La visita dei Sovrani alla Sardegna rinnovata

La visita dei Sovrani alla Sardegna rinnovata La visita dei Sovrani alla Sardegna rinnovata La promessa dì Mussolini è già una realtà Opere pubbliche per un miliardo - Linee aeree, strade, ferrovie La colonizzazione interna e il problema demografico =- Il rinnovato spirito del popolo Nostra intervista col rappresentante del Governo S. E>. Cao Roma, 27 aprile. La visita del Re alla Sardegna richiama ancora una volta, nel giro di poche stagioni, l'attenzione dei pubblico italiano sui problemi della grande isola tirrena — « la sentinella vigile sul mare » — e sulle grandi opere ivi già compiute o avviate e sullo sviluppo economico di quelle terre lino a ieri neglette, cui arride ormai la certezza di un avvenire fiorente. La rinascita dell'isola sarda ha proprio inizio con l'era fascista. L'onorevole Mussolini fu il primo Capo di Governo che Visitò la Sardegna, poiché — purtroppo è vero — mai prima un presidente di Consiglio dei Ministri italiano aveva sentito, nonché il dovere, la curiosità d'una visita all'isola fedelissima'; e del resto l'abbandono in cui la Sardegna era stata lasciata pareva giustificare nei governanti la loro stessa pigrizia. I ministeri si succedevano con. mutevolissimi programmi; ma un capitolo era con regolarità trasmesso, accolto e ritrasmesso: quello che considerava come ideale condizione per la Sardegna lo statu quo letargico, quello che codificava l'assenteismo dello Stato nelle cose dell'isola. Dopo la visiti di Mussolini L'on. Mussolini, con l'irrequietudine che è molla a tutta la sua opera fattiva, senti subito dopo salito al potere il bisogno di veder chiaro nei problemi cancrenosi di una regione italiana, della quale tanti scrittori avevano senza frutto parlato. Ciò ch'egli vide, ciò ch'egli intuì restò indelebilmente fissato nel suo spirito. Certo il quadro offerto ai suoi occhi dovè mostrare grandissime zone d'un'ombra fosca, per non dire spaventevole. Ciò ch'egli vide, ciò che la sua mente intuì dovè turbare e affliggere quel suo gran cuore Irruente e .generoso. Egli fece allora ai sardi '-alcune solenni promesse. Gli italiani non erano anco ra abituati a constatare che ciò che il Governo fascista prometteva veniva rigidamente, e presto, mantenuto. E' probabile che moltissimi sardi abbia no messo nell'entusiasmo che salutò le parole del Duce molt'acqua d'inti mo scetticismo. Troppe premesse erano state ad essi fatte, ch'erano svanite col suono stesso della voce che le comunicava, Doveva proprio ora una promessa prendere consistenza, armarsi di progressiva realità? Proprio adesso questo doveva avvenire. Questo inusato prodigio si compiva. Alle parole tennero dietro i fatti. Alle promesse segui l'assegnazione di quel miliardo di lire che ha posto le basi della reale rinascita dell'isola tirrena. Dal giorno che il Duce visitò la Sardegna è incominciata per questa una vita nuova e le attenzioni del Governo han preso carattere di consuetudine. Dalla data di quel viaggio memorabile per le sorti isolane il Governo fascista s'è ricordato costantemente di queste terre e i ministri sono venuti a porta re conforto di parole e.ad accrescere solennità alle cerimonie pel compimento di opere fondamentali per l'eco nomia sarda. Non è passato anno, da un lustro, che un qualche rappresentante del Governo fascista non abbia varcato, quello cha gli isolani sogliono chiamare il <• fosso » tirreno. Dopo i ministri, autorevoli personaggi, uomini rappresentativi del Regime e della nuova Italia. E infine già due volte — con questa — il Re consacra Kimpegno solenne del Governo alla rinascita La Sardegna non è più relegata in una imprecisabile lontananza. In altri tempi, che non son vecebi di troppi anni, parlare della Sardegna era un poco come parlare d'una terra di là d'un mare quasi mitico; e per i tanti funzionari ivi destinati era un poco come parlare d'una colonia di deportazione, d'una Caienna dello Stato italiano. Oggi si va in Sardegna in fine ore, da Ostia a Terranova, con l'idroplano tipo Santa Maria: e da Roma a Cagliari non s'impiegano, coi diretti aerei, più di tre ore e mezzo, comprese le soste e il tempo del trasporto coi veicoli terrestri. La Sardegna non è più tagliata fuori dal movimento circolatorio della na zione. I promotori dell'attuale « Pri mavera Sarda » lo vogliono provare Il pubblico sfìa da persuadere di que sta verità. Oli scopi della « primavera sarda » Ho desiderato avere dal più autore vole rappresentante della Sardegna nel Governo Nazionale la conferma di questi nuovi aspetti, di questi nuovi superbi sviluppi della vita sarda, economica e sociale; e ho interrogato S. E. l'on. Cao di San Marco, Sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni, per il ramo della Marina Mer cantile. L'on. Cao di San Marco rap presenterà appunto il Governo alla inaugurazione che della « Primavera Sardo » faranno i Sovrani. — La Primavera Sarda — mi ha detto l'illustre figlio dell'Isola eroica — è stata istituita perchè nella stagione dal clima decisamente più propizio ai viaggi e alla organizzazione di mani- i o o a é n i a n o ; o oen. a i e i l a ò no i i o il a E' a ò i ae oa oem. i e ra o . e a e a e io a a o i a — a n i i n à i o rae, o ae i a i i o a a t— e i festazioni all'aperto, sia richiamato in Sardegna un cospicuo numero di viaggiatori. « Non perciò bisogna credere che la Primavera abbia un fine meramente turistico, nè che sia la peregrina risorsa di una inesistente industria alberghiera o di un commercio di ospitalità in grande stile. « La « Primavera Sarda », o ad essere più precisi, le « primavere sarde » hanno il lord" posto su la via del moto di generale rinascita dell'Isola, vigorosamente' iniziatasi con la Marcia dell'ottobre. L'itola i un sonante cantiere t II Fascismp ha saldamente organ,izj zata tutta la gente sarda, in tutti i campi di attività, ne ha indirizzata la naturale disciplina verso ben precisi scopi al servizio della Nazione: ha distrutta la vecchia mentalità per la quale i sardi eran chiamati queruli; ha rivolta la tradizionale tenacia sarda alle opere più gigantesche; ha ridata ai sardi finalmente, la fiducia in se stessi. • « Ma il Regime, si sa, ha trasformato l'Isola in un sonante cantiere. Questa è una frase spesso ripetuta, ima che può esserlo a buon diritto, giacche indica una materiale realta. E la realtà è che l'isola ha acquistato ormai piena la consapevolezza delle risorse che essa offre, talune sfruttate, tali altra — la maggior parte — ancora allo stato di ricchezza latente ». i La gratitudine dei sardi verso 41 Duce in cui impersonano — come potrebbe essere altrimenti? — il Regime è cosi grande che non si accontenta Alo di una espressione sentimentale, ma vuole ima espressione attiva: la Regione vuole cioè rispondere all'opera del Governo, assecondandola in tutti i modi, collaborandovi in tutte le forme. La primaevra sarda divien quindi strumento di tale collaborazione, in quanto si propone di avvicinare materialmente e di fondere spiritualmente le opposte fraterne sponde tirrene, di richiamare su l'Isola l'attenzione di uomini e di capitali, che mentre accerteranno come ben rivolti siano i generosi sforzi del Governo intesi a soddisfare le necessità dell'Isola, avranno la rivelazione, per altro già sensibilmente annunziata, che l'agricoltura, le industrie, i commerci possono avere nell'Isola una fonte nuova di ricchezza, non solo regionale, ma schiettamente nazionale; che la Sardegna, soddisfatte le sue necessità, potrà essere una regione concorrente al magnifico pregresso di tutta l'Italia ». J, Con che. Eccellenza, Ella nel dichiarare ' soddisfatte le necessità dell'isola», intende forse considerare par. ticolarmente risolto il « problema sardo ». — Si è sempre, si, parlato di un « problema sardo ». Ebbene, un problema sardo, esiste: ma, badi bene, e intendo in ciò essere esplicito, solo nel senso che le necessità dell'Isola hanno taluni aspetti più pronunziati di quelli che possono presentare le necessità di altre regioni italiane. In questa affermazione, che ormai è sottoscritta da tutti i sardi, è la prova, anche, del mutato nostro spirito; ed è la conseguenza di uno dei più alti meriti del Regime verso la Sardegna: l'aver poste le questioni che interessano la nostra regione fra le questioni nazionali, come tali, e cosi, considerate e a mano a mano risolte. Lo nuovo via di comunleaziono — Ella sa, in proposito, Eccellenza, che una delle questioni sulla quale tanto si è scritto, è quella delle comunicazioni... — Giustissimo. Ma la richiesta assii lante di rapide e convenienti comun'cazioni nell'interno dell'Isola e fra l'Isola e la terraferma è ormai questi- • ne risolta nelle sue linee generali. 1 congiungimenti aerei fra Roma, il Nord ed il Sud della Sardegna — e non sarà di lontana attuazione una linea fra Cagliari e Tunisi ed è viva l'aspirazione ad un'altra fra il Nord della Sardegna e il Nord della Penisola, le linee marittime fra la Sardegna, la Corsica, Genova, Civitavecchia, Napoli, Palermo, Tunisi, quelle locali e di periplo per un complesso rii circa otto miglia settimanali; i circa 1.100 km. di ferrovie, tra statali e in concessione, i 1928 chilometri di autoservizi ne danno la prova numerica. Ad aggiungere le linee ferroviarie In corso di costruzione ed in progetto che serviranno per dare alle comunicazioni sarde quell'assett"» razionale ed organico che il Ministro Ciano annunziò lo scorso anno a Sas sari, fra i suoi propositi realizzatori; ad aggiungere le progettate comunicazioni telefoniche e radiotelefoniche fra la Sardegna e la Penisola — aspirazione questa che qualche anno fa poteva apparire fra i sogni irraggiungibili — il quadro delle comunicazioni interessanti la Sardegna appare non solo perfettamente adeguato alle effettive presenli necessità delle industrie e dei commerci dell'Isola, ma adeguato anche ai prossimi sviluppi di progresso della regione. , — E dal punto di vista turistico? i- _ Turisticamente le comunicazioni — se bene non certo a tale scopo stu- diane — rispondono alla bisogna, sia nell'allacciamento tra la penisola e la terra ferma, sia negli allacciamenti fra centro e centro dell'interno. Per l'interesse che presenta a tale scopo, posso dirle anche che la rete ferroviaria statale dell'Isola avrà prestissimo un servizio adeguato di vetture ristoranti dal 1. maggio. E' doveroso aggiungere che la Sardegna non aveva mai pensato di proposito, prima d'ora, ad una seria organizzazione turistica; anche a prescindere, però, dalla naturale ospitalità che non può essere considerata, in ogni modo, come mezzo turistico — i centri principali dell'Isola offrono già il conforto richiesto per brevi soggiorni. E il perfezionamento della organizzazione turistica sarà appunto « funzione » notevole della « Primavera », e sorgeranno quindi grandi e piccoli, ma comodissimi, alberghi nei centri attraversati da itinerari razionalmente studiati, tenendo presenti le categorie più vane di visitatori: itinerari che renderanno possibile al visitatore di accostarsi ed ai segni dell'antichissima civiltà custodite nell'Isola, e ai centri in cui le tradizioni hanno un colore suggestivo còme non è più trovabile altrove e ai luoghi ove la natura profonde la sua bellezza e ai centri in cui sorgono gigantesche opere che son modelli ai tecnica, opere compiute da privati, opere compiute dal Governo... Industria a agricoltura — -Le cifre, Eccellenza, spaventano a prima vista il lettore, che ne trae tuttavia nutrimento sostanzioso per la sua convinzione. Può farmi un elenco delle opere compiute o in via di compimento? — Un elenco delle opere pubbliche compiute in Sardegna dall'avvento del Fascismo sarebbe molto eloquente risposta alla sua domanda; ma basti che iti le dica che nel breve volgere di un quinquennio la Sardegna ha realizzato in materia di lavori pubblici ciò che in altri tempi avrebbe richiesto un secolo di inchieste, di progetti e ii promesse... non mantenute. Ma tutto ciò che è stato compiuto, ed è noto non soltanto ai sardi, non è se n. l'inizio di una più vasta serie di provvidenze governative?e di iniziative private. Quando ella consideri che il bacino minerario sardo è fra quelli italiani il più ricco e il più vano: eli in Sardegna è realmente possibile il sorgere di sane industrie metallurgiche come forse non altrove e che ci-' queste industrie la Nazione potrà trarrà una gran parte di quelle materie prime di cui difetta, ella comprendere che le rosee speranze dell'Isola, di con-^ quistare un luminoso avvenire, non sono vane. Così è da dire dell'agricoltura. Qualche studioso vuole che non sia esatto che la Sardegna sia stata il granaio di Roma; ma può diventarlo; e ciò sarà merito anche della Bonifica integrale. Non voglio percorrere, con uno scorcio d'ardite previsioni, i tempi futuri in un baleno, ma ciò che si è fatto e tutto ciò che si farà in tema di bonifiche, quel che è possibile fare-in tema di irrigazione, ciò che ni" trarsi dalle nostre feconde zolle, ben consentono tale affermazione. Alla bonifica integrale dovremo anche la liberazione da una esosissima schiavitù... numerica. « Poiché il problema demografico, è noto ormai ai più, in Sardegna presenta un aspetto di eccezionale gravità; 24 ratta Km. quadrati eran popolati, alla fine del 1926, da poco più di 900 mila abitari'1: meno di 40 abitanti per Km. quadrato. Le cifre purtroppo banno la loro triste eloquenza, e il problema ha la sua reale, assoluta importanza. A tale riguardo, non è il caso di parlare di pratiche maltusiane: la sanità della razza in materia, ci sia concesso questo vanto, è perfetta. I sardi amano la loro terra; ma l'oper» Intesa a fargliela amare anche di più ttpn avrà tregua. E non sarà inqBtiot'tuno riattrarvi coloro che se ne soSI»J allontanati. Ciò che si sforza di fare il Governo per favor-Ire l'accrescimento della popolazione isolana si coordina perfettamente col piano, già iniziato, della colonizzazione interna. Ella sa che già molti tentativi di colonizzazione si sono fatti nel passato, ed uno è recentissimo. Ma il problema demografico non ammette remore e diversioni. Con l'attuale base di popolazione potremo in alcuni anni superare il milione. Il che sarebbe ancor nulla, giacché occorre giungere almeno ai due milioni. La necessità della emigrazione Interna appare perciò assoluta. Ove questa immigrazione nell'isola si compia con oculatezza, sia nella scelta degli immigrati che nella saggia loro distribuzione là dove niù è risentila la deflcenza di mano d'opera, la colonizzazione interna, ripeto, risolverà appieno il problema demografico sardo. Gli spiriti dei sardi a ciò sono preparati; se la fraternità tra i figli della Sardegna e i figli di altre regioni fu benedetta dalla gloria su i solchi della guerra, una più compiuta e durevole fraternità stringerà i figli della Patria comune fra i solchi fecondi del vomero profondo. — Mi dica, Eccellenza, qualcosa sulla imminente visita dei Sovrani. w> L'IsoJa si prepara ad accogliere 1 Reali In un ambiente d'altissimo entu rta italiana. L'on. Cao di San Marco, fante e mutilato gloriosissimo della Brigata sarda, è di questi giovani animosi che guidano l'isola sul cammino della rinascita. Quando coloro che avranno modo di vedere le luminose rievocazioni dell'antica vita sarda romantica e anacronistica, riferiranno e giudicheranno, dovranno tener conto di questa tesa e quasi esasperata ansia di rinnovamento dei giovani usciti dal tormento della solitudine e dell'impotenza nella gioia del proprio ritrova mento, nell'ardore della ricostruzione. Le cerimonie, le feste ohe abbelliranno la settimana della « Primavera Sarda » vogliono essere il commiato commosso dal passato su cui il sole riverbera le calde luci del tramonto, e il virile battesimo a questa Sardegna nata sotto le costellazioni felici della volontà, della scienza e del metodo. Renzo Larco. siasmo, cha scaturisce dalla devozione che nei tempi continua le tradizioni di fedeltà della gente nostra per la dinastia dei Savoia. I Reali riceveranno ovunque anche il particolare omaggio dei combattenti; 1 fanti della Brigata Sassari vorranno testimoniare ancora al vittorioso Re soldato la loro obbediente disciplina, che in guerra ebbe la suai più gloriosa espressione nella Brigata, leggendaria, in pace ha, nelle legioni nere, uno strumento di potenza, che segue il ritmo imposto dal comandamento del Duce ». La visita reale S. E. l'on. Cao di San Marco è partito oggi da Roma per lai Sardegna. Egli attenderà a Cagliari l'arrivo dei Sovrani, che, muovendo da Gaeta con la nave Savoia, nel pomeriggio di domenica giungeranno nel capoluogo della provincia meridionale il mattino di lunedì. I Sovrani giungeranno in Sardegna con solennissìmo apparato, con scorta imponente di grandi unità della Marina militare. Avranno dai sardi accoglienze indimenticabili tra visioni fantastiche dell'antica vita spiana, eroica leggendària e pittc-r<sàca. Mai intendono ì sardi dimostrare anche i progressi puovi compiuti d<Ula loro isola, dimostrar l'animo loro nuovo, volto a una volontà di lavoro e di conquiste. La leggenda, il pittoresco e 1 eroico dell'antica vita pastorale e patriarcale dev'essere lo sfondo su cui S'.,** vpjPrifpr? h°.vmai- ^EPleno '^^lf^S,e.leroico d_ella civiltà moder-I Sovrani si imbarcano oggi Roma, 27 notte. Domani domenica, com'è stato annunziato, il Re si imbarcherà a Gaeta sul « yacht » reale Savoia, insieme alla Reale Famiglia e al seguito, diretto in Sardegna per inaugurare la Primavera Sarda. 11 Sovrano si tratterrà qualche giorno e visiterà i centri più importanti dell'isola, dove gli si preparano solenni ed entusiastiche accoglienze. L'« yacht » Savoia, comandato dal capitano di vascello Luigi Miraglia, sarà scortato da alcune navi e dagli esploratori Quarto, Tigre Pantera. Faranno parte della divisione anche la prima e la seconda flottiglia di caccia torpediniere. Sul « yacht » Savola insieme ai Reali si imbarcheranno la contessa donna Corinna Leonardi, dama d'onore della Regina il conte Don Massimiliano Leonardi gentiluomo di Corte della Regina, il gr. uff .Massimo Montaldo, duca di Fragnito, primo mastro delle cerimonie, il conte Luigi Arborio Malia di Sant'Elia, mastro di cerimonia, l'ammiraglio di divisione comm. Italo Moreno, aiutante di campo generale, il generale di brigata comm. Adriano Marinetti, aiutante di campo generale, 11 colonnello Lerici. aiutante di campo. Le voci della dittatura in Romania Un movimento militare? Bucarest, 27 notte. A proposito delle voci di probabile proclamazione della dittatura in Romania lanciate ieri dall'Adverul il Cuvantul crede di poter affermare che l'ex-Presidente del Consiglio Vatoianu ha creato un'organizzazione a tipo fascista, dal Governo però non considerata temibile, tanto è vero che non sono state prese misure di sorta. Il Cuvantul attribuisce le voci della dittatura al malcontento regnante nel corpo degli ufficiali. L'esercito romeno conta tale numero di generali che le promozioni degli ufficiali inferiori non sono possibili. 11 Governo pensa quindi di abbassare il limite di età per i generali e sembra cha i minacciati dalla legge si siano organizzati per difendersi. Ma nemmeno questo potrebbe fare prevedere una dittatura, anzi il giornale afferma essere in Romania possibile tutto all'infuori della dittatura. h'Universul fa notare avere il Governo organizzato in Transilvanla e nella vecchia Romania formazioni di volontari le quali però rispondono perfettamente ai principii del partito nazionale zaranósta, che può esistere solo se democratico.