Il popolo torinese celebra il trionfo del Regime con una grandiosa manifestazione di esultanza

Il popolo torinese celebra il trionfo del Regime con una grandiosa manifestazione di esultanza Il popolo torinese celebra il trionfo del Regime con una grandiosa manifestazione di esultanza Un imponente corteo di Enti, Sindacati ed Associazioni Fasciste sfila dinanzi al monumento del Padre della Patria La manifestazione di giubilo per l risultati del plebiscito, svoltasi ieri s«<ra, è riusoiia grandiosa e degna dell'attestazióne di fiducia e di caloroso consenso dato domenica dal popolo torinese al Regime. Felice fu l'idea della Federazione provinciale fascista di stabilire per punto di partenza del corteo piazza Vittorio Veneto e per punto di arrivo il monumento al Padre della Paula. \ In piana Vittorio Veneto Piazza Vittorio, ancora prima cbe 11 nome della battaglia che conclude la guerra europea là riconsacrasse e la rendesse più cara alla cittadinanza, era stata la sede delle grandi celebrazioni propiziatici delle fortune d'Italia. E' in essa cbe convenne tutto il popolo, dopo le infauste giornate di Caporetto, a giurare col braccio proteso verso la Gran Madre di Dio, oltre il fiume, regale, di essere disposto ad immolare fin l'ultima vita, a compiere tutti i sacrifici più estremi perchè la Patria fosse salva. E' in essa che, dopo la guerra, quando la vittoria già era stata risollevata nella sua luce abbagliante dal Fascismo, sfilarono le formazioni del Carosello davanti a S. M. il Re Vittorio Emanuele ni, presenti i Principi della Real Casa, le autorità, i gerarchi » le giovani forze del nuovo Regime. Ed in essa — nella piazza gloriosa e superba che al di là del tempio votivo per il ritorno dei Savoia dall'esilio dopo la travolgente epopea napoleonica, tia per sfondo il mirabile scenario della collina — era naturale, era giusto che convenisse ancora il popolo a celebrare, con austero animo, secondo la pratica piemontese, quest'altra vittoria su se stesso, questo coronamento di una fatica decennale che è come la base granitica per le edificazioni dell'avvenire: e vi convenisse col proposito di rendere o maggio alla memoria del Gran Re, ai piedi della sua alta statua dominatrice della metropoli, quasi per rinsaldare il principio che il Fascismo si mantiene nella tradizione del Risorgimento e Mussolini, Primo Ministro di Vittorio Emanuele III, continua, allargando ai confini massimi della storia d'Italia, l'opera iniziata da Cavour, Ministro del grande avolo del Re attuale. La manifestazione era indetta per le ore 21, ma già mezz'ora prima la vastissima piazza comincia a formicolare dei primi nuclei di partecipanti e di pubblico, che arrivano prevalentemente con i> trame di via Po. All'imbocco di questa via e nei due rami laterali di fabbricati che formano l'apertura della piazza, carabinieri col rosso pennacchio, guardie municipali e militi, sono disposti in semicerchio in servizio d'onore. Vediamo fra i funzionari di questura 1 commissari Russo, Della Corte e Marfisi, il tenente Anguissola dei carabinieri, l'ispettore dei vigili cav. Pentolino e molti ufficiali della Milizia. Dirige il corteo, per incarico avu tone dalla Federazione provinciale fascista, il capitano Mario Gobbi, fiduciario del Circolo che s'intitola a Mario Gioda, il cui spirito è certo presente alla patriòttica celebrazione. Il capitano Gobbi corre infaticabilmente da un punto all'altro della piazza a distribuire ordini, a dare spiegazioni perchè tutto proceda con la necessaria regolarità. Sono inoltre presenti il cav. Cobalti, ispettore dei Circoli rionali, il dott. Couvert, ispettore prò vinciale di zona, ed altre personalità ohe è difficile individuare nella penombra della sera e trail muoversi dei gruppi ohe diventano sempre più numerosi e più fitti. Del resto, tolti gli ispettori, i fiduciari e qualche altra personalità del Partito, qui non con vergeranno le autorità : esse si sono già date preventivamente convegno al monumento in corso Vittorio. Soltanto il console Basile giungerà tra poco per mette i-si alla testa del corteo. I '. L'adunata I primi a giungere sulla piazza sono stati due gruppi di mutilati e di combattenti: i primi innalzano in aria un cartellone bianco per indicare il luogo della loro adunata; i se condì si raccolgono attorno al loro gagliardetto. Ma l'afflusso alla piazza si viene man mano intensificando anctie da tutti gli altri sbocchi, pre sidiati ognuno da un agente municipale, il quale ha l'incarico, a un Baio punto, di far sospendere la circolazione tramviaria e dei veicoli Dal lato destro, per chi guarda verso il Po, si vedono avanzare in salita folti aggruppamenti provenienti dal corso Cairoli. dove erano state fissate molte delle adunate preliminari. La piazza, a grado a grado formicola di sempre nuovi sopraggiunti. E' impossibile anele semplicemente tentare di dare dei nomi alle formazioni che vanno a raggiungere i loro posti, di individiuare la selva dei gagliardetti, di accennare sia pure alla lontana alle migliaia e migliaia di persone onde si ingigantisce di minuto in minuto la folla. Tratto tratto si anmiunzia da lontano lo snuillo di una musica e di una fanfara: poco dopo cruesta irrompe nella piazza diftfondendo nella serata mite e serena le note gioiose di « Giovinezza « della Marcia Reale e degli inni di guerra. Ecco due grossi torpedoni scendere da via Po ed irrompere tra la moltitudine. Sono i mutilati in camicia nera, con il petto fregiato di decorazioni. Cantano in coro: e c'è nella lor voce possente l'eco di tutte le battaglie combattute, dei dolori sofferti, dei sacrifìci, e, come un'esplosione finale, la gioia della vittoria. Essi seguiranno il corteo senza scendere dagli autoveicoli. Poi arrivano in colonne dense e serrate, i reparti della Milizia e degli avanguardisti, le cui musiche si alternano senza posa, fino a formare esse pure un coro gigantesco e bizzarro espandentesi per la spianata ormai nereggiante di rappresentanze e di popolo. L'arrivo del Segretario Federale Mancano cinque minuti alle 21. ed un delegato della Direzione delle tranvie interviene per far cessare la circolazione delle vetture sulla piazza e lungo la via Po. Il provvedimento giunge a 1«mpo, perché fra poco i trams avrebbero dovuto arrestarsi da sè, essendo impossibile proseguire senza il pericolo di cagionare carie disgrazie. In questo stesso momento quattro appartenenti alla Milizia recano la corona che dovrà essere deposta ai piedi del monuménto a Vittorio Emanuele II. E' di alloro con bacche d'oro, e nastro tricolore. Di proporzioni gigantesche, la corona è veramente magnifica. Due dei militi ne sostengono il telaio, poggiato a terra, mentre gli altri due stanno di guardia ai lati. I più vicini si affollano ad osservarla, (.•mettendo esclamazioni di compiacimento, ma devono intervenire i dirigenti a trattenere la reess.nel timvocopocoquromdalespdeAtrBtazachtisicoizipqgndlecoucm28mSgnlicadFvmdffrlbmtsltluCdBlgmcnpddbofdszfccpscmJcuctcgCpmvmrfnIssm o ' o a i i i o a i a a , e a i o a d e a za eoe o a ai aoi e nnai sdi iel timore che la corona non sia travolta. La sfilata dei partecipanti al corteo continua intanto a svolgersi senza posa. Passano tutti i Circoli rionali, con gli inscritti in ca-mioia nera e inquadrati ordinatamente per tre, i ferrovieri dell'Associazione fascista in massa profonda e compatta; i Sindacati con le rappresentanze di tutte le categorie, in schiere senza fine; gli sportivi, sotto la guida del loro presidente comm. Bossi; il Dopolavoro; le Associazioni degli ex-militari e patriottiche, e la folla dei cittadini. Quando alle 21,10 giunge il barone Basile accompagnato dal suo segretario particolare geom. Filosi, la piazza ha un aspetto imponente. Le musiche suonano e i gagliardetti a centinaia sono agitati al vanto. L'entusiasmo è in tutti vivissimo, sebbene contenuto. Il console Basile è subito ittorniato dai dirigenti la manifestazione con i quali scambia poche impressioni sulla riuscita dell'adunata, quindi si avvicina a sua volta alla grande corona. Osservatala per alcuni secondi, impartisce senz'altro l'ordine di mettersi in marcia. Uno squillo di tromba dà il segnale della partenza. Immediatamente il corteo si forma. La testa è tenuta da un plotone di vigili urbani che precedono e fiancheggiano immediatamente il gruppo avanguardisti della 282.a Legione « Carlo Alberto », al comando del centurione dott. Tacconi*. Segue la musica « Excelsior • di Borgo Vanchiglia e dopo di essa la corona portata adagiata dai atiatt.ro militi. Il barone Basile si pone a faccia della corona, avendo ai lati due altri militi che sorreggono i gagliardetti della Federazione Provinciale Fascista e del Fascio di Torino, a loro volita fiancheggiati ciascuno da un milite con moschetto in formazione di marcia. Segue il gagliardetto delle famiglie dei caduti fascisti, quindi il folto gruppo dei fiduciari delle Fede rali, e poi la Milizia, i Circoli rionali, i Sindacati, le associazioni. Il corteo in marcia Il corteo comincia a snodarsi, imboccando via Po, alle 21.15. Tutte le musiche fanno echeggiare le loro note festose, intercalate dal canto maschio delle canzoni di guerra. La folla, assiepatasi ai lati della via, protende unanime la mano in atto di saluto, ed è da piazza Vittorio a piazza Castello ed oltre tutto un punteggiare di mani, a cui risponde il barpne Basile, visibilmente commosso dell'imponente manifestazione. In piazza Castello, assai prima che giunga la testa del corteo si sono formati altri folti gruppi di popolo alle cantonate, verso Palazzo Madama, dinanzi alla Prefettura, per assistere al passaggio del corteo. Tutte le finestre delle case sono illuminate e gremite di gente in attesa : da quasi tutti i balconi sventolano le bandiere. Ad osservarla dalla piazza, la via Po offre un magnifico spettacolo di folla di lumi e di bandiere. E quando risuona il primo inno che segna l'avanzarsi del corteo, le ali della folla si fanno anche più fitte, poiché tutti i cittadini escono sulle strade dalle case e dai caffè. peT unirsi sia pure per pochi istanti alla vibrante dimostrazione. Udiamo la folla cantare in coro « Giovinezza » eseguito dalla musica di Borgo Po diretta dal cav Juvara. Le squadre del corteo procedono ancora cantando, e nello stesso coro si uniscono gli studenti, i reduci, i Circoli Rionali, gli impiegati, gli appartenenti alle più diverse categorie sociali. La folla saluta romanamente i gagliardetti e le rappresentanze delle Camicie Nere, ed applaude gli inni patriottici e fascisti. Anche dai più aiti balconi si applaude fragorosamente. Tra gli applausi si odono so vente grida inneggianti al Fascismo e al Duce. I fascisti sfilando perfettamente inquadrati, con passo militare, rispondono con forti alala. Questa fervida dimostrazione della cittadi nanza si ripete lungo tutta la via Po In piazza Castello le prime squadre del corteo formate dagli avanguardisti, dalla banda Excelsior e dagli studenti sono accolte da cordialissimi applausi. Al capo della strada le gri da inneggianti al Regime e al Dùce sorgono anche più frequenti dalla massa di gente ctie affolla i marciapiedi e t portici. Per assistere meglio alla sfilata molti cittadini hanno pensato di occupare anche i « salvagente » delle fermate tranviarie, e formano come vaste macchie nere nella parte sgombra della piazza. Particolari dimostrazioni di simpatia suscitano i grandi cartelli dei Circoli Rionali i quali a documentazione della alferinazione plebiscitaria recano scritti i numeri dei « si » e le modeste cifre dei « no ». Con le squadre delle organizzazioni combattentistiche, patriottiche e civili, sfilano uomini di tutte le età, giovanissimi e anziani, modesti lavoratori e professionisti notissimi, tutti in perfetta di sciplina. mtrloCanuciai fola nupre Pdanifesfidesotindeviunsummnl'etolocopCqmzaaraminè scmlulatafatandgdlatotovaililPpililLa dimostrazione al Prefetto Ad un tratlo, quando il corteo giunto a metà della piazza seguendo il giro a destra, le finestre del Pa lazzo del Governo si illuminano e sul grande balcone del primo piano si affaccia S. E. il Prefetto Maggioni, con a fianco il suo capo di Gabinetto La comparsa del rappresentante del Governo è accolta dalle squadre del corteo con un vibrante saluto: si saluta romanamente al suo indirizzo e tutti gridano ripetutamente alala. Anche la folla cbe assiste alla sfilata si unisce alla dimostrazione e al saluto rivolto al'Prefetto. A questa vibrante manifestazione il Prefetto risponde col braccio teso e rinnova il saluto a tutte le squadre che si susseguono inneggiando al suo indirizzo. 11 corteo procede fino all'altezza del la piazzetta del Palazzo Reale per pie gare, poi, a sinistra verso l'imbocco di via Roma. Ma giunti a questo punto tutti si voltano verso la residenza del Principe Umberto. Le finestre del pri mo piano del Palazzo Reale appaiono illuminate. Le squadre rallentano '1 passo e gridano fortissimi alala alla Casa di Savoia e al Prìncipe di Piemonte. Alla spontanea ed improvvisa manifestazione di omaggio, che in terpreta i profondi sentimenti patriot tici della cittadinanza torinese, si unisce anche la folla che si è ammassata contro la cancellata della piazzetta e verso via Garibaldi. Particolarmente calorosa è l'accoglienza fatta al corteo, allorché esso entra in via Roma. Ai due lati della strada non si riuscirebbe più a cam minare. Gli imbocchi delle strade la ferali sono gremiti di gente: tutte le finestre, tutti i balconi sono imban die.rati e pure gremiti. L'avanguardia del corteo è salutala con grida ripetute di alala al Fascismo ed a Mussolini Si grida anche: « Viva Rasile! » e l'omaggio al Segretario federale torinese è sottolineato da fervidi applausi. E la dimostrazione si rinnova- a mano a i1frvguRlesddtdtdpfsflivddpsosdpmntlmagddBitAtvfivmd a n a i i e i ù o , a e i e a o a ioa e ioe si mano che 11 corteo si snoda dal primo tratto di via Roma, in piazza San Carlo e verso Porta Nuova. In piazza San Carlo, presso il monumento ad Emanuele Filiberto, qualche squadra lancia nuovi alala per la Casa Savoia, ai quali fanno eco gli applausi della folla raccolta ai lati. Mentre gli ultimi reparti traversano la piazza Castello, tra i quali sono le numerose rappresentanze di mutilati preceduti dai dirigenti, cav. Rampone e cap. Tinivella, il Prefetto scende dal Palazzo del Governo, accompagnato dal suo capo di Gabinetto, cav. Mattinilo, e fatto segno a rinnovate manifestazioni, affianca per breve tratto la sfilata con la sua automobile, procedendo quindi rapidamente verso il corso Vittorio Emanuele II. A Porta Nuova Frattanto l'interminabile corteo con tinua la sua marcia attraverso il centro della città. Le frequenti fanfare fanno vibrare nella tepida sera primaverile, una ondata armoniosa di canti e di suoni che accompagna la pesante e marziale marcia dei reparti perfetta mente inquadrati. Porta Nuova è sfolgorante di luminaria: al centro dell'alta facciata dell'edificio brilla un grande fascio littorio: ai lati dei giardini di piazza Calo Felice è la solita moltitudine che ac coglie il corteo con manifestazioni del più vivo entusiasmo. Si inneggia al Capo del Governo, al Fascismo: di quando in quando, pure nella rapida marcia, i gerarchi e i capi di organizzazione sono riconosciuti e salutati con applausi. 11 nome del Segretario Fede rale è pronunziato sovente e calorosamente applaudita Alla svolta da piazza Carlo Felice in corso Vittorio Emanuele il corteo è investito in pieno da potenti fa sci di luci che sorgendo dai piedi del monumento al Padre della Patria, illuminano il magnifico corso per tutta la sua lunghezza. Lo spettacolo è al tamente suggestivo. Sembra che .questi fasci di luci, sorti ad esprimere l'esultanza del popolo torinese per la solenne riaffermazione della sua fede nei destini della Patria, vogliano congiun gersi e confondersi con l'altra luce che dall'alto del Colle della Maddalena bri! la a glorificazione perenne degli Eroi torinesi. frcdsFdscndzpDlcBPdBlMvlplfbdQcdlbsUovcCdDinnanzi al monumento Alla base del monumento a Re Vittorio Emanuele dal lato che guarda verso la stazione sta il palco per le autorità, cbe sono tutte presenti: S. E il conte Cesare Maria De Vecchi, S. E. il Prefetto Maggioni, il Podestà conte Paolo Thaon di Revel, S. E. Casoli, primo Presidente di Corte d'Appello, il comandante di Corpo d'armata S- E il gen. Mombelli, il gen. Tiby della^Mi o a l si i, o el el a e nsi o e ol e izia, il gen. Da Pozzo dei carabinieri, * 1 gr. uff. Anselmi, il gr. uff. Ehren-f freund, il Rettore Magnifico dell'Università comm. prof. Pivano, l'on. Bagnasco, il Provveditore agli studi gr. uff. prof. Renda, il questore comm. De Roma; tutti i senatori, tutti i deputati, le maggiori personalità della magistratura, degli studi, dell'industria e del commercio, ufficiali dell'Esercito e della Milizia. Dal fondo del grande viale a cui i torrenti di luce dei potenti riflettori danno l'aspetto di uno scenario fantastico, giungono, insieme alle note dell'inno Reale, gli alala dei partecipanti al corteo e le acclamazioni della folla che raccolta ai lati del corso assiste alla imponente sfilata. Due riflettori di minor potenza convergono i loro fasci luminosi sulla tribuna dove sono radunate le autorità, ai piedi del monumento. E mentre i gagliardetti sventolano e gli alala si fanno più poderosi, la nera colonna sbocca sul piazzale col Segretario federale on. Basile alla testa, e mentre questi si ferma a lato delle autorità salutando romanamente e la corona viene deposta alla base del monumento, incomincia la sfilata. Uno spettacolo imponente. In perfetta formazione, il corteo si svolge, agitando gagliardetti e labari, e lanciando al passaggio formidabili A noi! Il Segretario federale, ad ogni nuova Associazione che giunge con la sua bandiera, saluta gridando: « Eia, eia, alala! », per le medaglie d'oro, per i mutilati di guerra Benito Mussolini, per gli arditi, per il Nastro Azzurro. Ed una dopo l'altra, come in una grande parata, le Associazioni passano e le musiche alternano la « Marcia Reale » con « Giovinezza ». A fianco delle Autorità si è fermato il gagliardetto della Federazione, quello dei Caduti, del Nastro Azzurro, ed il grande labaro della « Famija Turineisa » sul cui velluto cremisi è raffigurata la statua equestre di Emanue le Filiberto. Sembra che il corteo non debba avere più fine. Sempre nuove associazioni sfilano. La bella coorte universitaria, gli sportivi, i ferrovieri, i maestri, gli appartenenti all'industrie inazionali dello Stato. E la tribuna delle autorità viene mano mano affittendosi puicfiè dal corteo si staccano gerarchi e personalità. Il comm. Cohtelione-Slella, il comm. Rossi dell'Ente sportivo ed altri salgono sulla tribuna. Una folta rappresentanza di cittadini, che prende i controviali a cerchio del monumento manifesta a gran voce la sua ammirazione. E infatti è degna di ammirazione quella sfilata di non militari, c&ie avanzano col ritmo e con la baldanza di perfetti soldati. Quanto è durata la sfilata? Certo più di un'ora, poiché erano da tempo scoccate le 22, quando le ultime falangi del corteo hanno lanciato l'ultimo saluto alla statua del Gran Re.

Luoghi citati: Borgo Po, Borgo Vanchiglia, Caporetto, Italia, Piemonte, Torino, Vittorio Veneto