La moralità nella letteratura russa di Ettore Lo Gatto

La moralità nella letteratura russa La moralità nella letteratura russa iPoribi forse dei lettori del romando Saniti di Arzybasoev, pubblicato in italiano in una di quelle edizioni del Ritagliano, da molti considerate come un caratteristico < segno dei tempi » del dopoguerra, avran saputo che intorno a questo romanzo s'era scatenata a suo tempo in Russia una vera e (propria battaglia, una di quelle battaglie che a niente altro servono, com'è esperienza comune, che alla maggior diffusione dell'opera ohe si vorrebbe colpire. La storia della letteratura di tutti i paesi può fornire esempi analoghi a questo di Sanxn ed anche più clamorosi: basti ricordare tra 'quelli ormai storici, il processo che colpì l'autore di Madame Bovary. La differenza delle argomentazioni accessorie degli accusatori e dei difensori nei singoli casi, differenza dovuta alle particolari circostanze dell'ambiente social-morale, non ha impedito che il dibattito si muovesse sempre intorno al nucleo centrale della cosiddetta moralità o immoralità dell'opera d'arte. Dibattito come è noto senza uscita o con troppe uscite, intorno al quale non si esaurirà mai la dialettica e, a quanto pare, neppure l'interesse del pubblico. II problema dei rapporti sessuali, sul quale è in definitiva basato quello della moralità o meno di questa o quella creazione, è problema che può mutare nelle sue sfumature, ma che rimane immutato nella sua sostanza morale, sociale, ed in un senso largo, anche politico. Quando intorno al Sanìn di Arzybaseev si scatenò la battaglia, si trattò precisamente per molti di ricercare il fondo social-politico del tipo come riflesso della realtà e non come personificazione di una teoria eclettica dello scrittore. Del romanzo anzi, secondo un'osservazione del dott. Omeloenko, autore di uno studio sul romanzo stesso, diventato oggi una rarità bibliografica, ci si sarebbe potuti addirittura non occupare, se esso non avesse attirata la attenzione della gioventù democratica, se le questioni in esso toccate dell'eguaglianza dell'uomo e della donna nel diritto sessuale e del diritto dell'uomo «di godere dell'amore senza paura e proibizioni, senza limiti», non fossero diventate og getto di esame generale da parte del Fa gioventù e non si fossero trovati difensori di principiò della filosofia esniniana-arzybasceviana. Sanin, diceva in sostanza l'Omeljoenko, non è l'aeroe del nostro tem po », ma l'eroe di una creazione mal sana, problema questo del nostro tempo, problema quotidiano e nello stesso tempo penoso. Sanin era stato pubblicato nel 1907, subito dopo la rivoluzione, quando ancora tutti i problemi della compagine sociale scossa erano materia viva di discussione e di prò positi. Fra essi in primo luogo quel lo sessuale. La reazione agli estremi cui queste discussioni e propositi arrivarono era in ogni modo fondata sulla costituzione sociale esistente, sul mantenimento di una tradizione moral-religiosa che, nella sua forza tradizionale appunto, appariva intangibile. Ma su che cosa si fonda oggi la reazione che vediamo capitanata da uno dei più notevoli critici della letteratura sonettista, il Polonskij, di fronte alla letteratura «casuale odierna e più specificamente di fronte ad un libro, che, come già il Saniti a suo tempo, è stato e forse ancor 'è tra i più letti e disoussi dal pubblico giovanile della Russia soviettista, e cioè la serie di racconti intitolata Problemi sessuali di Pan tele jmon Romano v? I tempi sono mutati, prescindendo Ha ragioni secondarie, per quella fondamentale che in Russia sono al potere uomini che il principio del l'eguaglianza e della libertà nelle re lazioni sessuali hanno sollevato a dogma contro i «pregiudizi» e le «tradizioni» della classe borghese. Su che si fonda dunque la reazione? Nel suo libro Sulla letteratura 'contemporanea (0 sovremennoj literature, Ed. governativa, Mosca-Leningrado, 1928) il Polonskij attacca decisamente il volume del Romanov proprio per immoralità nell'esposizione artistica di situazioni che in realtà non possono non essere conseguenza del principio della libertà riconosciuto ufficialmente. In fondò l'attacco al Romanov non è personale, in quanto che il Romanov non è che uno dei tanti scrittori soviettisti a cui il problema dei rapporti sessuali nella «nuova società» ha suggerito spunti per opere creative. Il Kogan, che in un suo libro: La letteratura del grande decennio (Literatura velikogo X-letija, Mosca, 1928) ha esposte le principali manifestazioni letterarie in rapporto ai fenomeni sociali, ha rilevato come proprio il decimo anniversario della rivoluzione abbia avuto un'attenzione ipertrofica per il problema sessuale nella letteratura. Dal tempo di Sanin infatti non c'erano state mai tante discussioni e tanti articoli provocati da opere letterarie su questo argomento. Fra tutte si può ricordare il romanzo del Malaskin La luna 'dalla parte destra. Nel romanzo del {Malaskin è forse la più evidente conferma di quanto dicevo prima, sulla logica dipendenza della situazione dal principio della libertà assoluta. iVi è descritta la storia della caduta morale di una fanciulla, Tanja, figlia di un «kulak (contadino benestante) che, entusiasta per la rivoluzione, attiva « komsomolka » (giovane comunista) si abbandona con i suoi compagni ad eccessi di ogni sorta. Basti dire, a caratterizzare la situazione, che «inavvertitamente», secondo l'espressione stessa dell'autore, essa arriva a prendere ventidue mariti. La cronaca letteraria ci informa dello scandalo suscitato dalla pittu¬ ra del Malaskin, da alcuni accusato di denigrare la gioventù comunista, da altri difeso come pittore di una realtà contro la quale bisogna lottare. Il Kogan parla anche di una inchiesta negli ambienti giovanili, dalla quale sarebbe risultato che a l'ideale sessuale dell'odierna gioventù è una vita fondata su rapporti amorosi continuativi». Il discutere di continuo, come fanno i russi, dei problemi sessuali, non significa mica sempre approfondirli 1 Il Polonskij ricorda che, dopo il fallimento sostanziale della rivoluzione del 1905, gli elementi borghesi intellettuali cercarono l'oblio «in altri mandi », nei piaceri dell'amore, nei narcotici, ecc., dando luogo precisamente a quell'ambiente e a quell'atmosfera che ritroviamo specialmente nell'opera di Arzybascev. L'ondata di erotismo fu allora strettamente legata ad un a abbattimento politico*. Passando però ad osservare la ondata erotica «odierna il Polonskij non si ritiene autorizzato ad ammettere lo stesso rapporto, lo stesso legame. Perchè? Perchè del problema sessuale — dice egli — non si occupano solo gli « abbattuti » dal punto di vista politico, ma anche la gioventù comunista attiva e combattente. Ammesso, com'egli ammette, che la piena liberazione della donna è inconcepibile senza la soluzione del problema della libertà dei rapporti sessuali, perchè non vedere nella rappresentazione artistica, o pseudoartistica, precisamente il riflesso delle conseguenze di un abbandono a soluzioni che stordiscono, travolgono, ecc., come insegna la precede e esperienza? Soluzioni grossolane? Ita non sono forse conseguenza di quella tale libertà, considerata essenziale come punto di partenza? Il Polonskij non è sulla buona strada, pur mirando in fondo a un fine buono c lodevole. Egli ricorda ad un certo momento l'è erotica » di Puskin, di Dostojewskij, di Tolstoj e'rileva come essa non offenda nè indigni; accenna alla giusta osservazione del Veresajev nel suo libro su Tolstoj (Zivaja Zizn ossia La vita viva, Nuova edizione, Mosca, «Nedra», 1928), che cioè dalla scena del parto di Kittv la gioventù potrebbe imparare a conoscere quest'enorme e puro fenomeno della vita umana; e conclude con l'accusare non solo Romanov, ma tutti gli altri scrittori soviettisti : Kallinikov, Pilnjak, Barsukov, Malaskin, Nikitin, i quali hanno fatto oggetto di racconti il problema dei rapporti sessuali, di impudicizia o almeno di insufficiente pudicizia. Non è il caso di ricordare i precedenti del Risveglio di primavera di Wedekind, delle opere del polacco Przybyszewski, ecc., perchè, come nel caso dello stesso Sanin, esisteva al loro tempo un contrasto tra l'ideologia degli scrittori e l'ambiente. Nel caso degli attuali scrittori soviet tisti c'è con l'ambiente giovanile contemporaneo una rispondenza immediata. Non sono io che l'affermo pel primo. Proprio a proposito dei racconti di Romanov che hanno come sfondo il problema sessuale, in un libro di critica di E. Nikitina e S. Scinvalov {Belle tristy sovremenniki, cioè « Belletristi » contemporanei, Mosca, 1928) si afferma che «particolare attenzione merita l'opinione, descritta dall'autore, sul problema dell'amore e del matrimonio, opinione dominante in una parte della gioventù contemporanea». Quest'opinione i due critici trovano ben caratterizzata nelle parole dell'eroina del racconto Senta fiori: D i l' it d i s e a ¬ lroina del racconto Senta fiori: «Da noi l'amore non esiste, da noi esistono soltanto i rapporti sessuali, perchè l'amore è sprezzantemente considerato parte della «psicologia» e soltanto la «fisiologia» ha da noi diritto di vita. Le ragazze si uniscono facilmente con i compagni per un mese, una settimana e casualmente per una sola notte. E tutti quelli che nell'amore cercano qualche cosa di più della fisiologia, sono derisi, son considerati dei disgraziati, degli alienati». (Il racconto del Romanov il lettore può trovarlo nella raccolta: «Novelle bolsceviche», scel-. te da R. Suster, Ed. Sandron, Palermo, 1928). Il punto essenziale il Romanov qui lo tocca in modo evidente: ma su chi gettar la colpa di questa decisione della «psicologia» a vantaggio della «fisiologia»? In un altro. racconto del Romanov, da alcuni «pionieri» comunisti l'amore (s'intende in senso «psicologico») è paragonato alla religione che rammollisce il cervello e la volontà rivoluzionaria. La religione oppio dei popoli è bene una delle formule comuniste. Perchè' non trarre dunque tutte le conseguenze dai nrincipii affermati come l'ideale della vita morale e sociale,? Ci si dovrebbe meravigliare se ciò non avvenisse. Strano ò che su questa base si voglia rimproverare gli scrittori realisti di mancanza di pudicizia. Che non si tratti di mancanza di pudicizia letteraria lo dimostra il fatto che dove il Polonskij ha visto impudicizia altri ha visto delicatezza di maniera (vedi la introduzione del Suster alla novella del Romanov nel volume citato). Molto più importanti sono, a parer mio, altri elementi che, con vera sagacia di scrittore, il Romanov accenna nei suoi racconti e che si potrebbero compendiare nella «resistenza borghesemente psicologica» che alla decadenza morale oppongono molte e molte creature russe, cui rimane affidata la salvaguardia, anche al di fuori dei pregiudizi, della migliore forza morale d'un popolo. Ma sarebbe necessario qui un altro lungo discorso che rimandiamo ad altra volta. Ettore Lo Gatto. tsvnbFv<«<LrcsViptnrnCN1msm

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Palermo, Russia