Il crak Pescarmona

Il crak Pescarmona i reoo1588i Il crak Pescarmona (Tribunale Penale di Torino) Un personaggio balzacchiano fu definito il dott. Prospero Pescarmona di 50' anni, da Asti, quando la sua indiavolata attività affaristlco'banearia venne in luce dall'indagine che consegui al suo crak clamoroso. Oltre dieci milioni di passivo e meno di due di attivo; ecco le cilre che determi nano la entità del dissesto, intono alle cui singolari ed eccezionali caratteristiche tanto si è già avuto occasione di dire. Ma se queste cifre co stituiscono per così dire il corollario di tutti i rilievi che si poterono fare sulla febbrile ed arruffata attivila del Pescarmona, concorrendo in non esegua parte a colorire ed a caratterizzare la figura del vulcanico finanziere astigiano, alla luce della ribalta giudiziaria, ieri egli è apparso privo di ogni alone romanzesco. Una teoria di accuse Tarchiato, i grossi baffi spioventi ed 31 viso che conserva un colorito bron zeo a dispetto del lungo periodo trascorso nella cella del carcere (il Pescarmona è detenuto dal 14 maggio 192?) egli non ha fisicamente alcunché da farlo accostare al protagonista di un romanzo moderno. Ben 'lungi dall'aver l'aspetto del » busines = man » dei tempi moderni, egli può of irire invece il perfetto ritratto del la: tore di campagna, o per riferirsi più strettamente alla sua personalità (il Pescarmona e anche medico chirurgo; quello di uu pacillco medico condotta ài un comuneiio di campagna, assente al ritmo impetuoso delia modernità Le accuse che pesano su di lui sono svariate e gravi. Per precisarle o-ccoi rerà ricordare sommariamente che il Pescarmona si era ingollato in Uue specie di specuiaziuiii: i una consisttii te uell acquisto e nella rivendita ù: beni immobili, e cioè case coloniche, ville, terreni minerari!, aree iuuurica bili, ecc., l'altra cuiisistenie in una influita di operazioni bancarie, da quelle di sconto alla creazione di buoni fruttiferi, alla emissione di « eheques -. alla creazioni di cambiali di minuzia oriento, al rilievo di diverse banchi, il tutt* escogitato e tentato pei sor reggere e puntellare le audaci specu Uizioui immobiliari, In tre organismi bancari! il Pescarmona si trovò interessato in modo precipuo dal VJ12 al Htì7. Rilevatario e consolidatario deila Cassa Agricola di San Secoi.uo d'Aòti e deila Cassa di Sconto di 1 orino, egli ebbe poi le azioni della Banca di Credito Agricu.-u Commerciale di Chivasso, di cui lini coL'essere amministratore delegato e proprietario, ijuesia Banca lu uien.araia fa.lna il ó uiayg.o l'Jiì, ed ai dissesto dell'istituto (cne raccoglieva i appositi di un migliaio di risparmiatori) segui il dissesto in proprio dei Pescarmona. Dall' attività spiedata nella gestione di questi organismi bancaru, i quali, per altro, di isuiuii bancaria avevano soltanto il nome, essendo ne.la realità Banche di comodo, di proprietà del Pescarmona, scaturirono a carico di lui le imputazioni di bancarotta* semplice e fraudolenta; di truffa per valore assai rilevante in danno della Banca di Selene di Milano; dii truffa per va.ore rilevante in danno della Banca Fratelli Uogliani di Montatilo; di falsila in cambiali; di falsila, per avere determinato i notai Barisone d Pistoia ad apporre a tergo di cambiali la falsa attestazione che erano garantite da ipoteche di primo grado, di emissione di assegni a vuoto. Questa ultima imputazione, che riflette la emissione di un assegno per 67.750 lire, fatta il 15 luglio 1925, con pagamento a dieci giorni data, sulla Cassa Agricola di San Secondo di Asti, senza che esistesse prpsso '.a Manca alcuna somma disponibile, fu esiesa anche ad uno zio de! Pescarmona : Paolo Sazia, di 74 anni, da Asti. Per una diecina di persone, che erano stale coinvolte dapprincipio nell'istruttoria, si ebbe invece il proscioglimento. Eccezioni procedurali Come in tutti 1 processi macchinosi e «complicati, il dibattimento a carico de! Pescarmona, iniziatosi ieri manina dinanzi alla Sez. 7.a del Tribunale (Pro. il cav. uff. Zànotti, P. M. il cav. De Majo) ha avuto un esordio dedicalo alla trapazione di talune questioni procedurali! Questo dibattito ha occupato Titolerà udienza antimeridiana. Esso è stato sollevato dai difensori del Pescarmona; avvocati Farinelli e Del Vecchie di Milano, costituitisi in Collegio coi difensori del Sazia, avv. Grassi e on.Ir Bertacchi, tostochè si ebbero le costini zion! di Parte Civile. Per i! fallimentorappresentalo dal curatore prof. SsrazZI, Si costituì P. C. l'avv. Quaglia, iquale preannuncio anche la co.-iituzio ne di Parte Civ. del Setificio Santoni brogio: per i Fr.lli Montaldo si costimi P. C. l'on. Viilabrona, e per la Banco delle Seterie di Milano l'on. Fea e J'avv. Romita di Milano. Ma le eccezioni sollevale dalla Difesa vennero respinte tutte dal Tribunale. Ksse ri guardavano l'incompetenza del Tribunale di Torino a giudicare di reati cornine;si in numero eguale a Torino e ad 'Asti, lo stralcio per i reati di bancarotta e l'opposizione a talune costituzioni di P. C. 11 Tribunale ha ritenuto che i reati commessi dal Pescarmona fossero stati consumati in numero prevalente a Torino, ed ha escluso quindogni! conflitto di competenza. Per le altre eccezioni ha dichiarato infondate le radon! prospettate per sostenerleIn ■ limine litis » si è avuto anche un avvenimento che ha determinalo l'allontanamento dell'imputato a piede libero: il settuagenario Paolo Sazia. Per costui fi P. M. ha chiesto al Tribunale di dichiarare estinta l'azione penale per amnisiia, ricadendo il fatto che gli era attribuito sotto il beneficio del decreto 31 luglio 1925. 11 Tribunale ha quindi dichiarata estinta l'azione penale per l'imputazione di emissione di assegni a vuoto (comune al Sazia ed al Pescarmona) ed 11 Sazia ha lasciato subito l'aula. e e o o è Si procede così all'interrogatorio del dott. Prospero Pescarmona, Pres.: — Incominciamo dall'imputazione di bancarotta semplice, bei p incolpato di non aver tenuto 1 libri prescritti e di avere consumato notevole paite del suo patrimonio in operazioni di pura sorte. Cosa ha da dire in sua difesa? L'esposizione difensiva dell'imputato L'imputato non vuol rispondere isolatamente su questo punto. Egli ritiene di dover premettere alla sua difesa una narrazione sintetica delle sue vicende. Pres.: — Non è necessario. Si difenda da questo addebito. La sua vicenda la conosciamo. Imp.: — E' inutile, piuttosto rinuncio a parlare. Se ne sono dette tante iirtoruo a questo mio affare che non posso non spiegare ogni singolo episodio della mia attività. Pres.: — Dica, allora. Il dolt. Pescarmona intraprende quindi una prolissa esposizione alla quale premette queste dichiarazioni: — E' verissimo che io non ho rinviato la assemblea degli azionisti della Banca di Chlvasso. Tuttavia i libri sono stati tenuti. Ma devo spiegare che quando conobbi la reale situazione di quella banca io ini sono trovato in un bivio doloroso: o rassegnare il bilancio al Tribunale o andare contro la legge per salvare la situazione. Avevo in corso in quel tempo trattative per la sisiemazione gciieaale ed ho preferito attendere. Pres. : — E perchè si e ingolfato in operazioni di pura sorte? Imp. : — E' necessario che io spieghi perché mi sono reso rilevatario della fianca di Chivasso. Allo scoppio della guerra io ero a capo di un pie colo istituto bancario, che pensavo di conglobare con altri per dare vita ad un ente di una certa importanza. In quel tempo il Pontefice aveva inibito ai sacerdoti di occuparsi delle Casse Burali, e per questa ragione taluni di quegli Istituti erano suscettibili di essere assorbiti. Ma venne la guerra ed io non potei attuare il mio piano... 11 dott. Pescarmona prosegue dicendo che dopo Caporetto fu colpito dal fenomeno che si verificò in Italia, col tracollo deó valori. Molti si liberavano delle proprietà, ritenendo che il valore degli immobili dovesse decrescere. Egli invece fu d'opinione couiraria: non disperava della Patria e pensava che dopo la bufera i valori avrebbero ripreso il loro corso'. Cosi acquistò parecchi immobili, sui quali accese delle ipoteche per poter acquistare altri beni. I fatti gli dimostrare no che ih economia aveva visto giusto Senonchè. nel dopo-guerra, si ebbero ilei periodi torbidi: gli scioperi, lp giornate rosse, che furono cagione per lui d; danni incalcolabili. Comunque comprò sempre, rivendendo ben poco. La cura delle proprietà lo assorbiva completamente, così da fargli dimenticare la Banca che gestiva in Asti Tuttavia, poiché urgeva, si preoccupò di mettere a posto anche la Banca, fondendola — anziché liquidarla — con un istituto di una corta importanza. Trailo col conte Barbaroux di l'orino per il rilievo della Banca di cui questi era proprietario, e l'affare venne concluso. Pres. : — Su che basi ? — Fu patluiìa per il rilievo la somma d: 10y mila lire. Pres.: — E la pagò? — Si. in denaro. E l'imputato prosegue dichiarando che dopo il rilievo dell'istituto gli inccò una delusione. La Banca cedutagli dal conte Barbaroux era una Banca a base personale, inadatta al lo scopo per cui si era deciso a rilevarla. Avviò altre trattative e per consiglio di un leuale di Siena, trattò l'assorbimento della Banca dell'Ualia Centrale. Sborsò per questo 2im mila lire, senza riuscire tuttavia ad ottenere le azioni che gli erano state promesse. Andato a monte questo affare, ebbe in seguilo occasione di esporre il suo piano di. raggruppamento bancario al comm. Vittorio Dialto, ora defunto, proprietario della Banca di Chivasso. 11 rilievo di questa Banca fu concluso ed egli subentrò nella gestione dell'istituto. E l'imputato prosegue nella sua esposizione difensiva, soffermandosi su episodi minuti e su particolari operazioni di indole tecnica, per confuta re le accuse che gli sono rivolte. 11 processo sarà ripreso lunedì e proseguirà per una quindicina di giorni. rgscpsdmncvrpsPBcgtTgrblcvulmvctsccntsld