La pace all'ombra delle spade

La pace all'ombra delle spade La pace all'ombra delle spade (Dal nostro inviato) I lavori di Ginevra e a . o l , a a a i e a a a o i a ol è e roaotel ti e a e, o è, nè oi li r o ria ene looaa ti ti nne, o ntoe di re si e ur re a t ol n nel Ginevra, 15 notte. La Commissione pel disarmo riprende dunque i lavori col programma che abbiamo visto. Nell'accingersi a seguirne le discussioni, bisogna rendere prima il dovuto omaggio alle virtù dei componenti di questa Commissione: fede forse in alcuni, ardore di propaganda in altri, volontà di contro-propaganda in altri ancora, filosofia e rassegnazione nei più. Un momento di riflessione sullo stato attuale del mondo conduce subito alla constatazione sicura che gli armamenti crescono in luogo di diminuire. Siamo lontani da quel 1922, in cui in uno slancio di ottimismo, i Governi, in attesa di procedere a riduzioni, si impegnavano; a non aumentare per due anni i tir spettivi bilanci militari.- Russia Germania Francia Cominciando dai russi, che vogliono una riduzione immediata e che faranno certamente valere come prova d'intenzioni pacifiche l'accordo cogli Stati limitrofi per la messa immediata in vigore del patto Kellogg* vediamo che il loro bilancio militare sale quest'anno a 850 milioni di rubli, vale a dire 8 miliardi di lire nostre, con un aumento rispetto al bilancio del 1913, che fu uno dei maggiori dell'impero moscovita, di circa 1 miliardo di lire. Quanto alla Germania, è' Sifflcilè' dire quale s.a la sua forza militare, effettiva e quale il reale bilancio. Teoricamente l'esercito è conforme alle clausole del trattato di Versailles, ma è un esercito di ufficiali e di graduati, capace d'inquadrare i combattenti della grande guerra ed i giovani addestrati nelle molte associazioni patriottiche. Quanto al bilancio, chi si accinge a volervi ve- • der chiaro, vi si perde, tanto le spese interessanti direttamente od indirettamente le forze armate sono disseminate nei bilanci dei singoli Ministeri. Quanto alle tendenze, sono di ieri le discussioni, a cui ha dato luogo il memoriale Groener, ministro della Reichswehr, sulle necessità militari della Germania e le pole-' miche, non ancor oggi finite, sul nuovo incrociatore corazzato. E' poi bastato l'annuncio dell'intenzione del Governo di ridurre da 19 milioni di marchi a 9 milioni la sovvenzione statale all'aviazione (riduzione imposta a tutti i Ministeri per mettere in equilibrio il bilancio fortemente deficitario) per produrre- la più viva agitazione negli organi dirigenti dell'aeronautica. La Francia ha sempre mantenuto dall'armistizio in poi le maggiori' forze armate d'Europa, nè, a malgrado dei magnifici discorsi del Briand, del Jouvenel, di Paul Bon-^ cour, le ha mai ridotte. I suoi bilanci militari superano gli 11 miliardi di franchi e gli effettivi di pace sommano a 35.000 ufficiali e 670 mila uomini di truppa compresi i marinai, gli aviatori ed i coloniali. Gli Stati Uniti, mirando dritto alla conquista della supremazia navale, hanno recentemente impostato nel loro bilancio i crediti per là co-: struzione di 15 incrociatori da 10 mila tonnellate. L'Inghilterra, infine, pur essendo formidabilmente armata e non essendo certo disposta a cedere alla leggera il dominio degli oceani, attende per stabilire il programma navale i risultati delle vicf-, ne elezioni. Inquietudine Tale è la situazione reale delle maggiori Potenze mondiali. Da essa si può escludere con certezza che lo spirito animatore d'una limitazione degli armamenti si faccia sentire. E' ciò che preoccupava recentemente il senatore De Jouvenel, caldo fautore della Società delle Nazioni, il quale era costretto a rilevare l'evidenza di una corsa agli armamenti, la quale neutralizza completamente gli sforzi tendenti ad una limitazione degli armamenti stessi. Un osservatore superficiale potrebbe èssere indotto a pensare che si creda realmente in una prossima riduzione e che si voglia mettersi in misura da avere i più forti armamenti per. trovarsi, a riduzione avvenuta, nelle più favorevoli condizioni. In realtà però è l'inquietudine che domina sovrana, è la mancanza del sentimento di sicurezza e della fiducia che spinge ciascuno a credere mólto più' nelle proprie forze che non nei protocolli. Tutti pensano quello che Mussolini disse francamente, essere la nostra pace più sicura soltanto all'ombra delle nostre spade. Soltanto la più insigne malafede può attribuire a queste parole reconditi e tortuosi propositi guerrafondai. I conseguenti capisaldi della politica italiana in seno alla Commissione pel disarmo sono stati da tempo nettamente definiti dal Capo del Governo: l'Italia è disposta a ridurre le proprie forze alla più limitata misura, purché esse non siano inferiori a quelle della Potenza europea maggiormente armata; gli armamenti terrestri, navali ed aerei debbono essere considerati come un tutto unico; è inaccettabile qualsiasi forma di controllo internazionale. Con queste inequivocabili direttive, ben note da tempo a tutti gli altri delegati, la delegazione italiana può accingersi ad ascoltare serenamente tutto quanto i promotori delle nuove proposte, tedesche e russe, crederanno di esporre e tutto quanto! contraddittori crederanno di opporre. L'eco del documento sui comitagì Inizio di sessione molto animato. Già assai prima dell'ora fissata per la seduta inaugurale il vestibolo e i corridoi del palazzo della Lega sono affollati. Strette di mano, presentazioni di nuovi delegati per mèzzo degli anziani; anzi numerosi anche I corrispondenti di giornali ammessi come di consueto nella «rande cale vetrata delle riunioni. Nel comodo spazio loro riservato, scambio di impressioni e di presagi a mezza voce.

Persone citate: Briand, De Jouvenel, Jouvenel, Mussolini, Paul Bon