La campagna per il Plebiscito aperta con un alto discorso del Prefetto al Teatro Regio

La campagna per il Plebiscito aperta con un alto discorso del Prefetto al Teatro Regio La campagna per il Plebiscito aperta con un alto discorso del Prefetto al Teatro Regio Una grande dimostrazione di omaggio e di affetto al Duce «Per l'onore del Piemonte qui non si conoscerà l'assenteismo » -- Il riconoscimento, la tutela e la assistenza sociale dati ai lavoratori Gli elementi della forza di Mussolini: giustizia e bontà -- Le Camicie Nere, il Partito e la Milizia esaltati ed acclamati nelle persone di De Vecchi, Basile e Tiby La vibrante dimostrazione alla Casa di Savoia e all'Esercito Liei campagna elettorale è stata at>erta ieri ufficialmente in modo nuovo' ed eccezionale col discorso del Prefetto ai rappresentanti di tutta la Provincia: e la grandiosa ed imponente adunata del Teatro Regio ha accolto le chiare e vibranti parole di S. E. Mangioni con entusiasmo pari all'alto significato dell'avvenimento politico. Più volte, opportunamente il rappresentante del Governo ha rilevato ed elogiato le doti caratteristiche della gente piemontese, proba e fedele, augurandosi che l'eco del suo discorso giungesse fino ai borghi lontani e remoti della Regione: e la straordinaria assemblea di rappresentanti, sentendo che le parole del Prefetto non suonavano adulazione occasionale ma sincero e meditato riconoscimento, ha accolto l'elogio con compiacimento, ed ha applaudito fragorosamente, gridando il nome di Mussolini e degli eroi piemontesi .e nazionali, quasi ad eeprimere con questa dimostrazione spontanea l'unità profonda completa degli ideali della gente piemontese con la volontà e con le direttive idei Regime. Un'eco di codesti applausi fragorosi è giunta immediata, sia pure attenuata e confusa, a molti centri anche lontani della regione attraverso la radio. Anche di fatto quindi 11 Prefetto ha potuto parlare a tutta la popolazione piemontese. Il consenso entusiastico dell'assemblea anziché manifestarsi sulle frasi del discorso, ha prescelto i simboli e i dati corrispondenti alle opera e alla ricostruzione. Insieme i jì nomi gloriosi amati e sacri della Nazione, ieri si "sono applaudite fervidamente anche le cifre statistiche, quelle aride cifre che sono indice di una nuova fecondità produttiva e del risanamento economico nazionale. La tradizione e la fedeltà monarchica piemontesi sono state riaffermate con gli applausi scroscianti alla memoria di Emanuele Filiberto e del Principe Umberto, che C'orino vede con orgoglio ospite augusto e diletto al comando del magnifico reggimento di Fanteria; con un'ovazione vivissima alla Maestà del Re, ed al generali che accanto al combattenti in camicia nera rappresentavano la Vittoria riconsacrata; 11 consenso cordiale, incondizionato al Regime è stato espresso col naluto festoso di alala e di battimani a 8. E. De Vecchi, fondatore del Fascio torinese. Quadrumviro della Marcia su Roma, restauratore — og gì — delle fortune agrarie piemontesi, dopo la sua opera di riconquista in Colonia; e con un applauso riconoscente al barone Basile, degno rappresentante del Direttone Nazionale Fascista, che ha avuto nella unanime dimostrazione una ricompensa alla sua generosa ed instancabile fatica di parecchi mesi. Al nome di Mussolini l'assemblea è sorta ed è rimasta in piedi, viril mente, col braccio teso nel saluto romano; ed allorché S. E. Maggioni ha voluto innestare anche una nota umana nel suo discorso politico, dicendo l'amore, del popolo per il Duce, la folla della sala e dei paiChi ha gridato con sola e formidabile voce: « E' verol », applaudendo per alcuni minuti, quasi che un'eco della dimostrazione potesse giungere fino al Capo del Governo, f-'i^il' La grandiosa adunata lì.-' Un teatro gremito fino all'inverosimile; uno spettacolo imponente. Sul palcoscenico, in fondo, una selva di gagliardetti. Gagliardetti di associazioni, di enti, di circoli rionali, di sindacati. A sinistra del proscenio spicca il gagliardetto delle Madri e Vedove dei caduti, e a destra quello delle Famiglie dei caduti fascisti e della Federazione Provinciale. Il tavolo per l'oratore è situato al margine del boccascena. Nella prima fila di poltrone prendono posto 11 conte Cesare Moria De Vecchi di Val Cisinon, 11 generale d'Armata conte Petiltl di Rorcto. il primo presidente della Corte d'Appello S. E. Casoll, il Podestà conte Paolo Thaon di Revel, il Segretario federale console Basile, il commissario provinciale del Sindacati Edoardo Malusardi, 11 comandante di Corpo d'Armata generale Mombelli, il gen. Tiby della Minala, il gen. Da Pozzo dei Carabinieri, il comandante la Divisione gen. Mnntefinali. il gr. uff. Anselmi commissario alla Provincia; tutte, insomma le personalità più rappresentative del Partito, della Città, della Provincia. Alle due ali della prima Ala di poltrone si notano In gruppo i candidati politici. Dietro ad essi 1 senatori: fra ì quali Giovanni Agnelli, DI Rovasenda, Bistolfi. 11 marchese Demetrio Aslnari Di Bernezzo, i deputati della precedente legislatura compresi nella nuova lista; poi, vie via, il Rettore Magnifico dell'Università prof. comm. Pivano con tutto il Senato Accademico, Magistrati, alte rappresentanze del mondo degli studi, dell'industria e del commercio, il comm. avv. Mario Gino dei Combatterai, il presidente del Mutilati, e quelli di tutte le altre Associazioni. Nei primi posti, in platea, sono allineati tutti 1 podestà della Provincia, 1 segretari politici, 1 fiduciari dei Circoli rionali; poi giù giti fin all'estremo limite della sala una folla immensa si accalca, stipata sino all'inverosimile. E gremiti sono i palchi e le gallerie, fin alle balconate superiori, «mesi a contatto con la volta. Quando S. E. il Prefetto Mangioni fa 11 suo Ingresso sul palcoscenico e st avanza al proscenio uno scroscio prolungato di applausi sale dalla folla. Tutti gli intervenuti In piedi, mentre i gagliardetti si inchinano, Improvvisano una calorosa dimostrazione al capo della Provincia che, scambiate strette di mano con l'i maggiori personalità e in chinatosi a più riprese, inizia con lini pidezza di parola. 11 suo discorso: « Eccellenze, Camerati, Signori, « Per la prima volta 11 Prefetto Ini Zia apertamente, pubblicamente, la coBtdetta campagna elettorale con un euo discorso. Perchè? Perchè ciò cor> risponde alla concezione fascista dello f Stato, che è ente volitivo. Interessato a tutte le manifestazioni collettive del popolo e che non può trascurare neppure 11 fenomeno « elezioni ». Perchè Telezlone del deputati non è più una mmddSmdteapnhzzsevdsSpsvdzstoDPiavmnCczdbzctrvnsledauasLcccnvsetevPbtdsSmvnhcpllvtlvdsvvSmealtvrGqreGdlrsraes-spdccldvctcdsReqgdslslecvtsotvrsiltnlsmstl manifestazione di sovranità popolare ma è l'atto di approvazione da parte del nuovi elettori produttori di precedenti azioni svolte sotto l'egida dello Stato per la costituzione di un parlamento che è organo dello Stato. « Approvazione della lista da parte degli elettori. Questo è l'atto cui sarete chiamati domenica prossima e cùe almeno formalmente rassomiglia di più alla vecchia funzione elettorale ma ne è nello spirito cosi diverso che non ha neppure mantenuto il nome di elezione, assumendo invece quello di elezione plebiscitaria, e che è molto più simile ad un plebiscito eoe ad una elezione. «L'elettore infatti se materialmente vota la lista di quelli che saranno 1 deputati della Camera Corporativa, essenzialmente approva l'azione dello Stato che attraverso organi statali ha presentato la lista. •11 Fascismo è essenzialmente realistico e storicista: non ricorre a parole vane. Enunzier) solo alcuni fatti per dimostrare il dovere di una approvazione plebiscitaria della lista che è stata presentata. «Basterebbe accennare ad un solo fatto: capolista è Benito Mussolini». ■ Bonito Mussolini! ». Al nome del Duce, pronunciato vibratamente dal Prefetto, tutti gli intervenuti scattano in piedi prorompendo In una grande acclamazione. «Ero certo — continua l'oratore — del vostro entusiastico applauso, naturale manifestazione del nostro affetto, del nostro sentimento, verso l'Uomo che è Capo alla rinnovata Italia. «Il nome di Mussolini è la bandiera che deve far uscire dall'urna con votazione plebiscitaria la lista dei nuovi deputati. Ho detto, con votazione plebiscitaria, non con grande maggioranza: nel suo nome st deve vincere anche la più difficile vittoria: quella contro l'apatia. « Per l'onore del Piemonte, per la vecchia fedele terra subalpina, qui non si conoscerà l'assenteismo: non sarà di Torino che potranno gloriarsi le sette internazionali, le propagatrici dei calunniosi manifestini invitanti all'assenteismo, gli ultimi avanzi di un mondo sepoltoI ». La eonoezlone fascista dillo Staio « Ho detto, o meglio, ho accennato all'Uomo: la votazione plebiscitaria sarà l'atto di riconoscenza verso di Lui, del popolo Italiano, ma sarà anche l'atto di fede verso la più bella creazione della sua genialità: la concezione fascisti dello Stato che è onnipresente in ogni atto. In ogni provvedimento del suo Governo. •Tra i vart Stati italiani dei secoli scorsi ti Piemonte è'quello che diede esemplo di uno Stato che maggiormente si avvicina all'Ideale dello Stato sovrano, dello Stato fascista ». L'oratore ricorda a questo punto li Principe ricostruttore della Casa Sabauda, Emanuel* Filiberto, che può ritenersi un precursore dell'Idea fascista dello Stato, e afferma che 1 piemontesi sono la popolazione dalla quale lo Stato fascista deve essere maggiormente compreso, poiché la politica civile assistenziale, economica di Emanuele Filiberto, la sua politica rurale hanno degli Impressionanti punti c contatto con la politica fascista. «Il concetto dello Stato fascista e in perfetta antitesi con l'idea dello Stato liberale; questa considera lo Stato per l'indivtduo, il Fascismo considera invece l'individuo per lo Stato. La dottrina liberale afferma che 11 progresso, la ricchezza, la forza dello Stato derivano dal progresso, dalla ricchezza, dalla forza .del singoli: il fascismo sostiene che il benessere degli indi vldui si raggiunge solamente altra verso 11 benessere della società e dello St.a,Ma mentre le dottrine liberali de mocrattche, socialiste, annullano la soeletta nell'individuo, 11 Fascismo non annulla l'individuo nella società, ma la subordina allo Stato. . Quando il Fascismo raggiunse il potere, si disse che il Fascismo non aveva una teoria di Governo: è falso, rutti i provvedimenti, tutti gli atti del Governo fascista sono Improntati a questa teoria cui ho accennato ». E qui l'oratore enumera le opere veramente ricostruttrici voluta dal Duce e fa un raffronto fra la disciplina del Governo di Mussolini e l'assenteismo dei precedenti Governi liberali (prolimaatt applausi). Quindi stigmatizzando 1 anarchia de recente passato e le torbide ore In cui si svillaneggiavano l reduci della guerra l'oratore dice: « Ricordiamo e ricordiamo sovente : a noi stéssi che potremo dimenticare, e a chi vuole dimenticare. La necessità di un potere di Stato si Invocava -ome unica salvezza. Chi raccolse questo grido? Il Fascismo, il quale apparve come forza statale. Integratrice dell'opera di un Governo esautorato ». Ciò che si è fatte L'oratore passa quindi In rassegna ciò che si è raggiunto nel principali campi della attività statale. L'istituto della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che sorgeva dopo appena tre mesi di vita del Governo fascista, è una delle più geniali creazioni del Duce. La Milizia Volontaria faceva cessare lo squadrismo, che era stato una delle forze più vive della rivoluzione,' ma che poteva essere uno dei maggiori pericoli del Regime. La disciplina militare Inquadrava la esuberanza squadrista senza smorzare quello spirito volontaristico che è orgoglio dell'Italia, dalle camicie rosse di Garibaldi alle camicie nere di Mus solini. E dopo la Milizia 11 Prefetto ricorda la Scuola, cui II Fascismo, movimento spirituale, rivolse ogni cura, perchè la scuola prepara e le classi dirigenti e il cittadino di domani. E' stato necessario dare alla scuola tutto un diverso ordinamento: alle scuole elementari, alle metile, alle superiori. • Torino ha delle scuole che possono servire di esempio a molte città: ma occorreva II Governo fascista per dotare Torino delle nuove cllniche universitarie, che si chiedevano «la quaranta anni e che si stanno ora costruendo, giusta una convenzione che io stesso ho avuto l'onore di Armare la rappresentanza del Governo. < CI voleva lo spirito fascista permettere Insieme 1 capitali necessari a dare nuova vita a quel glorioso nostro Politecnico che ha magnifiche tradizioni scientifiche e che per deficienza di mezzi andava deperendo, mentre nessuna gloria torinese deve cessare, pia tutte devono crescere di pari passo con la maggiore potenza nazionale. « CI voleva l'Iniziativa fascista per preparare a Torino una Scuola superiore di agricoltura, la cui necessità appare manifesta sol che si pensi che le nostre sezioni della cattedra ambulante di agricoltura mancano ancora, per deficienza locale di laureati In scienze agrarie, dei tecnici dirigenti, proprio in un momento In cui ogni sforzo è rivolto verso la terra. Per la nuova Scuola superiore di agricoltura sono già «previste somme tali che, Indipendentemente da ogni eventuale concorso governativo, possono assicurare l'Inìzio della scuola per il prossimo anno. Ce ne dà affidamento la tenace volontà di S. E. De Vecchi, Presidente del Comitato ordinatore, e se pur fosse bisogno, la cambiale sarebbe avallata proprio da uno del candidati qui presenti, il prof. Vezzanl. « Nel periodo fascista è sorta In Torino la nuova Scuola superiore di architettura; e polche parla di scuole e di cultura ed no accennato ad uno del candidati, ricordo che per Iniziativa di un altro candidato di Torino, dell'on. Ponti, sta per sorgere nella nostra città un grande laboratorio scientifico Industriale per studi e ricerche sulle applicazioni elettriche e telefoniche e sui (enomeni radioelettrici. La rastaarazloaa dall'Erario « Ho parlato della Milizia e della Scuola — continua l'oratore. — Passo ad un altro argomento. Disse Mussolini In un suo discorso: • Se la finanza dello Stato crolla, tutto crolla». E quando egli assunse il Governo, quale baratro flnanziarlo- « Esausto l'erario, il bilancio era In deficit di alcuni miliardi. 11 26 novembre 1922 egli annunziava alla Camera che avrebbe ottenuto il pareggio. Sorrisi di incredulità Col manganello non si fa fuggirà il disavanzo, mormorava qualcuno, con malcelata compiacenza. Eravamo nel primo mese dell'Era Fascista. Ed 'il disavanzo, con una politica di strettissime economie, con una amministrazione oculata, coll'eroismo fiscale del popolo Italiano — unicuique suurn — fu realmente fugato, ed il pareggio raggiunto. Il Fascismo, anche in questo campo sopra ogni altro difficile, ebbe la più splendida vittoria. bilanci a fondo industriale, come quello ferroviario e postelegrafico che erano vampiri del Bilancio generale dello Stato, tornarono fruttiferi. • Ma la maggiore vittoria, ed è vitto ria esclusivamente dovuta alla fede ed alla volontà d?l Duce, è la stabilizzazione della lira e l'abolizione del coreo forzoso ». E l'oratore a questo punto legge all'uditorio attento e fremente un brano del discorso di Pesaro, poi cosi continua. ■ L'aspro cammino finanziarlo non è ancora interamente percorso. La nostra bilancia commerciale è in deficit; bisogna produrre, esportare, economizzare. Lo faremo: la volontà del Duce sia monito per tutti noi: nessun spreco di denaro e sia monito specialmente per voi signori Podestà. Il denaro pubblico è sacro: nessuna spesa superflua. Voi sapete che in tale materia non transigo: alcuni di voi hanno già ricevuto respinte deliberazioni di spese facoltative. Tanto più dobbiamo economizzare il denaro pubblico quando ci troviamo di fronte ad un fatto di profondo significato politico e morale quali è quello delle offerte spontanee per l'erario. In meno di cinque mesi mediante offerte spontanee 10 ho raccolto quasi cinquecento mila lire che ho trasmesso giorno per giorno a S. E. 11 Capo del Governo felice della sua soddisfazione che in tal modo sicuramente gli arrecavo, giacché' non si trattava di grandi oblazioni di ricchi cittadini: si trattava per la massima parte di offerte di operai, di balilla, di studenti, di piccoli agricoltori, di combattenti che offrono la loro polizza di assicurazione con parole cosi semplici, cosi sincere, cosi fervide di fede verso 11 Regime, verso la Patria, che lo molte e molte volte mi sono sentito commosso fino alle lagrime. Purezza del nostro popolo lavoratore, della sana gente piemontese I ». Politica sociale E l'oratore accenna quindi alla politica sociale, al 6indacalismo, alla politica Interna del Governo fascista pur omettendo di parlare della politica estera e coloniale e del gfande avvenimento del mese scorso « perchè la storia che si vive non si commenta». • Leggiamo — dico il Prefetto — nella dichiarazione prima della Carta del Lavoro : « La Nazione italiana è un organo avente fini, vita, mezzi di azione superiori a quelli degli Individui divisi o raggnippati che la compongono. E' una unità morale, politica ed economiia, che si realizza integralmente nello Stato fascista». 11 compito dell'assistenza sociale è già tracciato: non più beneficenza che umilia, ma assistenza prestata dallo Stato per un fine superiore: la protezione igienica e morale del popolo, la formazione fisica e morale delle nuove generazioni, la 'otta contro tutti i fat tori di impoverimento e di degenerazione della stirpe. « Tra le assistenze sociali del lavoratori ricordo l'Onera Nazionale del Dopolavoro. E' presieduta dal Segretario del Partito S. E. Turati. In una assemblea sovietica russa fu dichiarata la Istituzione fascista più temuta dal soviettlsmo. • Un altro ordine di provvedimenti K>gislativl fascisti riguarda ' la protezione e l'assistenza alla maternità ed all'infanzia, l'Opera Nazionale Balilla, la convenzione contro la tratta delle donne e dei fanciulli. Argomenti cui il Fascismo dedica forse le più simpatiche fra lo sue cure. S. E. 11 Capo del Governo nel Gran rapporto del prefetti di sabato scorso raccomandava in modo particolare la difesa Igienica dei bambini. « Il numero del Balilla e degli avanguardisti nella nostra Provincia è notevolmente aumentalo. Tra breve sorgerà in Torino la Casa dei Balilla. Il prof Canepa. presidente prò vlnclale dell'Opera, 11 bersagliere del Carso, come lo chiama l'amico Basile ha sapulo superare brillantemente questa quota piuttosto aspra. • Tra 1 provvedimenti sociali del Fascismo io non esito ad annoverare tutti i provvedimenti a favore delle classi rurali, quelli per la lotta contro l'urbanesimo, 1 provvedimenti per le bonifiche e le irrigazioni. « Il Fascismo fta dato al rurali la potenza di se «tessi. Nella lotta contro l'urbanesimo senza ricorrere ad alcun provvedimento speciale, ma valendomi della sola legge di P. S. ho finora allontanato da Torino con foglio di via obbligai orlo oltre 500 Im¬ migrati disoccupati. Gli studi ed 1 progetti per le irrigazioni continuano. « Tra 1 provvedimenti sociali del Fascismo ha 'Un posto essenziale la campagna a favore della natalità. Le condizioni di Torino e del Piemonte, sono a questo riguardo tra le peggiori d'Italia. E' inutile far sottintesi. Le statistiche giornaliere parlano troppo apertamente. « E' di conforto il risveglio del sen so di rispetto per la famiglia, la santa ambizione delle madri di prole numerose. Sono notevoli anche le iniziative private che cominciano ad aumentare a favore della natalità. Azione sindacale • *E' uno dei perni del Fascismo: l'esperimento cui guarda il mondo intero. Per la prima volta la lotta da secoli tra ricchi e poveri, tra capitale e lavoro viene disciplinata dallo Stato. Per il Fascismo non è questione di distribuzione di ricchezza, è questione di produzione. Capitale e lavo ro sono 1 due fattori della produzione, quindi nessuna antitesi: collaborazione di classe. « Non Stato di sindacati, ma Stato superiore al sindacati, giuridicamente riconosciuti. Contratto collettivo di lavoro, Carta del Lavoro, Magistratura del Lavoro. Nè scioperi nè serrate. E soprattutto assistenza continua dello Stato che non può parteggiare nè per datori nè per prestatori d'opera. « Non mi sono mai rifiutato di intervenire anche per prevenire qualsiasi contrasto in materia di lavoro. I candidati Malusardi, Ferracini. Vianino ne 6ono buoni testimoni. E cosi il conte Di Revel, che le poderose cu re della città non distraggono dalla fervida tutela dell'agricoltura. « Qualche settimana fa avevo avuta la sensazione che i fabbricanti di mattoni volevano fissare prezzi troppo elevati, contrastando cosi all'Interesse nazionale di sviluppare l'incremento edilizio. Ho dedicato parecchie ore per rendermi conto del costo di produzione dei mattoni: ho sentito proprietari di fornaci e costruttori edilizi: ho pregato 11 candidato Ferracini, presidente degli industriali, di condurre le trattative per un accordo e l'accordo fu raggiunto con una notevole diminuzione nel prezzo dei mattoni, grazie anche al buon volere dimostrato dagli stessi fabbricanti. Cosi Intendo il mio ufficio di Prefetto: anche in materia sindacale: prevenire ogni contrasto perchè lo Stato non deve tollerare che comunque sia rallentata la produzione nazionale. F io Stato non manca di mezzt per im porre la sua giusta volontà ». Politioa Interna Venendo a parlare della politica interna l'oratore dice: « Nessuno anche tra 1 più pertinaci avversari del Fascismo — cosi dice una recente relazione parlamentare può oggi più dubitare che dalla rivoluzione dell'ottobre 1922 sia uscito non un Ministero e neppure un Governo, ma un nuovo assetto della società, un tipo nuovo di Stato, quello che si suole chiamare comunemente un Rcgrme. Allo ' Stato di libertà » è subentrato 10 « Stato d'autorità». Stato spiritualmente e materialmente forte, sovrano, armonico, unitario superiore agli individui ed alle classi sociali. Il potere esecutivo è in un simile Stato naturalmente rafforzato e rafforzata è la posizione del Prefetto che rappresenta il potere esecutivo nella Provincia. La legge 3 aprile 1926 contempla l'estensione del potere del Prefetti, ma la circolare del gennaio' 1927, la cosldetta « Circolare ai Prefetti » è il codice della nostra azione, è il breviario della nostra fede. Se S. E. Mussolini non avesse scritto che quella circolare, 11 suo nome passerebbe egualmente alla storia accanto a quello dei maggiori scrittori politici. E' il senso vivo della realtà, della forma, della misura. Dopo quella circolare nessuna antitesi è possibile tra rappresentante del Governo e rappresentante del Partito nella Provincia, se antitesi dovesse sorgere deve attribuirsi o a scarsa intelligenza o a mala fede di uno del due rappresentanti. > MI è caro segnalare a questa assemblea la collaborazione più che volonterosa, fraterna, del Segretario federale Basile {tutti i presenti scattano in piedi e improvvisano al console Basile una lunga, spontanea, calorosa dimostrazione di simpatia, a cui il console Basile assiste ringraziando visibilmente commosso), candidato egli stesso a deputato, in quella Camera corporativa dove rifulgerà il suo ingegno e la sua fede. « Il Partito Nazionale Fascista — continua l'oratore — che del vecchi partiti non ha più ormai che il nome, si avvia esso pure decisamente a far parte delle forze organizzate dello Stato, In quella posizione preminente che le sue altissime benemerenze passate ed il grande compito presente ed avvenire gli hanno già nel fatto assegnata. « E terminerei questo argomento sulla politica interna, se funzionarlo dello Stato, non sentissi di- aderire alla preghiera che numerosi funzionari, ufficiali, dipendenti dello Stato, in genere mi hanno rivolto: perchè un grazie di cuore si elevasse In loro nome da questa pubblica assemblea ai Duce, più ancora che per 1 miglioramenti economici concessi tostochè annunziati, per quel riconoscimento di fervore, di disciplina e di onestà fatto a loro riguardo davantt all'assemblea Quinquennale del Regime. Tutti i dipendenti dello Stato rispondono: « Sempre fedeli, sempre presenti ». Concludendo il Prefetto si domanda: che ha dato il Fascismo all'Italia? Lo Stato. E ripete per definire lo Stato creato dal Fascismo le indimenticabili parole del Duce. Forza) giustizia, bontà • Regime di forza è il nostro — conclude l'oratore — come fortissimo è 11 capo, ma ricordiamo le parole di lui all'ultima adunanza della 27.a legislatura : « Non si può parlare di forza sa non vi è giurtlzia » e. Mussolini è forte perchè profondamente giusto, ed a giustizia è ispirato ogni atto del Regime. Ma Mussolini è altrettanto buono, qualità che solo al forte si addice I « Nel suo discorso di domenica l'accenno ai popolo lontano, minuto, dimenticato che non vuole essere solo fortemente governato ma deve sentire di essere governato da uomini di cuore, risponde veramente alla fibra del suo sentimento. « Quante volte tio avuto l'onore di conferire con S. E. il Capo del Governo altrettante ho conchinso che giustizia e bontà, bontà fino al sacrificio, sono 1 principali elementi della sua forza straordinaria intellettuale e morale. « Questo noi dobbiamo confermare al popolo nostro che lo ama per istinto e più lo amerà a mano a mano che saranno conosciuti i benefìci del Regime; onesto dobbiamo far sentire a quel popolo lontano, minuto, dimenticato, del quale il Capo del Governo conosce tutte le sofferenze, perchè tutte le ha vissute. , . , « Questo 6 11 compito nostro, di clu governa la Provìncia come di chi amministra il più umile e disperso comune di montagna. « E nella concordia dei nostri sentimenti, nella concordia di questa assemblea alla quale vuole essere spiri tualmente presente anche S. E. Il Cardinale di Torino Arcivescovo Gamba, assente per doveal del suo ufficio religioso, che accanto ai servitori fedeli dello Stato, accanto al rappresentanti del Partito, accanto alla folla anonima ba 1 rappresentanti della più pura aristocrazia della guerra — mutilati, decorati, combattenti, parenti del caduti — nell'unanime sentimento di questa assemblea, voi candidati traete auspicio per l'opera vostra futura alla quale non mancherà 11 conforto del consenso degli elettori che visiterete In questa settimana, sotto l'usbergo della vostra, delle, nostra fede: per il Re. per la Patria, per 11 Duce ». ismdgisvdqdctdnlgzslMMT