Gli inquilini con prole e l'ostruzionismo di certi padroni dii casa

Gli inquilini con prole e l'ostruzionismo di certi padroni dii casa In difesa delle famiglie numerose Gli inquilini con prole e l'ostruzionismo di certi padroni dii casa Una serie di proteste di inquilini -- Una necessità: smascherare i padroni di casa che non vogliono bambini e facilitare la ricerca di alloggio ai padri di famiglia con numerosi; prole Ci è già accaduto su queste stesse colonne, e non più tardi dello scorso dicembre, di segnalare alcuni cosi — a noi riferiti con lettere documentate dagli etessi interessati — di padroni di casa i quali, con l'uno o con l'altro pretesto si adoperano per ostacolare in tutti i modi l'alfitto di appartamenti a famiglie con prole numerosa. Non abbiamo mancato allora di pubblicare qualche lettera di quelle famiglie che si rivolgevano a noi per esporre i loro singoli casi dolorosi e render note le loro proteste, e abbiamo manifestato l'augurio che si trattasse di casi sporadici, di tristi e deplorevoli eccezioni indegne di una categoria di cittadini di prima linea, qual'è quella dei proprietari di casa. Siamo stati informati che la stessa Associazione dei proprietari aveva dichiarato altamente riprovevole e passibile di severe punizioni, il contegno di quei padroni di casa, 4 quali, di fronte a famiglie con molti bambini, non avessero facilitato in ogni maniera l'affitto degli appartamenti. Sappiamo pure che l'autorità prefettizia è stata ed è a tal proposito pronta all'intervento in tutte quelle circostanze che le venissero fatte presenti dagli inquilini, con dichiarazioni giustamente e debitamente controllate e che risultassero rispondenti alla realtà dei fatti. Sembrava adunque che i casi citati fossero stati veramente soltanto eccezioni e che esempi di così vituperevole anti-italianità non si dovessero verificare più. E' accaduto invece che, nello spoglio della enorme quantità di corri 6pondenza pervenutaci nelle scorse settimane di mamme e padri di famiglia chiedenti consiglio ed ausilio per la salute delle loro oreature, più volte ci sia occorso di leggere racconti di situazioni pietose o addi rittura insostenibili nei riguardi dell'abitazione. Una gran parte di quel le lettere conchiudevano col chiedere un suggerimento o un'indicazione qualsiasi per la ricerca d'un alloggio appena rispondente alle indispensabili'necessità d'una famiglia con prole. Il malanconico e a volte straziante ritornello era, press'a poco, il seguente : « Abbiamo ormai tentate tutte le vie, d siamo rivolti dovunque fosse stato sperabile trovare una situazione meno squallida, ma a nulla siamo riusciti. Abitiamo ora in una stanza umida, buia {oppure: in un locale senz'aria); oppure-, (.ini una misera soffitta) dove viviamo, costretti in uno spazio Insufficiente, sei persone: padre, madre e quattro bambini {al posto di quattro molle volle era scritto 5 oppure 6 od una cifra anche, maggiore). Come trovare un alloggio appena decente, che offrisse condizioni igieniche possibili? Abbiamo percorso chilometri e chilometri per le lunghe arterie dei quartieri popolari e per gli smisurati stra dali della periferia, ma ci è stato impossibile aggiustarci. E in molli luoghi abbiamo compreso d'essere stali rifiutati da certi padroni di casa perchè avevamo troppi bambini ». Ora, tali proteste, che a noi sono sembrate sincere, di semplici operai, di padri di famiglia, peri quali l'unica grave difficoltà per trovare alloggio era, nel concetto di quei tali padroni di casa, l'essere accompagnati da prole troppo numerosa, ci hanno persuaso che la mala pian ta non è sradicata, che vi sono ancora in Torino, nella civilissima e benefica Torino, persone facoltose capaci di posporre il bene della Patria al loro tornaconto personale e di commettere, ostacolando la ricerca di alloggi agli inquilini con prole, oltreché un atto di brutale egoismo, un gesto aperto di opposizione alla sacrosanta campagna demografica del Regime. Contro questo stato di cose è nostro dovere reagire immediatamente, con la massima energia. Ed è dovere anzitutto degli inqui lini di informarci dei casi di questo genere, che siano a loro conoscenza, senza reticenze ma nello stesso tempo senza esagerazione. Quando risulti a uno qualsiasi dei nostri lettori che un padrone di casa abbia opposto difficoltà (se pur non direttamente, anche solo accampando scuse diverse) alla accettazione di inquilini con prole numerosa, quel lettore compirà il suo dovere d'italiano e di fascista se ce lo segnalerà, corredando naturalmente la segnalazione con prove già documentate o documentabili nel più breve tempo. In un periodo in cui tutti gli Ita¬ liani degni di questo nome, dal grande industriale al modesto lavoratore, ciascuno nel proprio campo e nell'ambito delle proprie forze, collaborano con disciplinato entusiasmo alla politica demografica del Regime, non può ammettersi che debba vivere indisturbato chi, per salvaguardare la tranquillità della propria esistenza pantofolaia, pone intralci e inciampi alle sistemazioni nei suoi alloggi delle famiglie numerose. *•** La situazione deve essere capovolta. Mentre prima era più facile la ricerca dell'alloggio ai coniugi senza prole o, ad esempio, con un solo bambino, ora invece per questi la sistemazione deve divenire più difficile, esser subordinata a quella delle famìglie con prole. Le famiglie numerose devono avere la precedenza, anche in questo caso, anzi soprattutto in questo caso. Attendiamo adunque dagli stessi inquilini il mezzo di reagire efficacemente contro il deprecato fenomeno. Ripetiamo: l'inquilino padre di famiglia, che sia convinto come il fatto di avere molti figli gli renda più difficile la sistemazione, e ciò per l'ostruzionismo colpevole di qualche padrone di casa, lo dica apertamente, lo scriva, indicando nomi e cognomi, senza tema di rappresaglia. Egli avrà a sua tutela l'azione immediata dell'autorità, ( acquisterà la gratitudine della gran de maggioranza dei proprietari di casa stessi, che sono e tengono ad essere buoni italiani. 7 padroni di casa che non voglio no bambini non sono degni di essere inquadrati insieme a quegli ottimi proprietari che — come abbiamo recentemente più volte constatato — hanno preso iniziative di premi o di condoni d'affitto per gli inquilini allietati da nascite. Essi sono degni, almeno, del confino. Il fenomeno non è, del resto, solamente torinese. L'altro giorno la Nazione di Firenze deplorava vivacemente in uno stelloncino di cronaca il contegno dei padroni di casa contrari agli inquilini con prole. E' quindi una campagna nazionale che si rende necessaria: campagna inesorabile, risolutiva, eevera. Noi, dal canto -nostro, la solleviamo per quanto riguarda Torino 6 contiamo, per condurla ad efficaci risultati, sulla collaborazione dei iettori. Abbiamo ancora presente quanto ci scriveva il 6 dicembre scorso la signora Gisella Coppi Zangelmi, che è madre di tre figli ed abita nella nostra città. Citiamo la lettera perchè presenta uno degli aspetti del problema, che è più complesso di quanto possa apparire e che non riguarda, come si vede, esclusivamente i padroni di casa: « M1 permetta due parole a proposito della campagna contro i padroni di casa che non tollerano bambini. « Il più delle volte tale intolleranza è cagionata dalle quotidiane lagnanze dell'inquilino di sotto, che non sopporta i figli altrui. Si pretende il massimo silenzio di giorno; guai se la pace notturna è turbata da qualche 6trillol I cari signori tirano le coperte sulle orecchie per non sentire « l'odioso marmocchio che strilla > e maledicono la mamma del piano di sopra che si al za, calla il suo piccolo, cerca mille mo di per quietarlo e non piglia sonno che quando lui già sogna. « Al mattino questi signori amanti del quieto vivere troveranno la mezz'ora por scrivere al padron di casa l'ennesima lettera consigliandolo di agire energicamente a carico deila famiglia che ha Agli. « Che cosa sono i nostri figli? Quando finiranno queste idiote interpretazioni del comodacelo proprio che sono una offesa alla natura? E' ora che finisca questa campagna indegna; si denuncino i casi, si bollino come si conviene e diminuiranno di molto i padroni di casa che non tollerano bambini. « Ecco un esempio: io abito al terzo piano. Ho tre figli: uno di 13 anni, uno di 11, l'ultima piccola di 12 mesi. Sotto di me sta una zitella, col fratello di adeguata eia, celibe. Orbene: costoro hanno iniziata la campagna conrro la mta piccola da quando essa è nata: l'hanno seguita passo a passo ed ogni sua notte inquieta ha segnato la data d'una protesia al padron di casa. Ora poi che mia- figlia comincia a camminare, gridano allo scandalo. « Siamo chiari: che si possa oggi, in questo nuovo fervore di vita, vivere da sè e per se, è già cosa indegna. Che si possa tentare di soffocare la vita nei figli degli altri, è egoismo ».

Persone citate: Gisella Coppi Zangelmi

Luoghi citati: Firenze, Torino