L'oro di Giaveno

L'oro di Giaveno L'oro di Giaveno I risultati di due anni di ricerche II minerale c'è, ma sotto forma di tracce L'oro di Giaveno!... La vicenda che tanto clamore e tanto interesse suscitò poco più di due anni or sono, insieme a febbrili miraggi ed a fugaci illusioni, non è punto esaurita. Essa ha subito semplicemente una sosta? Le ricerche dei minatore , La vicenda, come 1 lettori ricordano, ebbe origine dalle ricerche compiute nel sottosuolo di Cà Merlerà, località prossima a Giaveno, da un vecchio minatore, Giovanni Rufflnatto, 11 quale era tornato in patria dopo avere tras- corso lunghi anni al Tianswaal, lavo- rando nelle miniere aurifere. 11 Felici si stabili a Cà Merlerà, e diede inizio ad una vasta opera intesa ad esplorare tutto il poligono minerario della località, per acquisire in misura più estesa ed apprezzabile i risultati già conseguiti colle prime ri cerche. Il suo lavorio durò poco più di un anno. A dispetto del parere discorde espresso dagli scienziati circa la presenza nel sottosuolo di Cà Merlerà di giacimenti auriferi, egli aveva ottenuto dal Ministero dell'Economia Sazionale l'autorizzazione necessaria per condurre e proseguire le ricerche. E frattanto aveva concluso con un Ente di Milano,-il Sindacato Minerario, una convenzione dalla quale gli venivano assicurati i vantaggi della sua scoperta. Per parte del Felici, l'opera di ricerca ebbe un ritmo intenso. E 1 risultati da lui denunciati come conseguiti, apparvero sbalorditivi. A Cà Merlerà, secondo le affermazioni 'el Feti ci. l'oro si trovava, si trovava In ab bondanza. Ma ad interrompere '.e sue ricerche intervenne un bel giorno un fatto che costituì un vero e proprio col po di scena. Un ispettore del Ministero, mandato a Giaveno per accertare se talune formalità erano state seguin. fu colto da sospetti circa la persona lità ed il valore scientifico del Fel'c'. Costui si qualificava per ingegnere minerario; ma, invitato a presentare i diplomi di laurea, presentò un documen to che all'occhio attento del funz'ona rio apparve non convincente, apocrifo Da vigile comunale a geologo Le indagini dimostrarono che 1 sospetti del funzionario non erano in fondali e misero in luce l'avventuro*., vita del Felici, il quale, dopo esser? stato guardia comunale In un comune della Toscana, era passato ad insegna re In certe scuole industriali di Como per assurgere poi — senza il viatico di inonmrgrscfoaBdgcrGddeo1n o e l e a o à e a e o alcun diploma o di alcun titolo accn demico — al ruolo di ingegnere mine rario. E come ingegnere minerario egli aveva preso parte a riunioni di scien zìati, aveva tenuto conferenze «d ave va portato persino la sua parola nei dibattito peritale intorno alle cause che avevano originato la sciagura del Gleno. Il Felici fini coll'essere arrestato. Egli venne accusato di abusiva assegnazione di titoli e di truffa. Quest'ut tima accusa fu estesa anche al mina tore Rufflnatto, che era stato per cosi dire il suo aiutante di campo nelle ricerche aurifere di Cà Merlerà. L'accusa di truffa sorse per uni con siderazione ed una serie di deduzioni assai semplici: mentre gli scienziati mettevano in dubbio e contestavano la presenza di minerali auriferi alla Cn Merlerà, i campioni di minerali oh'.; il Felici aveva preprarati per sottoporl all'esame dell'Uffici} Geologico, appa rivano ricchi di elementi auriferi. Ne discendeva che 1 campioni erano stati sofisticati dal Felici stesso allo scopo di trarre Ir Inganno il Sindacato Mi nerario cho finanziava la impresa del le ricerche e che gli aveva assicurato in caso di risultati positivi, vistos vantaggi economici. Scarcerato per decorrenza dei termin L'istruttoria contro il Felici ebbe ne cessariamente un corso lento. Troppe indagini e troppi accertamenti si do vevano compiere, e tutti (ali da richle dere per il loro svolgimento largo spa zio di tempo. Questo fatto determinò una situazione insperata per il Felici il quale — decorsi i cento giorni dal l'arresto, termine massimo della carce razione preventiva — dovette essere scarcerato. Ma se il geologo autodi datta potè riacijnistare la liberta, non per questo si esauri la procedura ini zlata cóntro di lui. Altri accertamenti furono disposti dal giudice istruttore cav. Carron Ceva e dal sostituto procu retore del Re cav. Martelli, ai quali era stato affidato il carico della labo riosa istruttoria. Sulle caratteristiche geologiche del territorio della Cà Merlerà avevano già compiuto Indagini due scienziati Il prof, dottagli di Milano ed il prof, fioccati di Torino, i cui pareri erano stati differenti. Un'incarico pi11 preciso e più ampio fu affidato dai magistrati dsatlcnmgvpenc ? e i inquirenti al prof. ing. Aldo Bibolini ordinario di miniere e giacimenti mi nerari nella nostra Università. Lungh mesi sono occorsi al perito per poter rispondere ai quesiti formulati dal giudice istruttore. Il testo della perizia redatta dal prof Bibolini è stato presentato recentemente all'autorità. E ie conclusioni cui è giunto I) perito confortano completamente l'accusa mossa al Felici. Ecco quanto afferma il prof Bibolini circa la natura dei giacimenti di Cà Merlerà: . Nessun valore economico » « Le caratteristiche geologiche e geo gnomiche della zona definita in località Cà Merlerà dal poligono mine rario omonimo, sito in territorio di Giaveno, non escludono la possibilità della esistenza di una concentrazione di comuni solfuri di ferro e di rame, eventualmente anche accompagnati da oro, per quanto la presenza di un ut! 1' i e l i e i o n l e i o e ò e n i e i l o , o o i izzabile contenuto in detto metallo sia da considerarsi del tutto eccezionale, specialmente nelle nostre formazioni alpine. La entità di tali concentrazioni, tanto più quella corrispondente alla loro industriabilitd, come è insito nel comune concetto pratico di giacimento, non potrebbe però risultare esattamente che da adeguati lavori di indagine, accompagnati questi da più esatte valutazioni analitiche, specialmente per la parte di essa rlferehtesi alla eventuale presenza dell'oro. <■■ 1 lavori di ricerche finora effettuati nell'area del poligono hanno bensì accertata la presenza dt piccoli e disseminati adunamenti di solfuri di ferro di rame, prevalentemente costituiti di pirotina, accompagnati da pirite subordinata e da scarsa calcopirite, ma non hanno affatto dimostrato che per essi si possa parlare di giacimento nel senso pratico e industriale sopra indicato. Tuttavia, per ciò che si riferisce al contenuto in oro, i risultati suddetti hanno assodata cho non può essere qui negata la presenza del metallo stesso ma che, ben lungi questa dal corrispondere a favolosi tenori di 1000 e più grammi per tonnellata di minerale, essa appare nettamente dovuta ad esigue disseminazioni, prevalentemente sotto forma di tracce (solo in limitatissime aree localizzate, sicuramente determinabili in pari percentuali per tonnellata) e perciò di nessun valore economico ». Circa i campioni di minerali prelevati a Cà MeTiera e sottonosti ad analisi presso il R. Ufficio Geologico di Roma, il perito ritiene che si tratti di campioni sofisticati. Egli infine conclude: « Pure entro al grado di ap prossimazione connesso all'arduo gin dizio, il poligono minerario sito In Comune di Giaveno località Cà Merlerà, tanto alla stregua dei risultati fino rn raggiunti dalle ricerche, quanto a quella delle più accoglihili induzioni geologiche e geoanomiche, e da ritenersi — sia per la parte esplorata sia per la restante — zona mineraria aurifera non industrialmente sfruttabile » Verso l'epilogo dell'istruttoria Le conclusioni del perito d'accusa sono state notificate alla difesa del Felici — rappresentata dagli avv. Quaglia e Gillio — cui è stato concesso di designare un secondo perito, revisore La difesa ha nominato l'on. ing. Cu nullo Pcrron, il quale ha presentato le sue conclusioni entro dieci giorni dalla nomina. Dice il secondo perito nelle sue conclusioni: • Mia conviri zione è che per quanto autorevole, l'opinione del prof. Bibolini non possa essere presa in senso restrittivo, giac che aneti-i S9 i risultati dei campioni prelevati sono negativi, nulla esclude che in base all-s deduzioni svolte da;:i scienziati, estendendo le prese di campioni ai depositi formatisi nelle anfrat tuusità rocciose esistenti u monte della località in questione, si possano trovare degli accumuli, anche localizzatida sconvolgere completamente i pareri formulati da autorità scientifiche, dimostrando coi risultati ottenuti che i depositi, oggi non ritenuti industriai mente sfruttabili, possano diventare domani fonte di ricchezza ». In sostanza l'on. Perron ritiene che ulteriori indagini scientifiche siano necessarie ancora prima di esprimere un giudizio definitivo. Coloro che avevano creduto sin dall'inizio all'esistenza dell'oro a Cà Merlerà e che avevano SO' stenuto questa tesi, con calore e, di remmo, con passionalità, non devono quindi disperare. Il tempo darà forse loro ragione. Ma frattanto — a due anni dal suo sorgere — l'indagine gin diziaria si arresta a questi risultati L'istruttoria è ormai virtualmente chiù sa. Non 6'attcnde che la requisitoria del P. M,« I

Persone citate: Aldo Bibolini, Carron, Gillio, Giovanni Rufflnatto, Perron