Benedettini scienziati e precursori

Benedettini scienziati e precursori U cenobio di Montecassino iiti i Benedettini scienziati e precursori l a . o i e e o 0 le a a e biaa n oie a s l nndi ze o s ad so eoa n, nngali, un le nrile eò la ed oe n ni la ai te vi ti vita ce sti il on se to he u-, nel' ma uta ca. col re, niutlla panaia do io, ecsaotno tte da ue reni poneni di erari . elta ato lie ue, ta, Sini; te ti. lo ha reva. on uiia . ,L'Abbazia di Montecassino che il savio di Norcia elevò in granitico blocco, quasi a connubio fra la terra e il cielo, è conosciuta come culla di lettere, come gioiello inestimabile di arte, come fonte preziosissima di storia medioevale, come conservatorio geloso di documenti di alta indiscussa importanza letteraria, paleografica, storica, filologica, come oasi di riposo e di pace mi mezzo al trambusto vertiginoso della quotidiana vicenda, ma, purtroppo, non è giustamente e intimamente nota come anticipatrice del culto de le scienze mediche, astronomiche, fisiche, geofisiche e matematiche. Benedetto da Norcia, discendente da illustre famiglia patrizia, che da Roma ripeteva prestigio ed austerità pensosa, non lece dei suoi monaci degli anacoreti, degli estatioi, dei sognatori o dei visionari, ma creò il tipo del cenobita operante, fattivo, realizzatore, pratico e concreto. Rinascita di valori etici La società medioevale, traviata e superstiziosa, cercava affannosamente uno- sbooco, una via d'uscita in quel periodo oscuro in cui la coscienza de l'individuò parve barcollare e infrangersi dinanzi a quello che era stato l'alto e puro insegnamento del grande Maestro che il paganesimo, dalle rive dell'Asia, aveva sconvolto con l'idea della redenzione e dell'eguaglianza. Caddero i Cesari dinanzi al martirio di Getsemani; le folle esitarono stanche force, ma non sazie degli spettacoli dei gladiatori, esitarono ma cedettero poi Impetuosa, travolgente fu la rinasci ta dei valori etici: e sorsero martiri e santi, attirati da una luce spirituale intensa. L'insegnamento era bastato. La parola del Maestro, passando confini e genti, neoessariamen.te..tralignava. Quindi i superstiziosi nelle piazze davano esempio di purificazione col cilicio, o si ritiravano a tormentare 11 corpo con digiuno e penitenze neaii eremi. Ma l'Idea parve morire e spegnersi: il Profeta aveva predicato cose umane, troppo umane, materiate di esigenze e di dovere. La vita invece bisognava viverla, anche intensamente, ma con il cuore saldo nel pensiero, separato e svincolato dalla carne tentatrice, e teso verso la luce del cielo. Periodo quindi, quello dell'alto medioevo, di crisi e di disfacimento di coscienze degenerate e sviate dal feudalesimo e dallo invasioni di barbari. Benedetto da Norcia in quel giorni di sfiducia e di stanchezza, da uomo temprato e sapiente, diede al monachesimo una. funzione eminentemente sociale e predicò alle genti la rigenerazione ottenuta col lavoro e con la preghiera. Ed è davvero maraviglioso e degno della più alta considerazione il fenomeno di raggruppamento di uomini in cenobi, pronti alla ospitalità, allo studio, al lavoro, alla coltivazione, alla bonifica, alla pastorizia, alla cura amorevole degli infermi, alle costruzioni, isolati e pur vicini al mondo. « Innrmorum cura ante omnia, et super omnia adhibenda est ». ed io son quel che su vi portai prima lo nome di Colui che in terra addusse la verità che tanto ci sublima. E tanta arazia sovra me rilusse ch'io ritrassi le ville circostanti daWcmpio culto che il jìiondo sedusse. Cassiodoro e Re Teodorico Era ancora in vita il Santo patriarca da Norcia quando» il Romano Cassio fioro laAr.iiS la f>nj-to ^1; t.^«,j— npltamcetunsosstecqvDnpGcasGmettaVpdcotgblqsApeerdgCrcltdoro lasciò la corte di Teodorico ove aveva percorsa tutta la carriera degli onori, e si ritrasse a vita monastica nel cenobio di Squillace in Calabria, ove insegnava ai religiosi accorsi la virtù terapeutica delle erbe da trasformarsi in farmachi per gli infermi. Nel 748 il re Caiiomanno si ritirava a Montecassino e, da buon- reggitore di popoli, si dedicava interamente alla pastorizia ed all'agricoltura. Nel secolo ottavo si lece monaco a Montecassino l'Ateniese Egidio che scrisse un trattato di medicina, seguito a breve distanza dall'Abate Bertario che compilò interessanti dissertazioni d'indole medica e farmacologica. Superata una invasione di barbari, Montecassino ospitò l'abate Aligerno competentissimo in opere di bonificaegli fece rifiorire e rimboschire una vastissima zona attorno Cassino. Più tardi Pandolfo di Capua e Alberico scrissero vari trattati di astronomia, con oculata passione. Nell'undicesimo secolo la scienza cui si dedicarono con più intensa cura i monaci cassinesi fu la medicina, tanto che gareggiarono e fornirono insegnanti alla scuola medica salernitana: basti nominare Alfano, reputato, a quei tempi, uno dei più dotti dell'arte salutare, e Costantino l'Africano, che aveva girato per l'India, l'Etiopia e l'Egitto, e che scrisse interessantissimi libri di medicina, ancor oggi degni di nota. • Gli studi di matematica, di fisica, di anatomia, di musica, fiorirono intensamente a Montecassino nel secolo XII: è da ricordarsi il dottissimo Pietro Diacono. Verso la fine del secolo XIV il monaco cassinese Basilio Valentino, molto versato nelle scienze naturali, si segnalò nella chimica in modo cosi netto e inconfondibile che lo Ziegelbauer lo chiamò principe del chimici. Degni poi del più grande rispetto in quanto che diedero i loro appassio nati contributi alle scienze fisiche, matematiche, astronomiche e naturali, sono i seguenti benedettini cassinesi: Egidio Sarnicola. Teoftlo Marzio, di cui si conserva il trattato « De Nova Re formatione Kalendari », Girolamo Ruscelli che inventò vari strumenti matematici e fabbricò orologi solari verticali ed orizzontali, trisesti, astrolabi, ,ici di sua invenzione. L'amico di Galilei Nel secolo XVII, quando Galilei, Kelero, Newton, proiettavano tanta luce, anto genio, tanta intuizione celeste sul mondo, i benedettini lavoravano e riercavano. E' da ricordarsi innanzi a utti il grande Benedetto Castelli; moacò di Montecassino, amico, difenore strenuo presso Urbano Vili, e consolatore di Galilei, come ben si può desumere da una lettera del carteggio intercorso fra l'illustre cassinese e il cardinal Barberini, e che ci piace, in questa nota, di riportare: a Pertanto vengo a supplicare V. E per amor di Dio che si compiaccia impetrarmi da nostro Signore grazia più libera di poter visitare questo povero vecchio (il Galilei); e gli prometto di non trattare con esso lui se non di cose concernenti all'anima e alla salute sua... Il serenissimo Granduca desidera che il signor Galilei mi partecipi compitamente moti dei Pianeti Medicei con le tavole e teoriche loro, per stabilire il modo di rovare la longitudine, negozio impor antissimo e desideratissimo come V. E. sa molto bene, e pericoloso di perdersi e di seppellirsi con la morte di quest'uomo; è pertanto è necessario che di nuovo supplichi V. E. che mi ottenga grazia da nostro Signore di trattare col signor^ Galilei con mag ginre libertà ». Testimonianza fedele ed inequivocabile deMa fraterna amicizia fra il Galilei e il Castelli troviamo inoltre nel quadro di Tito Lessi, raffigurante la visita di Milton al grande prigioniero di Arcetri, in cui abbastanza bene -traspare il benedettino cassinese Castelli, eretto nella persona, col suo scapolare e cappuccio nero. Benedetto Castellili fu maestro del Torricelli ed inventore del pluviometro: dottissimo in scienze sublimi-, in magnetismo, in ottica, in meccanica, in algebra, scrisse il Discorso sopra la Cometa, Della misura delle acque correnti, Osservazioni intonino alla bilancelta di Galilei Galileo, uno Studio sul le macchie solari ohe si conserva tuttora inedito a Montecassino. fraSteL'inventore del sismografo Son degni di nota poi Andrea Bina inventore del sismografo, precursore degli scienziati Beccaria e Statoli. I quali affermarono essere il terremoto dovuto e fenomeni elettrici; Lodovico Mainer eruditisismo e scrittore di matematica, Paolo Gualtieri che compilò un trattato di trigonometria, Francesco Tomabene professore di Botanica e Medicina nella R. Università di Catania, Costantino Postiglione, professore di chirurgia nelL'Ateneo di Napoli, dottissimo in farmacologia e chimica; Alderano Desiderio che scrisse varie opere astronomiche e sui cicli solari. Anselmo Paiolo che trattò, con competenza e con sagacia dei fenomeni di flusso e riflusso del mare. Benedetto Bacchili! valente in cronologia, matematica, numismatica, idraulica, fisiologia e anatomia di cui pubblicò un ragguardevole saggio; Luigi Quandel, ex ufficiale di Francesco II d'Absburgo, abate e fondatore nel 1876 dell'Osservatorio di Montecassino, uno dei primissimi d'Italia, istituto benemerito e glorioso davvero in cinquantadue anni di suo funzionamento. Vogliamo ricordare che nel dicembre del 1926, affla presenza dei più illustri scienziati del mondo, con l'intervento di un membro del Governo Italiano, si celebrò su la illustre Abazia il cinquantenario dell'Osservatorio geofilico e meteorologico di Montecassino, cui il Ministero della Guerra, di concerto con quello dell'Aviazione, dona strumenti scientifici, materiale vario, appoggio e finanziamento. L'Osservatorio di Montecassino inoltre è oggi fornito di una stazione radiotelegrafica ricevente e trasmittente ad onde co-rte, di due sismografi tipo Agamennone, di cannocchiali potentissimi, di pluviometri, anemometri, e> ìiometri, barometri, igrometri ed eliografi modernissimi e completi. Dall'arida rassegna cronologica che abbiamo sopra compiuta nei riguardi di illustri scienziati che furono monaci di Montecassino e che portarono il loro contributo anche in quel secolo che da alcuni.è rappresentato come il tempo delle ostilità e delle lotte maggiori tra la Chiesa e le scienze, appare evidente che nella creazione benedettina è infusa assieme ad un fervido e sereno spirito religioso, una possente volontà di agire e di costruire, destinata ad avere, accanto ai religiosi, effetti umani e sociali. A Montecassino l'eremita orientalizzante sparisce per lasciar quartiere al costruttore romano, all'organizzatore geniale di una comunità operosa in cui si accese e si tramutò, come nelle ìampadoforie degR elleni, una vivida fiaccola di pensiero^eenji studio. Cosi, nei due periodi della sua vita, il sublacense e il cassinese, Benedetto da Norcia impersona le due fasi attraverso cui passò il monachesimo: dall'isolamento ascetico (S. Basilio di Cesarea) alla vita religiosa e feconda « ora et labora >. R. S. stSIbmelscczipsuSsvE