Le riparazioni

Le riparazioni Le riparazioni Dwen-Young sfinge americana « Schacht chiede chiarimenti sulle nuove richieste ed i creditori si riservano di rispondere » li « memorandum » ancora inedito. D dilemma tedesco A che punto si trova 11 problema Belle riparazioni? Le notizie che vengono da Parigi non sono ancora molto chiare. In attesa che dati sicuri vengano a dissipare le oscurità che ancora avvolgono il lavoro degli esperti, può riuscire utile prospettare con la maggiore semplicità possibile lo stato della questione. Fino a pochi giorni fa, le riunioni degli esperti si sono limitate a cercare un programma comune da sottoporre alla Germania. Sólo alila fine della settimana scorsa ha avuto luogo l'assemblea plenaria, con l'interye.ito della Delegazione tedesca, capitanata dal dott. Schacht, che è, per comune consenso, la maggiore auto rità finanziaria della Germania. E' noto che il piano Dawes rap presentava una soluzione provvisoria, destinata a due scopi immediati, Intéressanti ugualmente il debitore e i creditori: restaurare la moneta e l'ecrnomia tedesche e procurare agli Alleati delle notevoli somme a parziale pagamento dei crediti. Ma a quanto ammontavano questi crediti degli Alleati? Il piano Dawes non si propose mai la definizione di tale quesito. Il suo fine era un altro: quello di preparare le condizioni, iene permettessero di risolverlo. Dopo quattro anni di esperimento del pia no Dawes, l'agente generale delle riparazioni, Parker Gilbert, presentò 11 famoso rapporto nel quale affermava che la tormentata questione era matura per una soluzione. A questo punto, entrano in scena gli jesperti. Il primo obiettivo propostosi dalla Commissione degli esperti fu la definizione del quantum, del totale dil Hebito tedesco. Ma dovevano, gli eeperti, una volta fissato il totale preoccuparsi delie conseguenze di carattere monetario inerenti all'esecuzione dei pagamenti da parte della Germania? In altre parole si presen (ava il delicatissimo e complicatissimo problema dei trasferimenti. Come doveva, in ultima analisi, pa gare la Germania? In danaro? in merci? In merci e in danaro? E quali trasferimenti dovevano prevalere, quelli in merci o quelii in danaro? E' noto che i pagamenti in danaro possono avere ripercussioni moneta rie imprevedibili, allo stesso modo che i pagamenti in merci possono recare gravissimi danni alle industri? idei paesi creditori. sr'còmprende*,""'quindi," còme !a Conferenza degli esperti abbia finito per dedicare gran parte della sua attività al problema difficilissimo (e diverso per ogni paese creditore) dei trasferimenti. Ai problemi sollevati dallo studio della questione, che ha importanza fondamentale e decisiva, si deve collegare il disegno della famosa « Superbanca », di cui si è tanto parlato nei giorni scorsi. Questo ipotetico istituto mostruoso ayrebbe dovuto disciplinare i trasferimenti di ricchezza dalla Germania ai paesi creditori, in modo da non danneggiare l'economia e la situazione monetaria dei creditori stessi. E' sempre vero il vecchio adagio che, fra il creditore e il debitore, l'imbarazzo vero e maggiore è sempre del primo. Tale « Superbanca », aia detto fra parentesi, fu subito ri guardata dall'opinione pubblica europea come un grave pericolo per l'Europa, come quella che poteva tradursi in un potente strumento dell'egemonia americana. Comunque, essa non va in nessunp modo confusa con quella vagheggiata stanza di compensazione europea — di cui si è parlato in tempi non lontani — nella quale dovrebbe essere concentrato tutto l'oro europeo allo scopo di fronteggiare l'influenza americana nel vecchio continente. Nulla ei sa, fino ad oggi, dei modi coi quali gli esperti pensano di risolvere il problema dei trasferimenti. E' probabile che i varii paesi creditori si siano accordati a seconda delle esigenze delle singole.economie, tanto sotto l'aspetto monetario quanto sotto l'aspetto industriale. Dati sicuri e definitivi non si conoscono, nemmeno in ordine al a to tal''» richiesto dagli Alleati. Siamo ancora nel campo delle indiscrezioni è delle ipotesi. Una cosa, però, è incontrovertibile, e cioè che la definitiva fissazione del debito tedesco poggia su due elementi: la capacità di pagamento della Germania e il minimo accettabile da parte degli alleati. Per quest'ultima parte risulta sempre più evidente la stretta connessione che esiste fra le riparazioni e i debiti interalleati, secondo la lucida visione di Mussolini. Non devesi mai dimenticare che la cifra di partenza del debito tedesco è data dalla somma dei debiti interalleati, cosi come essi sono stati consolidati, sia nei riguardi degli Stati Uniti di America, sia nei riguardi dell'Inghilterra. A questo punto, però, ciascuno dei paesi alleati si fa avanti con delle pretese particolari e di carattere supplementare. La Francia domanda un rimborso, sia pure parziale, delle spese sostenute per la ricostruzione dei territori distrutti; il Belgio solleva la famosa questione dei inarchi introdotti nel suo territorio je che fu costretto a riscattare; l'Inghilterra esige il rimborso delle somme versate all'America e le quote spettanti ai Dominions; l'Italia, pure avendo aderito al punto di vista inglese, illustrato nella nota di Baitour, 'non può dimenticare le « riparazioni orientali », venute meno per la irrimediabile insolvenza dell'Austria, dell'Ungheria, della Turchia e della Bulgaria; a loro volta gli Stati Uniti vantano dei diritti per le spese di occupazione. Si va, quindi, «Ha ricerca di un « supero », capa Ce di. soddisfare queste varie esigen ze e, in pari tempo, di fare il servi zio degli interessi e dell'ammortamento del debito Dawes, senza confare le spese incontrate per il funzionamento delle numerose Commissioni. Pare che gli Alleati si siano amcnvc(ddpasdltcrpcitrbmcelrsqcdpllicCDuggnsdstNdatvubNnvFndscsspts a o o a — o i i o è o e i a o n a a , , i i e e , i o e a r a i e i, a aso accordati per ridurre tali pretese al minimo. Secondo le notizie più recenti, ciascuno avrebbe * fatto delle notevoli riduzioni, la qual cosa avrebbe agevolato la fissazione di una cifra totale composta di due parti (una prima destinata al pagamento dei debiti interalleati ed una seconda destinata ai servizi, di cui si è parlato poco sopra) e ripartita in annualità crescenti. E la Germania? Come si profila il suo atteggiamento di fronte al piano dei suoi creditori? Si intravvede già la sua tesi. Èssa afferma di non poter pagare. Se fino ad oggi, 60tto il controllo dell'agente generale delle riparazioni, ha pagato, ciò le è stato possibile solo in quanto ha potuto contrarre dei debiti all'estero, cioè in America. Il suo dilemma, pertanto, è chiarissimo: o continuare a fare dei debiti, trasferendo cosi i debiti che ha verso gli Alleati, in America; oppure pagare invadendo con le proprie merci tutti i mercati europei, con quale ripercussione su le industrie dei singoli Stati creditori è facile immaginare. Quest'ultima soluzione le pare la preferibile, come quella che le permetterebbe di procurare lavoro ai suoi due milioni di disoccupati. Il dilemma tedesco non è fatto per persuadere i creditori, soprattutto l'America, che è creditrice di 400 mi lioni di dollari verso la Francia pe il credito commerciale concessole e che scade nell'agosto di quest'anno, Come farà la Francia a pagare? D'altra parte, la Francia non può uscire da questa alternativa: o pagare o ratificare gli accordi Béran ger-Mellon. Il nodo viene al petti ne. Il capo della delegazione tede sca conosce come nessuno i punti deboli della situazione degli avversari, e cercherà, indubbiamente, di trarne il maggior profitto possibile. Non chiese, la Francia, all'inizio della Conferenza, d'accordo con gli altri creditori, una somma immediata, che la Germania avrebbe potuto versare mediante la mobilitazione di una parte del suo debito? Su questa base potrebbe riuscire un'inte3a Naturalmente questa mobilitazione nel pensiero del dott. Schacht, dovrebbe ritornare a vantaggio della Francia, estremamente bisognosa di numerario; ma anche la Germania dovrebbe trovarvi il proprio interesse, e questo non potrebbe consistere che in una riduzione al minimo possibile della eifra globale. Dal canto suo,-l'America, chele la creditrice per eccellenza della Francia, non potrebbe non applaudire ad una simile soluzione.' Schacht chiede chiarimenti Parigi, 15, notte. Astenendosi dal seguire la stampa tedesca nel suo atteggiamento, il dottor Schacht si è limitato nella seduta plenaria di questa mattina a rilevare la « sproporzione esistente tra le cifre segnate nel memorandum interalleato e le capacità di pagamento del Beich », ma senza accusare troppo nettamente un gesto di rifiuto e pregando i creditori, dopo averli ringraziati dell'abbuono di sei miliardi su diciannove finora consentito, di fornirgli alcuni chiari menti essenziali sui crediti compresi nei tredici miliardi rivendicati. Le interpellanze tedesche I chiarimenti chiesti dal delegato tedesco vertono principalmente su quanto segue: E' noto che, ai termini dell'accordo Dawes, da ogni annualità vanno defalcati con precedenza assoluta circa 90 milioni di marchi-oro rappresentati dagli interessi del prestito Dawes, più 25 milioni di marchi-oro rappresentanti le spese delle varie Commissioni interalleate, 160 milioni di spese di occupazione militare, 30 milioni di spese internazionali al l.o maggio 1921 e 55 milioni di spese di occupazione americana, ossia un totale di 350 milioni di marchi-oro. Esiste poi, sempre in forza dell'accordo Dawes, l'obbligo del rimborsa dei debiti di guerra belga in ragione del 5 per cento delle somme disponibili dopo il pagamento dei crediti di priorità (di cui il 46 per cento per la Francia, il 42 per cento per l'Inghilterra e il 12 per cento per il Belgio) e l'obbligo del pagamento dei cosiddetti crediti di restaurazione in ragione dell'I per cento del saldo del primo miliardo, dopo effettuati i prelevamenti di cui1'sopra. II dottor Schacht ha chiesto: « Queste somme sono o non comprese nel capitale di tredici miliardi che i creditori esigono dal Beich? ». La domanda è abbastanza naturale e può sembrare a tutta prima logico presumere che le Delegazioni alleate abbiano potuto rispondervi seduta stante. Ma le presunzioni più logiche non sono sempre quelle che si verificano, e la verità è invece che gli Alleati hanno avuto bisogno di chiedere al delegato tedesco un po' di tempo per pensarci sopra. Bisultato: la seduta plenaria è stata rimandata a domattina e, giac che verosimilmente, ricevuti gli schiarimenti richiesti, anche il dottor Schacht sentirà il bisogno di ap partarsi per riflettere, è probabile che la risposta tanto attesa non la si avrà prima di domani sera o forse di dopodomani mattina. Manovra indiretta Ma la semplice obbiezione solleva ta dal delegato tedesco, che ha voluto con essa fare qualche cosa di più che non sottolineare il proprio corruccio per essere stato lasciato per un'intera settimana fuori del l'aula della Conferenza nella igno ranza pressoché assoluta di quanto vi si tramava, e caratteristica come indiretta manovra di incitamento a trasformare i tredici miliardi di ci fra netta in cifra lorda, comprendendovi le passività di cui sopra e riducendo pertanto l'annualità, quale che essa sia per essere, di 300 o più milioni di marchi-oro, che sarebbe per l'appunto il nuovo sconto dpdamsrsmecAtnrrVcdrtOrsOndoUzptptGcgp i o i i o u o a o o e , l e n . a e i r i n l i . ù e e i ' è i te i e a i o o o o e a i ne ao ao da lui ambito e forse, sotto mano, promessogli da Owen-Young. Inutile dire che il lavoro imposto ai periti alleati è difficile e delicato; che esso metterà di nuovo sossopra un'atmosfera appena quietata e che richiederà, a dire poco, tutta una notte di studi. Ma anche questo incessante rimettere il lavoro sul telaio, col suo effetto deprimente sul morale dei creditori, serve la tattica tedesca. Non sanno ormai tutti che se gli Alleati dovessero rispondere che i tredici miliardi devono intendersi netti da ogni servitù, Schacht taglierebbe corto alile cerimonie ed opporrebbe- loro un « non possumus »? Voci sulla conferenza di Washington Ma non è nemmeno impossibile che la battuta d'aspetto odierna sia da mettere in rapporto colla Conferenza tenuta a Washington ieri l'ai tro tra Hoover, Mellon, Stimson e Odgen Mills. Secondo le voci che cor rono qui tale Conferenza sarebbe stato il risultato di un passo che Owen-Young avrebbe fatto nei giorni scorsi presso Kellogg, approfittando della sua presenza a Parigi, per ottenere che il Governo degli Stati Uniti si investa della strana situazione morale in cui lo pone la propria intransigenza sul mantenimento integrale di tutti i propri crediti, principali e secondari, in un momento in cui tutti gli altri creditori della Germania consentono viceversa sacrifici di miliardi. Il Petit Parisien crede stasera che gli Stati Uniti abbiano addirittura presa in considerazione la possibilità di ammettere un abbuono sul miliardo di marchi-oro rappresentanti gli arretrati delle loro spese di occupazione. Se così fosse realmente, la via dell'accordo non sarebbe forse preclusa e ciò senza bisogno che gli Alleati europei vengano ad altre rinunzie. Ma giova ricordare a tale riguardo che i telegrammi in arrivo da Washington non accennano per ora menomamente a tale eventualità, e che la congettura potrebbe anche benissimo costituire un semplice ballon d'essai, lanciato dall'organo ufficioso parigino, nella speranza di additare agli americani la via di Damasco. In ogni caso quello che non bisogna perdere d'occhio 6 che il memorandum interalleato, di cui sabato ci era stata promessa la pubblicazione, pare destinato a restare inedito. Da questo al concluderne che esso non venga già più considerato come definitivo il passo è breve.; ' . • ' •„ I giornali francesi si sfogano attaccando la stampa tedesca e copertamente pigliandosela coll'America. «L'atteggiamento del '•■legati americani — dice il Quottdien — non è rassicurante. Tutto, infatti, lascia credere che essi sono riservati, per chiedere ai loro ex-associati, tra cui slamo noi pure, un nuovo sacrificio, probabilmente un gravosisstano sacrificio. Lo tsremo? Saremo noi in grado di farlo? E' possibile? E' giusto? Il Governo non crede forse che sin d'ora, all'inizio di quella che noi abbiamo chiamata la grande settimana, dovrebbe informare il Paese delle proprie richieste e dirgli le ragioni per mantenerle o ridurle? ». c Gli Stati Uniti responsabili... > E VOeuvre di rincalzo: « Se la nota sembra al Reich troppo salata se la prenda con gli Stati'Uniti responsabili. L'Europa non può, in verità, comportarsi più generosamente verso la Germania. In attesa di questo colpo di spugna generale. cSje non è impossibile ma che non è neppure prossimo, è onesto che il Reich paghi secondo le proprie possibilità, che non sono state valutate al di sopra di quelle che sono in realtà. Se la Germania vuole romperla, lo dica per bocca dei suoi delegati e ne as siima la responsabilità. Poiché t «con certi » della st.am.pa tedesca sono troppo abilmente orchestrati per produrre a Parigi il menomo effetto ». Ma a che cosa servono queste recriminazioni? |j Voglia o non voglia la Francia, sul terreno delle riparazioni propriamente dette è pressoché sola a battersi e tanto più lo sarà quanto più la limitazione della cifra globale ei risolverà nella riduzione ai minimi termini delle spettanze degli altri creditori. Quello a cui questi ultimi debbono tuttavia prestare la massima attenzione è che l'accordo finale si faccia in modo che sia evitato in ogni caso il pericolo di vedere la Germania, ottenuti i suoi scopi sui miliardi delle riparazioni, ricominciare lo stesso lavoro di sgretolamento sui miliardi che dovrebbero servire durante le ultime 37 annualità al pagamento dei debiti interalleati. C. P. cafdnvddraalsslcrtpasstdvcbUna cifra del ministro Severing ohe solleva indignazione in Germania Berlino, 15, notte. Mentre continua e cresce di fronte alle notizie che vengono da Parigi la sollevazione della stampa contro le cifre proposte alla delegazione tedesca, cifre che tuttavia fino a questo momento non sono conosciute che in base a pure e semplici notizie di giornali, desta stupore e suscita le ire e lo sdegno della stampa di destra un discorso tenuto a Kiel dal Ministro dell'Interno, Severing, social-democratico, nel quale sebbene oggetto del suo dire non dovesse essere che la politica Interna, egli ha creduto opportuno di fare un accenno particolarmente delicato in materia di politica estera e più specialmente di riparazioni. Il Ministro social-democratico parlava davanti a una riunione circondariale del suo partito, il che Ano a un certo punto diminuisce e limita l'importanza delle sue parole, le quali però rimangono sempre quelle che sono e pronunziate da un ministro In carica non mancano di avere la loro importanza a segno certamente da giustificare lo scandalo e le rimostranze ohe suscitano specialmente nella stampa nazionalista. Le parole Incriminate sono testualmente le seguenti, pronunziate dopo un passo del discorso in cui il ministro dimostrava la necessità di una sensibile riduzione rielle cifre di annualità. Egli ha co«l detto: c Se ci si concedesse una facilitazione, per esempio di cinquecento milio- ni all'anno, questo sarebbe già, a mio parere, un confortevole posso sulla via desiderata ». Non c'6 bisogno veramente di essere avversari personali e di partito del Severlng, come lo sono 1 giornali che oggi lo attaccano, per prendere con le molle queste parole e gridargli la croce addosso tanto esse sono imprudenti in un momento in cui la Delegazione tedesca si trova a Parigi in circostanze difficilissime e con le spalle al muro davanti a una barriera di cifre. I giornali non risparmiano quindi le critiche al troppo ciarliero ministro. - Attacco alle spalle di Schacht • E' — dice il Lokal Anzeiner — un vero e proprio attacco alle spalle al dottor Schacht e alla Delegazione tedesca. Crediamo che quest'ultima sarà fuori di sè per l'Inaudito atto e che anche il ministro degli Esteri si sarà, alquanto sorpreso. Ma la stampa alleata e gli uomini di Stato alleati che scrutano con zelo per scoprire ogni segno di debolezza tedesca non si Illudano e non corrano troppo ». La Nachtausgaben.è di parere che le conseguenze di queste Imprudenti parole non mancheranno di farsi sentire: « Il ministro — dice il giornale — ha purtroppo dato la parola d'ordine agli avversari. Si pensi Che la Francia sostiene con una falsa manovra di discussione di avere concesso già molto alla Germania'" con una riduzione di 700 milióni. Figurarsi che cosa avverrà quando in Fi-ancia si saprà che c'è un ministro tedesco che si sarebbe accontentato di soli 500 milioni ». Il giornale quindi aggiunge che un ministro il quale fa delle cifre In un momento in cui la Germania tace In fatto di cifre e per di più fa delle ci fre le quali garbano all'avversario come il cacio sui maccheroni, è un ministro squalificato e perciò urge una riparazione ufficiale da parte del ministro degli Esteri e del suo collega delle Finanze per sconfessarlo. Il « memorandum » non ò firmato da Young- La Boersen Zeilung prevede che un commento ufficiale non mancherà di venir fuori in seguito alle parole inconsiderate e il commento sarà fatto, dice di sapere il giornale, nel senso che certamente sarebbe una buona riduzione quella di 500 milioni, ma che rimarrebbe tuttavia sempre aperta la questione se una tale riduzione potrebbe essere sufficiente per le capacità di pagamento tedesche. I giornali democratici e quelli socialisti fanno fìnta di non accorgersi della gaffe di Severing e riportando il discorso di Kiel ne sopprimono perfino il passo relativo. Intanto continuano In tutta la stampa f commenti generali alle trattative parigine e la parola che più ricorre in essi è • inaccettabile ». Per la Yossische Zeilung l'unico barlume di speranza è nel tatto che il memorandum porta la firma dei quattro creditori, ma fortunatamente non quella dell'americano Young. Ma sono, ahimè, come si vede, contentini e se la Vossische Zeitung non ha altri moccoli, è probabile che debba andare a letto al buio. 0. P. Hoower parlerà oggi al Congresso sulle tariffe doganali e la orisi agricola Washington, 15 notte. Per desiderio di Hoower si è oggi riunita la sessione straordinaria del nuovo Congresso il quale si è occu^ pato degli aiuti da accordare agli agricoltori per risolvere la crisi dell'agricoltura e della revisione delle tariffe doganali. Dcxpo avere adempiuto alle formalità della sua costituzione ed avere eletto il suo presidente nella persona del signor Longworth, il Congresso ha rimandato la seduta a domani onde poter conoscere le raccomandazioni di Hoower prima di prendere in esame le questioni allo studio. (R. S.). Il «Croce del Sud» Nuovo dramma Nessuna notizia dal piloti soccorritori Melbourne, 15 notte. Il Governo australiano appoggeià finanziariamente le ricerche degli aviatori Keith Anderson e Hitchcock. Come è noto essi erano generosamente, partili in volo per coadiuvare nelle ricerche del Croce del Sud ma di essi nulla più si è saputo e la loro scomparsa che dura ormai da parec chi giorni getta un'ombra di tristez za sulla gioia che tutti gli australiani hanno provato per il ritrovamento del Croce del Sud e dei suoi piloti incolumi. (Radio Stefani).