Le smentite di Belgrado controbattute

Le smentite di Belgrado controbattute I GOMITASI JUGOSLAVI Le smentite di Belgrado controbattute Pubblicazioni serbe che confermano la esistenza dei terroristi a o i o e o o i e . o i o a e e e go . i a e e a l ie o a Roma. 25 notte. Il Giornale d'Italia riceve dal suo corrispondente da Belgrado che da due giorni la stampa della capitale del Regno jugoslavo ha cessato completamente la polemica sul noto documento dello Stato Maggiore riguardante l'organizzazione delle bande dei Comitagi serbi. Il corrispondente ritiene, però, che i giornali di Belgrado si preparino per una ripresa che si starebbe attualmente organizzando « con la collaborazione di fattori direttivi ». Dichiarazioni di un diplomatico Frattanto il corrispondente del Gior. naie d'Italia ha potuto parlare con una personalità serba che ha un posto preminente nella diplomazia di Belgrado. Quella personalità, dopo avere impegnato il giornalista a tacere il suo nome, ha fatto le seguenti dichiarazioni: « L'impressione della opinione pubblica serba sulla pubblicazione del documento è irrilevante poiché è stata dimostrata ormai la falsità di questo documento. Quanto all'osservazione sul fatto che la smentita della autenticità del documento sia venuta non dal Ministero della Guerra, direttamente chiamalo in causa, ina dal Ministero degli Esteri, debbo dichiarare che la smentita stessa é stata fatta a nome dell'intero Gabinetto e particolarmente del Ministro della Guerra che soltanto per il tramite del Ministro degli Esteri poteva rispondere come ha risposto ad una Potenza estera. « Il Giornale d'Italia ha affermato che questa smentita era inconsistente perchè si riferiva, nel nostro caso, solo all'autenticità. del documento pubblicato e non al fatto stesso della organizzazione delle bande terroristi che, illustrate dal documento. « Debbo smentire categoricamente la esistenza di una simile organizzazione. La Jugoslavia non ha bande terroristiche. Dove sono esse? Non bisogna confondere queste bande inesi stenti con qualcuna delle numerose associazioni patriottiche fiorenti in Jugoslavia, come ad esempio quella della società « Peter Mrkcovic ». « Quanto alle asserite esagerate spese militari jugoslave, dichiaro che la Jugoslavia si arma come gli altri Paesi. I suoi contingenti armati sono proporzionati alla sua popolazione, ed è necessario d'altra parte avanzare nel progresso tecnico perchè sotto questo aspetto le forze armate della Jugoslavia sono ancora in condizioni arre frate in confronto con l'estero ». A queste dichiarazioni risponde il Giornale d'Italia con un articolo, nel quale, dopo aver dichiarato che la politica dell'Italia non è in discussione e che il documento pubblicato è serbo e quindi impegna solo la Jugoslavia, constata che le successive smentite date da parte jugoslava sono state contraddittorie e mutevoli, tali da rivelare le estreme difficoltà, anzi la impossibililà di una immediata precisa, sostanziale dimostrazione della insussistenza dei fatti denunziati. Quindi il giornale continua: Le bande armate esistono « Le bando irregolari annate in rapporto con lo Stato Maggiore serbo, operanti in territorio considerato nemico anche prima della guerra, esistono e ne dà la prova fra tanti un altro documento serbo e questa volta non più segreto, ma ben pubblico. Nel primo dei 4 volumi della Enciclopedia nazionale serbo-croato-slovena, pubblicata a Belgrado sotto la direzione del prof. Stanoietic e in libera vendita, troviamo un capitolo dedicato appunto alle azioni di queste bande. Il capitolo sintitola: «L'azione dei cetnici » — i serbi chiamano, appunto, » cetnici » i membri di queste bande terroristiche — ed è firmato da M. Milenovic, il quale, secondo l'elenco dei collaboratori dell'enciclopedia è il direttore della Politika di Belgrado, ossia proprio di quel giornale che ha voluto con grossolane parole accusarci di falsificazione. Il capìtolo è lungo 7 colonne della enciclopedia. Esso prova che una organizzazione terroristica di bande serbe è esistita ed esiste in Jugoslaviache essa è in rapporto con il comando militare serbo, che ha operato in terra bulgara, in terra turca, ed in BosniaErzegovina preparativi di guerra contro la Turchia, la Bulgaria e poi l'Austria-Ungheria; che ha violato i confindei Paesi nemici molti giorni ed anche talvolta molti anni prima della dichiarazione della guerra, obbedendo cosad un piano non più difensivo ma offensivo nel quale gii ordini militarprecedevano quelli politici ; che ha a vuto parte nell'assassinio dell'ArciducFrancesco Ferdinando dal quale è esplosa la guerra europea. « L'ossatura militare e gli scopi dquesta setta irregolare sono chiaramente rivelati nella Enciclopedia dBelgrado, la quale evidentemente non poteva dare più precisazioni riservatal segreto militare ». Il giornale riproduce quindi, tradoti lPtteralmente, i brani più saliente significativi del rapitolo dell'Encclopedia nazionale serho-croato-slov na riguardanti l'organizzazione dellbande terroristiche L'F.nciclopediscrive che l'azione dei « cetnici » caratterizza uno dei momenti più salienti della lotta nazionale sostenutdalla Serbia per la sua liberazioneIl dottor Milorad Godjevac. di Belgrado, è stato una delle persone rhe hanno acquistato i ineriti maggiori nel'organizzazione e movimento del:bande. Fino allora la lolla nazionaserba in quelle regioni era stata limtata alla propaganda a mezzo, dell o n e a e ; o a i e i i a i ai n e tti ie a aaa e. aa e scuole e dei Consolati. Però 11 disordine delle condizioni esterne della Serbia prima del colpo di stato del 1893 aveva paralizzato l'opera dei Consolati e perciò anche l'elemento serbo aveva incominciato ad accettare con favore l'idea della libertà. « Per iniziativa del dottor Milorad Godjevac — si legge nella traduzione pubblicata dal Giornale d'Italia — è stata fondata l'Associazione di Belgrado. Nel 1902 è stato istituito a Belgrado il comitato centrale dell'orga nizzazione dei « cetnici » che incominciò la sua azione a Belgrado e al di là dei confini. La strage delle prime bande organizzate nella Serbia nel maggio 190-i produsse una impressione molto penosa. Non passò però nemmeno mezzo anno e l'importanza e la necessità dell'azione dei « cetnici » furono comprese e riconosciute a Belgrado ed in tutto lo Stato. Nell'autunno e nell'inverno del 1904-1905, i giovani cominciarono ad entusiasmarsi per la lotta delle bande. Coma sorse l'organizzazione La propaganda invase i circoli degli studenti universitari ed anche quelli degli scolari. Il rapido progresso dell'organizzazione dei «cetnici» è stata una prova della maturità morale e topografica dell'azione da parte serba. In meno di un anno i bulgari furono espulsi da quelle regioni che essi da alcuni decenni avevano considerato come loro fortezze inespugnabili. In meno ili due anni, le nostre bande avevano preso possesso ed avevano organizzato quasi tutti quei territori che furono liberati dal nostro esercito nel 1912. Non c'ò stato mai un solo scontro tra le bande nostre e quelle bulgare che non fosse terminato con la nostra vittoria. Giova rilevare che i bulgari furono sconfitti anche quelle volte in cui le loro bande erano più numerose delle nostre e si trovavano in luoghi che avevano appartenuto alla loro organizzazione. La ragione sta in questo, che le bande bulgare compievano forti requisizioni per « l'opera della liberazione della Macedonia », mangiavano e bevevano senza pagare un centesimo, inveivano peggio dei giannizzeri turchi; le nostre bande, invece, pagavano tutto in oro con i mezzi forniti dalla nostra organizzazione dei « cetnici ». Nel 1908 scoppiò la rivoluzione dei « Giovani Turchi » seguita dall'inlroduzio ne della Costituzione nella Turchia. Le bande scesero dalle montagne, furono accolte solennemente dai « Giovani Turchi »; il voivoda ed i « cetnici » ritornarono a vita pacifica. Troppo presto però si comprese che il piano dei giovani turchi consisteva nell'intenzione di convertire all'islamismo le nazionalità cristiane. I vecchi « cetnici » ritornarono a fare i banditi nei boschi e nelle montagne, oppure si ritirarono in Serbia. La vecchia e solida organizzazione ritrovò presto tutte le sue fila; l'azione rivoluzionaria riprese con maggiore intensità per far capo nell'autunno del 1912 alla guerra balcanica di liberazione. Il 5 ottobre 1912 l'esercito serbo passò il confine, tra Vranje e Prepolec, intimando alla Turchia la guerra- per liberare le nostre terre irredente. 1 comitagi in guerra Però già due settimane prima, le nostre bande avevano preso possesso dell'intero monte Korjack facendo sollevare tutto il villaggio contro i turchi. La guerra contro i bulgari nella estate del 1913 fu una nuova occasione di imprese e di meriti a favore della patria. Anche nella guerra mondiale del 1914 rifulsero l'eroismo e la abnegazione dei nostri ■ cetnici ». Fu questa una nuova prova della solidi tà della nostra organizzazione. Allorché l'Austria-Ungheria inviò alla Serbia quell'ultimatum che fu una delle cause della guerra, una delle richieste principali di questo ultimatum era quella che il maggiore Vojislav Tankosic fosse arrestato e condannato come promotore dell'assassinio di Francesco Ferdinando e istigatore di coloro ohe compirono l'attentato di Sera jevo. Arrestato in seguito a questa ri chiesta, il maggiore Tankosic che dopo la liberazione della vecchia Serbia e della Macedonia aveva ristretto il suo campo di attività nella Bosnia e nell'Erzegovina, fu rimesso in libertà la sera del 12 giugno, allorché il barone Gesel abbandonò Belgrado e fu ordinata la mobilitazione dell'esercito serbo. Tre giorni più tardi, nella prima notte di guerra, t « cetnici » di Jovan Babunski e di Vojislav Tankosic, aiutati dalla guardia di finanza, dalla gendarmeria e da piccoli reparti di truppe difesero Belgrado contro gli attacchi austriaci. I nostri « cetnici » organizzati diede ro abbastanza filo da torcere alle truppe austriache nella Bosnia orien tale. Nell'entrare a Podringe, gli austriaci investigarono con trepidazione se mai non ci fossero stati nascosti comitagi. Allorché i bulgari entrarono in guerra, i nostri reparti di « cetnici • sostennero il fronte contro di loro anche quando Nis e Vranje erano state evacuate. 11 voivoda Babunsky e la sua sente abbandonareno come ultimi il paese Quando nel e,., i-U autunno del Mia avvenne la ritirata e Idei nostre» esercito dalla Serbi';£ goravitrroi l'squoNmLCtidadasnfimcpppdnnpmcdvppsmPgcpppvrpv

Persone citate: Coma, Jovan Babunski, Milorad Godjevac, Turchi, Vojislav Tankosic