Un principe eccezionale

Un principe eccezionale Un principe eccezionale VIENNA, marzo. E' morto un solitario, che era un gran signore: il principe Giovanni II von und zu Liechtenstein. Aveva raggiunto la veneranda età di ottantanove anni, senza decidersi a rimettere piede nel suo principato in sedicesimo, al confine fra Austria e Svizzera, ai piedi delle Alpi Retiche: da tempo immemorabile, gli 11.500 sudditi erano rimasti privi del piacere di vedere in mezzo a loro, nella capitale Vaduz, il bravo sovrano. Il principe Giovanni se ne stava a preferenza a Vienna, nel suo meraviglioso palazzo della Bankgasse, che è in fondo un museo, e d'estate villeggiava nel castello di Wartenstein, presso Gloggnitz. oppure a' Eisgrub, in Moravia, dov'era nato. Ma i sudditi ne sentivano pure a. distanza la bontà e ne provavano la. generosità: caso strano nella storia delle Monarchie, invece di pagargli tributi e lista civile, ricevevano da lui milioni e milioni per opere di beneficenza, strade, ospedali e scuole. Ecco perchè, quando nel dopoguerra qualcuno cercò di inscenare pure in quell'angoletto di Europa una rivoluzione — malattia che nel travaglioso periodo sembrò obbligatoria per piccoli come per grandi Stati — 11 principe Giovanni non ritenne necessario allontanarsi da Vienna. Mandò a Vaduz un giovane parente, che fu accolto con battimani : i sovversivi rimasero in minoranza, le loro proposte furono respinte, l'ondata rivoluzionaria s'infranse. Uno Stato senza soldati Un solo mutamento apportò il dopoguerra al principato, e cioè il passaggio dall'unione monetaria, doganale e postale con l'Austria a un'identica unione con la Svizzera, la quale assunse anche la rappresentanza internazionale dello staterello. I passi compiuti dal Governo di Vaduz per ottenere l'ammissione nel consesso ginevrino non furono coronati da successo; pare che la Società delle Nazioni abbia, a suo tempo, domandato fra l'altro al Liechtenstein di che forze armate disponesse, ricevendone l'orgogliosa risposta che quando si fonda la propria, esistenza sull'idea del diritto è superfluo mantenere eserciti. E mancando di truppe, il Liechtenstein non potè diventare membro di un'istituzione creata, per impedire le nuove guerre e rendere quindi inutili le spese militari. I due o tre gendarmi che girano per Vaduz e dintorni certo debbono avere atteggiato le labbra a una smorfia di disprezzo, vedendo che si negava loro la qualità dì armigeri. L'unione monetaria e doganale del Liechtenstein con l'Austria aveva durato secoli, senza subire interruzione nemmeno nel 1813, dopo che le guerre napoleoniche ebbero fatto del principato uno Stato sovrano. Ugualmente, sino al 1923, il tribunale di Innsbruck costituì, per i sudditi di Giovanni II, l'istanza giudiziaria suprema. Andata in malora la corona, tramontato il prestigio di Vienna, sembrò opportuno assicurarsi un nuovo protettore e questo fu il Go verno di Berna. Progetti di piena fusione con la Confederazione elve tica fallirono, perchè la Svizzera — e in appresso gli avvenimenti le hanno dato ragione — non volle prò fittare della crisi del '19-'20 per in grandire il suo territorio col Vorarl berg, che la supplicava di farlo, op pure con i 159 chilometri quadrai del Liechtenstein. Si venne dunque alla pura e semplice unione mone tarda, postala e doganale, facilitata dalla prodigalità del principe Gio vanni, il quale, cogliendo a prete sto il giubileo del suo sessantacin quesimo anno di governo, pagò di tasca propria i debiti dello Stato, che pure ammontavano a un milione e trecentomila franchi svizzeri. Del nuovo assetto i sudditi sono contenti fino a un certo punto : par tigiani della Svizzera e partigiani dell'Austria lottano con l'accanimento consentito dalla piccolezza del paese. L'anno scorso il defunto prin cipe fu costretto a sciogliere la Dieta, compost-i di ben quindici de putati (alle volte se si è in pochi è peggio). Qui imparzialità vuole sia detto che il maggiore, disinteresse per l'orientamento futuro del Liechtenstein è dimostrato giusto dal l'Austria, dove non si parla mai della cosa, e dalla Svizzera, la quale ha dichiarato che la rottura degli attuali rapporti è sempre possibile basta affrettarsi a prendere una decisione ed a comunicarla in debita e giusta forma, mttamzgcddpcucpasdsg Il munifico Sovrano Generoso, gran signore, il defunto si dimostrò non soltanto verso i suoi udditi, che forse in due o tre delle case popolari costruite dal Comune di Vienna troverebbero tutti comodamente alloggio, bensì anche verso l'Austria e verso Vienna in ispecie: degli aiuti da lui prodigati a bisognosi, ad aristocratici caduti in miseria, a istituzioni pubbliche, si parla in maniera generica, senza possibilità di fare nomi e cifre, giacché il principe mai li fece. Egli dava e dava con larghezza e più di una volta il suo amministratore, pregandolo di riflettere sui mutati tempi, ebbe ad esortarlo a donare di meno; allora il vecchio scuoteva la testa, obiettando che gli premeva rimanere fedele alle usanze del passato, e domandava all'uomo delle nude cifre quale scopo per lui avesse l'esser principe, se poi non poteva do nare. Appassionato cultore di arti, sacrificava a questa sua passione ed al mecenatismo somme ingenti, ma permettendo al tetro amministratore di far dipendere l'acquisto di oggetti, o l'esecuzione di lavori nei castelli, dalle disponibilità di cassa. In fatto 'di restaurazione di vecchi ed! liei, interessante è stata quella del castello Liechtenstein, sulla strada fra Liesing e Mòdling, roccaforte fra le più antiche dell'Austria: per ordine del principe Giovanni, l'architetto von Molthein abbattè tutte le opere di epoche successive, restituendo al maniero la primitiva forma del XII secolo. Tuttavia nel campo artistico i Liechtenstein debbono la loro nomea mondiale di amatori e mecenati alla stupenda galleria ordinata a Vienna nel palazzo nella Bankgasse, eretto fra il 1697 e il 1708 dal principe Giovanni Adamo. Il principe Giovanni Adamo iniziò la formazione- della pinaeoK -a, il principe Francesco Giuseppe (iteli ■a pri- ma metà del XVIII secolo) la racco!» ta delle incisioni e Giovanni II, morato agli 11 dello scorso febbraio, ha* arricchito la galleria di nuove tele^ ma specialmente di statue e di pre« ziosi oggetti. Allorché, durante lai guerra, fu fatto notare al principi ch'era forse misura di saggia pru« denza spedire i preziosi quadri a Vaduz, Giovanni II definì il consiglia probabilmente buono, ma aggiunse che gli doleva togliere ai viennesi una delle principali attrattive della città. Servigi resi a Francesco Giuseppe Alla quale città egli ha poi dato il godimento del magnifico parco nel nono distretto, mentre un altro parco ha regalato a Mòdling e l'acquedotto al Semmering e un sanatorio) per giovanette tubercolotiche a Brei« tenfurt. E nonostante questi doni « distribuzioni di sussidi a dritta e ai manca, Giovanni von und zu Liechtenstein rinunziò all'esenzione di cui avrebbe potuto godere, nella sua! qualità di principe sovrano, e tenne sempre a pagare le tasse, tanto che; una volta, al Reichsrat, il ministrai delle Finanze von Bilinskl gliene volle tributare pubblica lode. Cronisti della vecchia Austria scomparsa! narrano che von Bilinski abbia elogiato il principe Giovanni pure peli dare una lezione al duca di Parme] (padre di Zita) che appellandosi alla propria inesistente extra-terrlt* rialità. s'era rifiutato di pagare 14 imposte per la tenuta di Schwarzau* acquistata presso Wiener-NeuetadtJ con la conseguenza che il deficit verificatosi nel reddito fiscale dovè essere coperto da tutti gli altri prò» prietari dei-la Bassa Austria. Un seivigio eccezionale il defunto! rese alla Monarchia austro-ungarica, e forse personalmente a Francesco Giuseppe, che lo ebbe amico, unsi trentina d'anni fa. La diplomazia! viennese era alla ricerca di un ambasciatore per Pietroburgo, capace d'infondere calore ai freddi rapporti esistenti allora fra Russia e Austria! e al tempo stesso in grado di rappresentare Sua Maestà apostolica col fasto e la signorilità richiesti dalla; 6ede. Di fronte al rischio di sacrificare il proprio patrimonio in un posto pieno di responsabilità, gli 1. e rdiplomatici di carriera si tiravano indietro. Cosi venne a qualcuno l'Idea di mandare come ambasciatore a Pietroburgo il principe Franz voni und zu Liechtenstein (che ora è successo nella reggenza del Principato! a Giovanni), ragionando che il ricchissimo fratello senza dubbio avrebbe provveduto a fargli fare ottima! figura. Giovanni II, con la sua prodigalità, onorò colui che aveva avuto la geniale idea: il fratello Francesco non riuscì, a Pietroburgo, a rendere Russia e Austria-Ungheria tanto amiche da evitare quello che poi ò successo nel '14, ma grazie alla sua persona e grazie ai gobelin, ai tappeti, alle argenterie e cristalleria mandati da Vienna, l'ambasciata austro-ungarica 6ulla Neva ebbe saloni ricercatissimi e di si bella cornice approfittò anche Francesco Giuseppe, quando andò a fare visita allo Zar. Qui cadrà acconcio dire che i mezzi per tanto fasto t per le raccolte artistiche e le opere di beneficenza, derivarono a Giovanni II in parte irrisoria dal Principato e quasi esclusivamente, invece, dal favoloso patrimonio privato. Un muratore fiduciario di Giovanni II IL novantenne ha chiuso i suoi giorni nella solitudine in cui aveva! vissuto, solitudine che attorno alla! sua persona aveva perfino dato origine a leggenda. Una malattia gravissima subita da fanciullo gli aveva lasciato un difetto fisico che lo spingeva ad evitare conlatti sociali. Riceveva però quante persone avessero chiesto di parlare personalmente con lui e, finché potè, fino a quando la vecchiaia non incominciò ai trattenerlo prigioniero nel magnifico palazzo di Vienna, appare pure* qualche volta, in musei che conservavano preziosissimi suoi doni. La' natura l'aveva fatto nascere ricco, principe sovrano, intelligente e dotato di un cuore la cui bontà fu provata dalla signorile larghezza coni la quale diede e diede, ma pur donandogli una statura erculea, sicché! egli superava d'una testa i più alti, l'aveva umiliato e reso schiavo con, uno stupido male. E per questo 11 vecchio principe] particolarmente amava la servitù, la] gente che davvero gli era stata vicino, aveva — insomma — costituito) l'ambiente della vita quotidiana. Id punto di morte, il novantenne ha) riunito attorno al suo letto tutti i domestici, mentre nella stanza affiancai i parenti aspettavano il trapasso; pregando, e li ha ringraziati uno peri uno delle cure dedicategli. Nel gruppo però mancava l'ex-muratore e figlio di contadini che fu per molti anni il vero fiduciario del principe:! questo factotum di cosi umile origine era stato scoperto da Giovanni II a Feldsberg, mentre lavorava a riparare il castello. Prima l'aveva assunto come cameriere, poi gli aveva! anche affidato la delicata carica dj maestro di casa, col compito di ricevere le persone aspiranti a un'udienza e di riferirne i desideri. I camerieri dei grandi personaggi,scomparso che sia il padrone, di regola provvedono a informare sulla vita intima e su certi aspetti della' psicologia del defunto; ma il factotum di Giovanni lì von und zu Liechtenstein ha preceduto nella' tomba il signore fedelmente servito e non potrà quindi tesserne l'elogio., ' Italo Zingarell.. :

Persone citate: Bilinski, Francesco Giuseppe, Giovanni Adamo, Moravia, Neva