La metropoli coloniale

La metropoli coloniale i Porti mediterranei 1 La metropoli coloniale l i i e . i a n o i l l i e n l ao , i a o n , o l a i a a e e o l n è i fra, r a r o l o o a r a o i a e (Dal nostro inviato) MARSIGLIA, oprilo. Le campane a morto fatte squillare sul Mediterraneo e dì conse* guenza anche sul maggior porto del' la Francia per il temuto profilarsi della minaccia economica tedesca, non deve indurre in errore sulla rea-. le situazione che condizioni natura*' li, conlluiro dall'esterno di forze va-, rie e dispaiate, e tenace volontà di uomini, hanno creato a questo gigantesco alveare umano in perpetuai turbine che si chiama Marsiglia* Como v'ha genie cne nasce, secondo l'adagio popolare, con la canilciaj, cosi vi sono popoli e città per i quali lo sviluppo delle facoltà o delle attitudini insite nella razza, rappresenta una semplice questione di evoluzione sociale e storica. Tutto sembra camminare da sé. Le difficoltà appena sorte, sono vinte, perchè le circostanze, i mezzi, il .tempo, -.ogni cosa intorno, aiutano. Marsiglia, che aspira ad un'antichità S3 non eguale di poco inferiore a quella di Roma, è nata alia vita mediterranea soito quest' influsso.: Nella sua fase di crescenza lungo tutto-il secolo passato c sulla soglia dell'odierno, essa ha ignorato la du-. ra lotta topografica por lo spazio'* per impedire clic l'incalzante ampliarsi del porto coincidesse con lai soffocazione del traffico sulle banchi-, ne e con la contrazione del movi-' mento dei passeggeri nelle .vie tor<' tuose e strette. In luogo della monta-" gna rocciosa quasi a picco sul mare,i nelle cui insenature ed anfratti altrove gli uomini si sono appollaiati! attraverso i secoli con prodigi di intelligenza e di pazienza, affrontan-' dola più tardi a colpi di mina e dii piccone per farsi largo e non morire,la città^ della Cornice ha avuto per, base uri territorio pianeggiante, un1 immenso anfiteatro dal declivio collinare percettibile quel tanto necessario a dare alla distesa dei suoi tetti di rossa argilla l'imponenza comi patta e bizzarra che i viaggiatori' provenienti dal mare lo conoscono,In tale anfiteatro essa ha potuto adagiarsi gradatamente, senza sforzo! alcuno, ampliando il primitivo «berceau» dell'Iluvoaune e la successiva cerchia del «Vicux-Port» fino al punto che oggi conta a migliaia gli ettari della sua superfice, e fra questi ben settanta occupati 'da giardini pubblici. Una sorta di Torino marittima, avente l'arco della terraferma' poggiato a due più dolci colli della; Maddalena o di Superga e la linead'acqua .verso la .trasversalo flì Rivoli. Coni una' siffatta' ubicazione -nel fondo di un golfo seminato di isolotti — tra i quali, ahimé, anche quello; che regge il poso dell'oleografico Castello d'If — su un'apertura di promontorio di diciotto chilometri, il' porto, uscito dall'antico bacino lasciato all'ormeggio delle piccole bar^ che di servizio o di turismo, non poteva divenire che quello che oggi è} un emporio di prinfordine. Ma ah« che qui la natura ha alutato poten-t temente. Gli attuali 330 ettari di superflue, tra specchi di mare e quais,hanno trovato nella conformazione della costa gli elementi più propizi, al loro sviluppo. Alcuni bacini sussidiari,- come quelli di carenaggio,delle riparazioni delle navi a fior di acqua e di rimessa, sono dei veri e' propri stagni chiusi da ogni lato,fuorché sul davanti dove sono delimitati dallo massicciate delle bacchine. Bisogna però affrettarsi ad1 aggiungere che, così singolarmente; aiutati, gli uomini hanno completato; l'opera in modo superbo. Dall'avamporto sud, appena fuori,' del lago originario che sale a lambire con le sue placide onde la Carinebière e la rue de la Republique,al bacino della Joliottc, ai doks e: più oltre, dopo la stazione marittw ma, ai bacini Nazionale, della Pi* nòde e Wilson (perchè la Francia* POItlO CnillltO li-i ili i'i /) ' 11 n n «.nnrinnn J ."( come sapete, ha più d'una ragione di' serbar la sua riconoscenza al defunto presidente americano, alleato, al Versailles, di Clemenceau), fino alla: diga del Capo Janet, ò tutta unaj grandiosa e fantastica città galleggiante, piena di navi e di mercanzie; d'ogni genere, assordata dal sibilo: delle sirene e dal roco vociare dei! marinai, degli operai e della gente' del commercio. Non siamo ancora all'avamporto Nord, alle traverse e ai moli del bacino Mirabeau e nep« pure ai terrapieni di Mourepiane, in' tracciato e che, compiuti, accrescarano di un buon quarto la capacità' dello scalo; ma a parte quel già celebre Canale dal porto al Rodano, ei più particolarmente al Rodano di Aries nel quale sbocca dopo un percorso di ottantun chilometri, che insieme col sotterraneo del Rove è costato centinaia di milioni e sulla cui pratica utilità ancora molto si discute; a parte i lavori pur; notevoli o progettati o già in via di attuazione nei vecchi bacini, uno spostamento più à nord con la messa in valore; della regione Caronte-Borre e relativi stagni, ha già aperto fin d'ora a' Marsiglia nuovo possibilità 'di traffico. All'estremità della regione si trova la baia di Bouc, che prima della; guerra era pressoché deserta: oggi,, dalle sue rive e dalle zone adiacenti,' una fitta siepaia di alte caminiere! attesta il pulsare della vita industriale, che ha completamente trasformata la località. Bouc, nelle cui acque passa il canale del Rodano, ò oggi uno scalo a sé in piena efficenza, al quale Marsiglia che lo ha creato mira come all'estremità nord della propria attività marinara, e elio l'ex-deputato Uberto Giraud, già' presidente della Camera di commercio, sostiene « destinato a divenire il grande porto di transito del MedU terraneo ».: Inutile, per ora', soffermarsi sulle" statistiche riassuntive del traffico:! in materia portuale esse dicono meno che nulla se non subiscono là prova del fuoco dei raffronti con altri scali. Sappiamo del resto qual'ò la fonte principale ;cho alimenta il porto di Marsiglia. « E' soprattutto in virtù delle colonie, divenute oggfj un vero impero — dice il signor Giaciino Léotaid, segretario generalo; |dvila Società di geografia,- al qualej laudiamo grazie di non] aver; afie> —

Persone citate: Aries, Bouc, Capo Janet, Caronte, Clemenceau, Inutile, Port, Rove, Uberto Giraud

Luoghi citati: Como, Francia, Marsiglia, Roma, Torino