Esercito e parlamentarismo

Esercito e parlamentarismo Esercito e parlamentarismo Lettera aperta del generale Noguei al Ministro della Guerra francese Parigi, 9 notte. Vi trasmettiamo, astenendoci da ogni commento, la seguente citazione de La l'rance Mililaite, riportata oggi dalla Libertà: ■ La l'rance MUUalre ha pubblicato una lettera aperta al Ministro delila Guerra la cui importanza, che si può qualificare eccezionale, è data dal fato che firmatario è il generale di divisione Nogues, uno dei grandi Capi del nostro lisercito coloniale, degno continuatore dei Lyautey e dei Mangin. Mi contenterò di citare i passaggi essenziali di questa' lettera che ogni commento indebolirebbe: «Tutti gli anni — scrive il generale Nogues — voi chiedete, signor Ministro, un rapporto sullo stato morale del nostri quadri, ufficiali e sottullloiali. Desidero farvi qui questo rapporto con piena sincerità, senza nulla esagerare ma senza nulla nascondere, con la profonda conoscenza della situazione e degli uomini che mi viene dal comando esercitato per lunghi anni, con la franchezza che comporta un carattere che nessuna responsabilità ha mai fatto remare e con amore assoluto per la nostra bella Patria alla quale ho sacrificata la mia vita (95 % di invalidità). Ancora due o tre sedute del Parlamento come quella del 15 marzo, ove dalle 14 alle 6 del mattino l'Esercito è stato coperto di oltraggi, ed il divorzio sarà completo tra l'Esercito della Francia ed una parte importante della rappresemanza nazionale. Se l'Esercito sta zitto, non si deve concluderne che si possa calpestarlo e schiacciarlo senza provocarne una legittima reazione. L'Esercito ascolta, legge, soffre ed 1 suol sentimenti sono tanto più sentiti in quanto che sono compressi dalla disciplina. Se certi deputati specialisti dell'ant'lmili'tarismo udissero gli epiteti loro rivolti si chiederebbero che cosa potrebbero fare • i bruti nati ■ se fossero liberati dalla disciplina? militare I Comunque, il senso della tradizione li ha fatti fino ad oggi tacere. Ma noi andiamo incontro ad un'ora piena di pericoli, giacché una 60la pa- rola corre oggi in tutti i comandi militari: t Bisogna che ci difendiamo da noi stessi 1 •. Questa frase, dovuta all'esasperazione, è gravida di conseguenze. Dovremo correre a difenderci, perchè il Governo ci avrà sacrificati alla vendetta dei comunisti, e del loro alleati. Che fare'/ Dobbiamo forse Imitare i maestri od i postelegrafonici, i cui sindacati, perfettamente illegali ma energicamente organizzati, sono tollerali dalia debolezza dell'Autorità di cui sembra che tutti gli agenti dello Stato possano abusare a loro volta? Che avverrà della Francia se tale sventura si verificherà? Poiché è proprio la Francia, la disgraziata! che vi perderà onore e sicurezza, Noi ci avviamo verso un « pronunciamento », finché un capo più energico degli altri ne farà uno a suo profitto. Rileggete la storiai L'Esercito mormora. E' di questo, signor Ministro, che io ho voluto lealmente avvertirvi. Esso è deciso a difendersi con i 6uoi propri mezzi perchè le leggi stesse, deboli in modo ridicolo, non lo proteggono più. Verrà un giorno in cui voi rischierete di trovarvi tra l'Esercito nazionale malcontento e l'esercito rosso francese (?) di Vaillant-Couturier, a cura del quale è 6tato stampato a Parigi il 18 marzo: « L'insurrezione è un'arte; la principale regola di quest'arte è l'offensiva audace fino alla disperazione, decisa, senza ritorni I Noi dobbiamo ripetere su tutti i toni la necessità dell'offensiva intrepida e dell'attacco a mano armata, la necessità della lotta più energica, e, per l'Esercito esitante, la soppressione dei Capii ». Queste parole si leggono tranquillamente nelle strade! Bisogna davvero ohe U Governo non tenga in alcun conto l'intelligenza dei quadri militari, per non rendersi conto dell'effetto di questa letteratura sui « soppressi di domani » ! La Russia sovietica ha provato, massacrando i quadri del vecchio Esercito russo, che non si tratta di fiori retorici! Signor Ministro, 6 tempo: volgetevi a questo Esercito che soffre, difendetelo; oppure la Repubblica e la Francia, insanguinato ancora una volta, saranno in pericolo •. « Tale è l'avvertimento, dato a nome dell'Esercito francese, — conclude la Liberio — dalla voce di uno dei suoi più eccelsi e amati Capi al Governo della Repubblica. Auguriamoci che questo avvertimento giunga ancora in tempo 11.

Persone citate: Mangin, Vaillant

Luoghi citati: Francia, Parigi, Russia