Intermezzo polemico sul silenzio degli esperti

Intermezzo polemico sul silenzio degli esperti I^E> RIPARAZIONI Intermezzo polemico sul silenzio degli esperti Probabile rinvio all'autunno Parigi, 24, notte. Poco 0 nuda di nuovo da segnalare oggi circa le vicende della conferenza finaiuiiaria. Il lavoro di redazione del rapporto Anale è cominciato, ma delle conversazioni che i delegati dovrebbero avere tra loro sulle questioni che li separano nessuno sa niente. Le idee ventilate da Owen Young si mantengono sinora allo stato aereoforme, sospese nello spazio, e quanto ne abbiamo detto ieri è il più che si possa dirne. I circoli parigini atssistorao ai conciliaboli dell'Hotel Giorgio V senza la menoma speranza di vederne uscire novità concludenti. Il marasma è completo. La borsa., ieri cadaverica, oggi dà qualche Leggero sussulto, obbedendo alla spintia di New York, ma le disposizioni, del mercato restano quali sono da parecchie settimane, cioè totalmente negative. I giornali si sfogano in commenti ed articoli di fondo perfettamente ragionevoli, ma sulla cui utilità nessuno si fa illusione alcuna. Il pessimismo del «Temps» 11 Temps, contro il suo solito, pessimista come gli altri, scrìve: « Le conversazioni che si intavoleranno j.n margine al rapporto genera le del Comitato possono essere utili, ma sarubbe pericoloso aspettarsene sin d ora ifisultati che dieci settimane di deiibei-azioni regolari jL'fc'h esperti non hanno potuto far ottenere. Per convincersene basta riflettere quello che è avvenuto negli scorsi giorni in Germania. Di fronte alla cattiva impressione prodotta dal memorandum degli esperti tedeschi e del grave errore commesso dia Schacht col voler subordinare 1 apprezzamento della capacità di pagamento del Reich a delle rivendicazioni territoriali equivalenti ad una revisione d> fatto dil trattato di Versailles, vi è stato a Berlino un brusco ripiegamento di fronte all'eventualità di un'improvvisa rottura di cui la Germania avrebbe assunta l'intera responsabilità di fronte a tutto il inondo. Da ciò l'affermazione che gli esperti tedeschi rimangono assolutamente indipendenti, che il loro memorandum non ha. carattere di ultimatum, ma costituisce una semplice base di discussione. Evidentemente il Governo del Reich n on ha voluto fare un gesto, nè pronunziare una paroli che fosse tale da rwterlo impegnare. Si è voluto riservare l'avvenire; conservare i vantaggi iche i suoi esperti avevano potuto ottenere in principio e rimanere liberi per sopramercato di transigere, qualora fosse necessario, su quello che non avevano potuto strappare agli Alleati nelle attuali circostanze. E' quello che spiega che i tedeschi hanno mostrato immediatamente l'intenzione di continuare a conversare, pur sapendo perfettamente che non vi è alcuna possibilità di intendersi sulla base di proposte che essi pretendono mantenere come il massimo di quello che sono disposti a pagare. La dichiarazione fatta ieri al Reichstag dal Cancelliere Moller e cioè ch-j gli esperti tedeschi continueranno i negoziati sinché sussisterà una possibilità di risolvere il problema e facendo allusione ad un eventuale scambio di vedute tra i varli Governi, è significativa sotto tale rapporto. Però appena Schacht era tornato a Parigi una reazione si produceva a Berlino contro il timore di una rottura brutale che l'atteggiamento intransigente del principale esperto tedesco aveva fatto nascere. Manovra eonoertita dei partiti tedeschi « Per rendersi conto — continua il Temps — della natura di questa reazione, che fa l'effetto di una manovra concertata, non vi b che da leggere le dichiarazioni che personalità importanti moltiplicano da tre giorni a questa parte, e che tutte tendono ad approvare la tesi del presidente della Reichsbank. E' così che il social-democratico Otto Braun, presidente del Consiglio di Prussia ha proclamato alla Dieta prussiana che la formula derisoria delle 37 annuita di 1650 milioni di marchi-oro segna l'estremo limite di quello che la Germania deve pagare agli Alleati ed ha osato sostenere che quello che il Reich deve pagare agli Alleati è in realtà un • tributo di guerra » decorato col nome di riparazioni, al quale si è voluto dare un aspetto morale, basandolo sulla responsabilità della guerra. Ed è ancora cosi che il leader del Centro, mons. Kaas, colui nel quale alcuni scorgono un possibile successore di Stresemann, ha dichiarato ad Essen che lui ed il partito rifiutano di giustificare le riparazioni con la responsabilità della guerra e che il solo mezzo per giungere ad una ragionevole soluzione e quello di crea re le condizioni che nermetteranno alla Germania di aumentare la propria produzione, le su: esportazioni, il suo capitale nazionale e di conseguenza le sue capacità di pagamento in vista delle riparazioni. Questa è la tesi politica sostenuta da Schacht. Ed è infine cosi che il conte Westarp, porta-parole dei nazionalisti, ha dichiarato ancora una volta al Reichstag che i negoziati di Parigi sono ingaggiati su di una falsa base « quella della menzogna sulla responsabilità della guerra » e che l'annuita di 1650 milioni di marchi-oro che figura nel memorandum degli esperti tedeschi oltrepassa la capacità di pagamento del Reich ». L'idea di nn regolamento provvisorio « Come si vede — conclude il giornale — socialisti, centristi e nazionalisti si uniscono nella resistenza contro le giuste rivendicazioni degli Alleati. Se non si vuole lasciarsi sorprendere dagli eventi è alla luce di questa brusca realtà deljùpplnione tedesca, sistematicamente sviata dai portavoce dei principali partiti, che si devono apprezzare le probabilità di successo che possono offrire le conversazioni particolari che si svilupperanno in occasione dell'elaborazione del rapporto finale del Comitato degli esperti. Guadagna terreno l'opinione che, in qualunque caso, il rapporto del Comitato dei periti alla Conferenza stessa non abbia a condurci al di là della metà di maggio. Secondo certi circoli il modo ipiù pratico per sciogliersi senza dover dichiarare brutalmente di non aver potuto accordarsi potrebbe consistere in un rinvio dei negoziati al prossimo autunno. „ „ C. P. Scarse speranze a Berlino Berlino, 24, notte. Ad eccezione di qualche giornale di sinistra, che non si rassegna ancora ad abbandonare ogni speranza e che parla di estreme probabilità di accordo (probabilità che verrebbero a galla a Parigi e che dovrebbero maturarsi mentre la nuova Sottocommissione sarà occupala a redigere il memorandum generale sugli accordi raggiunti 0 piuttosto non raggiunti), gli altri giornali di ogni gradazione fino alla estrema destra, non contano più su qualsiasi possibilità di successo delle trattative di Parigi e danno ormai la conferenza dei tecnici come scontata, sebbene nessuno ancora parli di fallimento ufficiale. Perfino lo stesso Vorvaerls intitola oggi il suo servizio parigino • La Conferenza praticamente alla fine », e dichiara assai platoniche le speranze da taluni ancora troppo tenacemente nutrite. Per il resto, la nota generale tenuta questa sera dai giornali, s'intende di destra, è che, per quanto la cosa possa essere spiacevole, altro da fare non vi è che ritornare al piano Dawes. Fra la tecnica • fa politica Su questa nota accenna a placarsi rassegnatamente l'aspra polemica politica di questi ultimi giorni quanto mai agitati. Gli spiriti sono però ancora ben lontani dall'essere tranquilli, e si teme che il Cancelliere Mailer possa alla fine cedere alle pressioni di quelli che giudicano essere stata troppo intransigente la condotta di Schacht e che avrebbero preferito e desidererebbero ancora che il Governo in qualche modo ritirasse il troppo intransigente delegato sotto una forma qualsiasi, come, ad esempio, quella della tanto richiesta sostituzione dei politici ai tecnici nelle trattative. Soffia ancora più vivo che mai da una parte della Francia il vento insidioso di questi suggerimenti che non hanno mancato di trovare qui i loro interessati paladini. Ma il Gabinetto, a quanto pare, ha tenuto duro ed ha confermato a Schacht la sua fiducia, riconfermandolo come delegato tecnico, sia .pure indipendente, per le trattative. Ma l'inquietudine in proposito non è tuttavia spenta e in qualche modo è stata ravvivata dall'accenno piuttosto ambiguo fatto daMailer stesso nel suo discorso di Ieri sera al Reichstag in risposta a Westarp, circa la questione appunto del desiderato 0 temuto avvicendamento del politici ai tecnici. Ambiguamente ha risposto Mflller che sempre alle discussioni tecniche seguono quelle politiche, e che quindi anche in questo ca-so sarà da aspettarsi la siec-a posa, sin rhe le trattative di Parigi .:.-••.!-. fi; <rt c-ju il sue cesso, sia che dovessero chiudersi con il fallimento. Che cosa ha voluto dire? He voluto dire qualche cosa di genericamente evasivo, oppure ha voluto esprimere una possibilità concreta di riserva di azioni che gli sta in animo? Non si sa. La Deutsche Allgemelne Zeitung questa sera, con viva sensibilità politica, pone al Cancelliere la questione e cerca di metterlo con le spalle al muro. « A noi sembra — sorive il giornale — che le trattative politiche siano naturalmente comprensibili soltanto nel caso che la Commissione Young chiuda le sue discussioni con successo in modo che gli esperti possano sottoporre ai loro Governi determinate proposte per l'eventuale accettazione o Der il rigetto. c Non sarà però cosi nel caso contrario, se cioè gli sforzi del dottor Schacht e del dottor Voegler dovessero essere condannati all'Insuccesso, come purtroppo bisogna prevedere. Ritorno al pian» Dawes « La cosa più naturale e da prevedère come l'immediata conseguenza di tutto è — conclude il giornale — il provvisorio ritorno al piano Dawes, sulle cui basi si è finora sperimentata la situazione della Germania e sulla cui base ancora potrà essere sperimentata fino a che i creditori non abbiano riconosciuto che esiste un maximum della capacità di pagamento per tutti, e anche per 1 debitori politici, maximum che bisogna rispettare se si vuole contare sulla continuità e sulla continuazione dei pagamenti ». Ben migliore che non 11 discorso Muller cosi ambiguo per questa parte è invece il discorso del Ministro Presidente prussiano Braun. La eco di questo discorso che, come vi segnalai a suo tempo, sosteneva che i 1650 milioni annui proposti da Schacht siano anche troppi per la capacità di pagamento tedesca, ha addirittura un successo, un successo tanto più grande fi insolito in quanto che si tratta di un discorso di un Ministro socialista; « coloro che più lo esaltano, anzi i soli che lo esaltano, sono i giornali di destra. E' infatti assai sintomatico ed estremamente significativo per formarsi un'idea della lotta che deve essersi svolta in seno alla social-democrazia stessa e attorno al Cancelliere Mailer prò' e contro Schacht, il fatto che dopo il proditorio attacco alle spalle del socialista Breitscheid, capo della frazione al Reichstag, il signor Braun, Ministro in carica, anzi presidente di un Governo social-democratico, abbia sentito il bisogno di correre in aiuto del signor Schacht stesso difendendolo dagli attacchi e sostenendolo con tutta la forza della sua autorità e del suo ragionamento. Storture di ragionamento Per questo suo atto Braun è naturalmente fatto segno a sua volta ad attacchi ed a difese appassionatissime. II Vorwaerts nell'imbarazzo di gettare a mare uno dei due figli del suo cuore, 0 Breitscheid o Braun, fa fìnta di non accorgersi dello scandalo scoppiato ma, come sempre, sono invece i democratici che corrono agli avamposti della social-democrazia ed attaccano Braun. La Gazzetta di Francofone gli si getta addosso con vero a furor teutonicus » e dice testualmente: ■ Quando mai si è visto che compito di un ministro di un « paese » debba essere quello di venire in aiuto dei nostri delegati a Parigi? E' incredibile, ma vero. Quello che a qualunque più oscuro e modesto cittadino di un paese potrebbe essere permesso, anzi piuttosto quello che potrebbe essergli ri-' chiesto, di venire cioè in aiuto dei delegati del proprio paese all'estero, non dovrebbe invece essere permesso ad un presidente del Consiglio soltanto perchè invece di essere presidente del Consiglio del Reich è presidente del Consiglio della Prussia, come se ia Prussia non fosse anche essa Germania ». A queste storture di ragionamento può condurre la passione democratica anche per un giornale dell'autorità e della tradizione della Gazzetta di Francoforte. Corrono invece in aiuto di Braun tutti ì giornali di destra; tutti lodano il discorso e lo definiscono come la'più giusta parola nel più giunte momento. G. P.