La Squadra mobile della Questura e la squadra investigativa dei Carabinieri scoprono e arrestano una pericolosa associazione di ladri

La Squadra mobile della Questura e la squadra investigativa dei Carabinieri scoprono e arrestano una pericolosa associazione di ladri La Squadra mobile della Questura e la squadra investigativa dei Carabinieri scoprono e arrestano una pericolosa associazione di ladri a La squadra mobile della nostra Questura e la squadra investigativa della Compagnia interna dei carabinieri, hanno compiuta una limporlante e brillante operazione, mettendo le mani sopra una combriccola di pericolosi e attivissimi ladri, associati nel perpetrare furti nei negozi di stoffe. Una serie di « colpi » Nel narrare l'indagine possiamo prendere le mosse da alcuni di questi furti. Nella notte dal 25 al 26 gennaio del corrente anno alla ditta in tessuti M. Girardi e Comp. con negozio in corso Peschiera; 33, ignoti ladri rubavano dopo aver perforato il soffitto, pezze di stoffa per un valore di circa 100 mila lire. Un altro furto era compiuto la notte del 17 febbraio, alla ditta Serra Pietro di Giuseppe, in via Carlo Alberto, 44, mediante apertura della serranda con falsa chiave, e i ladri asportavano tessuti per un valore di circa 60 mila lire. Intorno ai due gravi furti conducevano di concerto la loro indagini tanto la squadra in borghese dei carabinieri quanto la squadra mobile, quando un terzo furto avveniva a Carignano, ai danni del negoziante Armando Tempia, al quale venivano sottratte 12 mila lire di stoffe. Quivi ,i ladri erano meno fortunati. Uno di essi, tale Giuseppe Lasagno di Gaspare era colto in flagrante, mentre i suoi complici riuscivano a fuggire. 11 Lasagno fu tosto passalo nelle mani della squadra investigativa, e sottoposto a stringenti interrogatori!. Circa i suoi compari fece nomi cervellottici, ma la Benemerita, valendosi di alcuni elementi che egli si era lasciato sfuggire, riusci ugualmente ad identificatili nelle persone di Giuseppe Bracchi fu Luigi disa,38 anni, pregiti dicato, di Michele Dovls di Vittorio di anni 38, pure pregiudicato, e di Giuseppe Hertola. Tanto più fortunata e meritoria fu l'inchiesta, in quanto venne pure rintracciata la refurtiva, la duale era in gran parte; finita a Vercelli, presso il commerciante Giovanni Cagna fu Pietro, di anni 49, avente negozio in via Verdi. 15. Nel pomeriggio tlfil 25 marzo alcuni militi della squadra dei.carabinieri in borghese effettuarono una sorpresa in detto negozio, e rinvenivano e sequestravano non solo buona parte della refurtiva proveniente dalla ditta Tempia, ma anche parte delle stoffe rubate in corso Peschiera. 33 e in via Carlo Alberto, 44. Tale importante circostanza permise, col proseguire dell'indagine, di stabilire che i quattro protagonisti del furto al Tempia e cioè il Lasagno, il Bracchi, il Dovis e il Bertola avevano partecipato anche ai due precedenti furti, sostenendo anzi una parte particolarmente importante nel furto di via Carlo Alberto; furto al quale avevano concorso anche altri due individui. Battaglia al Monte dei Cappuccini Le indagini erano a questo punto quando, il 29 dello scorso marzo, avveniva il clamoroso e drammatico episodio del iMonte dei Cappuccini, in cui i marescialli della squadra mobile Di -Pietro e Pezzi unitamente all'agente iSturs.trolo del Commissariato di Borgo Po erano fatti segno alle rivoltellate dei due delinquenti ; episodio che i nostri lettori conoscono in ogni suo particolare. I due ribald— Ezechiele Malinverni e Stefano Masino — veruivano, come si ricorda, arrestati. Aveva stupito il fatto che essiper sottrarsi all'arresto, fossero ricorsi al ben grave proposito di usare le armi contro degli agenti ; e perciò subito si sospettò che avessero sulla coscienza qualche grosso reato. Difattla squadra investigativa dei carabinieri espresse il/dubbio che i due fossero gli individui che essa ricercava per il futro di via Curio Alberto, ed in questo senso furono rivolte le Indagini della squadra mobile. Alla « Trattoria della Stella » Si cominciò collo stabilire che il Masino, il quale era alloggiato alla Trattoria della Stella in via Fiocchetto, il giorno 23 marzo aveva rubato alla padrona dell'esercizio L. 650 ed una valigia contenente effetti di vestiario; ed if furto fu da lui ammesso Ma un altro episodio di maggior valore ai flnt dell'indagine venne in chiaro. Il giorno 24 marzo i due serano presentali a certa Elisabetta Ponte in Gardin, dì 26 anni, abitante in via Vanchiglia, 12, la quale, già amante del Masino, era ora l'amicadel cuore del Lasagno, mentre davapure alloggio in casa sua al Bracchi Il Malinverni e il Masino ebbero con costei una scenata. La minacciarono con la rivoltella e si fecero .conse gnare 90 lire. Interrogato su questo episodio, il Malinverni dichiarò che doveva avere del danaro dal Lasagno, al quale aveva venduto senza esserne stato ancora pagato, un. carro ed un cavallo, e che perciò .aveva vibratamente preteso dall'amante del debitore parte della somma. Questa versione non reggeva e fu vivamente ed efficacemente contrastata ; perciò tanto il Malinverni ouanto il Masino si decidevano a dire la verità. Il furto alla Ditta Serra era staio organizzato dal Malinverni e dal Masino slessi in limone al Lasagno. La refurtiva, con un carro di proprietà del Malinverni, era stata trasportata a Chivasso; di essa si era poi occupato il Lasagno, il quale aveva trovato modo di collocarla a Vercelli presso il Cagna. Costui gli era stato proposto come ricettatore dal Bracchi, suo coinquilino, il quale a sua volta ne aveva avuto consiglio da Giuseppe Ghia. I nodi al pettine Questo nome non torna-certamente nuovo ai nostri lettori. Di lui abbiamo parlato circa un mese fa, a proposito di un'altra operazione della Questura, operazione che condusse alla scoperta di un'associazione ladresca alla quale era dovuto il noto flirto di stoffe alla ditta Brummel compiuto nel settembre scorso. Mentre i colpevoli erano stati arrestati. Il maggiore di e6si, il Ghia, capo della banda, era riuscito a fuggire ed a riparare, a quanto pare, all'estero. Le fila venivano adunque annodandosi. 1 ladri odierni facevano un tutto solo con quelli di ieri, sotto gli ordini del Ghia. Era ima vasta e ben organizzata associazione di ladri, che operava con grande audacia e alacrità. Le indagini che tuttora sono in corso da parte della squadra mobile e dei carabinieri in borghese tendono appunto alle prove irrefutabili dell'esistenza di questa vasta associazione capeggiata dal Ghia. Per quanto si riferisce all'episodio della Conte e della coppia MalinverniMasino, è facile arguire, dopo quanto si è detto, d> che si tratta. 11 Lasagno aveva ricavato 6 mila lire dalla vendita della refurtiva aa Cagnai, ma tale somma, anziché dividerla coi due compari, se l'era tenuta tutta per sè, dandone una parte al Bracchi.. Di qui le ire del Malinverni e del Masino, e la estorsione fatta alla donna deUe novanta lire, a titolo di parziale rifusione di danni. Cosi l'operazione, veramente importante e brillante come dicevamo in principio, si è conchiusa con l'arresto di ben otto persone: sei implicati di rettamente nei furti, e cioè 11 Lasagno il Bracchi, il Dovis, il Bertola, il Ma linverni e il Masino (questi due arrestati nelle drammatiche circostanze che sappiamo); un ricettatore, cioè 11 Cagna; ed una ricettatrice-correa, cioè la Conte. Essi sono stati deferiti all'autorità giudiziaria sotto tali specifiche accuse; tutti insieme poi dovran no pure rispondere di associazione a delinquere. rlfSOcSnRCCda^mvV"dIpvd

Luoghi citati: Borgo Po, Carignano, Chivasso, Vercelli