Viva emozione per la rottura della Conferenza di Parigi

Viva emozione per la rottura della Conferenza di Parigi Viva emozione per la rottura della Conferenza di Parigi L'improvvisa morte del delegalo inglese lord Revelstoke |__„ hi m^nir-n timniomBniarp ehe se 'Pre dl respiro supplementare cne, se ' Parigi, 19, notte. Il naufragio della Conferenza finanziaria ha avuto un epilogo drammatico. Lord Revelstoke, membro della Delegazione britannica e presidente del sottocomitato della commercializzazione, probabilmente sopraffatto dal lavoro intenso di questi ultimi giorni e contristato dalla piega presa dagli avvenimenti, è improvvisamente morto stamane tra le sette e le otto, ucciso da una embolia. Ieri sera, quando rincasò, lord Revelstoke non accusava alcun malessere speciale tanto che potè come al solito leggere i giornali e fumare prima di mettersi a letto. Stamane, nell'entrare nella sua camera per svegliarlo, il domestico lo trovò già agonizzante e un medico chiamato d'urgenza non fece a tempo neppure a somministrargli i soccorsi del caso. Lord Revelstoke aveva 66 anni. Egli faceva parte del Comitato di direzione della Banca d'Inghilterra e era condirettore della Banca Baring. Da ventisette anni insignito della dignità di consiglière, aveva coperto successivamente le cariche di ricevitore generale del ducato di Cornovaglia, tli membro della casa del Principe di Galles, di lord luogotenente della contea di Middlesex e di luogotenente della città di Londra. Sebbene la sua situazione quale tecnico della finanza fosse in Inghilterra meno eminente di quella di Josuak Stamp, la lucidità delle sue vedute e la sua speciale attitudine a riassumere la sostanza di una discussione complicata ne avevano fatto alla Conferenza di Parigi un elemento (prezioso e un collaboratore altamente apprezzato. Il cordoglio dei delegati La sua scomparsa è stata pei colleghi causa di cordoglio vivissimo e nella seduta di stamane all'Hotel Giorgio V, dovo vari delegati erano giunti senza averne avuto ancora notizia, i capi delle varie delegazioni si associarono con commosse parole all'elogio del defunto pronunziato dal presidente Young mentre veniva deciso di sospendere la seduta in segno di lutto e di rinviarla a lunedì. Questo imprevisto rinvio di una riunione, che non poteva avere altro esito fuorché la constatazione ufficiale del fallimento della Conferenza ha tuttavia come risultato di procurare alle Delegazioni quarantotto i tedeschi lo volessero, potrebbero dar modo di tentare un ultimo sforzo per salvare la situazione. Ma lo vorranno essi? Qui sta il punto. Per quanto il tono della stampa berlinese, modellato sul comunicato Wolff di stamane, voglia creare l'impressione che la Conferenza è stata fatta naufragare apposta dagli Alleati, e per quanto la stampa parigina di sinistra si sforzi d'accampare che il non possumus di Schacht non pregiudica ancora l'atteggiamento del Governo di Berlino, il pessimismo nei circoli della Conferenza parigina continua ad essere grandissimo. Una differenza di 13 miliardi di marchi-oro non è di quegli ostacoli che si appianino dall'oggi al domani; e per quanta commozione la morte di Lord Bevelstocke caduto, per così dire, sulla breccia della grande contesa internazionale possa avere diffuso nei saloni e nei corridoi dell'" Hotel Giorgio V », sarebbe però follia illudersi che essa abbia ad indurre, come per incanto, gli avversari a fare gettito delle rispettive esigenze. Speranze nella rescipiscenza tedesca Tutto quello che gli organi ottimisti superstiti osano sperale si è che Schacht, il quale ha già resistito alla voglia di partire ieri per Berlino, contemporaneamente alla moglie, ceda lunedì alla tentazione di prolungare ancora di qualche giorno il proprio soggiorno a Parigi, non fosse altro che per assistere alla elaborazione di quel rapporto finanziario sulla Conferenza dal quale dovrà scaturire, cilecche si voglia, una decisione di importanza capitale: il ritorno alla applicazione pura e semplice dell'accordo Dawes, coinè conseguenza della constatata impossibilità di accordarsi sulla sua revisione. Messi in presenza delle responsabilità di avallare il ritorno ai Patti del 1925, sembra a taluno non ancora interamente da escludere che o il Presidente della Beichsbank per conto suo, o Stresemann in qualità di ministro responsabile, 0 tutti e due insieme abbiano un gesto di resipiscenza atto a permettere agli Al¬ leati di rinunziare alla loro volta a prendere subito il treno per le rispettive Capitali. 11 Teinps nell'intento di cooperare al realizzarsi di una eventualità del genere, si appella stasera al locarnisino di Stresemann, scrivendo: « Resta a sapere sa Schacht, perito indipendente, fa qui una politica personale 0 se fa la politica del suo Governo. Si può rivolgere questa domanda quando si ricordi queilo che è stato detto da varie parti, circa le ambiioni che si attribuiscono al Presidente della Beichsbank, il quale appare come l'uomo del domami agli occhi dei conservatori tedeschi. Ciò che è certo si è che la rottura dei negoziati di Parigi deliberatamente provocata in condizioni così singolari porterebbe un grave colpo alla politica di pacificazione e d'intesa, di riconciliazione e di riavviernamento quale è praticata da Stresemann. Per apprezzare la nuova situazione sotto il suo vero aspetto, bisogna aspettare di saliere in quale misura il Governo di Berlino solidarizza con Schacht, il quale appare soprattutto in questo affare come il portavoce del nazionalismo tedesco, o con quali mezzi il Gabinetto .si. dispone ora a mostrare la sua volontà di condurre a buon porto il regolamento delle riparazioni malgrado Schacht, malgrado il grave errore commesso dal Presidente della Reichsbank, il quale, per uscire da negoziati finanziari che ejli sa che debbono rivolgersi contro le sue tesi personali e dii cui non vorrebbe assumere ©ino in fondo la responsabilità, non esita a falsare il dibattito ed a compromettere ogni cosa con una perfida manovra politica ». Scetticismo Questa presunta divergenza, di vedute tra Schacht e Stresemann è stata, come dicevamo, ventilata già da parecchi a Parigi, nel proposito di tendere al Governo di Berlino una pertica per il caso che volesse operare un movimento di conversio ne. Ma la serietà della prospettiva suscita nei più ttn profondo scatti cismo. Il carattere strettamente finanziario, che la Conferenza di Parigi ha conservato, limita, nella realtà del le rose, la portata della supposta funzione moderatrice di Stresemann. E in quanto alla paura ispirata nel Governo del Reich dal ritorno all'accordo Dawes, abbiamo già avvertito a parecchie riprese che essa non è senza rimedio. Il sabotaggio delle stipulazioni del 1925 è già cominciato in Germania dal momento che l'amministrazione delle finanze annunzia per la fine di aprile un « deficit » di tesoreria di duecento milioni di marchi e che la Redchsbank, iniziate per coprirlo trattative con vari istituti di credito, fa sapere che le sue proposte non sono ancora approdate e che approderanno difficilmente. Se questo non è un preludio alla rivendicazione della clausola di salvaguardia sui trasferimenti, di cui l'accordo Dawes concede al Reich il godimento, non sappiamo davvero come si debba chiamarlo. Ma l'ora è abbastanza grave di per se stessa perchè si abbia ad aggravarla con anticipazioni ancora più catastrofiche della realtà. Per delusioni che possa riserbarci il ritorno all'accordo Dawes, esse saranno sempre preferibili ad una. soluzione di debolezza. 11 Governo di Washington, meno di ogni altro, potrebbe chiedere agli allenti di rassegnarsi ad un simile danno e ad una simile « deminutio capitis ». C. P. Schacht « non vede ragione » per una rottura delle trattative Parigi, 10, notte. II dottor Schacht, capo della Delegazione tedesca alla conferenza per le riparazioni in una intervista concessa alVUnlted Press tra l'altro ha detto: « Le tratlnlirc per la soluzione del problema delle riparazioni saranno riprese lunedì. Son vedo alcuna ragione perchè si debba addivenire ad una rottura delle trattative stesse ». ( United Pressi. Washington confida nella ripresa dei negoziati Washington, 10, notte, f.a notizia die i dibaititi dei commissari degli esperti si tradurrebbero in uno scacco è stata accolta con scetticismo alla Casti Bianca. Qui si tende a credere che la Germania l'ara un passo indietro per non compromettere il suo credito nel mondo assumendosi la responsabilità di una rottura dei negoziati. La notizia della rottura ritenuta a Berlino una manovra Berlino, 19, notte. Dopo quella improvvisa ventata dl quasi ottimismo, che era stato notato ieri sera a Berlino, perfino in Borsa, come primo effetto e primo contraccolpo in Germania del fatto che le trattative di Parigi attingevano finalmente in qualche modo alla terraferma delle cifre, improvvisamente questa mattina la più cupa cappa di pessimismo si è distesa sul firmamento tedesco, su quel firmamento però soltanto di cui le stelle fisse sono i giornali. I giornali uscivano questa mattina con grandi titoli laconici e categorici annunciami senz'altro il fallimento della Conferenza di Parigi: « Conferenza fallita »; « Conferenza andata per aria »; « Trattative rotte senza rimedio »: queste erano le espressioni di questa mattina. La fonte di tale pessimismo era :1 commento della francese agenzia «Ha.- vas » annunciantef'cMe'la sotto-'Cùihmis- ' sione Revelstoke, in seguito al rifiuto della Delegazione tedesca dt aumentare le cifre contenute nella sua proposta, si era trovata d'accordo nel considerare inutile ogni ulteriore discussione e che in conseguenza, la Delegazione tedesca si era dovuta ritirare. Ma tutto ciò viene ora giudicato qui una manovra di pressione sull'opinione pubblica tedesca per indurla a mollare od in qualche modo a pronunciarsi, rammollendo eventualmente il duro contegno di Schacht. Ma questi giornali si limitavano a riportare il comunicato « Havas », e si guardavano bene dal commentarlo in qualsiasi senso e tanto meno nel senso di una pressione estrema sulla propria Delegazione, perchè si dimostrasse in qualche modo più cedevole e generosa e non spingesse le cose cosi a fondo da farlu realmente fallire. E vi era perfino un giornale, sempre bene informato, la « Boersen Zeitung », il quale, annunciava con grandi titoli su tutta la pagina come tendenziosa la notizia francese e che la Conferenza non era affatto prossima a fallire. II pubblico lia poi appreso dai telegrammi sopravvenienti di ora in ora che non vi era nessun motivo di credere fallita o prossima a fallire la Conferenza e che presso tutti gli interessati persisteva la buona volontà di salvare la situazione e che la riunione estrema che si attendeva doveva avere appunto lo scopo di fissare la ripresa ed i modi della continuazione dei contatti. Ci sarebbe stata una riunione nuova? Questa era l'ansiosa domanda del pubblico. Ed ecco, tra tanto drammatica tensione di animi, sopravvenire nel pomeriggio il « deus ex machina », che ha risolto l'ansioso dilemma: questa volta purtroppo il « deus ex machina » era proprio come nelle tragedie euripideie la spiacevole notizia della morte di lord Revelstoke. A buon conto, le trattative non erano rotte, la riunione delle 11 si era lasciata aggiornandosi a lunedì. Dunque si continua. Questa la rappresentazione diremo così visiva e cinematografica della movimentata giornata di oggi, ma non è da credere che il comunicato dell' « Havas » sia senz'altro passato sotto silenzio. L'autorevole « Deutsche Allgemeine Zeitung » può press'a poco essere preso conv; l'interprete della voce di indignazione, che risuona del resto in tutta B stampa di Berlino. Il giornale disarticola .il comunicato dell'Agenzia francese periodo per periodo "0, Per citare le sua parole, « menzogna per menzogna » e ai domanda nel titolo se il signor Briand ha instaurato il sistema delle menzogne ufficiali. 11 giornale scrive testualmente : u Questo comunicato è un tentativo di influeiizuzione propagandistica da far raddrizzare i capelli. Non dubitiamo che questa inaudita mancanza di scrupolo abb.a avuto, nella stampa almeno non tedesca, i suoi tristi effeti:. E' per questo che crediamo necessario di porre con insistenza la domanda al signor Briand, Ministro degli Esteri francese e quindi responsabile indiretto dell'Agenzia Havas: approva egli il metodo di questa organizzazione della bugia ufficiale? Se non l'approva, allora una sola è la via per lavar© la Francia dal fango d'i questa bassa azione; p questa via è una immediata categorica sconfessione ». Stamattina intanto si è riunito i! Consiglio ilei Ministri per discutere la situazione formatasi nelle ultime ore. Nessuna indiscrezione naturalmente corre sul tenore delle discussioni svoltesi. I circoli ufficiosi ed il Governo si astengono accuratamente da ogni apprezzamento rilevando unicamente che i delegati tedeschi a Parigi hanno pieni poteri - .che quindi da parte del Consiglio dea Ministri è ?schisa ogni presa di posizione prima che si abbia il rapporto ufficiale del delegati stessi. fi. P.