La politica estera della Romania nelle dichiarazioni di Mironescu

La politica estera della Romania nelle dichiarazioni di Mironescu La politica estera della Romania nelle dichiarazioni di Mironescu rapporti con la Russia , • la questione degli optanti Parigi, 9 notte. Il Ministro degli Esteri rumeno, signor Mironescu, è partito questa sera Ida Parigi per qualche giorno di riposo prima di recarsi a Londra. Durante la sua dimora in questa capitale, egli ha avuto importanti conversazioni coi membri dei Governo francese e iu particolar modo con Briand. Mironescu ha brevemente esposto ad un rappresentante del Matin le decisioni che egli ha dovuto prendere, per le gravi questioni rimaste in sospeso al momento della 6ua assunzione al potere e par quelle improvvisamente sopravvenute. Tra queste ultime c'è stata, innanzitutto, la proposta fatta da Litvinow alla Polonia, allo scopo di concludere una convenzione per mettere subito in vigore il patto Kellogg:. Dal patio Kellogg al protocollo Litvinow'« 11 2 gennaio scorso — ha detto Mironescu, la Polonia mi ha comunicato la proposta sovietica, insistendo in modo amichevole per avere la mia opinione entro le *4 ore. La Polonia era, per 11 momento, la sola Potenza che aveva ricevuto la proposta, lo ho dichiaratoIn primo luogo, che non avevo nessuna obbiezione di principio contro l'accettazione dell'offerta moscovita. In secondo luogo, ho espresso la speranza che questa accettazione non avrebbe disuniti per nulla i due Paesi alleat(Polonia e Romenia), ed ho dettto che non soltanto noi potevamo aderire algatto, ma che sarebbe stato desiderane vedervi aderire anche altri Paesi limitrofi della Russia sovieticaIn terzo luogo, ricordandomi delle riserve fatte dai Sov.ieti circa il patto Kellogg, ho espresso l'opinione che la nostra interpretazione di questo patto dovesse rimanere in ogni caso conforme a quella dei principali promotordello stesso, e cioè, anzitutto, della Francia e degli Stati Uniti. Tenevo pure molto — poiché l'occasione sa ne presentava — a far constatare che inostro Paese è in stato di pace con la Russia, malgrado le polemiche degiornali sovietici i quali pretendono che le nostre relazioni non possanchiamarsi nè di pace nè di guerra1. Ho dunque chiesto che si facesse inserirnel preambolo che l'accordo in questione aveva per scopo di « mantenere la pace esistente'», e questa formula è stata accettata. Cosi in nessun momento è stala fatta allusione alle rivendicazioni della Russia sovietica sulla provincia romena della Bessarabia. Su questo punto non c'e luogo a discussioni, perchè i trattati ci hanno assegnata questa provincia a titolo definì tivo. Ma, quantunque le nostre relazioni diplomatiche con la- Russia non siano state riprese, vi è un fatto nuo vo: che, cioè, per nessun motivo — compresa la questione della Bessarabia — i Soviet! possono attaccarci senza mancare non soltanto ad un patto generale, ma ad una convenzione chessi stessi hanno proposto. Io ritengo che si sia fatto così un autentico progresso. «Le trattative con l'Ungheria la via di conclusione »« Un'altra questione pendente — ha proseguito il Ministro — è quella degloptanti. Seguendo il Consiglio della Società delle Nazioni, di cercare cioè un accordo pratico, abbiamo intavolato dei negoziati ad Abbazia ed a San Remo. Noi riteniamo che l'Ungheria debba intervenire essa stessa per convincere all'accordo gli elementi ungherespiù irrequieti. Noi, per parte nostrasiamo disposti a facilitare al Governo •ungherese l'accordo. Dopo i due incontri- precedenti, i nostri rispettivi delegati stanno ora discutendo a Vienna equantunque l'affare non sia ancora liquidato, ritengo che sia in buona via di soluzione. « Vi citerò poi, a semplice titolo dricordo, i negoziati sul prestilo che imio Governo ha condotto a buon fine e grazie al quale stabilizzeremo la nostra moneta; nè dimenticherò la convenzione del Danubio, vecchia questione che abbiamo potuto risolvere coqualche concessione compensala riparecchi vantaggi. Se voi ricordate ch11 mio Governo è stato il primo aaderire alla formula di arbitrato preconizzata dalla Società delle Nazioni, se badate alla nostra convenzione cogli Stati Uniti, potrete vedere — hconcluso Mironescj. — che non siamstati inattivi e che. In particolnr modo il mio Ministero non ha cessato dlavorare dopo il nostro arrivo al potere ».

Persone citate: Briand