Spirito d'avventura

Spirito d'avventura Spirito d'avventura a o i e o i e a a e i a e i n o i n n n ro o i a i naaa i ti ri ti uia ei r ti niai i iei o ie ae a La mutata fisionomia dei giornali permette oggi al pubblico dei lettori di dar meno importanza ai piccdli eventi di cronaca e di esser piuttosto al corrente di oiò che avviene nel mondo. Cosi giunse anche alla massa di quella che si chiama opinione pubblica, la conoscenza delle lotte di interessi che si agitano fuori dei nostri confini, dei grandi problemi che si presentano nel campo internazionale, ed insieme anche delle nuove* correnti del traffico, dei nuovi orizzonti della produzione, delle nuov-3 possibilità di risorse economiche,delle, nuove contrade che si aprono allo sfruttamento della civilizzazione. Quello che non semipre esiste è lo spirito per comprendere l'importanza di queste notizie: non esiste sempre, specie in quegli stali sociali che vanno sotto ii nome di « borghesia». Bisogna confessarlo: ne sentivano,un intuivano, ne esperimentavano l'interesse in altri tempi le classi più povere: il bisogno di lavoro e di guadagno, il desiderio di migliorare, il sogno della ricchezza spingeva le nostre masse lavoratrici lontano dall'Italia, oltre i monti ed olitre 1 mari. Ma soprattutto era la necessL. fà elle le spronava ad essere presenti là dove vi era la possibilità di prendere per sè anche una piccola! parte del benessere, che altre copimele potevano offrire. Briciole cadute dalla mensa di Epulone ma per oiò appunto erano da ammirare coi loro che ne andavano alla ricerca anche sopendo a priori di non poter partecipare al grande ba.nchettó. Così nacquero quelle nostre correnti migratorie, che sono piene di storie, di dolori e di miserie pi* che di trionfi e di glòrie, ma che furono una grande prova della vitalità della nostra razza e del nostro popolo. L'emigrazione di lavoratori è di molto diminuita: dal giorno in cui lo leggi contro l'immigrazione di alcnnT paesi più ricchi la rendono difficie, e la politica del Governo tende rinslamente a dar lavoro e guadagno in Italia a quegli italiani che all'estero erano sovente destinati a diventare paria fra i paria. Ma se l'emigrazione di masse non è (possibile e non è conveniente, è necessario invece che un'altra categoria di italiani non si limiti n guardar oltre i confini, ma li varchi con animo forte e coraggioso. Devono essere i figli della nostra borghesia a muovere per le vie del mondo: bisogna che essi siano compresi da quello spirito di avventura che spinge a ricercare nuove mète, maggiori passibilità di risorse, altre fortune; che non li lascia contenti del rimanere in casa a spartire i pochi o molti danari accumulati dal risparmio de-i padri o dei nonni oppure a contendersi in una dura loda quotidiana le poche o molte « buone occasioni » che il Paese presenta. Già è nato e si è diffuso il «sentimento coloniale»: ma non hasìa guardare le nostre Colonie: vi sono altre terre anche in cui vi è mollo da-fare, da organizzare, da guadagnare. Non con facilita, siamo intesi: ma con coraggio, con lavoro, con tenacia. Mercati nuovi si aprono o stanno per aprirsi in Oriente, la civiltà o lo sviluppo economico aumentano in ogni continente arlche là dove fino a pochi anni fa la civiltà sembrava non dovesse mai (penetrare, l'Europa non è più l'unico centro del mondo. Ora vi sono in questi nuovi Paesi posizioni ancora sco. perte che si possono conquistare, iniziative ancora buone che si possono prendere, punti economicamente strategici che si possono occupare. Nel mondo si compie in questo momento una grande evoluzione, si mettono le basi di grandezze futuro e di future influenze, si determinano insieme inizi di decadenze prossime e di future scomparse. In questa vastità e molteplicità di movimenti gli Italiani non possono e non devono rimanere assenti. Occorre che si muovano non i lavoratori, ma i giovani colti, intelligenti, preparati, attrezzati che sappiano e' possano partecipare alle nuove correnti di vita, di attività, di produzione, di commerci che sorgono nei mondo, ed essere In grado dì diventare in un domani prossimo con lai loro capacità ed abilità creatori e dirigenti di nuclei economici, di cenfri nuovi di espansione, di attrazione e di influenza italiana. E intendiamoci: non sono sufficienti a creare questa corrente pressioni o facilitazioni, non servono» soltanto borse di studio o missioni: ufficiali od ufficiose: bisogna che la nostra gioventù forte, colta e ricca impari a varcare le Alpi con la volontà di farsi larcro, di conquistarsi! una posizione, di lottare per vincere; bisogna che la gioventù borghese senta che la realizzazione di questa volontà è condizione essenziale perchè gli italiani stiano nel mondo» quello che devono essere. Quest'alito più vasto e più fecon-> dn devono sentire la classe e le fa« minlie borghesi, ma devono infonderlo anche più intensamente l'educazione e la scuola, in cui si forma il carattere e si forgia lo spirito della generazione nuova. a rri ia, a vul re e se i e Gino Olivetti. L'attività di S. E. Martelli in Tripolitania Tripoli, 10, notte. S. E. Martelli ha proseguito il suo' giro in Tripolitania, visitando Sabratha Vulpla, Marsa Di la, Sorinan e Zauia. Tornato a Sabratha Vulptn, ammirava ivi II teatro romano e gli scavi archeologici, e quindi rientrava a Tripoli. E' ripartito in volo per l'Italia l'on. Maltini, che ha rappresentato il P. N. F. alle cerimonie inaugurali della Fiera. Durante la breve permanenza a Tripoli l'on. Maltini si è recato a depone un fascio di fiori sulle sacre reliquie dei bersaglieri caduti a Glatna El Turk; ha visitato al Garian colla sue grotte trogloditiche, a gli immediati dintorni, e nella zona di Zauln la concessione Gravina, proseguendo per Sfibratila, dove ha ammirato le rovina romane.

Persone citate: Gino Olivetti, Gravina

Luoghi citati: Europa, Glatna El Turk, Italia, Tripoli, Tripolitania