VATICANO

VATICANO VATICANO La Santa Sede, l'Italia e il Catolicismo Dichiarazioni di S. E. il Card. Oubois, Primate delle Gallie, sul Concordato concluso tra Italia e Santa Sede • Sul Trattato e Concordato recentemente concluso tra Santa Sede e Italia, oltre tutti i particolari forniti dalla stampa, è necessario sot-à tolineare un fatto che non è stato messo abbastanza in luce. E' la minuziosa attività personale che lo stesso Sovrano Pontefice ha dato all'elaborazione del Trattato e Concordato, e, in più, l'ispirazione soprannaturale che ha costantemente guidato l'opera sua. La personalità di Pio XI Si sente, quando si parla cori il Santo Padre, ch'egli riconduce tutto ai principi soprannaturali e che cerca in tutto i segni della Provvidenza. Nel momento in cui si trattava per lui di intraprendere questi negoziati, che comportavano tanta responsabilità per l'avvenire, fu colpito nel leggere, a 1' « Introito » della Messa, quasi risposta, alle sue preghiere e alle sue preoccupazioni, le sacre parole : « Ego cogito cogitationes pacis et non afiictionis ». Più tardi egli ha giudicato un segno di speranza e di benedizione, la coincidenza verificatasi tra la conclusione degli ultimi accordi e l'ap pi . .izione da lui stesso data al nuovo Ufficio del Sacro Cuore. Tutto ciò che costituisce la grandezza dei precedenti pontificati pare concentrarsi nella sua opera. Si sente che vi è una miracolosa continuità tra l'opera del Pontefice at tuale e quella del suo eroico prede cessore per quanto riguarda la realizzazione della Pace internazionale. E' a tale programma, ad esempio, che S. S. Pio XI ricollegava, nella sua Enciclica « Ubi arcano », il magnanimo disegno ch'egli ha, in questi giorni, realizzalo, nei riguardi dell'Italia. Benedetto XV fu un Papa missionario ma Pio XI ha dato grande risonanza al «due in altum » che a sua volta rivolgeva all'apostolato missionario. L'enciclica « Rerum novarum » e le tue applicazioni Era necessario un Papa di questa grandezza in un'epoca nella quale venivan posti tanti problemi che esigevano una soluzione. L'intelligen za penetrante di Leone XIII si ritrova in lui, poiché anch'egli percepisce, attraverso il velo delle contingenze caduche, la profonda legge della vita sociale. Anch'egli scopre le nuove formule mediante le quali l'ordine provvidenziale continuerà a realizzarsi, pensiero divino 'Mie è il principio della conservazione sociale e del vero progresso. Leone XIII ha scisso, in Francia gli interessi religiosi da quelli della monarchia, che erano parsi indissolubilmente legati. Pio XI, andando più in là, non teme di adottare come condizione essenziale una Sovranità territoriale alleggerita delle rivendi cazioni degli antichi Stati Pontifici. Come non riconoscere in lui il Pastore provvidenzialmente destinato ad una di quelle ore decisive dell'u manità, delle quali Godefroy Kurth ha formulato la- filosofia nella sua opera: «La Chiesa nei grandi mo menii della Storia? ». Come potrebbe un fedele non sottomettersi spontaneamente a questo incomparabile governo spirituale, quando la parola del Pontefice esercita sulla coscienza dei popoli un impero così impressionante? Per fermarmi ad un fatto recentissimo, il Patto Kellogg, al quale tutte le Nazioni hanno sottoscritto non riproduce esso forse, a dieci anni di distanza, una delle più notevoli dichiarazioni di Benedetto XV « Bisogna anzitutto che alla forza delle armi venga sostituita la forza morale del Diritto »? La « Carta del Lavoro » E' un fatto di ieri. Ma quanti altri fatti analoghi si potrebbero citare in questo secolo, nel quale degli spiriti di vista corta avrebbero volentieri profetizzata un'eclissi del Papato? Quando i negoziatori del Trattato di Versailles vollero enunciare principii direttivi di un equo regime del Lavoro, non presero forse all'Enciclica « Berum Novarum » persino le formule? Ciò ch'essi hanno fatto nell'atmo sfera democratica, non lo si ritrova in un regime assai diverso, in quella « Carta del Lavoro » che rimarrà senza dubbio uno degli atti più me morabili del Governo di Mussolini', E, quasi a continuare l'opera, non è forse in questi giorni che, alla Camera francese, il signor Duval-Arnould sentiva salutare da unanimi applausi le citazioni dell'immortale Enciclica, di cui egli aveva costellato il suo discorso? I ritoltati della Conciliazione Per quanto riguarda pia particolarmente i risultati della Conciliazione tra Santa Sede e Italia, sono stati azzardati certi commenti e pronostici, dei quali è bene dimostrare l'inesattezza. Così si pretende che la dipendenza del Papa rispetto all'Italia sarà resa più profonda e stretta da questo trattato,' più serrata e grave. Quale evidente errore! Questo accordo ha precisamente per scopo e per effetto di riconoscere e proclamare, ed anche di assicurare, la piena e sovrana indipendenza del Pontefice romano. Anziché risiedere su territorio italiano, del quale non aveva che l'usufrutto e non la proprietà, il Papa abiterà in casa sua, in un suo dominio, o meglio, per quanto piccola ne sia l'estensione, nel suo regno. Il « concordato » poi contiene specialmente sul matrimonio delle notevoli disposizioni. Il matrimonio religioso vi riprende il posto che conviene alla sua dignità di Sacramento. Lodovico Card. Dubois. Pasqua papale Un ricevimento all' Ambasciata francese presso la Santa Sede Roma, i, mattino. (G.C.) La Pasqua in Vaticano si è' svolta in serena letizia, dovuta all'eco che tuttora perdura dei recenti e fausi avvenimenti. Tutti gli abitanti della Città del Vaticano, dai più alti prelati ai più modesti funzionarli, hanno voluto celebrare la grande festa della Besurrezione co. me la prima delle solennità del cattolicismo che si svolge dopo la conciliazione. Il Papa ha ieri mattinai celebrato la Messa nella Cappella Sistina completamente trasformata nei suoi addobbi, alla presenza del Corpo diplomatico e delle rispettive famiglie, dei componenti le Ambasciate e Legazioni, della Principessa Stefania del Belgio e del Principe Lioynay, sno consorte. Alle ore 11 il concerto della Guardia palatina ha svolto uno scelto programma nel cortile di San Damaso, alla presenza della Corte pontificia e di numerosi invitati. La Marcia pontificale, composta per l'anniversario della incoronazione di Pio IX, e l'wlnnp a Boma» di Puccini sono stati calorosamente applauditi. Il Pontefice ha passato parecchie ore del pomeriggio nella sua biblioteca privata immerso nello studio e, sul far della sera, prima della consueta recita delle preghiere, si è trattenuto a conversare con i suoi familiari. Egli appariva di aspetto molto sereno e particolarmente soddisfatto per le notizie che in questi giorni gli sono giunte dalle principali Diocesi d'Italia, secondo le quali da per tutto si nota un risveglio nel sentimento religioso, che trova la sua più imponente manifestazione nell'affluenza alle Chiese per le Comunioni pasquali. I giovani cattolici francesi Nel pomeriggio l'Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Visconte De Fontenay, e la sua consorte, hanno offerto un brillantissimo ricevimento negli sfarzosi saloni della nuova serie dell'Ambasciata al Pi izzo Taverna. Il diplomatico e la gentildonna sua consorte hanno fatto con squisita signorilità gli onori di casa. Sono intervenuti i Cardinali Vannutelli, Pietro Gasparri, Bouleau, Lepicier, Bisleti, Laurenti. I membri del Corpo diplomatico sono stati accolti all'ingresso dell'Ambasciata da valletti in costume,.recanti torcie, ed accompagnati fino ai Saloni dell'Ambasciata. Tra i personaggi vaticani presenti abbiamo notato Monsignor Caccia Dominioni, Maestro di Camera, Monsignor Pizzardo, Sostituto della Segreteria di Stato, Monsignor Nardone, Segretario del Cerimoniale, e numerosi altri prelati. Hanno pure partecipato al ricevimento numerosi prelati francesi che accompagnano il pellegrinaggio della gioventù, cattolica francese, che si trova in questi giorni a Boma; alcuni Cappellani dell'Esercito del Beno, una larga rappresentanza della colonia francese, e i redattori e corrispondenti vaticani dei principali giornali d'Italia. L'Ambasciatore ha pronunziato un breve discorso ringraziando la Gioventù cattolica francese per la sua partecipazione al ricevimento, felicitandosi con essa e con i suoi. Capi per il contegno ammirevole tenuto in questi giorni di sua permanenza in Boma, « contegno che, dice l'Ambasciatore, ha incontrato le simpatie vivissime dei romani ». Si compiace che la Gioventù cattolica francese sia venuta a Boma in una circostanza così solenne, in un momento veramente storico, di impor* tanza capitale, quello cioè della con* ciliazione fra la Santa Sede e l'Italia; conciliazione che ha avuto una eco tanto grande in Francia perchè concorre potentemente a porre su basi salde la pace universale. « Il Papa — soggiunge l'Amba-" sciatore — nutre grande affetto per la Francia, e in modo particolare per la Gioventù cattolica francese. Egli l'accoglierà paternamente benedicendo una volta ancora la Francia tanto cara alla Chiesa,, che- hi mandato a Boma la parte più eletta dei suoi figli, allo scopo di rendere omaggio al Pontefice nel suo fausto giubileo sacerdotale. Pio XI sarà ricordato dalla storia come il Pontefice della pace, non solo per la pace religiosa data all'Italia, ma anche per lo spirito di pace che Egli dif,fonde in tutto il mondo ».. Fraternitì L'Ambasciatore saluta infine i gio* vani venuti a Boma, centro dèlia cultura latina, madre di ogni civiltà, sede del Vicario di Cristo. Ha risposto all'Ambasciatore il signor De Meuton, presidente della Società' della Gioventù cattolica francese, dicendosi orgoglioso che la Francia sia stata la prima Nazione cattolica a felicitarsi con il Pontefice e con i! Governo italiano per il grande avvenimento della Conciliazione^ Con simpatiche parole pone in rilievo la cordiale, affettuosa accoglien* za che la Gioventù cattolica franca* se ha avuto in Italia. « Gli Italiani — dice — ai sona dimostrati amici nella pace come già ci furono veramente amici sul campi di battaglia». Ha salutato quindi il Cardinale decano, figura nobilissima e grande del Sacro Collegio, che non ha vo* luto mancare al ricevimento, il cari dinaie Bouleau, alto rappresentante dei Fratelli cattolici canadesi, e rende omaggio agli altri membri dell'Alto Senato della Chiesa. Presenta le più vive grazie al degno rappresentante della Francia presso la Santa Sede. Entrambi i discorsi vengono applauditi dai presenti. L'Ambasciatore ha quindi offerto un sun* tuoso rinfresco. Il ricevimento si $ protratto fin oltre le ore 20.