I rapporti culturali tra Russia e Cecoslovacchia di Ettore Lo Gatto

I rapporti culturali tra Russia e Cecoslovacchia I rapporti culturali tra Russia e Cecoslovacchia La storia del rapporti tra la Russia e la Cecoslovacchia è un capitolo di quella più ampia storia dei rapporti tra la Russia o tutti i paesi slavi che nel suo complesso interessa 11 mondo europeo, per tanta parte del quale il mondo slavo è già Oriente, ossia un mondo diverso per usi e costumi, per tradizioni, per aspirazioni. Ripetutamente e stato mostrato come le differenze grandissime fra i singoli popoli slavi, o almeno tra i vari gruppi di popoli slavi (orientali: Russia, Bielorussia; occidentali: Polonia, Cecoslovacchia; meridionali: Bulgaria, Jugoslavia) siano tali da non permettere più quell'unificazione generica di cui vaneggiarono alcuni ferventi slavoflli del secolo XIX. Tuttavia, se si prescinde dalla tradizionale ostilità tra la Russia e la Polonia, rapporti più o meno ideali tra la Russia e gli altri popoli slavi si sono pur avuti nel corso della storia anche recente e tali da mantenere le illusioni o, se si vuole, l'equivoco. Tra questi rapporti un particolare rilievo meritano quelli tra la Russia e i paesi della Cecoslovacchia, che fondati su basi prevalentemente idealistiche hanno poi avuto un risultato pratico col prezioso appoggio dato dalla Cecoslovacchia dopo la rivoluzione bolscevica all'emigrazione russa che nella terra cecoslovacca ha trovato una seconda patria per il proprio spirito. A Praga sono un'università russa ed una ucraina, una grande biblioteca russa, numerosissime istituzioni scientifiche In cui il personale è prevalentemente russo, oltre tutte quelle altre organizzazioni che necessariamente derivano dalla convivenza di parecchie diecine di migliaia di persone appartenenti alla classe più colta. L'appoggio si & dovuto senza dubbio all'interessamento del presidente Masaryk, al quale si deve anche una delle più minute analisi del pensiero e della vita intellettuale russa (Th. Masaryk: La Russia e l'Europa. Studi sulle correnti spirituali russe. Trad. italiana di E. Lo Gatto, 2 volumi di complessive pag. 0Ó0. Roma, Istituto per l'Europa Orientale, 1025). Era naturale che i contatti frequentissimi tra Cechi e Russi portassero a nuove indagini, a nuovi studi sulla storia dei reciproci rapporti e intoi no alle ulteriori possibilità. Tra i Russi i Cechi avevano avuto già alla vigilia della guerra un indagatore nel professore Frantsev, al quale si deve anche una recente interessantissima indagine sulla popolarità dello scritto re russo Derzavin presso gli Slavi : (!'. A. Frantsev, Derzavin U Slavjan Dalla storia dei reciproci rapporti letterari russo-slavi nel sec. XIV, Praga, « Plamja », 1924). Tra i Cecoslovacchj e i Russi del resto c'era già una tradizione scientifica che risaliva allo sviluppo dato dallo Safarik alle idee primamente messe in circolazione dai tedeschi Schlozer e Herder sulla parentela delle nazionalità slave. Allo sviluppo appunto di queste idee sulla base anche di avvenimenti storici dedica un'analisi accurata e minuta il Dr. Josef Jirasek in un volume elegantemente edito dalla Casa « Vermir » a Praga: « Rusko a my. Studie vztahu ceskoslbvensko-ruskych od pocatku 19 stoleti do ruku 1867 ». La Russia e noi. Studio di rapporti cecoslovacco-russi dal principio del sec. XIX all'anno 1867, Praga, 1929). Nel periodo esaminato dall'autore si possono distinguere altri due periodi: quello cosidetto del « risveglio » e quello del romanticismo. Durante 11 perio do del « risveglio » si tratta di relazio ni esclusivamente scientifiche. Un fatto fondamentale ne fu alla base: poiché le Scritture Sante erano state filtro dotte in traduzione slava nei paesi e? chi, era compitò degli studiosi ricercare in quale lingua e con quali caratteri, glagolitici o ciriljiani, ciò fosse avvenuto; in seguito Illuminare la personalità degli autori della tradizione, che sia la Chiesa Ortodossa che la Chiesa Latina rivendicavano per sé. Nel nome di Cirillo e Metodio il grande Dobrovsky getta le basi della, sua fama di padre della slavistica, svllup patasi in opere come le famose Insti tutioncs linguae slavicac dtalectl veteris. in cui sono i fondamenti di tinta la filologia slava e quella pratica Ver (ìleichuna tler russischen und bohmischen Sprache intorno a cui si aggrupparono tanti altri studi relativi al mondo russo. E' nel nome di Dobrovsky che avrà luogo quest'anno a Praga il Primo Congresso degli sia visti slavi al quale sono Invitati gli slavisti di tutto il mondo. Delle idee di Dobrovsky è impregnata tulta la slavistica per vari decenni. E intorno a Cirillo e Metodio, da cui Dobrovsky era partito si mossero ancora gli smdiosi e cechi russi; i russi in portico lare sostenendo che Cirillo e Metodio avevano predicata la fede ortodossa, di fronte a pochi difensori della tesi cattolica. Ma un altro argomento attirò ben presto l'attenzione degli studiosi: l'opportunità di una lingua letteraria d'una scrittura panslava. Non bisogna dimenticare la differenza tra lingue slave a caratteri latini, modificati ilo v'è necessario da segni diacritici, e lingue slave a caratteri eirilliani. Nel libro del Dott. Jirasek abbiamo la storia delle dispute più o meno scientifiche al riguardo. L'idea d'una lingua letteraria panslava er,a stata già preconizzata dal croato Krizanic nel secolo XVII, ma dai più fu ritenuta una utopia. Per svilupparsi gli studi slavi non avevano bisogno di utopie. Perciò furono salutate dai Russi con tanto entusiasmo Le antichità slave del Safarik, alla preparazione delle quali del resto essi avevano anche contribuito Nel periodo romantico non ci sono in Boemia criteri scientifici nello studio delle cose russe, ma gli Echi dei canti russi del Celakovsklj rimangono documento di un interesse fatto di intima ammirazione che si sviluppò poi scienlideamente anche di fede. Intorno alla metà del secolo gli scambi si fanno più vivi e studiosi russi vengono a visitare la Boemia, la Moravia, la Slovacchia, gettando 1 semi dei più intensi rapporti ulteriori. Nella stessa epoca (agli inizi della seconda metà del secolo) soggiorna in Boemia l'anarchico Bakunin che prende paìte attiva al movimento rivoluzionario ceco. ■'■ Il 1863 fu la pietra di paragone dell'opinione pubblica ceca intorno alla Russia, quando scoppiò la nuova Insurrezione polacca. Due campi si formarono a Praga: russofìll e nolonoflli, e le simpatie per la Polonia controbilanciarono la tradizione Jramore per tutto ciò ch'era russo. Nel complesso da parte russa, l'atteggiamento fu in dipendenza della caratteristica nota divisione della classe colta In slavoflli e occidentalisti. Questi ultimi, in particolar modo Herzen e Pypin, diedero nelle loro opere grande parte ai Cechi. Alle due correnti russe corrisposero anche due correnti presso i cecoslovacchi, una romantico-poetica ed una- slavofila, ma in fondo tutte e due erano fondate sopra simpatia ed ammirazione per la Russia. Il notissimo Stur, autore di un'opera su La Slavia e il mondo dell'avvenire, si fa propagatore di tutte le formule russe: eccellenza della « comune », della chiesa ortodossa, del governo autocratico, mirando in fondo a trovare un rimedio ai dissensi slavi. Un vero e proprio appello idealistico a partecipare alla mutualità letteraria slava, fu rivolto alla Russia dal Rollar, uno slovacco, l'autore dell'allegorico poemetto La flalia di Slava (Slavy deera) che non è esagerato dire ebbe importanza non solo per i Cechi, ma per tutto il mondo slavo. Ma più agirono nel senso politico indicato dallo Stur, 1 Quadri di. Russia dello Havli cek, che tra i Cechi del tempo fu forse quello che meglio conobbe la Russia per esperienza diretta e simpatizzò per il muzik ed ebbe avversione per l'opera di Pietro il Grande. Nell'ultimo capitolo del suo ' libro l'.lirasek, riunendo le fila della lunga esposizione, conclude col vedere nella russofilia cecoslovacca un indiscutibile elemento di risveglio. Ad essa si deve la enunciazione di problemi importantissimi per la Cecoslovacchia: la concezione nella cultura slava, il problema dell'Oriente e dell'Occidente, l'essenza della storia nazionale. In Russia non si ebbe una corrispondente cecofllia, per la semplice ragione che i Russi non si sentivano come i Cechi il bisogno di un aluto straniero; la germanizzazione non li minacciava. Il loro interesse fu suscitato piuttosto dalle tradizioni e dalla gloria di alcune personalità. Solo dopo II 1867 questo interesse prende forme più concrete. Ma a questo nuovo periodo sarà dedicata la seconda parte del poderoso lavoro dell'Jirasek. Contributo prezioso a quella storia generale del rapporti fra 1 popoli slavi, a cui si accennava da principio, esso 6 già in questa prima parte degno d'essere conosciuto e studialo in Occidente, tanto più che potrà contribuii'6 a distruggere molti luoghi comuni, dannosi alla reciproca conoscenza fra i popoli. Ettore Lo Gatto.

Persone citate: Bakunin, Durante, Josef Jirasek, Moravia, Rusko