Il discorso al "San Carlo"

Il discorso al "San Carlo" Il discorso al "San Carlo" NAPOLI, 16, notte. Nel Reale Teatro San Carlo alle or» 16 ha avuto luogo l'inaugurazione della propaganda per 11 Plebiscito Dazieri ale. Erano presenti tutte le autorità con alla testa- l'Alto Commissario Castelli, il Segretario federale on. Sansanelli, 1 fiduciari di gruppo, i candidati, 1 senatori, i segretari dei Sindacati, il Podestà, l'on. De Stefani, venuto espressamente da Roma per l'occasione. La cerimonia al e Iniziala con gli inni della Patria, ascoltati in piedi fra deliranti acclamazioni. ' Ha preso per primo la parola l'Alto Commissario Castelli, che ha pronunciato un elevato discorso rilevando il significato del Plebiscito che deve essere una dimostrazione di affetto e di gratitudine della nobile popolazione campana per il Duce e per il fascismo. Accolto da vivissimi applausi ha preso quindi la parola il Ministro delle Finanze. Sino*itti ed esattezza H ministro Mosconi, dopo di aver rivolto un caloroso saluto a Napoli e al Mezzogiorno, terra di pensatori e di, eroi, e accennato all'Interessamento del Fascismo per 11 risorgimento economico della regione, ohe per il Regime è un punto d'onore, interessamento che si manifesta con la mole Imponente di lavori eseguiti o in via di esecuzione, dichiara sembrargli opportuno, specie alla vigilia delle elezioni plebiscitarie esporre a grandi linee l'opera economica e finanziaria compiuta dal Governo fascista. « Una esplicita premessa — dice il ministro — ritengo a questo punto opportuna. Nessuna materia di Governo al pari di quella della Finanza statale richiede la più assoluta sincerità ed esattezza. In questo campo, più ancora che in ogni altro, il Governo ha il dovere di dire, come 11 Paese di sapere, tutta intera la verità, sfrondata da ogni tendenza di ottimismi o pessimismi sempre pericolosi. Ed è nostro preciso proposito di guardare del pari in faccia la effettiva realtà delle cose, con le sue luci, non meno che con le sue ombre. Anche le verità meno gradite devono essere sempre francamente esposte. Cosi non abbiamo esitato a rendere nota con tutta esattezza una fase di disavanzo nel nostro bilancio, pur avendo il sicuro convincimento della sua rapida transitorietà. Del pari abbiamo reso pubblici i dati del miglioramento verificatosi con un crescente ritorno al periodo degli avanzi, dati che sono la risultante di accertamenti compiuti con scrupolosa e prudente precisione, tenendo conto di ogni- possibile elemento. Ed è questa una linea che giudichiamo rispondente al nostro dìù elementare dovere, da cui mai defletteremo. Potrà forse, a chi conosca, apparire superflua una slmile premessa, ma, ripeto, la credo opportuna poiché, purtroppo, all'interno come all'estero non mancano mai gli scettici, gli ipercritici e 1 maligni di professiope, i quali non esitano a spargere dubbi e diffidenze, pur se privi di qualsiasi fondamento, a danno del credito dello Stato. Nettuni nuove tntitsltrit di debite paeblleo « Voi rammentate per certo le sapienti direttive che Benito Mussolini, con mano sicura segnò nel luglio scorso alla Finanza dello Stato, direttive di cui io ho procurato ognora di essere un modesto, ma fedele quanto convinto esecutore. In materia di debiti pubblici esse fissavano il .principio di evitare ogni emissione sotto qualsiasi forma, e .questo principio è stato scrupolosamente rispettato. Anche agli oneri finanziari derivanti dal recenti accordi con la Santa Sede si, provvederà senza alcuna emissione,, di debito pubblico. « Nel perioda 1914-1923 1 debiti pubblici salirono da 15 a 95 miliardi e mezzo, con un accrescimento medio annuale di circa 8 miliardi. Successivamente al 1923, ossia dall'inizio dell'era fascista, i debiti pubblici andarono gradatamente diminuendo nel loro complesso, passando dall'anzidetto massimo di miliardi 95 e mezzo a mi liardi 87 circa. Vi è stata quindi una diminuzione di oltre 8.500 milioni di lire nonostante i maggiori oneri che si dovettero assumere per la conversione del debito fluttuante. Anche se si tenga conto del prestito «stero dei 100 mi lioni di dollari contratto nel 1925 (ri dotto oggi in seguito alle rate di ammortamento pagate a poco più di 1.80S milioni di lire), la diminuzione risulta sempre molto notevole. Essa fu nello scorso anno di 570 milioni ad opera della Cassa di ammortamento, la quale, costituita alla fine del 1927 dal Go verno fascista, ha già provveduto al'a distruzione di circa 694 milioni di titoli. Quanto al debito fluttuante è da rilevare che " percentuale di questo, rispetto all'ammontare complessivo del debiti pubblici, che era di oltre il 37 "L nel 1923, è ora ridotta a poco più del 2,50%. Rispetto alla spesa complessiva del bilancio il rapporto percentuale del debito fluttuante risultai del 13,50 %, rapporto notevolmente inferiore a quello di altri Stati, come la Francia e l'Inghilterra. Perciò esso ha ormai per noi un'importanza limitata, e può dirsi abbia ripreso lei sua normale funzione regolatrice del servizio di cassa, colmando le esigenze temporanee in attesa dell'afflusso delle entrate di bilancio. E' fermo intendimento del Governo di contenere comunque questo debito fluttuante entro l limiti strettamente normali e indispensabili, come anche rientrai.nelle direttive finanziarie l'effettùa-1 re il graduale ammortamento del De-j blto pubblico man mano che le disponibilità di cassa lo consentano, evitando l'estinzione di debiti consolidati mediante accensioni di debiti a breve scadenza. I Coni» del Tesero «Nel programmai finanziario annunciato dal Duce nel luglio scorso, egli ebbe ad insistere sulla necessità d'introdurre in tutti i conti dello Stato la più cristallina semplicità e chiarezza. In modo che ogni cittadino, senza l'aiuto dei metafisici delia contabilità e iella computisteria, possa leggerli e comprenderli. In attuazione di tali direttive, ritenni doveroso apportare subito radicali innovazioni nel conto riassuntivo del Tesoro, che viene mensilmente pubblicato. « Tali innovazioni mirano allo scopo di fare più chiaramente risultare la situazione effettiva di oassa e di tesoreria. Fondamento della riforma è stata l'eliminazione dal fondo di cassa, annunciato periodicamente al pubblico, di tutta la ingente congerie di valute non spendibili e di documenti contabili, il che, spingendo l'ammontare di questo fondo a cifre astronomiche ed irreali, non poteva dare al pubblico il senso della vera situazione delle cose. Oggi quello che si dichiara essere in cassa è danaro prontamente spendibile. Un tempo si sarebbero temuti chissà (inali pericoli da siffatta" schiettezza. Il Regime fascista non ha simili timori. Inoltre, con la legge 9 dicembre 1928, sono stati adottati tre ordini di provvedimenti di grande importanza intesi ad una disciplina rigorosa delle operazioni finanziarie e di tesoreria, sottoponendole al tempestivo controllo della Corte dei Conti, ad una attenta vigilanza sulle future disponibilità di cassa, ad una sensibile chiarificazione del bilancio in rapporto ai residui, quei residui che un mio illustre predecessore, l'onorevole De-Stefani, ebbe a chiamare ifantasimi contabile con un nucleo finora indeterminato di realtà ». Le nuove disposizioni mirano a dissipare le tenebre di questo caos, ponendo in luce soltanto 1 residui passivi che possano veramente tradursi in effettivi pagamenti per l'erario, ed a raggiungere, dopo il pareggio del bilancio, anche un pareggio sostanziale di cassa, evitando l'assunzione di speciali oneri da parte della Tesoreria che non sarebbero altro se non una forma di accrescimento dei debiti pubblici. Il fondo di cassa al 30 giugno scorso ascendeva a 1.790 milioni. Esso discese alla fine del luglio scorso a 452 milioni in seguito al pagamento della cedola semestrale del debito pubblico, e nonostante l'onere della cedola del l.o Gennaio, è risalito alla fine dello scorso mese all'importo considerevole di 1.750 milioni all'incirca. Questo andamento del fondo di cassa del Tesoro permette di considerare con sufficiente tranquillità il prossimo futuro. Ciò non deve tuttavia autorizzare facili adagiamenti a una situazione di larghezza, non potendosi escludere che giunga un momento in cui l'attuale stato di fatto abbia a modificarsi, in quanto i maggiori fondi provengono ih parte da accresciuti versamenti della Cassa Depositi e Prestiti degli Istituti di previdenza da essa amministrati, e quindi da un debito . di tesoreria. Però la nostra sufficiente tranquillità è ora jriustiflcata sia dalla migliorata condizione del bilancio, sia dai conscguenti avanzi di esercizio. La riforma fissala « Il Regime ha attuata una profonda riforma fiscale intesa a porre il nostro sistema tributario su di una base larga, semplice, elastica, tale da non ostacolare l'incremento della produzione e del risparmio. Il Governo ha pertanto nettamente troncate le tendenze demagogiche, che erano prima prevalse in Italia, miranti a servirsi dell'ordinamento tributario per modicare la naturale ripartizione del reddito e della ricchezza nazionale. F.sso vuole ottenere i mezzi occorrenti all'erario gravando con equa proporzionalità su di tutti i cittadiifi in rappor- to al loro redditi senza evasioni ille¬ cite, in modo che ciascuno sopporti il carico più lieve possibile. L'opera compiuta si basa sui seguenti principi!: liquidare nel minor tempo possibile le cosidette imposte straordinarie di guerra, semplificare il sistema tributario, ridurre le aliquote ed allargare la base d'imposizione per meglio ripartire i tributi, agevolare l'incremento della produzione e del risparmio, dal quale dipende il benessere non solo delle classi agitate, ma puranco di quelle lavoratrici, adeguare infine il sistema tributario al nuovo livello monetario, Liberato tale ordinamento dalla congerie dei balzelli di guerra e ridotto quindi alla schematica e salda costruzione formata dalle tre imposte principali sui redditi dei terreni dei fabbricati e di ricchezza mobile e dal tributo personale e sintetico che ad esse si sovrappone con carattere progressive con il nome di imposta complementare sul reddito, ridotte notevolmente le aliquote, api portate larghe agevolazioni od esenzioni per precisati obbietttivi economici di generale interesse, è raggiunta l'ora di affrontare il problema della perequazione e della giustizia tributaria, rivolgendo ogni cura a combattere quelle evasioni fiscali che furono scultoriamente definite dal nostro Duce come la più pericolosa forma di parassitismo della società nazionale. Contro ! parassiti delle Nazione « A riguardo mi sono chiaramente spiegato ned discorso pronunciato nel novembre scorso al Senato del Regno; il Governo fascista non intende certo portare alcuna nuova asprezza in materia di accertamento di imposta: vuole-solo che il paese si avvezzi ai rispetto della legge fiscale ed alla lealtà più sincera in confronto degli uffici accertatoTi; la finanza dal suo lato intende agire con equanimità, con pan derazione, in piena lealtà. t Bisogna che, vinto il punto morto della reciproca diffidenza, i rapporti tra la finanza»* il contribuente si svol gano in un ambiente di serenità e di coscienza della ineluttabilità del dovere. Sì tratta in sostanza di ripartire, fra tutti, secondo la capacità con tributava di ciascuno, l'onere della pubblica spesa. E' questione dd morale sociale ed economica, di giustizia e di perequazione. Del resto, s-j si vuole che le aliquote siano meno elevate, occorre che ciascuno collabori con la propria sincerità personale ad una perequata distribuzione del peso tribù tarlo. Come già dissi all'alta Camera, è stato necessario a questo fine colmare una lacuna della nostra legislazione delle imposte dirette e dettare nuove norme di diritto penale tributario in tale campo, a sostituzione ed integrazione, di norme inefficienti e cadute in disuso. < L'esempio straniero oi additava tale strada. Ma in pari tempo il regolamento ha provveduto a creare al contribuenti una situazione più chiara nel campo dei loro obblighi tributari specie per quanto riflètte le denuncia ed agevolare in altri modi l'adempimento di quelli. La saMarità inevitabile in materia è quindi sfata accompagnata, come avevo promesso, da tutto un processo di chiarificazione e dtt agevo 1 azione, mentre agli uffici non ho mancato di raccomandare, mediante tassative istruzionii, la maggior serenità nell'applicazione della legge ed il più scrupoloso rispetto alia realtà obbiettiva; affinchè gli accertamenti procedano con senso di assoluta equità e giustizia, dandosi al contribuente la più ampia e sicura possibilità di adeguata difesa. Ciò varrà ad avviarci alla auspicata riforma della procedura d'accertamento che il Governo studia ed attuerà al momento opportuno. L'aeoertamento delle imposte « Pertanto le cure dell'amministrazione finanziaria volgono soprattutto a formare una migliore coscienza, tribù tari a nel Paese, come è nel preciso intendimento del Governo fascista: a questo fine varrà anche la maggiore pubblicità dei risultati dell'azione d'accertamento dell'imposta di ricchezza mobile in confronto del redditi industriali, commerciali e professionali del privati contribuenti. Ho disposto infatti che si completino e 6i pubblichino nuovamente per tutto il Regno gli e lenchi nominativi provinciali dei contribuenti, riuniti per categorie, gruppi e specie di redditi. Cosi ogni produrlo re ed ogni professionista potrà sapere quello che gli altri pagano per imposta, le associazioni economiche e sindacali, sulla cui collaborazione faccio molto assegnamento, potranno esercitare una volontaria azione di carattere impersonale, in ausilio alla finanza. Copi questa snn.i politica preparerà un migliore assetto delle imposte dirette e aprirà la via a nuove e più radicali riforme degli attuali sistemi di imposizione. Quanto alle-tasse sugli affari, non può a meno di rilevarsi nel nostro ordinamento una eccessiva moUtiiplioità di voci e un eccessivo frazionamento che riescono di grave molestia al contribuente mentre accrescono sproporzionalmente le 6pese di riscossione, e anche su di questo campo noi pensiamo di portare prossimamente un'azione di revisione. La stabilizzazione delle lira « La gestione del bilancio per l'esercizio 1927-28 si è svolta attraverso notevoli difficoltà. La fase di assestamento della economia del Paese ha avuto larghe ripercussioni sulla finanza pubblica, eia per la immeditata contrazione di taluni cespiti strettamente connessi alle vicende dell'attività economica sia per gli sgravi tributari deliberati alio scopo di stimolare la discesa dei prezzi e la formazione del nuovo stabile assetto, in rapporto con la migliorata quotazione e la successiva stabilizzazione delia moneta. « Ed a questo proposito non è "inutile che io ripeta, ancora una volta, come il livello di stabilizzazione della nostra lira, fissato in modo da contemperare equamente gli interessi delle diverse classi sociali, al quale si è già adeguata tutta l'economia nazionale, sia e rimanga definitivamente intangibile. Sono ad un tempo sciocche ed assurde talune vociferazioni in senso contrario che ogni tanto si tenta di far affiorare dai torbidi bassifondi di un antifascismo meschino ed inane. La limitazione nelle tpete « Per compensare le riduzioni di entrate venne attuata una rigorosa politica di limitazione nelle spese. Que: sta azione vigile e severa ha dato il suo frutto, giacché l'esercizio finanziario del 1927-28 ha potuto chiudersi con l'avanzo cospicuo di 497 milioni, che supera di alcune diecine di milioni quello realizzato nell'esercizio precedente. • L'esercizio corrente 1928-29 si è iniziato fra difficoltà non minori, persistendo le cause che determinarono falcidie in taluni gruppi di entrate, mentre venivano ad avere effetto per l'intero esercizio i provvedimenti di sgravio clie nel 1927-28 ebbero attuazione soltanto per un periodo dell'anno. Il preventivo approvato dal Parlamento si concludeva per la parte effettiva con l'avanzo di 271 milioni: ma .le risultanze dei primi mesi si sono presentate meno favorevoli, tanto che, dopo una lieve eccedenza delle entrate sulle spese, emersa nel luglio, si ebbero liei due mési successivi risultanze deficitarie. E poiché la difesa dell'equilibrio del bilancio statale, dichiarato Pilastro dello Stato dal Capo del Governo, rappresenta condizione essenziale di tranquillità e.di progresso per la vita nazionale, il Governo intensificò il massimo rigore nell'autorizzazione di nuova e maggiori spese, e, quando riconobbe indispensabile integrare alcuni stanziamenti riflettenti le esigenze indeclinabili dei servizi, non mancò di adottare adeguati provvedimenti fiscali. In pari tempo si intensificò pure, come era doveroso, un'azione diretta a conseguire economie, e tra le non poche già realizzate merita rilievo la diminuzione effettuata nel trimestre l.o ottobre 31 dicembre del l'anno testé chiuso, di ben 5258 unità nel dipendenti in servizio dello Stato con un risparmio di spesa di oltre 11 milioni. Sia per effetto di tutto ciò, sia in conseguenza di una sensibile ripresa nel movimento economico del paese, di cui si hanno molti sintomi concordemente favorevoli, le risultanze della gestione dei mesi successivi hanno segnato notevoli miglioramenti, attenuandosi gradualmente il disavanzo, che fu eliminato nel dicembre testò decorso, chiusosi con un avanzo di 21 milioni, il quali si accrebbe alla fine del febbraio scorso a 103 milioni. Gli aumenti che in complesso vanno ora manifestandosi nel gettito dei tributi per quanto ancora limitati fanno ritenere sicuramente che la transitoria, efisi sia ormai sorpassata Il che però non esonera dal dovere di continuare con immutata rigidezza l'opera severa di limitazione e di seley.loneNUna condotta fermamente rigorosa nelle nuove autorizzazioni di spese sì rende vieppiù necessaria in re lazione alla condizione della cassa, in cui si è rilevata una eccedenza dei pagamenti sugli introiti. Anche sotto tale aspetto è necessario che la gestione di competenza sia attentamente vigilata, affinchè offra i maggiori margini possibili. Fiduciosa ripresa « n bilancio dell'esercizio finanziarlo 1929-1930, testé presentato alla Camerai dei deputati, rispecchia una situazione economica più stabile nei suoi elementi e quindi di fiduciosa ripresa' della sua attività normale. La previsione valuta un gettito di entrate effettive di milioni 18.539, cioè superiore di 896 milioni alle entrate previste per il corren te anno finanziario. Ciò dipende dal normale incremento presunto per taluni cespiti, pure tenendo conto di quelli transitori di guerra che vanno gradatamente declinando, ed ai provvedimenti tributati- adottati nel decorso autunno. Nei limiti delle disponibilità risultanti dal presunto gettito delle entrate è stato possibile dotare di mezzi più larghi le varie amministrazioni, specialmente sulla base degli accertamenti delle decorse gestioni, sia per meglio adeguare, come riteniamo doveroso, il bilancio di previsione alle reali esigenze dei servizi, sia per affretta re l'attuazione del vasto programma di sviluppo e di ricostruzione economica, che il Governo fascista va, con intensificata opera, costantemente svol gendo. Le spese effettive sono state in fatti stabilite nella somma complessiva di milioni 18.281 con un aumento di milioni 909 sulle assegnazioni approvate con la legge di bilancio per il corrente anno finanziario. Ma se il bilancio dello Stato ha raggiunto per tal modo un assetto di sobria ed equilibrata normalità, non è da tacere che per questo e per il prossimo esercizio altri problemi si affacciano, di fronte ai quali conviene che la finanza si prepari fin d'ora in modo adeguato, tenendo nel massimo conto lo condizione dell'economia generale del Paese. « Finanza ed economia sono termini tra di loro intimamente connessi. Una finanza dissestata non può ai meno di avere un'influenza assai perniciosa sull'economia nazionale, e ciò è di tale evidenza che ogni dimostrazione riesce superflua; d'altra parte una finanza preoccupata solo di se stessa e chiusa nel proprio fiscalismo finirebbe con l'Inaridire, anche a proprio danno, le fonti medesime dello sviluppo economico nazionale. In questa difficile materia l'arte di governo consiste nel saper conciliare equamente, in relazione alla complessa situazione del momento, 11 punto di vista finanziario con quello economico. « Questa ardua meta è ognora innanzi alla nostra mente: verso di essa convergono tutti i nostri sforzi. Quando, ad esempio, si presentò il grandioso programma della bonifica integrale, che ben può dirsi il fulcro della saggia e lungimirante politica rurale e demografica del Regime, la finanza non esitò, nonostante che le sue condizioni fossero allora più difficili di oggi, a dare, pur con doverosa prudenza, ogni possibile contributo. U dazio sul grano iD'altra parte, di fronte alla necessita palesatasi nell'autunno scorso di fronteggiare i fenomeni della disoccupazione invernale mediante l'esecuzione di lavori pubblici utili e produttivi e di consolidare in pari tempo l'equilibrio del bilancio, i provvedimenti fiscali adottati relativamente ad alcuni consumi furono tali da non incidere dannosamente sull'economia nazionale. Anzi, con l'aumento del dazio doganale sul grano si persegui sovratutto un fine economico di alta importanza sociale, quello di mettere in grado gli agricoltori, di fronte ai forti ribassi, di prezzo nei cereali sul mercato mondiale, di sostenere le spese per una più intensa e razionale coltivazione e di accrescere così la produzione granaria, a vantaggio anche della nostra bilancia commerciale. I miglioramenti agli impiegati « Un altro"sensibile onere si è assunto la finanza per effetto dei miglioramenti deliberati a favore dei funziona ri statali. Non occorre che io illustri qui, nei suoi particolari, l'importante provvedimento, di cui già sono note le linee fondamentali. Per garantire ai suoi funzionari un trattamento rispondente alle esigenze della vita ed adeguato alla importanza delle attribuzioni, per arrestare l'esodo dei migliori elementi che, allettati da offerte dell'impiego privato, e da seducenti prospettive delle libere professioni, ogni giorno più numerosi disertavano le file della burocrazia per attirare in es$sa giovani che diano affidamento di saper degnamente disimpégnare le delicate mansioni che incombono ai fun> zionari dello Stato, il Governo fascista, senza bisogno di sollecitazioni o di pressioni, si è indotto ad affrontare* il grave problema, convinto di avere In tal modo corrisposto ad una improrogabile necessità del pubblico interesse. Il provvedimento deliberato importerà, per il bilancio statale, indi pendentemente dalle aziende autonome, un aggravio annuo netto complessivo di circa trecentosessanta milioni, ma, com'è noto, per il prossimo esercizio solo metà dì tale spesa sarà effettivamente sostenuta. Date le migliorate condizioni della nostra finanza, l'onere non è tale da non poter essere sopportato, esso però impone ancor più l'obbligo di una severa e prudente gestione. Noi ci troviamo ora in una fase di assestamento delle forze finanziarie ed economiche della nazione, dopo avere superato il primo periodo della finanza fascista, in cui sotto la direzione dell'on. De Stefani, si portò a compimento la grande opera del risanamento del bilancio, nonché il secondo perìodo, contrassegnato particolarmente dalle importantissime operazioni compiute dall'on. conte Volpi di Misurata, per l'assetto dei debiti esteri e della valuta. Radicale sistemazione delle finanze locali « In questa terza fase come accennai, altri gravi problemi non mancano i quali rispondono appunto ai criterio di sistemare e perfezionare l'ordinamento statale. Sono troppo note fra l'altro, le condizioni di forte disagio finanziario in cui versano comuni e Provincie, nonostante che ripetuti provvedimenti legislativi abbiano re cato un qualunque sollievo, mentre il contribuente è gravato, specie per le sovrimposte da una troppo disuguale difformità di pressioni. Ti Governo fascista si è da tempo compenetrato della necessità di procedere ad una radicale sistemazione delle finanze locali ed ha il preciso intendimento di presentare al più presto al Parlamento un disegno di legge per dare ad esse un assetto soddisfacente e duraturo tenendo conto delle esigenze di tali enti non meno che di quelle dello Stato, data l'esistenza tra quelli e questo di un inevitabile Intreccio di rapporti in materia tributaria. Una commissione di funzionari particolarmente competenti sta mtArnando studi e concretando proposte sulla traccia delle direttive segnate dal Governo, le quali tendono soprattutto a semplificare ed unificare, per quanto possibile, le troppo numerose forme di Imposizioni, a perequare e a meglio distribuire gli oneri, esaminando specialmente se ciò possa ottenersi sia trasferendo allo Stato senza aggravio per questo, talu ne spese di pretto carattere statale, sia trasferendo all'ente più ampio della provincia alcuni servizi di carattere intercomunale. Tra le direttive havvi pur quella di studiare la possibilità di addivenire almeno gradualmente, alla abolizione delle barriere daziarie, che sono di cosi grave impaccio al libero svolgimento della vita economica e sociale, senza che ne sia per questo compromesso 11) necessario equilibrio finanziario. Un altro problema di grave entità è quello che si riconnette al controllo delle spese. Per certo allindi si dovrà addivenire ad ima riforma della Corte dei Conti al fine di rendere la sua azione rapida e snella, efficace e severa, come è indispensabile per una rigida gestione del pubblico denaro. Conviene pure semplificare l'attuaie procedura nella liquidazione delle pensioni, ora eccessivamente complicata. Gli ostri pel trattalo del Late ri eo • Da ultimo è doveroso per il ministro delle Finanze un accenno al trattato del Laterano per la conciliazione con la Santa Sede, lo storico avvenimento che ha commosso il mondo intero* e Aie ha posto il suggello alla unità spirituale della Nazione, realizzando quella fusione tra i due più «levati sentimenti, religione, a patria. lpcpgg ù . che per lunghi anni è stata l'aspira» zione ideale di tante coscienze ita* liane. « Gli accordi finanziari Inerenti a questo trattato, se necessariamente portano una passività, possono rite- _ nersi nel complesso assai vantaggiosi, specie ove si ponga niente alla enorme importanza morale dell'avvenimento. Ad ogni modo i provvedimenti che all'uopo si predispongono non dovranno certamente avere conseguenze perturbatrici né per l'economia nazionale nè per la saldezza dell'equilibrio del bilancio statale ; tale saldezza rimani» sempre un canono fondamentale intangibile delia politica finanziaria del Heginie. In tal guisa la finanza dello Stato nella sua azione rivolta al raggiungimento della propria finalità, che è quella di soddisfare le pubbliche esigenze, riesce a conformarsi alle dlre^ tive inspiratrici del nuovo indirizzo che il Governo uscito dalla rivoluzione fascista Intende e vuole Imprimere alla politica dello Stato e alla vita della Nazione. « Signori! uno spirito nuovo aleggia attorno a noi. Ricordiamo. Poco più di 10 anni sono trascorsi dalla Vittoria e di questi, quattro furono perduti nel disorientamento degli spiriti.- Ma la giovinezza d'Italia levò In alto Ih aquile di Roma, e portò al Tevere il canto fatidico del « Piave ». Ai piedi del Quirinale, chinate le Insegne, li popolo nuovo ha riconsacrato con solenne giuramento la sua fede alla Monarchia. « E l'Italia di Vittorio Veneto, restituita al Re. dal Duce, ritrova le vie dell'antica grandezza. In un periodo, in cui supremo ideale di tutti i popoli sembra essere quello di una civiltà meccanica e materialistica, la rivoluzione fascista ha operato - un intimo, profondo rinnovamento di coscienza edi spiriti, indirizzando i suoi sforzi non solo ai progressi economici e sociali, ma anche, e più. al perfezionamento spirituale e ideale. Restituita la pace al lavoro, ridata la disciplina ai pubblici servizi, restaurato l'erario, vengono proclamati e santificati i sentimenti della morale e della famiglia, viene conciliata la coscienza religiosa con quella civile. Nei campi fecondi, ove ogni zolla deve dar pane all'Italia, nelle officine sonanti, ove ogni giorno più intima si stringe la collaborazione tra le forze produttrici, nelle navi possenti che sventolano superbe sui mari 11 nostro bel tricolore, tutti gli animi sono pervasi da uno stesso ardente sentimento, che è veramente quello della guerra vittoriosa è della rivoluzione fascista. " < E domani il popolo, raccogliendo con appassionato slancio di amore, il grido del Duce, confermerà al mondo, che ammira ed invidia, che l'Italia è fascista, che il Fascismo è l'Italia ». • Il telegramma del Re ad Hoover e la risposta del Presidente !" Roma, 16 notte. II Re ha inviato al signor Herbert Hoover. al momento della sua assunzione alla presidenza della Repubblica degli Stati Uniti di America, il seguente telegramma : « Nella solenne circostanza della sua assunzione all'altissima carica alla quale il suffragio dei suoi con- . cittadini lo ha chiamato, la prego di volere gradire, signor Presidente, le mie più vive congratulazioni ed i voti più sinceri che formo per , la sua personale felicità, per la prosperità e grandezza del popolo americano e per una sempre maggiore cordialità tra l'Italia e gli Stati Uniti ». Il presidente Hoover ha cosi risposto : « Sono profondamente onorato nel ricevere i cordiali rallegramenti della Maestà Vostra nella circostanza della mia assunzione alla presidenza i degli Stati Uniti e sono ben felice ■ di indirizzare a Voi ed al Popolo Italiano l'espressione dei migliori auguri per la pace, la felicità e la ininterrotta amicizia tra i nastri Paesi ». La promozione di Umberto di Savoia Le risposte del Re e del Principe ai telegrammi del Duce Roma. 16, notte. Ecco il testo dei telegrammi che S. M. il Re e S. A. R. il Principe di Piemonte hanno inviato a S. E. Mussolini in risposta ai telegrammi formulati da S. E. il Capo del Governo, Ministro della Guerra, in occasione della nomina a colonnello comandante del 92.o reggimento fanteria dell'Augusto Principe: « S. E. il cav. Mussolini, Ministro delia Guerra. — La ringrazio vivamente del suo gentile telegramma còl quale ella molto cortesemente ha voluto darmi l'annuncio della promozione d imio figlio a colonnello. Cordiali saluti. — Aft.mo cugino Vittorio Emanuele ». « S. E. il cav. Mussolini, Ministro della Guerra. — Ringrazio per graditissimi rallegramenti e ricambio a V. E. e all'Esercito il mio cordiale saluto. Assumo con entusiasmo il comando di un reggimento di fanti cui sono sinceramente affezionato, riaffermando mia profonda fede nel glorioso Esercito, orgoglio di ogni cuore italiano e nei destini della Patria che è grande. Con affettuosa riconoscenza, suo affino cugino Umberto di Savoia ». Come già è stato detto, il Principe di Piemonte assumerà martedì il comando del 92.o reggimento, che gli sarà presentato dal comandante uscente. La cerimonia avrà stretto carattere militare, e ad essa saranno Invitate la maggiori autorità cittadine. Il giorno prima — cioè domani, lunedi — Umberto di Savoia prenderà commiato dal 3.o battaglione del 90.o fanteria, da lui comandato in qualità di maggiore dal 15 marzo 1927. In tale occa-sione gli ufficiali offriranno al Principe una ricca > aigrette » con un arjk stico cofanetto di custodia.