L'inaugurazione della XXVIII Legislatura

L'inaugurazione della XXVIII Legislatura L'inaugurazione della XXVIII Legislatura U Re ai Deputati: "La, ele-veizioxie del popolo deve essere in cima eui -vostri pensieri perchè' essa è la. condizione preliminare e indispensabile per la. potenza, " e la sicurezza dello Stato ,, Politica interna ed economica - Il tasso di stabilizzazione della lira sarà rigidamente mantenuto - Volontà di pace e difesa della Patria Italia e Popolo Nele albe e nobili parole pronun. ziate ieri dal Sovrano, inaugurando la 28.a Legislatura, hanno echeggiato ancora una volta gli accenti di quella tenace fede nei destini della Nazione, e di quella serena volontà idi potenza e di giustizia, che han tenuto avvinti per secoli i Savoia alla causa del popolo, sulle vie della guerra e della pace, delle riforme e delle rivoluzioni, della civiltà e del lavoro. Gli accenti di quella stessa fede che il 27 novembre del 1871, inaugurandosi la seconda sessiono della 2.a Legislatura, dettava a Vittorio Emanuele II la memorabile affermazione: «dopo lunghe prove di espiazione, l'Italia è restituita a se 'stessa e a Roma »,' hanno illuminato di un altissimo significato, nel richiamo alle parole dell'Avo, l'affermazione di Vittorio Emanuele III: ;« Qui, dove il nostro popolo, dopo la 'dispersione di molti secoli, si trova per la prima volta raccolto, ogni cosa ci parla di grandezza, ma nello stesso tempo ogni cosa ci ricorda ì nostri doveri. Oggi che l'unità nazionale è compiuta, non falliremo ai nostri principU ». L'unità. nazionale è finalmente compiuta nello spirito e nella volontà della Dinastia e del popolo italiano: la Rivoluzione, che per la saggezza del Sovrano e per la diritta passione di Mussolini, è divenuta saggezza e passione di tutto il popolo, è ormai pacificata e concretata iiei nuovi ordinamenti e nei nuovi Istituti. Non è senza un altissimo significato che nelle parole del Re, l'Italia fascista, dopo sette anni di illuminata tenacia e di sforzi 'armonizzatori, esprima, con serena « fiera coscienza, l'orgogliosa certezza del proprio avvenire. ;« Il popolo italiano, ha detto il Re ai deputati della 28.a Legislatura, ha fornito durante sette anni prove solenni della sua volontà di disciplina e di lavoro. Voi ne ascolterete la voce, andrete incontro ai suoi bisogni di ordine materiale e morale. L'elevazione del popolo deve essere in cima ai vostri pensieri, poiché 'essa 'è la condizione preliminare e indispensabile per la potenza e la sicurezza dello Stato ». L'Italia di Vittorio Emanuele III è l'Italia del popolo : quella stessa che nell'ottobre del 1922 si strinse concorde intorno al Capo della Rivoluzione, quella stessa Italia di Vittorio Veneto di cui Mussolini recò in Roma, al Sovrano, l'atto di fede e di amore, e la volontà viva e operante nei secoli. La solenne cerini •' Roma, 20 notte. I romani sono stati svegliati stamane dalle fanfare festose, dal passo cadenzato dei Reggimenti del presidio che, lasciale le caserme, attraversavano le vie della città peor raggiungere i punti indicali per lo schieramento. All'insolita sveglia, la città si è animata di colpo. Tutte le finestre si sono epalancate ornandosi di tricolori. Agli edifici pubblici- sono apparsi drappi, arazzi e bandiere. I trams, gli autobus e le automobili pubbliche sono uscite dai deposili ornate di bandierine. Una nota di festosità è diffusa-ovunque, accentuata dalla bellezza tutta romana della giornata primaverile, la più bella e la più limpida, che abbia dato finora in quest'anno il felice clima di Roma. Lo schieramento delle truppe Alle 8 le truppe avevano già raggiunto ordinatamente i posti assegnati. Dalla piazza Montecitorio a via dell'Umiltà si sono schierati, agli ordini del colonnello Grossatdl, del console Barbieri e del colonnello Pericoli, reparti di Marina, di Aeronautica, la Legione Allievi Carabinieri, i due Reggimenti dei Granatieri, la 112.a Legione della Milizia e la Coòrte Universitorta di Genova. Dalla via dell'Umiltà a Piazza Venezia, agli ordini del generale Maini ger, del colonnello Miglio e del colonnello Zicavo, prestano servizio il Reggimento carri armati, l'S.o Reggimento Artiglieria i-traine campale, l's.o Centro contro-aerei, 11 Corpo aerostieri e l'8.o Reggimento Genio. Dalla piazza al Largo Magnanapoli sono disposti agli orami del generale Ajmonino e del colonnelli Galli e Armando, il 2.o Reggimento Bersaglieri, il Piemonte Reale Cavalleria, il 112.o Battaglione della Milizia Nazionale; al largo Magnanapoli e n piazza del Quirinale le truppe sono comandate dal generale Moizo e uni uoioiuielll Nuvamm e Lualdi. Prestano servizio in questo ■ettore lsi.u itejjglineiuo Fanteria, il 13.0 Artiglieria, la Legione Allievi di Finanza, la Scuola Allievi Ufficiali di Finanza, la Coorte Universitaria di Roma, 11 141.0 Battaglione della Milizia Nazionale. Sulla piazza Montecitorio presso l'ingresso del Parlamento è schierata una Compagnia tonnata da una Centuria di Camicie Nere dei la 118.a-Legione della Milizia su due manipoli, con le musiche della decima zona I reparti sono arrivati con le loro bandiere e le musiche. Prima ancora che ti chiudessero i cordoni, gran folla si è' raccolta dietro alle truppe per assicurarsi, con una tempestiva occupazione un posto da cui poter assistere al passaggio del corteo reale: Roma non ha voluto perdere l'occasione per confermare ai Sovrani la sua non mai smentita devozione. Come è naturale, oiù di ogni altro sono presi di mira ilcunf puriti dell'itinerario particolarmente adatti ad offrire una visione di insieme: cosi la salita di Magnanapoli. piazza Venezia, piazza Colonna, presentano un aspetto imponente. Le finestre e terrazze lungo il percorso del corteo, ornate di tricolori sventolanti e di drappi policromi, sono gremite di folla. Alle 8.30 i cordoni sono chiusi, e solo le persone munite di invito e di rego 'are lascia-paseare sono ammesse a'traversare, nei punti indicati, la cintura grigio-verde che ha ormai fasciato la zona. Comincia intanto agli ingressi di Montecitorio l'affluire dei deputati, del senatori, delle alte cariche dello Stato, invitate a»!a cerimonia. Ciascuno si presenta all'ingresso segnato nel proprio biglietto, donde, previo accertamento di identità personale, viene accompagnato alla rispettiva tribuna. Tutti, gli invitati indossano il frak e cilindro; i militari l'alta tenuta con decorazioni. Ammirate sono le toileltes di molte signore. Tra 1 primissimi parlamentari abbiamo vi6to arrivare i vice-presidenti e questori della Camera, onorevoli Paolucci. Acerbo, Buttafuochi; il neo-senatore Tosti di Valminuta, che funge ancora stamane da questore; il marchese riupiteimi, i deputati Manaresi, Roti guano, Mlrafìori, Imbertl, Canelll, Co lucci; 1 neo-deputati Rocca, Vassallo, Fregonara, Stame; i senatori Libertini, «egre, Mayer, De Vito, Berio, Schanzer; il grande ammiraglio Tnaon di Revefl; 1 senatori Gentile, Conradinl: il maresciallo Caviglia ed altri. Alle 9.30 arrivo- in Piazza Montecitorio l'elegante corteo delle berline della Presidenza del Senato, dalle quali scendono il presidente Tittoni, i vicepresidenti ed 1 segretari, accolti sull'Ingresso del Pa.lnzzo di Montecitorio dai membri itefl'TTfncio di Presidenza deila Camera. Vediamo poco dopo S E. Turati, De Plnedn, Michele Bianchi, Teruzzi ed altri. Ptfco prima delle 10, stormi di aeroplani volteggiano nel cielo. ' Il corteo della Regina.» Alle ore 10 precise, mentre da Monte Mario tuonano le salve di artiglieria e 10 storico campanone del Campidoglio fa sentire i suoi rintocchi solenni, gli squilli della fanfara nell'interno del cortile del Quirinale annunziano che 11 fastoso corteo reale sta per muoversi. La curiosità nella folla diventa spasmodica. Dal grande ingresso del Palazzo Reale si avanza al galoppo un plotone di carabinieri a cavallo che apre la marcia. Seguono ammiratissimi come sempre i trombettieri dei corazzieri, maestosi e lucenti nell'elegante divisa. Viene subito dopo la prima carrozza di servizio che reca il conte Suardi, mastro cerimoniere di Corte;- 11 conte Solaro dei Borgo, gentiluomo di Corte, il duca Cito, gentiluomo della Regina; e il conte Guicciardini, gentiluomo di Corte della Regina. Un altro plotone di corazzieri fa scorta d'onore alla berlina della Regina. La carrozza di gala a due cavalli con livree rosse ed oro, dentro cui sono la Regina, la Principessa Giovanna e 11 conte Leonardi, gentiluomo di Corte della Regina, è preceduta da. un battistrada a cavallo. Seguono la seconda berlina con la Duchessa d'Aosta, la Duchessa delle Puglie, e il duca Tosti di Valminuta, gentiluomo di Corte della Duchessa d'Aosta. Nella terza berlina sono la Duchessa di Pistola, laPrincipessa Adelaide e il conte Ricardi, gentiluòmo di Corte della Duchessa di Pistoia. Vengono quindi le due carrozze del seguito: nella prima sono la contessa Leonardi, dama di Corte della Regina: la principessa di Piombino, dama di palazzo, e la principessa Borghese, anche essa dama di palazzo della Regina, mentre nella seconda hanno preso posto la duchessa Caffarelli, Dama di Corte della duchessa d'Aosta, la principessa di Cerenzia, Dama di Corte della duchessa delle Puglia, e la contessa Ricardi, dama di Corte delia Duchessa di Pistola. Quando la berlina della Regina è sulla Piazza, le musiche intuonano l'inno reale, mentre le truppe presentano le armi. Deliranti acclamazioni salutano la Sovrana, la principessa Giovanna e le altre principesse, mentre le musiche schierate lungo il percorso annunziano via via con le note della marcia reale l'avanzarsi dello smagliante corteo. Il pubblico che si assiepa dierro i cordoni non si stanca di applaudire al passaggio: da per tutto è uno sventolìo di fazzoletti ed un agitarsi di cappelli che dice ancora una volta alla graziosa Sovrana l'affetto, la devozione del suo popolo. .e quello del Re La Regina Elena e la Principessa Giovanna ringraziano col più affabile dei sorrisi, evidentemente commosse dinanzi alla esplosione cosi calda e sincera dell'entusiasmo popolare. Il plotone dei corazzieri, che chiude il primo corteggio, ha ria poco voltato l'angolo di via Quattro Novembre che la fanfara, le cui note tornano ad echeggiare dal cortile del Quirinale, annunzia l'avanzarsi del corteo del Re. Si ode un comando secco, il presental'arm del comandante delle truppe schierate in servizio d'onore ; il comando corre tra le file delle truppe, schierate lungo il percorso e che si irrigidiscono nel saluto. Dal portone del Quirinale escono ora quattro trombettieri nelle loro scintillanti divise rosse ed oro. che aprono il corteo del Sovrano. Dalle trombe d'argento parte e si diffonde nella ;>iazra maestosa l'attenti reale. Un brivido di commozione pervade la folla che, laitasi per un attimo silenziosa nell'attesa, prorompe poi in applausi scroscianti. Viene quindi subito dopo la carrozza di servizio, nella quale sono l'aiutante di campo del Re. il primo Ministro di cerimonie e l'ufficiale di ordinanza del Principe Ereditario, e, preceduta da un plotone di corazzieri e da due battistrada in livrea tossa e mazza dorata, appare finalmente la berlina del Re. E' la sontuosa magnifica berlina di gran gala, tutu oro su fondo chiaro tirata da sei cavalli dai superbi pennacrfii hianont. Alla sinistra del Re, che veste la divisa di Maresciallo d liana col Coliate dell'Annunziata, è il Principe Eredi¬ tario, e sono di fronte 11 Duca delle Puglie e il Conte di Torino. A fianco dello sportello di destra cavalca il comandante della Divisione generale Giovagnoll col suo brillante Stato Maggiore. Nella seconda berlina sono i Duchi degli Abruzzi, di Genova, di Pistoia e di Bergamo, mentre nella terza hanno preso posto il Duca di Ancona, il conte Mattioli-Pasqualini, Ministro della Reale Casa, il Prefetto di Palazzo duca Borea d'Olmo e il Primo Aiutante Generale del Re, marchese generale Di Bernozzo; nella quarta, col generale Clerici, primo aiutante di Campo del Principe di Piemonte, sono il nobile Alberto Sci'aro del Borgo, grande scudiere, il gra.: cacciatore Guerrieri e l'ammiraglio De Grossi, primo aiutante di Campo del Duca di Genova e nella quinta il conte Bollati, aiutante di campo del Conte di Torino, il capitano di vascello Negrotto, aiutante di campo del Duca degli Abruzzl, il colonnello Votini, aiutante di campo del Duca delle Puglie e il medico di Corte dott. Quirlco. Dopo le carrozze del seguito chiude lo splendido corteo reale uno squadrone di carabinieri a cavallo della Legione territoriale di Roma. Una ovazione interminabile che si prolunga via via lungo il percorso accoglie il Sovrano e il Principe Ereditario. Migliaia di mani si protendono nel saluto romano. Si grida: « Viva il Principe Ereditario! », « Viva Savoia 1 », « Viva il Rei ». Si applaude dalle finestre e dalle terrazze nereggianti di folla. Il Sovrano ed il Principe sorri denti rispondono alle acclamazioni portando continuamente la mano alla visiera, in segno di saluto. A Montecitorio In piazza Colonna, che offre uno spettacolo grandioso per l'affollamento dietro il quadrato delle truppe, i cortei sono accolti da una ovazione che scroscia vibrante e che si propaga in piazza Montecitorio, dove pochi minuti prima è già giunto il corteo della Regina sostando dinanzi al baldacchino reale, issato sul portone principale de! palazzo berniniano. Qualche minuto prima della Regina fra applausi ed acclamazioni scro scianti, è giunto a Montecitorio in automobile il Capo del Governo, accompagnato dal sottosegretario alla Pre sidenza Giunta. Il Duce veste la divisa di Primo Ministro e porta il Collare dell'Annunziata. Egli ha porto il suo ossequio alla Sovrana che si è brevemente intrattenuta a parlare con lui. Alle 10,20 la campana di Montecitorio fa sentire i suol solenni rintocchi. La Regina e le Principesse sostano qualche minuto prima di entrare nell'aula e discorrono affabilmente con tutti 1 presentì. Nel frattempo arrivano all'ingresso di Montecitorio le berline, nella quale ha preso posto 11 Re col Principe Ereditario e quelle del Principi Reali, che la seguono in corteo. Incontro all'augusto Sovrano vanno il Capo del tìoverno, l senatori Baldo Rossi, Crispoltl. Tacconi, il maresciallo d'Italia Enrico Caviglia, i senatori yuanie ri. Belli, Fab, (..ni, lì vlce-piesidente della Camera Paoluccl, il questore Buttafuochi e i sette deputati estratti a sorte: Bombrir.i, Landò Ferretti, Ermanno Fioretti, Lo Jacono, Mantovani, Ridolfi e Teciiio. Il Re ed il Principe dopo le accoglienze ufficiali, accompagnati dai senatori e dai deputati, attraversano l'atrio, il corridoio verde, il corridoio dei busti, anche esso tutto ornato di piante, ed entrano nel salone dei passi perduti, che corrisponde alle porte che. sono ai lati della Presidenza e della Camera. Il Corpo diplomatico La tribuna del Corpo diplomatico presenta una macchia di colori beMlsslmi. Tutti gH Ambasciatori e 1 Ministri plenipotenziari vestono le uniformi sulle quali, frammiste all'oro delle guarnizioni e delle spalline, spiccano i colori vivaci delle fasce e delle decorazioni scintillanti. Nella prima fila sii notano: l'Ambasciatore di Francia, l'Ambasciatore d'Inghilterra, l'Ambasciatore del Belgio, l'Ambasciatore d'America, e la signora Fletcher, l'Ambasciatore di Spagna e la contessa Della Vinazza. Vi sono poi l'Ambasciatore del Brasile, barone De Teffé, e la sua signora, l'Ambasciatore di Germania, von Neurath, l'Ambasciatore del Giappone, l'Ambasciatore di Turchia, il Ministro d'Argentina, il Ministro del Cile, il Ministro d'Austria, il Ministro di Bulgaria, l'Ambasciatore dei Soviet!. U quale è in frak e non. ha alcuna de^ corazione, 11 Ministro di Cèco-Slovacchia, il Ministro di Cina, il Ministro di Danimarca, il Ministro dei Paesi Bassi, quelli di Ungheria, di Finlandia, della Svizzera, dell'Uruguay, della Svezia, di Grecia, del Messico, della Columbia, della Iugoslavia, di Cuba, della Romania, dell'Equatore, della Lettonia, Lituania ed Estonia, dell'Albania, del Panama, della Polonia, del Portogallo, del Perù, del Paraguay, del Siam, del Venezuela. Nella tribuna a destra di quella di nlomatica, riservata ai Collari e alle Collaresse dell'Annunziata, alle vedove dei Collari, ai Ministri di Stato e alle loro consorti, si notano la duchessa della Vittoria, la duchessa Thaon di Revel, donna Bice Tittoni. la contessa Volpi. Nella tribuna riservata alle alte cariche dello Stato sono molti presidenti di sezioni di Cassazione e di Corte di appello. Affollatissime sono anche le altre tribune, riservate al Consiglio di Stato, all'Avvocatura erariale, all'Esercito ed alla Presidenza. U canto di « Giovinezza » L'aula di Montecitorio, trasformata per l'occasione, presenta un colpo d'occhio superbo: il Trono Reale, eretto a! posto del banco della Presidenza, è semplice ed austero, sormontato da! baldacchino, con ricchi addobbi di velluto cremisi e fiocchi dorati. Immobili al due lati del Trono, con la spada sguainata, sono due corazzieri in cosciali bianchi, stivaloni neri, corazza d'argento ed elmo: sembrano due statue. L'aula è ormai gremita in ogni settore. Si calcola che siano presenti 700 ytra deputati e senatori. Le severe disposizioni impartite e il limitato numero di biglietti distribuiti hanno impedito questa volta la ressa eccessiva noi'.-. i>«friii'e p nei corridoi. Notiamo fra gli altri il sottosegretario Italo Ualbo in divisa di generale d'armata aerea, seguito dai sottosegretari Bottai, Riccardi, Cao, Pennava- ria, Crollalanza, i quali sono in uniforme. Mancano soltanto pochi minuti all'inizio della cerimonia. Ad un tratto come per incanto sgorga da tutti 1 petti il canto di Giovinezza-, deputati, senatori e pubblico si levano in piedi e fanno coro. E' cessato da poco il canto trionfale quando si annunzia l'arrivo di Elena di Savoia. Gli orologi dell'aula segnano le 10,25 ; dalla porta aperta della tribuna reale si nota un movimento di uscieri e subito dopo si intravede 11 corteo della Regina. Una breve sosta: quindi 11 corteo si avanza nella tribuna. Prima ad apparire è la Regina Elena, che si appoggia al braccio del senatore Melodia. L'assemblea si leva in una grande Immensa ovazione, mentre da ogni parte si grida: Viva la Regina! Entra il Re Elena di Savoia appare In tutta la sua graziosa e sobria eleganza. Ella veste un ricco abito color avana con mantello dello stesso colore con guarnizioni di pelo e cappello più scuro con aigrette. Reca al collo una preziosa collana di perle. La Principessa Giovanna veste un abito rosso chiaro con cappello di eguale tinta. L'applauso dura qualche istante; la Regina, con grazia impareggiabile, si inchina per ringraziare. Alla sua destra prendono posto la Principessa Giovanna, la Duchessa delle Puglie e la Principessa Adelaide; alla sinistra della Regina le Duchesse d'Aosta e di Pistoia. Dietro la Famiglia Reale si allineano le Dame di Corte. Tutte le 14 Dame hanno appuntata sulla spalla sinistra la coccarda azzurra di servizio, sulla quale spicca in brillanti il monogramma reale. Non è ancora spenta l'eco degli applausi rivolti alla Regina, quando un giovane deputato viene ad annunziare nell'aula che il Re ò giunto. Si fa un silenzio profondo. PocJii minuti dopo si avverte un movimento. E' 11 Re cho arriva. Gli uscieri del Senato e della Camera entrano due a due nelle divise nere, feluca e spadino. Li seguono due .generali, e subito dopo appare il Sovrano, seguito dal Principe Ereditario, dagli altri Principi Reali, dal Capo del Governo, da tutti i Ministri e Sottosegretari in uniforme, secondo le nuove disposizioni protocollari, e dai dignitari di Corte. Il breve corteo è chiuso dagli staffieri di Casa Reale, 1 quali si fermano presso la porta in un pittoresco gruppo di livree scarlatte. Appena entra il Sovrano. 1 senatori ed i deputati scattano In una ovazione vibrante, frenetica, interminabile. Si grida da ogni parte dell'aula e dalie tribune: Viva il Re.', mentre le destre si protendono nel saluto romano. Il Sovrano, appena varcata la soglia dell'aula, si volge verso il palco della Regina, si ferma un istante, fa un breve inchino, quindi agile sale i tre gradini del trono, si irrigidisce sulla posizione di attenti e cosi riceve ancora una volta l'omaggio acclamante dei parlamentari. Il Principe Ereditario, 1 Principi Reali, i Ministri e gli ufficiali del seguito si fermano sul limitare dell'emiciclo attendendo che l'acclamazione termini. Quando anche questa calorosa dimostrazione si esaurisce. Mussolini si volge verso il Re che senz'altro con il capo annuisce alle parole 'che questi gli rivolge. Allora il Primo Ministro a voce alta e chiara dice: « Onorevoli senatori e deputati. Sua Maestà il Re vi invita a sedere ». Il Re per primo siede:' nel seggi di fianco prendono posto il principe Umberto, il Conte di Torino. Il Duca di Genova, 11 Duca di Pistoia, il Duca delle Puglie, 11 Duca degli Abruzzi, il Duca di Bergamo e 11 Duca di Ancona. Il Duce invita quindi i neo-deputati a giurare e legge la formula del giuramento. Essa suona cosi: « Giuro di essere fedele al Re, di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato, e di esercitare la mia funzione con il solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria ». Quindi il Capo del Governo legge 1 nomi dei deputati per ordine alfabetico. Tutti ripetono la formula con voce chiara e vibrante. Un deputato, verso la fine dell'appello, risponde per sbaglio: .Presente», subito correggendosi e aggiungendo il motto del giuramento. Sono le 10,40 quando l'appello termina. L'attesa si fa più Intensa e il silenzio, ctie pure è stato assoluto fino a questo momento, diventa più netto. La folla sembra trattenga perfino il respiro. Il Re si appresta a leggere il discorso. Infatti, posato il berretto sul cuscino di velluto che ha ai piedi e pre so il testo del discorso, che gli porge il Duca delle Puglie, inizia la lettura. La sua voce è chiara e ferma. Non solo gli occhi, ma tutti gli spiriti sono tesi verso la Maestà del Re.