L'adunata e il corteo dei lavoratori torinesi

L'adunata e il corteo dei lavoratori torinesi L'adunata e il corteo dei lavoratori torinesi giuramento della gioventù fascista Bandiere sugli edlfizi pubblici e primati, sul traius ed in testa alle rappresentanze Incolonnate di enti, circoli, associazioni, che ordinatamente sfilavano per le vie cittadine, bandiere dappertutto; a ricordare che ieri. Natale di Roma, si celebrava. Insieme alla fe9ta del Lavoro, il duplice rito della .Leva fascista : cioè 11 passaggio dei Balilla nel ranghi degli Avanguardisti e la consegna del moschetto e della a tessera fascista » a quegli Avanguardisti che nel corso dell'anno abbiano raggiunto l'età per l'iscrizione nel quadri della Milizia e del Partito. Bandiere e musiche, e sfilate militaresche al mattino; cortei, eia mori di canti, e comitive di lavoratori nel pomeriggio dopolavoristico. Le adii nate, secondo istruzioni diramate dalla Federazione Provinciale, ebbero luogoper le diverse categorie, in vari punti della città. Gli avanguardisti in piazza S. CarloIn piazza S. Carlo accompagnati dal l'inno (i Giovinezza » suonato dalle diverse bande musicali e dal rullar del tamburi, giungono da via Roma, da via Maria Vittoria, da via Santa Teresa, da Via Alfieri e da via Ospedale centurie e centurie di Avanguardisti agli ordini di Ufficiali della Milizia. Molti in abito borghue si distinguono dai camerati [«ereli^ portano il bianco bracciale, con scritto « Leva Fascista « ; questi bracciali souo stati preparati dalle allieve delle scuole professionali Maria Laetitia, come omag jrlo pel giovani Che oggi entrano trionfalmente nel ranghi della Milizia e del Partito. Con ordinate evoluzioni le giovani « Ca micie nere» vanno a schierarsi a lato idei due porticati della piazza in attesa dell'ora opportuna per avviarsi a ilazza Castello. Cordoni di guardie niv.nle'.pa.e di agenti di P. S. a=li ord'xl di fun zlonaii. disciplinano il nansito e trat tengono la folla radunatasi. Sulla iiinzza intanto transitano lunghe colonne di Balilla cogli azzurri fazzoletti sulle camicie nere e teorie di Pio-ole e Giovani Italiane che .si dirigono anch'essi' a piazza Castello. Quel bravi militi in miniaturache sono la speranza e l'orgoglio del Regime, marrano in perfetto online e guardano neramente il pubblico cerettado forse fra la ressa genitori o ci-io eeenti, nel desiderio di farsi ammirarePiazza Solferino ha Invece un aspetto diverso: meno militare, ma più vario di snon!. più gareiante di coIotì. ^nebo cui la musica dei tramvieri. In <r Pietro Micca n ed altre suonano ■ Giovinezza •>mentre attorno ni diversi gagliardetti si radunano dopolavoristi e sindacati. Iftropi dei metallurgici e del tessili sono più numerosi. Se ne vedono ovunquein corso Pinberto, all'angolo <ii eorso Oporto, all'altezza di via Arcivescovadodi via Alfieri, lino all'imbocco di via Santa Teresa. Fra I molti gagliardetti si notano quelli del « Sindacato del Tea tro » del e gas e acqua notabile », de«lavoratori del Commercio», dell'»Associazione del pubblico imploso » e dei grunni sportivi Migliaia e migliaia di Balilla In piazza Carignano ha pure luogo 11 xrduno di altri Sindacati e fra questi una fitta colonna di Intellettuali capitanata da Pietro Gorgollul. Vi ò il Sindacato avvocati e procuratori con una fitta rappresentanza. In' via Bogtuo si trovano gli insegnanti, mentre lo Piccole e ie Giovani italiane, si raccolgono parte In piazza San Giovanni e parte nelle scuole, come avviene per i Balilla. Dal diversi concentra menti partono le colonne Che affluiscono in piazza Castello. Su molte linee tranviarie e. sospesa perciò la circolazione, poco dopo le v,'M. In piazza Castello giungono direttamente e si dispongono dal lato del tea tro Regio, attorno alle singole bandiere è gagliardetti : le « madri e vedove deCaduti», le «famiglie del Caduti fa scisti », i omutilati e invalidi di guerra » I « volontari di guerra », gli « Arditi »l'«Associazione Combattenti» e la «Milizia volontaria Ferroviaria » con la musica, agli ordini del console Bonino. Nel la piazza prendono pure posto, l'Associazione Alpini In oougedo, artiglieri da montagna, i bersaglieri, i Reduci di Francia e vicino, ai palco si collocano le vecchie camice rosse, garibaldine. Giungono reparti di Milizia : l'Ottava centuria della 1 Legione, la Centuria Cesare Battisti, la Legione Filippo Cor ridoni, la costituenda Legione Francesco Baracca, la Coorte Universitaria, la Centuria Luigi Scaraglio, la Centuria Aldo Maramottl, i Premilitari della I Le gione Sabauda, quelli della 37.a Legione ecc. A destra del palco, giù giù Uno ai cancelli del palazzo Reale, si dispongono i Balilla. I piccoli sono impazienti. Dalle loro file si alza un brusio che ricorda 11 festoso concerto dei passeri, quand'essi lanciano tra gli albero 1! saluto al sole. L'animazione ò grande. Più in là e fino all'imbocco di via Po vanno a schierarsi gli Avanguardisti. Essi ormai sono soldati fatti, e polche sentono l'orgoglio della ferrea disciplina militare, appaio no imiieccabili nelle loro divise. Sullo nere camicie spiccano i bianchi cordoni che si dipartono dalle spalline. Avanguardisti e Balilla sono agli ordini del Centurione Taceonis e del tenente Nleosia. Ufficiali della Milizia si notano ovunque, sia al Comando dei vari reparti, sia a gruppi, o schierati lungo il corridoio lasciato libero tra la folla, che conduce alla tribuna delle Autorità. La piazza Castello così brulicante di camicie nere e di folla presenta un aspetto Imponente. Il lungo balcone del Regio, tutto adorno di festoni di trieoli e di trofei di bandiere, è gremito di ospiti con prevalenza del pubblico femminile. Axche al palazzo del Governo sventolano bandiere a fianco di quella gigantesca che orna il balcone principale della Prefettura, e dalle finestre e dalle terrazze si sporgono grandi sciami femminili ad osservare 11 superbo spettacolo delle forze fasciste inquadrate nella cornice gran diosa della vasta piazza Sabauda. Le autorità Squilli di tromba annunciano l'arrivo delle autorità. I militi si irrigidiscono sull'attenti. Salutati romanamente e da ripetuti et alala » si avviano, e prendono posto nel palco d'onore : S. E. 11 Prefetto, il quale Indossa l'uniforme, il Podestà conte Paolo Thaon di Revel, il segretario Federale avv. Bianchi-Mina, che giunse alla cerimonia scortato dal cagliardetti della Federazione e del Fascio, seguito dnl suol collaboratori e da un manipolo della Centuria Battisti, continuando cosi 11 cerimoniale recentemente ristabilito dal Barone Basile: 11 Comandante di Corpo d'Armata S. E. 11 gen. Mombelli, il comandante di Divisione gen. Montefinale, col col. Olivetti capo di Stato Maggiore, il gen. Tlby comandante la prima zona della Milizia il gen. Perol, il prof. Canepa presidente deli'O.N.B.. il eomm. Gasparri commissario del Dopolavoro, il gen. Da Pozzo «•-mandante del Carabinieri, 11 gen. Sasso comandante l'Accademia, il-gen. Rho del Nastro Azzurro, il gen. San Marzano, 11 conte Fossati Rainery, l'on. Malusardi. l'on. Bagnasco. l'on. Tersagli!, il Questore eomm. De Roma, il grand'ullIng Ebreufreund, il eomm. Bossi commissario dell'Ente Sjiortivo. 11 Rettore Magnifico dell'Università prof. PivanoII eomm. dott. Gorgolinl, per la Confederazione degli intellettuali, 11 eommaw. Mnrlo Gino dei Combattenti. 11 profCremona, 11 preside della Facoltà di Medicina prof. Maggiora Vergaul, 11 eommprof. Collino presidente della e Dante AJichierf ». il dott. cav. nff. Mflttìroio.HHIIi rireasno utRodel cinel sefanel età ia sfiia ori dii lla go, nti rlo al er. mvia da e di orli^ to uo ole ag ondel Ca to sa za a.i un at za Bacie taza ra, Re e taio re. tto di bo tro •>. si I no e: Odo, via si ea dei Asdei 11 na ta ato apno ie In uodine Su ciò taea ere dei fa » », Mimuel soda anecva ria or sco la ria Le ne ano i lle 11 ssi le. no rsi ollio io nehe diunia oio ce di etRe e iti le. aca reze ad orn vo no da no rePosehe aada ti, te 11 11 iocacoa te iszo asho zau il ll. mre no, fem. of. Mem. Aio. capo ufficio di S. E. 11 Prefetto, il eomm. aw. Gay, segretario capo al Municipio, il prof. Ghìsleni, direttore del la Scuola Superiore di Medicina Veterinaria, il prof. Garelli, direttore del Politecnico, Il eomm. Alloj, 11 eomm. C'oniglione Stella, presidente dell'Ass. dei Pubblico impiego e numerose altre personalità. Nonostante l'ammassamento di migliala di « camicie nere » e di organizzati, e di una folla di cittadini, che gremisce completamente la piazza, regna ovunque l'ordine più jierfetto. e tra il silenzio solenne del gregari, i gerarchi prendono posto sul palco. Al servizio d'ordine sono preposti numerosi funzionari e agenti agli ordini del commissario-capo cav. uff. dott. Russo, i vigili agli ordini del cav. Valvassori, comandante delle guardie municipali; ma il loro compito e facilitato dalla disciplina perfettamente sentita dalla nuova giovinezza fascistn. La duplice cerimonia in piazza Castella Alle 10 precise ha inizio l'attesa solenne cerimonia. Dalle tribune, l'adunata offre un colpo d'occhio magnifico. Ad eccezione di un breve spazio libero davanti al pnlco delle autorità lo schieramento allinea 1 suol fitti reparti fino ai limiti estremi della piazza. Piccoli eroi Il prof. Canepa annuncia a gran voce che la cerimonia si apre con la premiazione di Avanguardisti e Ballila chi' compirono atti di valore. La prima medaglia è quella assegnata alla memoria del Balilla Bertlglla, di Sagliano Micca, della 2S0.a Legione Emanuele Filiberto, che il 5 agosto dello scorso anno si gettò nel torrente Cervo per salvare un compagno, e, colto da malore, pagò con la vita il suo atto generoso ed eroico. La madre, vestita a lutto, si avanza tra 10 autorità, fatta segno alla deferente attenzione di tutti SI prosentano poi gli altri premiandi: il Balilla Luigi Chiara di Clrlè. e 1*Avanguardista Paolo Hi dolfi, che l'agosto scorso, in Clrlè, sai varono dalle ncque della Stura un ex corazziere, nonché il balilla Italo Fioretta di Cavoretto, che con la sua presenza di spirito, 6]iezzando il filo di una cowiuttura elettrica, salvò — come 1 lettori del nostro giornale ricordano — parecchie persone. — D'ordine del Capo del Governo — dice S. E. il Prefetto Magglonl — ho l'onore di consegnare i regni del valore ad alcuni piccoli eroi, di cui uno ca duto, che fanno imito delle nostre giovanissime generazioni, dei nostri bimbi i quali non solo sono sperarne, ma già sono affermazioni. Essi si affacciano alla vita già in tutto degni della nuova I ialiti ». Consegnando la medaglia d'argento alla signora Bertiglia, il Prefetto saluta con elette e commosse parole la madre del piccolo ecomparso eroe, esempio anche ai grandi di altruismo e di virtù ; ed al Chiara e al Ridoltì appende al petto le medaglie di bronzo, «uniti nello stesso riconoscimento dopo essere stati uniti nello stesso rischio, nello stesso sentimento di virtù, esemplo alla gioventù italiana di forza e di abnegazione». Al piccolo Aldo Fioretta viene quindi consegnata la medaglia d'oro con cui 11 Principe di Piemonte ha voluto personalmente ricompensare l'atto di valore e di intelligenza dello scolaretto. La consegna è fatta dal Prefetto, che l'accompagna con appropriate parole. La medaglia reca da un lato l'ettigio del Principe e dall'altra una affettuosa dedica. 11 prof. Canepa dà lettura della notilissima lettera con la quale Umberto di Savoia accompagnò il prezioso ed altissimo dono. Al Fioretto viene puro offerto un mazzo di rose da parte della fa miglia di coloro che egli salvò col suo coraggio e col suo pronto intuito. Tutti l piccoli premiati sono applauditi, e le parole del Prefetto sono salutate da approvazioni, specie quelle rivolte alla si gnora Bertiglia. L'abbraccio dell'Avanguardista e del Balilla Chiuso 11 nobile e commovente preludio delle ricompense al valore, ha luogo la cerimonia della Leva Fascista, che si inizia con alcune parole del prof. Ca nepa. «Ho l'onore — egli esclama — di pre senta re al segretario federale la lista degli aspiranti alla 3,a Leva Fascista. .Ma la lista non avrebbe valore, se a ogni nome non corrispondesse uno spirito maturo e consapevole dell'Importanza e della bellezza interiore delia cerimonia». Il prof. Canepa comunica elle 8154 sono gli avanguardisti di leva, e dietro ad essi stanno, nella Provincia di Torino, 2,-ì miln tesserati fra Avanguardisti e Balilla. Molto si è fatto, ma ancora molto si può fare e si farà. Mercè l'onera silenziosa e appassionata di molti, basi sempre più granitiche vengono gettato alla istituzione. Egli chiude, rivolto agli Avanguardisti di leva, esprimendo da un lato l'amarezza di perderli, ma affermando d'altro canto l'orgoglio di vederli raggiungere il loro posto definitivo; ad essi ricorda i combattenti della grand»' guerra, clic sentivano di essere ognuno un anello della grande catena che difen deva la Patria, e si dichiara sicuro che uguali saranno I sentimenti degli Avanguardisti diventati militi. E li saluta, in nome del Ite e del Duce. Prima, però, della cerimonia del giùramento dei nuovi militi, avviene quella del trapasso del Balilla che hanno compiuto i 14 anni. all'Avanguardia. Dalle rispettive file escono e si portano duranti alle autorità un Balilla di leva e un Avanguardista. Si salutano, si fermano uno di fronte all'altro. L'anziano si toglie le proprie cordelle bianche e le appone alla recluta. Quindi 1 due si abbracciano, e dn ultimo il nuovo Avanguardista bacia il gagliardetto de] suo novello Corpo. Squillano le note dell'Inno « Giovinezza », mentre la folla delle autorità applaude, e la milizia presenta le armi. Siamo poi al giuramento delle nuove reclute della Milizia. Fra le autorità si avanza 11 segretario federale avv. Bianchi-Mina, che con voce alta e vibrante grida : « Per il Duce, per la Gerarchia, per la Rivoluzione Fascista che esiste e si rinnova, eia ! ». La parola del gen. Tiby Risponde da tutta la piazza un fragoroso « alala », quindi il segretario federale legge ad alta voce la formula del giuramento fascista. Al «giurate» finale risponde il formidabile « giuro » del mille e mille petti giovanili, in un'onda sonora che si propaga solenne e maestosa per la vasta piazza, e che solleva, lontano, le fresche acclamazioni dei Balilla e delle Piccole e Giovani Italiane La breve e fuggevole scena è di effetto commovente ed austero, e si chiude fra l'entusiasmo dei presenti con l'esecuzione della Marcia Reale suonata da più bande In vari punti della piazza. Prima del giuramento del militi prende la parola il gen. Tlby. che dice: «Giovanissimi camerati! L'anno scorso nel chiamare al giuramento di milite e di soldato ! vostri camerati come voi giovanissimi. Io dissi loro che avevano la impagabile fortuna di diventare artefici, sia aora moclestlsalmL di una grandiosa l ul eel m. s. e iaea il hi o oali nil a ioad aeo ce ai' ea a, o, tn n o. a tli ai i x oea 1 — — o re a oi à a I o aa mdi e ti re o a adi 11 oe nmena. sdi sra o ti e pi uo si a e ea ni ae ». od o, e la si o li a rli d »' o n e nn ùa mrdi o, nn 1 oo e a ee si ne a noeel ael a oa, ae o a où nre oi a i, a opera : l'avvenire imperiale dell'Italia Sabauda e Fascista. Dissi ad essi che soltanto oggi noi italiani possiamo contemplare 1 meravigliosi monumenti di ui\ passato che non ha riscontri nella storia, il passato romano, e qui In Piemonte quelli non meno degni che attestano delle virtù politiche, civili e guerriere della Stirpe dei Savoia, possinmo contemplare, dico, tali vestigia non più con la nostalgia (il chi ricorda grandezze clie mal più ritorneranno, ma con la sublime certezza che l'Italia è incamminata sicuramente a nuovo splendore. « Oggi ripeto a Voi le stesse parole, mn ne aggiungo di ben più alte e solenni, dicendo u Voi quali sono i Vostri dover! nel momento in cui state per impugnare il moschetto e giurare. « fi parla il Duce. Egli dice: Il Milite della Milizia Nazionale serva l'Italia In mistica purità di spirito, con fede Incrollabile e inflessibile volontà, sprezza, al pari di ogni altra viltà, la prudenza che- nasce dall'opportunismo: ambisce come premio sommo alla sua fede, il sa orificio ; sente la fiera bellezza dell'ano stolato a cui tutto si vota per fare forte e sicura la grande Madre comune Egli |>erciù non conosce che doveri; non ha diritto che alla gioia di compierli. Del comandare e dell'obbedire eguale è in Ini la fierezza : giacché esercita su se stesso il più difficile dei comandi colui che più ciecamente obbedisce. Capo o gregario, sia che ordini sia che eseguisca, il Milite della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale deve essere som ! re ed a tutti esempio di questa purità spirituale ». a Voi lo avete sentito. 11 Capo. Egli allo parole unisce 11 più alto esemplo. Imitatelo con tutte le vostre forze e con tutta l'anima vostra, con tutto il vostro cuore prestate i giuramenti. Ascoltate lo formule solenni!». La consegna del moschetto La forinola del giuramento, detta con energia dal gen. Tiby. dopo aver dato 11 comando del « pre.sentnt'arm », è seguita dall'esplosione di un altro «giuro! » possente e suggestivo come il precvdente. E tornano a risuonare le note incita trici della Marcia Reale e dell'inno Giovi in-zza. Segue in simbolica cerimonia della con segna del moschetto ni novello milite. Escono dai ranghi un Avanguardista di leva ed un milite unziano. Il primo è Giacomo Pier Clbrarlo della 282» Leglone. il secondo è Antonio Reietto, della 1* Legione, 2* centuria Amos Maramottl. che, è stato prescelto per il suo pas sato di combattente e di fascista. Appartenente ad un reparto d'assalto, egli è stato decorato lu guerra di unn medaglia d'argento, di due medaglie di bronzo e della croce di guerra. Appartiene alle maestranze delle Otiiclne Trau\iarie «1 ù fascista della prima ora. Dopo II saluto, 11 veterano si toglie moschetto e giberna e 11 consegna all'Avanguardista di leva. Questi saluta, presentando l'arma, quindi rientra nei ranghi. Cerimonia breve, ma piena di significato nel suo tono di marzialità e di forza. Il pubblico ne è compreso, ed applaude, mentre intorno riprende, come un canto di gioia e un'affermazione di potenza il ritornello trascinatore di Giù seppe Blanc : « Giovinezza, giovinezza...». « In nome del Duce, n noi ! », grida il gen. Tiby. « In nome di S. M. Il Re a noi!» grida il Prefetto: e le schiere rispondono con un « a noi » che parte dai cuori e che suggella con la sua possanza hi grandiosa manifestazione della Leva fascista, che ha avuto il valore ad un tempo di constatazione e di monito, di riconoscimento e di promessa. Il Prefetto, il gen. Tiby ed II Segretario federale passano in rivista i reparti degli Avanguardisti di leva. Durante la rivista le uutorità hanno modo tli ammirare specialmente, per il comportamento e hi disciplina, le Piccole f Giovani Italiane, che si dimostrano de gne del particolare elogio dell'ou Tarati. Notata anche la schiera delle alunno del Collegi» delle Figlie dei Militari alla testa della quale sono le due figlie del compianto Giuda. Il Prefetto il Segretario federale e il gen. Tlhv si sono intrattenuti con esse affabilmente. Quindi la cerimonia si chiude ; nulo dei tamburi ed ai segnali di tromba Lo schiere dei Balilla, delle Piccole f. Sii m11 * ,ItaJlan«. 'loKli Avanguardisti e del Militi, con lo stesso perfetto ordine con cui erano giunte, lasciano la piazza. dscsrqrPcsvItlqnrpledccntc1obq1vmfvcvdmrtadntarrEatsdpFdcGcdmslftPsvCzedgdLa sagra dei lavoratori all'Eremo Appena terminata la cerimonia piazza castello, le squadre, i gruppi le rappresentanze sindacali si dispongono in corteo e si dirigono verso piazza Vittorio Veneto, dove è fissato il punto di partenza jier la gita all'Eremo. Qui In-, latti i le squadre e le rappresentauze! mmmotqslmeccamblano fisionomia, si scindono e si ricompongono, per nssumere l'asjietto di gioconde «unitive. Quasi lutti sono In assetto di marcia: molti uomini hanno a tracolla II tascapane, alcuni perfino il sacco da montagna, le donne portano pacchi voluminosi, e non è rado vedere spuntare qualche rozza valigia tra i variopinti fardelli. Il contenuto, come si comprendo facilmente, è di una soia specie l>er tutti: provviste abbondanti por la colazione, che si farà lassù sull'erba apiieua natii, tra gli alberi Infiorati, che sembrano incoronar" di bianco e rosa tutta la prossima collina. Canzoni e comitive L'cinvito all'Eremo» fatto dagli organizzatori sindacali durante la breve sosta è una pura formulità, che le comitive sono già pronte a partire. Con particolare compiacimento, invece, è accolta l'offerta del posti sul numerosi autoveicoli dispouisib'ii. Una buona parte dei gitanti montano quindi in macchina e partono velocemente verso la collina. Tra lo grandi vetture di uso collettivo] dispóste specialmente ]>er le donne e per l gitanti meno in giinibe, souo anche le macchine di siedali gruppi e di singoli stabilimenti, concesse ]>er l'occasione dagli industriali. Esse sono contraddistinte dagli alti cartelloni, con le scritte a caratteri scatolari. Sono così gremite che pare debbano scoppiare per la pressione interna, o rovesciarsi alla prima svolta ; invece traversano il ponte ed attaccano rombando l'ardua salita, sgusciando via dolcemente sulla strada incassata tra gli albori. Ogni automobile porta un coro su per la collina, chn ben presto, nuche prima della colazione e dell'inaugurazione del fiaschi che si vedono spuntare all'improvviso da tutte le parti come per un giuoco di prestigio. I gitanti cominciano a vociare festosamente, lanciando richiami ed accennando i vecchi motivi I delle canzoni popolari. Le comitive rimaste a piedi non sono meno festanti; molti gruppi, anzi, scelgono volontariamente 11 «cavallo di San Francesco», giacché è propizia l'occasione di una bella passeggiata e la distanza della meta non è tale da Impressionare neanche le donne. Dopo mezz'ora, sciolto fino all'ultimo il concentramento di piazza Vittorio, la collina è tutta sonante della lunga colonna, rossa bianca multicolore, che assalta la cima a passo di marcia forzata. Il romlio dei motori si confonde con le voci e con le canzoni del gitanti appiedati, mentre di lassù già si ode qualche segnale di tappa, qualche squillo a e i a o ù a , i e n , a e i a l n e i o r à i o. n o e n 1 a se. i e. i è oa ts o, n i rue Aeni pe i zil a i a a n i o mf e ani e eo me ti ia di tromba delle comitive giunte da strade diverse. Alla cuna del colle macchine o uomini arrivano col fiato gros so: ma è questione di pochi minuti e, ripreso presto il respiro, ricomincia quHsl subito la festosa e spensierata baraonda. Manca soltanto il sola L'unica nita grigia b data dal temi». Pioverà, non pioverà? Nessuna zona chiara rompe l'orizzonte plumbeo; lo sfondo di Soperga è fosco, le montagne velate, la lontana serra di colline quasi Impercettibile; anche la città, sonnolen ta e fumosa, pare adagiata su un gran letto di bruma grigiastra. Si farà dui» que la zuppa? Meglio nou pensarci, per non turbare la colazione alla grand'arta, una volta tanto, che si respira a pieni i>otmoml, con ristoro. Per intanto la zuppa si comincia a fare tra il pane e 11 vino, che è una zuppa capace di dissipare tutti i timori di maltempo. In un quarto d'ora al massimo le comitive mettono le tende, cioè fanno circolo sull'erba fresca, col fiasco in nurzzo. Dall'Eremo aUa Maddalena tutta una fioritura -di mense all'aperto, coi le tradizionali bandiere di gita, cioè 1 giornali svolti dai pacchi e gettati ad ogni passo, tutt'intorno ; ogni prato e un bivacco vociante e pieno d'appetito. In questa magnifica adunata, che raocglle 1 lavoratori di mezza Provincia, da Chi vnsso e da Settimo, da Chieri. da Carmiignola e da Carlgnano, venuti a fare festa In comune con la massa torinese al suono delle stesse fanfare, e nel fervore degli stessi sentimenti di frater ulta, sventola altissimo il tricolore da culmine del Colle della Maddalena, av volgendo tratto tratto sotto le folate del vento il Faro della Vittoria, che domina la manifestazione in simbolo e In realtà. La visita dei gerarchi Due ore di colazione, due ore di scliiet. tu allegria, con una strage di panini, di arance e di fiaschi. Poi. verso le 14. dalla strada serpeglante stesa come un nastro sul versante grigio-verde, si sentono e si vedono salire a tutta forza alcune automobili. Sono 1 gerarchi torinesi che vengono a visitare 1 lavoratori, iier vivere un'ora della loro festa. E il caso, manifestandosi sotto forma di ingombro della strada, vuole che, come avviene per i vecchi cavalli di lungo traino provinciale, le automobili delle autorità vadano a fermarsi proprio dinanzi alla prateria del Colle più numeroso è l'agglomero dei lavoratori festanti. Quando 1 gerarchi mettono piede a terra, un caloroso saluto di applausi 11 accoglie dall'alto e dai basso; si applaude dal cortile di una trattoria, dove si interrompe il gioco delle bocce, e dal boschi che cingono il prato dell'accampamento maggiore. Il Commissario dei Sindacati, on. Malusardl e il Segretario Federale Bianchi-Mina sono ricevuti dnll'on. Santini, presidente del Sindacati degli addetti al trasporti, dal cav. Gnrrasl segretario generale dei Sindacati, 1 quali hanno fatto propria la gita dei lavoratori e sono venuti a fare colazione quassù, in una comitiva affatto silenziosa di dirigenti e di organizzatori sindacali. Si traversa il prato tra cumuli d'arance e di «almerle leggere, e si sale al punto più alto del prato, mentre la gente s'affolla da tutte le parti e fa ressa attorno al gerarchi. Anche la tribuna scelta dal rappresentanti del Partito e del Sindacati per portare 11 saluto al lavoratori, è una tribuna di ventura : un autocarro dell'Alleanza Cooperativa Torinese, che ha fatto sforzi di abilità per portarsi sul posto di più bella vista. Concordia Il Segretario Federale sale primo sull'autocarro ed esprime alla folla del lavoratori il saluto del Fascismo torinese, ribadendo brevemente I postulati del Partito, che è l'avanguardia della Ntzione corporativamente organizzata. Egli cita e commenta In rapidi tratti il motto già pronunciato da S. E. Turati come un monito per i lavoratori: «O Roma o Mosca » : e conchiude auspicando che dalla proseguita attività rostrut tiva del Regime, con le vestigia che vengono alla luce dalla Roma di Cesare e di Augusto, si possa un giorno restaurare tìnanco nella lontana Girgentl il tempio che fu votato alla Concordia; e auspica clic sul frontone di esso resti perennemente Inciso 11 nome di Mus solini. L'on. Malusardl Inizia il suo breve discorso dicendo che non a torto il Regime ha voluto abbinare le due cerimonie della Giovinezza e del Lavoro d'Italia: è la sempiterna storia di Roma baglimecochritmepee robadonocitPLfe o i n-, e! che rivive c.-.me giovinezza di stirpe e come civiltà superiore, la civiltà che gettò ovunque le sue ricchezze e i suoi capolavori. Un giorno, ohe ci sembra ormai lontano, altre feste si celebravano per esaltare il lavoro; anche' quelle .e rano feste di primavera, ma di una pri moverà triste, senza amore e senza animatori, erano feste in cui dominavano e trionfavano i negatori della Patria. Oggi Invece, ha proseguito l'oratore, noi riandiamo alle fonti della nostra storia, al solco quadrato di Romolo che fondò la civiltà latina, la quale si tramanda attraverso i tempi: andiamo con lo spirito verso II guerriero romano, clic mentre sapeva Impugnare la breve arma sapeva essere anche realizzatore di civiltà. Tra il guerriero e il lavoratore non c'è antitesi, perchè non c'è pojKilo forte se non si sa impugnnre la spada e nello stesso tornilo costruire i monumenti immortali della civiltà. E l'on. Malusardl soggiunge: «Voi siete disciplinati e pronti ad ogni sacrificio, peroho le canzoni della trincea echeggiano in voi, accanto a quelle del lavoro; e sarete sempre presenti perchè siete parte integrante della Nazione. «Vari anni di lotte hanno incrinato la Nazione; ma dopo sette anni di Regime Fascista, voi lavoratori che formate 11 popolo, sentite profondamente la somma di bellezze, di vittorie, di tra dizioni, trasmesseci dalla storia ; e sa rete militi della battaglia avvenire, come lo foste nel passato, quando teneste la vostra posizione con i>oeo ferro e molta fede; e l'avvenire sarà nostro» 1 due oratori sono applauditi con eaìore e festeggiati con alte grida di evviva al Duce e al Regime. Essi scendono quindi tra la comitiva degli orga nizzatorl e si confondono tra la folla dei lavoratori. E qui finisce la cronaca ufficiale dell'adunata. Il resto, i giochi, 1 canti del ritorno, l'epilogo lento e un po' stanco della gita, non è più necessario raccontare: è ancora quello scritto dn Oxilia e Camasio iier 1 loro personaggi giovani e vivi, per tutta la giovinezza che sa gioire di cose semplici; e lo sanno tutti 1 torinesi che riudendo cgni tanto le parole vere dei due au- si di n o l o e asi a ti loo re irlue e a. o] r e li ane e sa d unr a el mn o ivi I i; a», a a no a oe re ti e o npmdetovalamallillepacialBrarinochriprrastsmmminscpeve10dusoposapdcotegsptrquliMteBuzoimciveAogcavticosuuerancoUtiGdgsostesvotatotldnretesiac.?viriprCcomGdocotaimconancoddsaCcoLCMconAtaCto—GpfrmcoGBTremse—Rgr