Attorno alla salma di Foch

Attorno alla salma di Foch Attorno alla salma di Foch II Condottiero sotto un baldacchino nero e argento Le visite del Presidente della Repubblica e di Re Alberto -- L'affettuoso cordoglio di Mussolini -- I funerali avranno luogo martedì ed il feretro sarà esposto sotto l'Arco di Trionfo — La rappresentanza italiana alle esequie: Caviglia e cento Alpini Parigi, 21, notte. Fin dalle prime ore del mattino una folla di curiosi si accalcava nelle vicinanze della casa del Maresciallo Foch, trattenuta da un importante servizio d'ordine. Verso le 9 arriva il Nunzio Apostolico, monsignor Maglione, il quale si reca subito nella camera mortuaria. L'on. Henry Paté, Sottosegretario di Stato per l'insegnamento tecnico, lo 6egue a pochi minuti di distanza. Indi si succedono i marescialli Lyautey, Pétain, Franchet d'Esperey; i generali Targe, Berthelot, Debeney, Duport del Consiglio Superiore della Guerra; il Governatore degli Invalidi, generale Mariaux; il Ministro delle Colonie Maginot; Hanotaux, dell'Accademia Francese; l'Aimbasciatore d'Italia, conte Manzoni, sir William Tyrrel, Ambasciatore britannico, Myron Herrick, Ambasciatore degli Stati Uniti, il barone De Gaiffier d'Hestroy, Ministro del Belgio, Politisi Ministro di Grecia, l'ammiraglio Violette, il senatore Leone Berard, il deputato Scapini. presidente dell'Associazione dei ciechi di guerra, condotto da alcuni amici, la signorina Deroulède, sorella del fondatore della « Lega dei Patrioti » il Principe di Monaco, .gli addetti della Bolivia e del Giappone. Doumergue e Clemenceau Alle 10,30 il Presidente della Re pubblica, Doumergue, accompagnato dal generale Las6on, capo della sua Casa Militare, viene a sua volta ad inchinarsi davanti alla salma dell'illustre soldato. Ricevuto al suo scendere dalla vettura dal generale Weygand, il Presidente della Repubblica, visibilmente commosso, si reca subito nella camera mortuaria ove rimane per qualche istante; indi si reca ad esprimere alla vedova del Maresciallo « il grande dolore e il lutto della Francia ». A questa testimonianza ufficiale il signor Doumergue unisce, con voce che Temo zione rende tremante, le sue condo glianze personali. Qualche minuto dopo, ecco Giorgio Clemenceau che, malgrado la sua avanzata età, ha voluto "venire a salutare per un'ul tima volta il Maresciallo. Con passo fermo, l'ex-Presidente del Consiglio attraversa il cortile del palazzo e sale i primi gradini della scalinata ove è ricevuto dal generale Wey gand, con il quale si intrattiene per qualche momento. Indi ai fa condurre nella camera mortuaria ove sì inchina profondamente f davanti al Maresciallo. Non potendo più dissi mulare la sua emozione, Clemenceau si ritira e va a salutare la vedova del Maresciallo che sta nel grande salone circondata dalle due figliuole e dai nipoti. Il generale Pershing, che comandò il corpo di spedizione americano in Francia, in borghese, succede a Clemenceau. Egli pure è oltremodo emozionato e si inchina a lungo davanti alla salma del grande Capo sotto gli ordini del quale ne! 1918 condusse l'esercito americano alla vittoria. Le commozione di Jeflre Ed ecco ora il Maresciallo Joffre. Il vincitore della Marna saluta l'exgerieralissimo degli Eserciti Alleati, ed è questo un altro minuto emozió nante quanto mai. Interrogato da un giornalista, il vecchio Maresciallo dice: «Che dichiarazioni potrei farvi? L'annunzio delia morte di Foch mi ha recato un colpo dal quale non sono ancora ri messo. Lo amavo molto e lo ammiravo. Sono addirittura sconvolto». La sfilata delle personalità riprende verso le 2 del pomeriggio. Monsignor Guebriant, Superiore delle Missioni straniere, arriva per primo seguito da Monsignor Chantal, il quale viene a presentare le condo glianze del Cardinale Dubois, Arci vescovo di Parigi. Succedono loro poco dopo, il Presidente della Ca mera Ferdinando Buisson, il delega to americano ai Comitato degli esperti Pierpont Morgan, il generale Pujo, Marcello Prevost dell'Accade mia Francese; il deputato DuvalAnioud, Giorgio Goyau, dell'Acca demia Francese, che presenta alla vedova il primo esemplare — uscito oggi stesso dai torchi dell'editore — dell'opera composta qualche mese fa dal grande Soldato su Giovanna d'Arco. La signora Foch, oltreniodo commossa, ringrazia vivamente l'Accademico. Nel cortile del palazzo l'animazione è ancora maggiore che non nella mattina. I registri si co¬ pcAdLaMmntcnp prono di firme. Le delegazioni succedono alle delegazioni: quella degli Allievi della Scuola San Michele, della Scuola Bossuet, del Giovani Esploratori. Le preghiere delle vedove e del fratello Nel frattempo è stata preparata al piano terreno la camera ardente definitiva ed alle 15,30 la salma del Maresciallo vi è trasportata. La salma è stata posta sotto un baldacchino nero e argento. E' rivestita della tunica bleu cielo, ornata con la placca di Gran Croce della Legion d'Onore. Il cappotto sul quale sono appuntate la medaglia militare e la croce di guerra è deposto sui piedi. Presso il catafalco sono disposti quattro inginocchiatoi. Su uno di questi è inginocchiato il reverendo padre Foch, fratello del Maresciallo, che è giunto alle 15 accasciato dal dolore, sorretto da un infermiere e da un sacerdote. La sua stupefacente rassomiglianza con il grande capitano colpisce dolorosamente tutti coloro che sono ammessi alla pia sfilata. Un altro inginocchiatoio è occupato dalla vedova; gli altri due dagli ufficiai dello Stato Maggiore del defunto. La folla sfila lentamente, silenziosamente. Il Re del Beisi La sfilata viene interrotta per una mezz'ora alle 15 in occasione della visita del Re del Belgio. Re Alberto era infatti partito alle 13 da Bruxelles per venire ad inchinài-si davanti alla salma del grande soldato. Giunto alla stazione del Nord a Parigi alle 17, il Sovrano, ricevuto dall'Ambasciatore e dall'addetto militare del Belgio e salutato dagli applausi di una folla enorme, si è recato immediatamente al palazzo della via di Grenelle ove è giunto dieci minuti dopo. Ricevuto dal generale Weygand il Sovrano è accompagnato subito nella cappella ardente. Re Alberto, il quale non nasconde la sua emozione, saluta il sub glorioso compagno d'arme. Indi, fermando col gesto la vedova del Maresciallo che alzatasi gli andava incontro, si in china davanti ad essa e le bacia la mano. La signora Foch lo ringrazia per il telegramma affettuoso inviatole da Bruxelles questa mattina e lo riconduce fino alla porta della cap pella ardente. Il Re lascia il palazzo salutato da nuove acclamazioni. Poi, dopo essersi recato a fare una visita di cortesia al Presidente della Repubblica all'Eliseo, riparte alle 19.30 per Bruxelles. Il reverente saluto del Senato Il Senato si è dui canto suo, come ieri la Camera, associato solennemente alle dimostrazioni unanimi del cordoglio nazionale. Aprendo la seduta, il Presidente Doumer, rispettosamente ascoltato da tutti i senatori che si erano alzati in pieil' ha pronunziato il discorso seguente « Miei cari Colleghi, 11 maresciallo Foch è morto. La Franala intera sente il' dolore di que sta perdita crudele, e il Senato parte cipa al lutto della Nazione. L'evento è risentito d'altra parte anche molto lontano, al di fuori delle nostre frontiere, causando l'emozione di tutti con la afflizione dei popoli amici, il cui sangue si è mescolato al nostro nel corso della grande guerra. Da molto tempo rinomato per la sua scienzla militare, Foch diede prova del suo valore a Nancy, nella Champagne, sull'Ys'er, sulla Somme. Egli si 6 mostrato il degno Capo — e non è dire poco — dei suoi ammirevoli soldati. Nei giorni pieni di pericolo del 1918. con consenso unanime, il Comando Supremo delle forze alleate fu creato per lui. In una battaglia quasi ininterrotta durata 6 mesi, egli respinge id nemico dal suolo nazionale e conduce i suoi immensi Eserciti alla vittoria decisiva. La Francia, il mondo, sono salvati da una brutale egemonia 1 Man mano che il tempo trascorrerà l'opera e la figura di Foch appariranno sempre più grandi e belle: esse brilleranno nella storia in pagine che ,1 nostri discendenti leggeranno con orgoglio. Davanti alla memoria di questo glorioso Soldato, di questo illustre tiglio della nostra Patria, entrato nella immortalità, noi ci incili nianio con patriottica riconoscenza! ». Lunghi applausi accolgono l'omaggio reso al grande soldato scomparso, mentre dal suo posto Painlevè aggiunge a nome del Governo queste parole : « Il Governo si associa alle eloquenti e commoventi parole che il Senato ha udito in onore, di un grande capo, la cui gloria è scritta perennemente nella stòria ». E la seduta viene tolta in segno di lutto. Anche l'Accademia di Francia, di cui il defunto Maresciallo era membro, ha fatto udire la sua voce. All'inizio della seduta di oggi il Cancelliere, Maurizio Paleologue, ha pronunziato una commovente allocuzione. Ricordando che 1 tre Marescialli di Francia componevano una trinità gloriosa che era il più bell'ornamento dell'Accademia Francese, il più bel flore della sua corona secolare, egli ha salutato il defunto dicendo: « La morte che egli ha tante volte guardato in faccia tranquillamente, ha finito per vincerlo. Ma egli era già nella gloria all'ombra della immortalità. Non è ancora venuto il momento di enumerare i titoli di questa immortalità, ma il Maresciallo 11 ha conosciuti in anticipo il giorno di novembre del 1928 in cui ha rivolto agli Eserciti alleati quest'ordine del giorno : « Voi avete vinto la più grande battaglia della storia e salvata la causa più sacra : la libertà del mondo. Siate fieri di una gloria immortale della quale voi avete ornato le vostre bandiere: la posterità vi riserva la sua riconoscenza ». In quanto a noi, signori, pieni di gratitudine per il lustro che ha dato alla nostra compagnia, gli conserveremo un pio ricordo e sono sicuro di rispondere al vostri più intimi pensieri rivolgendogli a nome dell' Accademia Francese il commovente addio di Bossuet al Principe di Condé: « Voi vivrete in perpetuo nella nostra memoria come degno soggetto di lode e di rimpianto ». Signori, in segno della nostra afflizione, tolgo la seduta ». Une coroni dell'Esercito italiano Da tutti i Paesi alleati le condoglianze affluiscono. Painlevè ha ricevuto da Mussolini un cordiale telegramma esprimente la viva parte presa dall'Esercito italiano al lutto della Francia. Il nostro addetto militare a Parigi ha dal canto suo fatto pervenire al domicilio dell'estinto una magnifica ghirlanda di fiori legati da un nastro bianco rosso e verde con la scritta : « Al Maresciallo di Francia Ferdinando Foch, l'Esercito italiano ». Profondamente gradito è giunto inoltre a Parigi l'annunzio che il Maresciallo Caviglia con una Compagnia di Alpini rappresenterà l'Italia ai funerali del comandante in Capo degli Eserciti alleati. L'Esercito inglese vi sarà rappresentato dai Marescialli Milner e Plumer, la Marina dall'ammiraglio Wester Wemiss e dal vice-ammiraglio Hoggard, l'Aviazione da Sir Hugh Trenchard. Cinquanta soldati britannici seguiranno il corteo. II Belgio sarà rappresentato ai funerali dal principe Carlo, dal Ministro della difesa nazionale conte di Brocquevill^ e dal c^po dello Stato Maggiore dell'Esercito con un battaglione di granatieri. Non essendosi riscontrata nel testamento del defunto nessuna dispo sizione in contrario, la sua inuma zione avrà luogo — supremo onore — agli Invalidi. I funerali, salvo contrordini, avranno luogo martedì per dare tempo ai reparti di trup pa alleati di giungere a Parigi. Il catafalco verrà eretto sotto l'Arco di Trionfo e vi rimarrà 2-1 ore, come fu fatto per Victor Hugo. L'integro soldete Il Temps, tratteggiando la figura dello scomparso, scrive : « Come alcuni si facevano un'idea inesatta dal 1870 al 1914 di quello che sarebbero stati i grandi capi che ci avrebbero restituite l'Alsazia e la Lorena! Pennacchio, cavallo nero e colpi di Stato in prospettiva. Questi vittoriosi, sulla cui venuta si contava e di cui si sapeva perfettamente che sa rebbero venuti, troppi francesi se li rappresentavano come possibili peri coli per il regime. Quale errore il lo ro! Joffre, Gallieni, Manghi, Foch e gli altri dovevano, durante la guerra e dopo la vittoria, comportarsi da degni difensori di un Paese libero. Foch sarà stato il più irriprovevole dei soldati repubblicani. Personalmente era di «sinistra»? Nel segreto del suo cuore era partigiano del regime attuale? Non ne sappiamo nulla né vogliamo saperlo. Non si hanno conti di tale natura da chiedere ai salvatori della Patria. Quali abbiano potuto essere le « opinioni » del maresciallo Foch, egli si è sempre comportato da militare disciplinato, rispettoso delle prerogative del potere civile, consacrato esclusivamente alla missione che la Repubblica gli aveva affidato, senza mischiarsi nelle dispu te politiche. Egli avrà dato a tal riguardo un grande esempio di civismo e di vero patriottismo. Egli non era — come un certo personaggio politico, pertanto ortodosso dal punto di vista radicale — l'inventore di un « Rubicone ». I nostri grandi soldati del 1914 il'JlS avranno sdegnosamente abbando Inato ai borghesi 1 sogni dei colpi di Stato. Essi avranno, inchinandosi davanti alla Repubblica, servito ancora meglio la Patria. Ma disciplina e deferenza verso il potere non è rasse. gnazione passiva a tutti gli errori che può commettere un Governo. Foch, sottoposto alle direttive degli uomini politici del nostro Paese, non le ha sempre accettate senza discuterle quando le riteneva poco conformi ai ben compresi interessi nazionali. Egli ha disapprovato il trattato di pace, ha messo i Governi responsabili In guardia contro le lacune ed i difetti di questo strumento diplomatico e che all'esperienza, ahimè, si è mostrato di evidente insufficienza. Egli ha in seguito sconsigliato atti che gli sembravano pericolosi e inopportuni. Con ciò egli ha dato prova di alta coscienza e di bel coraggio civico, particolarmente meritorio in un militare. Egli è stato un buon francese in tutto il significato della parola. La memoria del Maresciallo può affrontare senza pericolo il giudizio della posterità: la sua gloria non farà che crescere attraverso le generazioni. Il suo esempio sarà di quelli che un popolo deve evocare ed a cui deve Ispirarsi nel giorni di turbamento, di scoraggiamento e di pericolo nazionale. Il suo nome Illustre verrà Invocato sempre dal patrioti agli occhi dei quali i valori morali difesi e illustrati dalla Francia costituiscono un elemento essenziale della civiltà e del progresso mondiale. Egli è immortale. Che la sua spoglia, ravvolta ora nella bandiera tricolore, riposi in pace in mezzo al rispetto, all'ammirazione e- all'affetto dì tutti i francesi ». Il telegramma di Mussolini Roma, 21, notte. Per 1 funerali del Maresciallo di Francia, Foch, sono state prese le seguenti disposizioni : invio a Parigi del Maresciallo d'Italia Caviglia con due ufficiali. Invio a Parigi di una compagnia d'Alpini della forza di tre ufficiali e 100 uomini di truppa, per partecipare alle onoranze funebri. Visita di condoglianza da parte dell'ufficiale del Gabinetto all'addetto militare francese. Incarico al regio addetto militare a Parigi di provvedere per una corona con la scritta : « Al Maresciallo di Francia Ferdinando Foch l'Esercito Italiano ». Il Capo del Governo, ministro del la Guerra, ha poi spedito il seguen te telegramma a Painlevè, Ministro francese della Guèrra: « Al grave lutto dell'Esercito t della Nazione francese per la dolo rosa perdita del Maresciallo Foch, si associa con spontanea vibrante cordialità l'Esercito d'Italia, che, serbando viva la memoria della sa piente azione del Condottiero alleato nella grande guerra vittoriosa, rivolge per mio mezzo le sue commosse condoglianze, improntate al più schietto cameratismo. — F.to: Mussolini ». Dichiarazioni e ricordi del generale Albricci Napoli, 21 notte. S. E. il generale Albricci. condottiero delle truppe italiane in Francia durante la grande guerra, ha cosi espresso il suo pensiero sul Maresciallo Foch: — Conobbi per la prima volta 11 Maresciallo Foch nel 1016. al fronte Trentino. In quell'epoca il Maresciallo visitò il fronte italiano dichiarandosi schietto ammiratore del soldato italiano e certo della vittoria. Mi incontrai una seconda volte con Foch. non ancora Maresciallo, a.Londra in occasione della Conferenza interalleata del lo agosto 1917, e fui subito colpito dalla prontezza e dalla vastità delle sue concezioni. Ma ebbi maggiori occasioni di avvicinarlo noi periodo del mio coniando delle truppe Italiane In Francia, inquadrato quindi nell'Esercito francese. Ho avuto più volte l'onore di intrattenermi con Foch e di ammirarne la chiarezza di vedute e la civile energia del propositi. Durante la grande offensiva del luglio 1918 potei personalmente constatare quanto l'azione personale di Foch fosse opportuna sia nella difesa rome nella controffensiva. Quando pt?r rientrare in Italia mi accomiatai da lui, egli abfae per me parole di affetto, ma pimeli tutto si fissarono nel mio cuore Pnella mia mente le espressioni di altissima lode e di profonda ammirazione che ebbe per il nostro snidato. L'ultima volta che vidi il Maresciallo Foch fu nel 1022. Egl' venne a Napoli per un breve periodo di riposo insieme con la sua consorte. In quella occasione compi verso di ine un elevato atte, di cameratismo, portandomi personalmente 11 priiiin esemplare (Iella medaglia commemorativa decretata dal Governò francese per ini. ti i componenti del li Corro d'Arinnin. analògeunsiiìé u mintilo il v.<: l:o co verno aveva fatto per i soldati francesi che avevan combattuto al fronte italiano. 11 Maresciallo Foch appariva stanco e bramoso di riposo. La sua scomparsa getta un lutto profondo net la mia anima di soldato e in quelle: di tutta i combattenti interalleati. «Giorno di lutto perii popolo belga « bruxeltes, 21 notte. Alla presenza di tutti 1 deputati al' zatisl in piedi, il presidente Tibbaut ha dichiarato, non appena aperta la seduta della Camera, di non saper « dire l'emozione che ha preso 11 Belgio alla notizia del decesso del glorioso maresciallo Foch ». L'oratore ha continuato:1 « Non si può che subirne ti dolore, in un rispettoso raccoglimento. Questo dolore è dominato da un sentimento profondo di ammirazione e di riconoscenza poiché il nome del Maresciallo Foch è vincolato non soltanto; alila grande epopea militare, ma an*che alla liberazione della Patria belga. Ed è per questo che noi diciamo alla Francia che il suo lutto è lutto nostro e ci Inchiniamo con rispetto davanti alla memoria di uno del suoi più illustri figliuoli 11 cui nome appartiene alla storia dell'umanità ».