Gli inglesi a Mosca

Gli inglesi a Mosca Gli inglesi a Mosca MOSCA, aprile. Finalmente gl'inglesi sono arrti vati! Difficilmente un ospite politica è stato mai tanto atteso e tanto desiderato quanto il Governo rivolu zionario comunista bolscevico deil'Unione soviettica ha atteso e desiderato di accogliere nella sua rose?» capitale i Rappresentanti del più puro, del più classico Paese capitalistico, borghese, imperialista, opprés^ eore, ecc., ecc., qual'è l'Inghilterra. V'è clii dice, per celia certamente,, che Stalin e le altre bolsceviche' divinità che gli fanno corona, immancabilmente ogni sera si riunissero itì una calda sala del Kremlino, ognuno con una margherita o, ad libitui)i; un garofano freschi fra le dita e ne sfogliassero i petali ripetendo con ansia infinita: «verranno, non verranno ». E pare che parecchie notti siano state trascorse nervose e insonni, perchè l'innocente fiore spesso finiva con la risposta: « non verranno ». Ma ormai queste « ansie « sono passate, ma altre ne sonò so praggiunte non meno preoccupanti delle prime. Se poco fa potevasi chiedere ai petali d'un fiore '« verranno; non verranno? », oggi il respònso che interessa di avere riguarda una più essenziale questione: «faranno, o non faranno? ». L'arrivo di una speciale compatente Delegazione è senza dubbio un primo notevole passo avanti sulla via di una ripresa di relazioni e su quella di una eventuale sperabile intesa economico-finanziaria, che permetta all'Unione soviettica di risolvere, col concorso della Società ca^ pitalistica, i più urgenti problemi dell'economia socialista della Ras sia. Ma ciò non basta, e la venuta di questa Delegazione potrebbe divenire inutile e forse anche dannosa, se il risultato delle conversa-: zioni dovesse essere negativo. • Gli stessi Delegati hanno dichiarato, e ciò si sapeva prima ancora che partissero alla volta di Mosca, che il loro compito è quello di esaminare, discutere '.e proposte sóviettiche, perfino di abbozzare intese e nient'altro. Il resto, il risultato verrà dopo, in un fecondo momento, quando saranno tornati a Londra e assieme agl'Istituti «■ Organizzazioni, che essi rappresentano, f.vraiino potuto vagliare le varie proposte e le varie possibilità, che si raranno prospettate, nel corso delle 'rattafive moscovite, al giudizio dei Delegati. Gli ambienti soviettiei sono in genere di un certo ottimismo, benché parecchi non facciano mistero di qualche preoccupazione, soprattutto sull'entità dei risultati. Si fanno assegnamenti sulla situazione interna dell'economia inglese e sulla necessità e urgenza che avrebbe Londra di provvedersi di nuovi, importanti sbocchi commerciali; si fanno assegnamenti sulle attuali circostanze delle imminenti elezioni politiche inglesi e sulla opportunità per gli stessi Conservatori al potere, di mostrarsi meno intransigenti nella loro politica verso l'U.R.S.S., per togliere un'arma dalle inani degli avversari; e si fanno altresì assegnamenti sull'antagonismo di Londra con Washington. Sono inoltre cause di ottimismo le personali buone disposizioni da cui sembrano animati i Membri della Delegazione, anche quelli più autorevoli e soprattutto la grande buona volontà, che pervade Governo e Istituzioni soviettiche, per cui si è propensi ad accordare le maggiori facilitazioni possibili, a fare il massimo sforzo, pur. di arrivare all'accordo. Però vi sono di quelli che non si fanno eccessive illusioni e nutrono anzi un senso di scetticismo: Sugli assegnamenti degli ottimisti concordano solo in parte, mentre fanno riserve per il resto. Questi che pretendono di essere più obbiettivi e pretendono di conoscere il carattere e la natura degli anglo-sassoni affermano che l'atteggiamento cortese ed amichevole che addimostra oggi la Delegazione non garantisce affatto che questa, ritornando a Londra, non esprima parere contrario, che cioè con l'U.R.S.S. non sia consigliabile di addivenire ad alcuna intesa economico-finanziaria. Quanto poi alla questione dell'antagonismo anglo-americano essi prevengono gli ottimisti soviettiei a non trarre affrettate conclusioni giacchè gli anglo-sassoni sono specialisti per i « compromessi » e Londra ogni qualvolta che non ha potuto o non ha creduto d'impiegare la forza per risolvere questa o quella grave sua, controversia di politica internazionale, è ricorsa sempre alla via' dei «compromessi», che più tardi sapeva tradurre in successo vero e proprio, in soluzione della data controversia secondo gli esclusivi interessi inglesi. Gli americani sono della stessa razza, hanno la stessa mentalità, la pensano in modo analogo e perciò non dovrà meravigliare nessuno se tutto l'attuale rumore, più o meno drammatico che si fa intorno alla tensione di rapporti, anglo-americani, alla difficoltà . insormontabile di risolvere la questione marittima, alla lotta per l'egemonia mondiale si finirà per arrivare a un... «compromesso».' E di tale « compromesso » potrebbe e dovrebbe fare da « obbietto » anche la politica anglo-sassone rispetto alla Unione soviettica. In questo gli scettici non vedrebbero molto di buono, a vantaggio della politica di Mosca, In questa situazione mentre la trattative, anglo-soviettiche si svol¬

Persone citate: Stalin