conto della Germania agli Alleati in sdebito per le riparazioni e per le spese di occupazione dal giorno dell'armistizio al 31 marzo scorso ammontano a 3.646 milioni di marchi oro, ossia circa 182 milioni di sterline alla pari. Il Regno Unito ha sinora ricevuto in conto riparazioni, incluso il debito di guerra belga, una cifra pari a circa 68 milioni di sterline. LpA Ginevra si discutono particolari sugli effettivi Ginevra, 3u notte. (G. T.) — La presidenza della Commissione del disarmo è stata oggi assunta dal vice-presidente Politis in assenza del signor Loudon lievemente indisposto. All'ordine del giorno figurava la continuazione dell'esame del capitolo relativo agli elettivi. Prima però di iniziare la discussione di questo argomento, lord Cushendun a nome dei Governo britannico ha annunziato l'avvenuta ratifica del protocollo di Ginevra dei 1925 concernente la proibizione dell'impiego in'guerra dei gaz asfissianti. A tale ratifica è fatta la solita riserva che il Governo britannico non la riterrà valida nei confronti di quegli Stati che non la rispettassero. Lord Cushendun ha aggiunto' di essere autorizzato a fare la stessa dichiarazione per i Governi dell'Irlanda, della Nuova Zelanda, dell'Australia e del Sud-Africa. A lui ha fatto eco il delegato del Canada per informare là Commissione che il suo Governo intende sottoporre prossimamente il protocollo suddetto alla ratifica del Parlamento. 11 protocollo risulta cosi ratificato da 19 Stati tra cui l'Italia. La Commissione riprende quindi l'esame dell'articolo, che concerne la forma delle tabelle, nelle quali dovranno essere inserite le cifre degli effettivi delle forze terrestri navali ed aeree dei singoli Stati. Le dieci tabelle dovrebbero, secondo le Delegazioni che propongono emen damenti, essere aumentate o diminuite: l'emendamento francese- le riduca a sette; l'emendamento tedesco ne vuo le pure sette per mettere in rilievo la distinzione tra forze metropolitane e forze di oltremare. Secondo la definizione tedesca le forze di oltre mare sono da distinguere in base ài criterio della destinazione e cioè che sono da considerarsi forze di oltremare quelle forze destinate esclusivamente per la difesa e per la polizia dei territori di oltremare. Dopo lunga discussione, il conte Bernstorlf ritira il suo emendamento e aderisce ai concetti espressi qualche giorno fa dal generale De Marinis e cioè che « una parte contraente potrà con ogni ragione considerare le forze armate dì oltremare di un'altra parte contraente come facenti parte delle forze metropolitane di quest'ultima quando ejò sia giustificato dalla prossimità dei territori di oltremare relativamente af| territori metropolitani delle due parti». Alla fine della discussione venne però accettato l'emendamento francese con le riserve italiana e tedesca. Per quanto concerne gli armamenti navali la questione è stata aggiornata. Dopo di che si passa alle limitazioni del numero degli ufficiali, sott'uffìciali e militari « il cui periodo di servizio oltrepassa la durata più lunga attualmente fissata negli eserciti di coscrizione delle parti contraenti ». 11 testo dell'articolo, cosi come è concepito, non tiene conto di molti militari, la cut durata In servizio è assai lunga' e che sopo precisamente quelli, che formano i quadri delle organizzazioni militari. Data anche la grande differenza nelle durate della ferma nei vari Paesi, durata che varia dai due mesi della Svizzera al quattro anni della Russia, sarebbe più logico che si assumesse come criterio di discriminazione la durata del servizio normale nei singoli Stati, considerando pertanto come militari di carriera gli uomini ohe sono impegnati per periodi maggiori. La lunga discussione che si è avuta su questo soggetto non ha portato ad alcuna conclusione e venne deciso che i delegati italiano, tedesco e giapponese, che hanno particolarmente preso parte alla discussione, si mettano d'accordo per stabilire una formula accettabile da tutti. L'amicizia antiamericana esattala dal Prinolpo di Galles Londra. 30 notte. Inaugurando una nuova sezione odontoiatrica eretta in un ospedale londinese coi fondi di un munifico oblatore americano, il Principe dì Galles ha pronunziato oggi un discorso nel quale, tra l'altro, ha detto : « Questo dono, questa cooperazione tra un cu indino americano'e l'autorità di un grande ospedale di Londra, fornisce un nuovo esempio, dato cl>e fosse necessario, dell'amicizia che esiste tra gli Stati Uniti ed il nostro Paese. Si tratta di un'amicizia la quale scaturisce da una parentela, altrettanto di idealità che dì sangue, e che è bene esemplificata da questo generoso e munifico dono». {Vivissimi applausi). snszMmsm