Panorama del mercato italiano

Panorama del mercato italiano La nostra inchiesta nella città laniera Panorama del mercato italiano _ . Biella, 3, notto. Prima ili trattare del nicromo italiano, com'è visto da Biella in rapporto alla propria industria, crediamo interessante riferire l'episodio parigino delie sopra-calze di lana *• un fatto caratteristico che vale da so.o ad illustrare i metodi commerciali seguiti in Francia e può i .isciie istruttivo per tmt.i eli organizzatori di aziende dell'abbigliamento. Alla fine dell'inverno 1927-28 le soni-tv-calze alla caviglia per donna avevano fatto il loro tempo. Tutte le signore di non eccessive pretese, e specialmente le signorine di possibi lità finanziarie limitate, le avevano comprate alia prima comparsa, per che costavano poco e nello stesso tempo rappresentavano una novità « tipo sport, n, da passeggio e da salotto; e tutte le avevano calzate con grande entusiasmo, stufandosene però con altrettanta rapidità. Trascorso qualche mese le povere sopra-calze, che avevano avuto l'onore di vedersi esposte in vetrine famose e accompagnate con pellicce elegantissime, erano innegabilmente cadute, tanto che non le volevano in regalo neppure le ragazzine di negozio. Cosi in Italia, cosi in Inghilterra e in altri Paesi che hanno qualche pretesa in fatto di vestitino. Ma a Parigi, pure essendo affiorate qua e là. le sopra-calze non avevano invaso il gronde mercato femminile, forse perchè la loro forma e il loro carattere nordico non erano stati ritenuti ennfacenti con la linea di eleganza francese. Tale situazione non sfuggì ai grandi im- • presari di mode e di novità, i quali decisero senz'altro di approfittare delle enormi rimanenze giacenti nei magazzini stranieri, .specialmente in quelli inglesi. Essi comprarono subito tutte le quantità rimaste invendute, considerate ormai merce di blocco, e le misero in commercio sostituendo ai prezzi di liquidazione, prezzi sostenuti di » novità parigina ». Ed allora — quasi incredibile a dirsi — anche Parigi «maestra di eleganze femminili » calzò con un ritardo di un paio d'anni le sopracalzo di lana; e tutte le signore nell'inverno scorso le comprarono senza obbiezioni e le portarono col più vivo compiacimento. Il valore della propaganda Esposta in termini così elementari, la manovra commerciale nasconde il suo retroscena economico; ma anche questo è facile a rivelarsi. Per fare tornare di moda le sopra-calze di lana, e guadagnare con poco lavoro milioni e milioni di franchi, gli impresari parigini hanno fatto agire la loro eccellente organizzazione lomriierciale, la quale si. serve di tutti i mezzi di propaganda — perfino del libro scritto « su misura » da un autore noto al grati pubblico — allo scopo di lanciare i prodotti voluti e di mantenere a Parigi la fama di capitale della moda, la quale si traduce in denaro contante per i magazzini ed alimenta le infinite industrie del vestito. L'insegnamento dell'episodio parigino, naturalmente non va preso alia lettera, che neppure i più abili manovratori francesi riescano sempre a fare digerire ai gusti del pubblico quello che farebbe comodo ai loro depositi e ai loro affari: il fatto, però, serve a dimostrare l'importanza e l'influenza dell'organizzazione sulle sorti del mercato. Ai metodi commerciali francesi, che hanno ormai caratteri e contor ni ben definiti, si possono collegare le. campagne di organizzazione iniziate da qualche tempo in diversi Pae«i per la valorizzazione dei prodotti nazionali. In Isvizzera ad esempio anche recentemente i giornali hanno dibattuto a fondo il problema delia preferenza e del maggior coneuiiio di prodotti indigeni: e 1 opportunità di una vasta organizzazione nsodsgtrccveegltvbsmvpsvn.i difesa dello proprie ricchezze na-jturali è stata sostenuta con tutti gli argomenti possibili, non tralasciali- \do di citare la «pubblicità di Stu^ io » fatta dall'Inghilterra a vantag?gio di tutte le merci inglesi. Ed an- che nel prossimo Oriente balcanico, ri osservare l'indirizzo delle pur Uad osservi.- ■'iovani riviste tecniche ed economiche si va affermando il concetto di ititela e di potenziamento delle risorse nazionali. Con questo non è: detto che si vogliano o si debbano copiare i sistemi francesi: ma certo ugni Paese mira a sostituire i propri prodotti a quelli di importazione; iniziando nello stesso tempo la campagna un po' più complessa del maggior consumo, del più rapido giro di affari. I grossisti e il pubblico Ora, quali sono le condizioni del mercato italiano a questo riguardo? E per la questione specifica dei manufatti di lana, esiste tra noi una organizzazione capace di influenzarer di dominare il mercato? A questi interrogativi non si potrebbe dare senz'altro una risposta negativa senza misconoscere l'opera di una schiera di impresari più coraggiosi delia generalità: ma non ci si porrebbe neanche basare sui casi sporadici di organizzazione per affermare che l'Italia commerciale ha tiri proprio sistema di diffusione dei prodotti tessili. Prova ne sia la o e grande differenza che passa fra i maggiori depositi di tessuti, gestiti dai cosidetti commercianti all'ingrosso. Dicevamo l'altro ieri che, a causa dell'inverno tardivo o della conseguente economia di vestili pesanti da parte della massa popolare, alcuni grandi magazzini sono quasi pieni dj rimanenze e prevedono, per questo articolo, una nuova stagione pesante: di fronte a tali esempi, però, si deve mettere la situazione di altri magazzini i quali, avendo avvertilo in tempo e con preoccupazione il pericolo delle rimanenze, si sono dati a battere i propri articoli a tutto spiano, con campagne pubblicitarie, con l'azione del personale viaggiante, con le combinazioni commerciali e le facilitazioni di pagamento, in modo da allettare il pubblico e da convincerlo sulla convenienza dell'acquisto. A parte la spesa dell'organizzazione quasi improvvisata e della propaganda straordinariamente attiva, questi ultimi magazzini si trovano ora nella privilegiata situazione di avere esaurito i prodotti giacenti e di essere pronti a rifornirsi con assoluta libertà di tessuti nuovi, che diano affidamento di assorbimento facile e rapido. La pratica, commerciale di questi pochi impresari d'avanguardia non può assumersi però come norma, come metodo del mercato tessile italiano: il ritmo generale è più lento, vorremmo dire antiquato, e lo si può giudicare esattamente solo quando si osservi dall'alto il processo attraverso cui si forma e si afferma la moda di largo consumo (la quale, com'è noto, è ben diversa dalla moda di novità, che rappresenta appena il 10 per cento del consumo generale). Affari e psicologia Tutti gli anni l'Associazione Laniera compie un'indagine [per referendum tra le maggiori ditle di commercio, al fine di sentire il polso del pubblico e dare quindi agli industriali una traccia per l'orientamento della loro produzione. I risultati delle indagini annuali sono pubblicati, poi, in opuscoli e diffusi largamente tra tutti gli interessati, con le altre pubblicazioni della « Laniera », che per la cura, speciale del segretario generale dott. Roberto Dodi, si avviano a diventare una ottima documentazione informativa dell'industria ilaliana. A leggere per pura curiosità le lettere dei diversi commercianti di quasi tutte le grandi città italiane, si potrebbero trarne motivi inaspettati di bizzarrie umane, di color locale e di psicologia sociale. Vorremo dire anzi che queste lettere ci ripresentano al vivo, pur con le loro frasi monche e antiletterarie, le visioni singolari e pittoresche che abbiamo avuto negli ultimi tempi dinanzi agli affollamenti urbani o marini, nei quarti d'ora di trionfo o di baldoria di vestiti nuovi. Si rivedono le ondate balneari di « bleu De Pinedo», le siepi femminili di giallo-verde, le maree popolari di rossigno; si avverte, anche dalla stanchezza delle parole, la decadenza del pabardino sostituito qua e là dai flanella!!: il verde per uomo è definito una tinta di coraggio e di scarso successo: mentre si vede sorgere, per impressione unanime, il periodo di raccoglimento, di severità e di reazione alle tinte troppo chiassose che hanno «stancato» tutti; cioè, il grigio in tutte le gradazioni e sfumature, il grigio « serio » per uomo e per donna, ravvivato appena, da intermezzi, di pennellate di beige e di champaiine. Tale la diagnosi coloristica dei commercianti all'ingrosso, che si poggiano saldamente alla stagione passata, per fare previsioni sulla primavera incipiente e jsull'estate prossima chi leggesse le lettere di refe- \rendum. con intenzioni più pratiche ^ no„ mancherebbe di rilevare frasi ?come queste: «Grossisti e detta gitanti sì sono mantenuti — come compcre — alla giornata (tattica U,sata da due o tre stagioni)... - Btel-: ? a a a i a i a la, 30 giugno » e « Purtroppo la clientela si decide a comperare quando la stagione è quasi nel suo pieno sviluppo... - Torino, luglio ■». Non solo: ma rileverebbe ad ogni parola dei commercianti la preoccupazione di essere « traditi » dal gusto popolare, soggetto sempre agli sbalzi più impensati e alle tenerezze più improvvise per «tipi di stagione» importati dall'estero o per articoli nazionali di fantasia fabbricati con prudenza e in piccola quantità. Come si orienta il consumo La conclusione, economicamente gravissima, che se ne trae è che l'in fluenza di consumo si esercita alla rovescia. Infatti la preferenza, diciamo pure la moda, si definisce a capriccio dal basso, a partire dal pubblico, al negoziante, al grossista, all'industriale, il quale in base alle notizie e alle impressioni avuto si orienta e arrischia il suo tipo di maggior produzione — il suo esa me stagionale, come si dice qui — sperando sempre che non avvengano paurosi deviamenti di preferenze, Le frasi citate sono sufficienti a di- mostrare quanta prudenza egli debba usare prima di imbarcarsi in pieno; e quindi a quali indugi e cambiamenti sia soggetta la sua produzione. Un principio economico sano e moderno consiglierebbe invece un metodo di influenza, inverso, dall'alto in basso: dagli industriali che sUino in accordo completo coi grossisti, i quali a hu» volta dispongano di un'organizzazione propagandistica tale da influenzare, in gran parte se non in lutto, i negozianti e i consumatori. Un simile coordinamento commerciale non solo darebbe tranquillità alla produzione, ma potrebbe lottare efficacemente a tutela dei tessuti nazionali, contro gli articoli di importazione, stabilendo e lanciando la moda popolare; ed infine potrebbe anche condurre con successo la campagna del maggior consumo, delle vendite a rate e dei vestiti fatti, la quale poco a poco comincia a fare presa sul nostro pubblico. Questo indubbiamente ò il punto di incertezza del mercato italiano, osservato con preoccupazione costante dall'industria laniera biellese; e giustamente lo rilevavano il gr. uff. Targetti, allorché lamentava la mancanza di accordo nei più alti gradi, tra gli imitisi-ioli, e il prof. Mortala quando sosteneva l'opportunità, di « associazioni e fusioni di imprese che consentano di [concentrare, semplificare e specializIzare hi produzione » e di « accordi tra imprese che rendano possibile un decisivo miglioramento dell'organizzazione commerciale ». Centomila sarti-barbieri Nel centro biellese si ò raggiunto un notevole affiatamento di energie, un regime di dipendenze e di interferenze industriali che dà al complesso della produzione una sufficiente omogeneità; ma per l'organizzazione commerciale, per il rinnovamento dei sistemi di vendita, che dovrebbe iniziarsi e irradiarsi dalle fabbriche, molto cammino è ancora necessario per raggiungere, una. lappa di riposo per l'industria e una posizione decisamente favorevole per la lotta, contro tutti i prodotti stranieri. L'industria, laniera, serve, attraverso i grossisti, circa centomila sarti-barbieri. La seconda parola burbiéri, indissolubilmente unita alla. pH a, definisce a meraviglia le condizioni di questa falange- di artigiani che vivono a contatto de! pubblico più lontano e più minuto e che comprano ancor oggi :i o 0 metri di stoffa per volta. Una prima organizzazione razionale potrebbe forse essere intessuta con profitto tra i sarti-barbieri, che diverrebbero un vero esercito di efficaci propagandisti per la campagna del tessuto nazionale e — ove si possa — del maggior consumo. I lanieri bicllesi, per le caratteristiche della loro produzione, appaiono i più interessati a questo nuovo e necessario orientamento del mercato. E. S.

Persone citate: De Pinedo, E. S., Roberto Dodi, Targetti