Le Ville Gioiose

Le Ville Gioiose Le Ville Gioiose L'incontro Mussolini-CIiamberiain alla Villa Gioiosa di Santa Margherita a Montici, alle fiorite porte di Firenze, se ha avuto una grande importanza politica, ne ha avuto anche una, e forse non meno grande. Intellettuale, che merita di essere illuminata e illustrata. Questa Villa Gioiosa, ormai storica, non ospitava per pura combinazione lai figlia di Slr Austin Chamberlain. Da qualche anno vi convengono per lunghi soggiorni alcune delle più nobili, ricche e « diplomatiche » rappresentanti dell'alta società britannica, giovani signorine che vogliono imparare a conoscere l'arte, la letteratura, la storia d'Italia ad una scuola che non ha nulla di precisamente scolastico, ma è guidata e diretta, secondo un felice programma pedagogico e con un fervido senso d'itwlanità, da una gentildonna piemontese: Perside Lunati La Lunati ha dimorato a lungo In Inghilterra, insegnando in eminenti collegi femminili lingua e letteratura italiana e ottenendo in questo suo Insegnamento successi così considerevoli per lei e per il nostro Paese che, tornata in Italia, ella non ha saputo resistere ai richiami della sua vocazione e alla eredità di affetti che aveva lasciato in Gran Bretagna, e si è risolta a continuare il suo apostolato di italianità, nella città che più le è parsa adatta a ricevere e a far fruttificare i pellegrinaggi delle sue giovani amiche inglesi in cerca delle bellezze della nostra terra e della nostra cultura: Firenze. Cosi nacque l'istituzione della Villa Gioiosa, dove young ladies della migliore società britannica, affidate alle cure d'una italiana, vengono ad ap prendere .la nostra lingua e a studiare la storia della nostra arte e della nostra letteratura, prendendo diretto contatto col nostro suolo e dipartendosi volentieri da Firenze per ogni città storica Italiana dove parli il nostro genio e il"nostro pensiero. Villa Gioiosa è una antica villa toscana e italiana, l'ospitalità che essa offre è Italiana, 1 docenti illustri che coadiuvano a quando a quando la signorina Lunati 60no italiani e parlano in italiano alle loro discepole entusiaste dell'Italia. Insisto su questo carattere d'italianità, dato e conservato opportunamente alla casa ospitale, perchè è questo carattere che differenzia la Villa Gioiosa, ormai celebre, da numerose altre ville anch'esse non meno gioiose, ma meno italiane che costellano i dintorni ameni di Firenze' e perseguono quasi simili scopi, trasformate in altrettanti collegi femminili, dove signorine americane ed inglesi sono accolte, magnifiche e primaverili « ospiti paganti >, a studiare la nostra lingua e la nostra cultura, ad affinare in terrl torio italiano la loro educazione. In queste altro numerose ville il carattere nazionale americano ed inglese k strettamente conservato. Le ospiti devono avere la sensazione di essere ancora in patria, in un collegio americano od inglese trasportato per incanto In Toscana. Ciò, s'intende, non menoma conside revolmente per noi l'importanza di que stl liberi ed ameni istituti. In tutti quelli che conosco, l'amore per il nostro paese vi è coltivato con passione, la nostra lingua vi è appresa con diligenza, la curiosità femminile per i nostri costumi, le nostre raccolte d'arte, le nostra feste tradizionali, le nostre personalità rappresentative in ogni campo, è tenuta costantemente accesa anche in un ambiente totalmente straniero e con un vantaggio per il nostro paese su cui è, bene In sistere. E' un fatto che da questi più o meno esotici focolari d'italianità, da queste • ville gioiose >, si dipartono ogni anno sciami di giovani donne, future madri domani, che portano nel mondo una conoscenza dell'italiano e degli italiani attinta alle fonti genuine, propagandiste eccezionali e piene di fervore, per le quali l'Italia non è solo un ricordo storico ed artistico, una memoria turistica e libresca, ma un fatto vivente una realtà constatata, una gioia goduta. Per avere un'idea di ciò che queste giovani donne potranno domani per l'Italia bisogna aver veduto con che piacevole accanimento esse si danno allo studio della nostra lingua per più ore al giorno, con quanta compiacenza esse cominciano a parlare in italiano con italiani di cose italiane, con che orgoglio esse si vantano, ad un certo momento, 'di comprendere fi nalmènte autori italiani anche moder nissimi, nel loro testo, di ppter vivere e rivìvere la nostra storia Intendendo il nostro popolo antico ed attuale. E' per tutte loro, senza eccezione, veramente la scoperta d'un 'tesoro che non aveyano preveduto cosi grande, una realizzazione maggiore di qualsiasi promessa, un bene che esse-diffonde ranno domani ai loro compatrioti, non per un compito doveroso di raccontatrici, ma per un istinto e un bisogno d'amore e di giustizia per noi. Nè è da credere che la curiosità di queste giovani si esaurisca colla lingua, l'arte, la letteratura. Io ho visitato ieri uno di questi istituti, un collegio americano di recente fondato in un'altra villa sulla collina flesolana, dova signorine d'ogni regione degli Stati Uniti e perfino delle Isole Filippine, magnifico campionario vivente d'ogni bellezza transoceanica, s'intrattenevano con professori e studiosi italiani di filosofia e di politica, interessandosi perfino alle nostre nuove forme parlamentari e alle nostre nuove esperienze sindacali, e ai nostri nuovi ordinamenti scolastici. Vi assicuro che nessun propagandista ufficiale mandato in America potrà valere più di quanto varranno, a prò' del nostro Paese, queste signorine, abituate ormai a discutere con noi del nostri problemi, a risolvere con noi i loro dubbi, a misurare con noi le loro diversità sociali, polìtiche, intellettuali. Esse agiranno d'ora innanzi verso dì noi con spirito di perfetta reciprocanza, per rendercnon un omaggio retorico, ma la ricompensa del bene che hanno trovato presso di noi e con un disinteresse veramente sincero perchè ognuna di loro ha fatto della causa italiana una causa giusta da difendere contro ogni avversario e contro ogni prevenzione. Quanto più penetro in questi collegitanto più m'accorgo che i buoni frutti italiani che ne vediamo, e ne possiamo sperare per il futuro, derivano e deriveranno in gran parte anche dalla perfetta libertà e spontaneità con cui essi vengano impiantati e diretti. Le direttrici che ne hanno preso l'iniziativa e vi sopralntendono hanno ciascuna un loro modo particolare di assolvere 1 loro doveri di ospitalità e di accostare la lóro scuola agli spiriti e alle forme della vita Italiana. Esse portano tutte, in questo, il ricordo e la tradizione della loro nativa indipendenza scolastica, la quale si rifiuta alla rigorosa eguaglianza dei program mi d'insegnamento, evade da ogngretto curricolo pedagogico e disciplinare, accorda volta per volta la scuola alla scolaresca e sa armonizzare la vita sociale e mondana ai programmi di studio, tenendo conto delio stato dpreparazione e dei bisogni personaldelle allieve. Non sono cosi Ingenuo da credere che l'amore del lucro non rientri affatto nella creazione di queste istituzioni, verso le quali le » ospitpaganti » non lesinano il loro pagamento, e neppur da pensare che non vi rientri la moda, la quale oggi fortunatamente prescrive che le giovananglo-sassoni vengano a compiere la loro educazione in Italia e preferibilmente a Firenze. Ma se questo guadagno e questa moda incoraggiano e rendono più disinvolte le iniziative delle « ville gioiose », non saremo noi a lamentarcene, se la loro operosità ridonda a nostro beneficio. Noi abbiamo anzitutto l'interesse chquesti lieti centri femminili d'italianità prosperino il più possibile, si accasino dove meglio giova alla loro salute, e si atteggino il più variamente che possano. Il che non vuol dire, deresto, misconoscere del tutto l'opportunità d'una nostra sagace collaborazione all'opera che, per il nostro Paeseper la nostra cultura, essi van compiendo. Noi dovremmo certo, non solo ammettere l'importanza che tali centrpossono vantare, ormai, per una ben intesa e proficua propaganda italiana all'estero, ma cercare anche di favorire gli sforzi che essi cominciano a fare per giovarsi anche di elementi italiani nella loro opera di studio. Non si dovrebbero, per carità, mettere talistituti sotto egide universitarie italiane 0 sottoporli a qualsiasi' altra forma di nostra catechizzazione, ma si dovrebbero indurli a giovarsi liberamente di autorevoli aiuti italiani, metterlpiù a contatto con studiosi italiani, incoraggiarli ad uscire, ove occorra, daloro continuato insularismo. Se qualcuno di questi istituti, insomma, si esilia ancora troppo in se stesso 0 non indulge che ad una compagnia coloniale, incoraggiarlo a porsqualche volta anche in un'atmosfera italiana, avvicinarlo delicatamente al la vita intellettuale e sociale italiana, sarà compito da seguire e sarà compito certo graditissimo anchalle ospiti gentili che vi si sono temporaneamente accasate, perchè uno demeriti speciali di queste ospiti signorine è che esse sentono qui in Italianon la nostalgia delia loro patria, ma proprio la nostalgia dell'Italia e, se slamentano talvolta tra noi, è di non conoscerci più di quanto ci conosconodi non penetrare nella nostra società e nella nostra vita più di quanto sia loro permesso dd penetrare. Ora che Mussolini stesso ha battuto alle porte d'una di queste « ville gioiose », riconoscendone apertamente il significato di alta e vivace italianità e consacrandone l'ospitalità intellettualeè tempo che si conosca pubblicamente 11 benefizio che ce ne viene e che anche l'Italia, a quando a quando, vi entri anche in gradita veste di consigliera, se non vi è ancora entrata. Aldo Sorani.

Persone citate: Aldo Sorani, Austin Chamberlain, Lunati, Mussolini