Italia e Polonia di Ettore Lo Gatto

Italia e Polonia Italia e Polonia Il reciproco studio del passato c dei presente culturale, dei rapporti già esistenti e delle possibilità di ulteriori sviluppi, tra il nostro paese e la Polonia ha raggiunto negli ultimi anni un livello di così viva intensità da poter essere citato a modello. Lo studio della lingua e della letteratura italiana in Polonia oecupa un posto d'onore in varie università (a [Varsavia, a Cracovia,' a Posnan), quello della lingua e della letteratura polacca in Italia, per motivi di vana indole meno facile, dopo aver avuto cultori nelle Università di Roma, di Padova e di Napoli ha avuto una conferma ufficiale con la recente fondazione di una cattedra di lette ratura polacca a Roma. E sia dall'u aa -che dall'altra parte si hanno pub blicazioni che meritano di essere segnalate non solo agli specialisti, ma al più largo pubblico di studiosi. Al fenomeno del petrarchismo in Polonia ha dedicato un volume Mieczyslav Brahmer (Petrarkizm w poezji pohìciej XVI W., Varsavia, 1925 Il petrarchismo nella poesia polacca del sec. XVI) il quale, sulla base di ricerche sui poeti italiani e francesi dei secoli XIV-XVI arriva alla con clusione che nella poesia lirica in Po Ionia all'epoca del Rinascimento si trova una serie di motivi, di forme stilistiche e di versificazione che debbono essere messe in rapporto sia col petrarchismo sia in gerierale con i canti d'amore nelle letterature romanze. Ciò non significa tuttavia che .S poeti polacchi abbiano preso in prestito questi motivi esclusivamente a Petrarca:' il fenomeno più che come un omaggio ad un eminente poeta del passato, si spiega piuttosto con la tendenza a seguire lo spirito del temY~>. Difficile nel fenomeno stesso è ^.efinàre esattamente e dosare la parte delle influenze italiane e di quelle francesi. D'altra parte se il movimento^ stesso non ebbe lo sviluppo che ebbe in altri paesi, ciò fu dovuto anche al fatto che la Polonia non conobbe quel primo « rinascimento » che negli altri paesi fece del petrarchismo un gradino dell'evoluzione storica generale. Due poeti tuttavia quali il Kochanowski e lo Szarzynoki nel sec. XVI furono in modo evidente seguaci del grande cantore di Laura. Di grande interesse è una recente ristampa a cura del Prdf. R. Pollale di un'opera che al nostro Rinasci' mento si riallaccia direttamente: Il cortigiano polacco di Lukasz Gòrni cki (Cracovia. 1928), rifacimento ed adattamento all'ambiente polacco del Cortigiano di Baldesar Castiglione [Adattamento in quanto che, pur conservando le linee generali della opera italiana, di cui anzi è in parte traduzione, l'autore descrive un am biente polacco ed usi e maniere polacchi. Il Gòrnicki fu a suo tempo studente all'Università di Padova e contribuì, al suo ritorno in patria, alias diffusione della nostra cultura nel suo- paese. L'introduzione del Po!lak ci offre un quadro dell'epoca nei due paesi e un'analisi accurata di fonti e di metodi. Sebbene non dovuto ad un polacco nò ad un italiano bisogna segnalar 10 studio del prof. R. G. Noyes della Università di Berkeley sull'influenza de Le mie •prigioni di Silvio Pellico eu una delle più notevoli opere del romanticismo polacco: AnhelH di Juliusz Slowacki. Di Anhelli abbiamo una bella traduzione italiana del prof. P. E. Pavolini ed ognuno può rendersi conto dell'originale rilievo del professore americano che, dopo aver mostrato, sulla base di edizioni e traduzioni, il momento in cui Slowacki fece conoscenza de Le mie pri'gioni, analizza alcune derivazioni dirette, oltre l'interesse che il poeta polacco dovette avere per la vita e le vicende del Pellico. Tra le derivazioni dirette è la pittura della figura di Ellenai, ritenuta di solito ispirata dalla Maria Maddalena del iVangelo, ma nella quale il Noyes trova invece molti punti di contatto con la Zanze, la figlia del carceriere descritta dal Pellico. Anche lo spirito profondamente religioso del Pellico dovette, secondo l'autore, influire sullo Slowacki. All'ampia bibliografia polacca su Slowacki degli ultimi dieci anni ha dedicato un'acuta analisi il prof. Giovanni Maver dell'Università di Padova (7. Slowacki nell'ultimo de tennio, Roma, Ist. Europa Orienta Se, 1928), al quale appartengono an che alcuni saggi sul poeta che la critica polacca ha altamente lodati. Con la guida del Maver possiamo renderci conto di quanto sia stato fatto in Polonia per la conoscenza del grande romantico, che incompreso finche visse, solo grazie agli sforzi dei suoi esegeti, ha conquistato nella storia del romanticismo polacco il posto che gli compete accanto ad Adamo Mickìewicz. Il Maver si è in particolare modo occupato del romanticismo polacco, e una parte dei puoi studi raccoglie oggi in un voluinetto: Alle fonti del romanticismo polacco, (Roma, Ist. Europa Orientale, 192D), introduzione certamente ad un'opera di maggior mole che possiamo attenderci da lui. Il carattere tutto particolare del romanticismo polacco nell'insieme delle correnti romantiche della fine del sec. XVIII e dei primi decenni del XIX, non si manifestò che con i suoi grandi poeti (la triade Mickìewicz, Slowacki e Krasinski). Le sue fonti il movimento ebbe in buona parte in comu• ne con tutto il romanticismo europeo le cui manifestazioni rimasero tuttavia in Polonia abbastanza superficiali in confronto della fioritura posteriore, alla quale soltanto si dovette la vittoria sul razionalismo e sul pseudo-classicismo che avevan dominato fino allora. All'altro dei tre grandi romantici, 11 Krasinski, ha dedicato uno studio critico la sig.na Nelly Nuoci, allieva del M'aver ed attualmente lettrice fatamzioabloriperecgiolacco19liadumonetena(RinuntisciainvideRepoched(acrerleraprquvefaorsepgudriliilaè sicdppcaapqnacue e surafavmtamlicdatucctdodqectsginbpliszsn«vscsaSmglncltgeabstt d'italiano all'Università di Cracovia (Z. Krasinski, Padova, Draghi, 1928). Si tratta veramente più di uno studio, espositivo che critico, ma fatto su fonti dirette, e con grande amore. Nonostante le sue imperfezioni la monografia della Nucci mette abbastanza bene in evidenza il valore in certo senso profetico dell'o^ ipera poetica del Krasinski, che buone recenti traduzioni delle opere maggiori (Jridione, Ed. Circolo italo-polacco, Roma, 1927) e La non-divina commedia, An. Romana Editoriale, 1927) hanno reso accessibile agli italiani. L'interesse degli studiosi e dei traduttori si rivolge oggi in particolar modo alla letteratura contemporanea. Una buona guida in questa letteratura ò quella del Damiani: I narratori della Polonia d'oggi (Roma, Ist. Europa Orientale, 1928), in cui sono raccolti frammenti di una dozzina circa di scrittori" recentissimi con brevi introduzioni per ciascuno di essi, introduzioni legate inoltre fra loro in modo da dare una visione generale dello svolgimento della nuova arte narrativa, erede dei Reymont e dei Zeromski. Quadri generali della letteratura polacca moderna vogliono offrire anche la serie dei Nostri Quaderni, editi dal Pappacena a Lanciano (ampia antologia di scritti creativi e critici, non priva di imperfezioni ed errori ma tale da dare una chiara iipltrasccp idea dello svolgimento e storico e ideologico) e l'antologia Novellieri polacchi, curata dalla Olgierd (Milano, Alipes, 1929) nella quale sono tuttavia da notare lacune gravi che risaltano maggiormente in quanto accanto a scrittori di l'ama mondiale son messi scrittori di importanza secondaria o relativa. In ogni modo siccome è questo difetto generale di tutte le Antologie non vorremo farne eccessiva colpa alla compilatrice. Le tre raccolte citate si completano a vicenda e possono senza dubbio dare, in attesa di un'opera più complessa, un'idea della indiscutibile grandezza della letteratura polacca. Abbiamo voluto rilevare l'interesse che suscita la nostra letteratura in Polonia, interesse che andrà sempre più sviluppandosi con l'accrescersi dei contatti fra gli scrittori dei due paesi, i cui tradizionali vincoli di simpatia non sono stati mai smentiti. Molto, a questo proposito, potrà fare l'Istituto internazionale per la cooperazione intellettuale che non si limiterà certamente a curare e sviluppare i rapporti -culturali fra i grandi paesi, ma esplicherà la sua opera di penetrazione e di scambio sopratutto fra quelle Nazioni che hanno le maggiori affinità spirituali; terreno fertile questo per compiere opera utile alla cultura e alla comprensione dei popoli. Ettore Lo Gatto.