II parlamentarismo rumeno

II parlamentarismo rumeno II parlamentarismo rumeno VIENNA, Aprile. Hanno definito il Presidente del Consiglio romeno Manin, successo ai nazionali-liberali dopo una lotta troppo nota per dover essere qui ricostruita, educatore di alcune cenjfclnada di aspiranti alla qualifica di uomini politici. Nel momento attuale, il capo dei nazionnli-zaranisti è davvero pedagogo di demagoghi; ed il suo Parlamento è stato paragonato, con felice immagine, a un giardino infantile frequentato da bravi ed intelligenti ragazzi, che un giorno faranno meraviglie, ma che per ora sono la disperazione del maestro intento a scozzonarli. Non c'è nelle nostre parole, del resto ripetute anche da ammiratori dell'odierno regime romeno, nessuna intenzione di far cadere in disistima gli uomini insediati nella Camera di Bucarest da un plebiscito popolare di innegabile grandiosità. Peccato, anzi, che non ci sia dato assistere a fasi della pugna che lì si svolge fra i vecchi ed i nuovi, fra i giovani deputati pieni d'impulso e privi di freni inibitorii, i quali ingenuamente credono che alla Camera sia lecito parlare e comportarsi come ai comizii al villaggio, e gli uomini politici anziani, quasi lutti ex-ministri, ' che mai più si sarebbero sognato di dovere un giorno rendere conto a gente simile. La differenza dei' temperamenti — e, diciamo, anche di conoscenza dell'ambiente —, sarà probabilmente rivelati di primo acchito dal la varietà dei costumi che i deputati indossano; nel campo dei nazionali liberali, della vecchia guardia, non s'incontrano che persone ben rasate, correttamente vestite di nero, con giacche e pantaloni all'europea, e spesso munite di monocolo; fra i nazioualii-zaranisti abbondano — fi comcinriare dall'ex-macstro di vii laggio Mihalache. il quale siede al banco del Governo come ministro dell'Agricoltura — coloro che sfoggiano compiaciuti il caratteristico costume dei lavoratori della terra. 1 deputati della Bessarabia entrano nell'aula con gli alti stivaJi alla rus sa, quelli del Banato in maniche di camicia, senza colletto e con un piccolo panciotto aperto avanti. 11 quadro deve essere molto interessante, molto pittoresco, eppure non cosi convincente da far dimenticare che nel 1922, alla Conferenza di Genova, il commissario del popolo bolscevico Cicerin e gli altri membri della delegazione moscovita non disdegnarono d'infilare impeccabili frac. Però lasciamo stare le usanze della nuova società russa, altrimenti dovremmo occuparci delle feste alla sovietica ambasciata berlinese. Dicono che nella nuova Camera romena la maggioranza, per non essersi ancora adattata all'ambiente davanti alla cui porta fece così lunga anticamera, spesso provochi il riso dell'opposizione e metta nell im barazzo perfino i proprii ministri Non di rado questi ministri vengono Interpellati su argomenti per essi oltremodo noiosi e allora gli oppositori debbono tornare a ridere, accorgendosi degli sforzi per nascondere il disappunto fatti da quelli che li cacciarono dai seggi ministeriali. #** I collaboratori di Maniu non han no tempo di dedicarsi all'educazione della maggioranza, anche perchè scandali piccoli e grossi li costringono giorno per giorno a sprofondarsi nello studio di denunzie e di pratiche ed a ricevere delatori ed accusati. Come in molte zone d'Buropa s'è avuta un'epidemia di grippe, in Romenia si ha un'epidemia di scandali. E sempre in tema di similitudini, si può rammentare che, purtroppo, gli scandali sono come le ciliege: uno tira l'altro. Abbiamo scandali di vario tipo: politici e finanziari; nel campo fiscale e nel campo delle forniture allo Stato; scandali commessi da ex-di: plomatici e ministri ed altri di cui furono protagonisti organi municipali. Il tutto rientra nella resa dei conti alla quale i nazionali-zaranistd hanno chiamato i nazionali-liberali, volendo liquidare una volta per sempre gli antichi avversari ed i loro sistemi. Pochi saranno gli ex che oggi in Romenia dormono sonni tranquilli. L'ex ministro dell'Igiene Lupas, un prete, è coinvolto in una curiosa faccenda riguardante la fornitura di forcipi: uno scandalo politico-finanziario può dunque essere provocato anche da strumenti che la tecnica e la ginecologia inventano a sollievo delle madri e avere come vittima principale un sacerdote. Ma una cosa non si riesce a capire e cioè come una fornitura di Forcipi possa finire col rappresentare una cifra impressionante. Gli accusatori sostengono che i forcipi costituivano una parte appena dell'affare: l'ordinazione comprese casse su casse di altre strumenti chirurgici e di medicinali d'ogni sorta. Insomma lo Stato avrebbe affrontato un'inutile spesa di 300 milioni di « lei » che, malgrado lo svilimento del danaro romeno, equivalgono sempre alla bellezza di 30 milioni di lire, e signore della buonissima società di Bucarest, uomini politici in elevata posizione e loro complici si sarebbero divisi, a titolo di provvigione, 65 milioni di « lei », 6 milioni e mezzo di lire. Padre Lupas, che il generale Averescu cerca di proteggere, è corso dalla Reggenza a protestare contro il tentativo di rovinarlo con calunnie, intrapreso dai suoi nemici, ma ciò non ha impedito la partenza per la Germania del giudice istruttore, incaricato di compiere indagini presso le Ditte tedesche fornitrici. II regime Averescu è poi gravato di un'altra accusa: in pieno Senato, U ministro del Commercio Madgearu ha dichiarato che la Società petrolifera Sirius, per sottrarsi ad ulteriori persecuzioni, dove' regalare all' avereschiano Partito popolare 5000 azioni sue, le quali vennero consegnate al segretario generale del Ministero del Commercio di quel tempo, generale Dimitriu, azioni per un valore complessivo di circa 800 mila lire. La relativa pratica si trova già nelle mani dell'autorità giudiziaria. Sul conto dei nazionali-liberali vengono invece iscritte le scandalose speculazioni dell' ultimo sindaco di Bucarest, Costinescu, che Maniu, appena salito al potere, destituì e sottopose ad inchiesta. Costinescu non solo donneggiò la città, aumentando senza motivo certe Imposte, ma essendo il principale azionista della Casa di automobili «Leonida», fece acquistare dal Comune automobili a tutto andare, in pn momento in cui sarebbe statoteuCrsdleGnvvcgrgs1qotndmngartgpm più urgente fare le fognature e dare la luce elettrica ai quartieri della città illuminati a petrolio. In provincia, sebbene su minore scala, scandali se ne registrano ugualmente; da anni ed anni, ad esempio, uno zuccherificio nei dintorni di Cluj, in TransilVania, frodava l'erario per molti milioni di « lei », essendosi gl'impiegati del fisco accordati con i direttori della fabbrica. Però neppure il Governo nazionale-zaranista si sottrae alla valanga. Già note sono le dimissioni del ministro Trasporti, generalo Alevra, il quale aveva tollerato l'intervento del fratello in, pratiche concernenti forniture. Contro il sottosegretario del Ministero dell'Agricoltura, Dobrescu, è in corso una campagna bacata sull'accusa di tre assassina, che egli avrebbe commesso nel 1918, a Kronstadt. Dobrescu era a quel tempo medico militare; la sua ordinanza un giorno fu trovata morta e nelle tasche dell'uniforme venne rinvenuta una lettera che doveva dare la prova di un suicidio. La madre dell'ordinanza disse però di non riconoscere la scrittura del figlio. Ora di questo e di altri casi analoghi la stampa nazionale-liberale incolpa Dobrescu. Il sottosegretario asserisce che vogliono costringerlo a dimettersi, per non farlo partecipare ai lavori per la riforma agraria. .Vedremo l'epilogo. I. Z.

Persone citate: Aprile, Dimitriu, I. Z., Manin, Mihalache

Luoghi citati: Bessarabia, Bucarest, Genova, Germania, Vienna