Il discorso del Papa al Corpo diplomatico

Il discorso del Papa al Corpo diplomatico Il discorso del Papa al Corpo diplomatico Battute polemiche • La visione dell'avvenire r e e l o a i a i o i o è e i i n o e a e a l i , d e g o i r à o i ; . a o a i o e n . 5 e e i l a o n n a , i » , ¬ Roma, 9 notte. A mezzogiorno il Papa ha ricevuto in solenne udienza nella sala del Trono il Corpo diplomatico accreditato presso la .Santa Sede. Alle 11,50 !a sala del Trono presentava un aspetlo superbo e ricordava i ricevimenti del Pontefice delle epoche ormai lontane. A mezzogiorno preciso, preceduto dalle Guardie nobili e seguito dalla sua Corte, ha fatto 11 suo ingresso nella sala il Pontefice, il quale si è assiso sul irono. Il discorso dell'Ambasciatore del Brasile 11 decano a, ■ Corpo diplomatico, ambasciatore del Brasile, marchese De Azevedo, ha letto un indirizzo, in cui è delio: « Pò-iclìe Sua Santità, in mezzo alle sue immense occupazioni ,più che mai assorbenti in oneste giornate memorabili, si e degnato di riservare un'ora per ascoltarci, noi desideriamo prima ili tutto ringraziarla della cor lese attenzione che ha voluto dispensarci facendoci comunicare dal cardinale Segretario di Staio la notizia ufficiale dei Trattati conclusi fra la Santa Sede e il Governo italiano, prima che venissero firmati dai plenipotenziari delle alte parti contraenti. Attenzione assai preziosa per se stessa e il Cui valore si è ancora accresciuto per l'interpretazione che Sua Santità si è compiaciuta darne nel suo discorso ai parroci di Poma, caratterizzandola come segno della Plevata stima in cui ci tiene per il buono ufficio che noi prestiamo nel Valicano e dell'amicizia delle Potenze che vi rappresentiamo, ti infine come segno della generosa intenzione di risparmiare a queste deg'i imbarazzi p delle responsabilità. Ogni riconciliazione nel campo internazionale merita le nostre premurose accoglienze, come elemento e pegno di quella pace ge;!"ra.le. che molli scherniscono quale chimera infantile, e di cui noi non ignoriamo per altro le molteplici difficoltà, ma verso la quale,.debhopo tendere i nostri sfòrzi sinceri sé non vogliamo essere tacciati di menzogna e di ipocrisia ». L'ambasciatore prosegue esprimendo tutta la soddisfazione sua e dei membri del Corpo diplomatico nel « vedere rsn'.in. rnn reciproca e dichiarata soddisfazione, una situazione che per quasi se ^sant'ari ni aveva dolorosamente attrito ambedue le potenze satp : nel vedere che la Sode e l'Italia scambiano il bacio della pace p si dicono: « Il nassato ■> nassato. guardiamo all'avvenire ». La Santa Snrìp, nucleo astrale della Chiesa la cui messe di ineriti e di glorie e «cnzii pari nei fasti della riviltà universale, l'Italia una di quelle nazioni nrpdpstinat? i cui messaggi parleranno "tprnament" al pensiero e al sentimento degli uomini, attraverso i monumenti di scienza, di po°sia. di Imi lo7za ceali dai suoi geni'; immortali. Tale p l'avvenimento a cui abbiamo la singolare fortuna di assistere ». «Gran Dio, benedici l'Italia» Proseguendo l'Ambasciami jnteres-lSanta 'rievoca la tigli ra di Pio IX che ebbe prima gli applausi deliranti della Patria e del mondo quando esclamava: « Gran Dìo benedite l'Italia », e che ebbe poi a chiudersi nella rocca del Vaticano per difendersi dalla rivoluzione o dall'eresia; Leone XIII che dalla vena di questa acropoli sacra dettò, norme immortali su tutti i più Importanti problemi del secolo, e che portò ad altezza vertiginosa il prestigio del Papato, mentre dovette sopportare l'amara calunnia che lo dipingeva come nemico della sua Patria che egli amò lino all'estremo anelilo Pio X vittorioso del modernismo che soccombette straziato dalla tragica guerra e che attenuò a vantaggio del suo Paese il ìioii Cjpped.lt; Benedetto. XV che visse la piu spaventosa crisi della nostra |epoca porgendo con una mano il ra- moscellod ulivo e con 1 altra ì soc-corsi della sua sublime carila, sop- i/i /»■»*nnriif presse interamente il non expeclit, favori l'ingresso dei cattolici nella vita politica e parlamentare, tolse il veto pontificio alla visita dei Sovrani cattolici a l<om:i. I due ultimi Pontefici intravvidero forse i barlumi indecisi della soluzione della Questione Ho- S-^S Santità toccava la fé- ha ìauto dèsrclerat^o H DO e che con là sua prima I eÀedi l'annuncio è il pegno. Il focolare della Cristianità « Quando Bismark — seguita l'indirizzo — rivolgendosi al Papa Leone XIII lo chiamava •< Sire » non faceva che esprimere una verità evidente ed incontrastabile. Ci sia permesso pertanto di celebrare in questa occasione con cpmpiacimento e fierezza il compito toccato ai nostri antecessori e a noi quali rappresentanti delle Potenze nella formulazione della tradizione, slorica oramai indistruttibile che ha fissato nell'immaginazione dei popoli come in quella dei loro Capi responsabili la figura del Sovrano Pontefice circondato non soltanto dai Cardinali, dai prelati, dai dignitari e funzionari ecclesiastici, ma anche dal Corpo diplomatico, segno non ricusabile della sua sovranità. E' questa un'altra ragione per cui noi ci rallegriamo altamente di vederla accettata ora dall'Italia, madre di grandi pensatori, di grandi scrittori, di grandi artisti, ma altresì di grandi Cristiani, di grandi Santi. In uno spirito di sincera amicizia per la Santa Sede e per l'Italia, noi salutiamo l'opera di riconciliazione che si è compiuta grazie alle volontà convergenti di Vostra Santità, di Sua Maestà il Be Vittorio Emanuele III, dell'illustre Capo del Governo il Cavaliere Benito Mussolini, e del nostro amato Capo S. E. il Cardinale Gasparri. Noi consideriamo questo angolo minimo di territorio, di cui Vostra Santità si è contentata con un atto di squisita generosità, ma anche di suprema saggezza, al fine unico di stabilire che il sigillo della ndipendenza reale e visibile non doveva mancare alla maestà suprema dell'indipendenza morale della Santa Sede consacrata dai secoli, lo consideriamo come il focolare comune accanto al quale i cattolici si sentiranno sempre a casa loro, poiché è la easa del Padre universale di cui la sollecitudine e la tenerezza superano e frontiere e contemplano premurosamente e imparzialmente ad un modo i bisogni spirituali e le giuste aspirazioni dei popoli. E noi diclamo con Vostra Sani HA che questa particella di territorio è materialmente piccola ma virtualmente immensa perchè è faro e asilo e centro di attrazione di milioni di anime. « Offrendo a Vostra Santità i nostri rispettosi omaggi rinnoviamo le feli¬ citazioni dei nostri Govèrni e insieme ad essi ci auguriamo con tutto l'animo che la nuova era inaugurata nella storia della Chiesa, non annoveri che giorni prosperi per essa, e giorni di pace per tutte le Nazioni ». La parola del Papa Pio XI, che aveva ascoltato con vivo compiacimento l'indirizzo del Corpo di plomatico, comincia a parlare in frain cese. Egli dice che quello che sia da vanti ai suoi occhi è un magnifico spet tacolo, una udienza che certamente sorpassa in grandezza ed importanza lune le altre. Ed aggiunge: « Dico que sio non rer modo di dire, ma in senso veramente letterale ». Sono gli stessi personaggi presenti che gli inspirano questo pensiero, perché in loro il Papa vede dieiro a ciascuno di essi i rispettivi Sovrani, Presidenti, Capi d'I Slato, Governi, popoli e paesi lutti. Visione veramente grande e di una vastità tale da pot°rsi chiamare la visione grande per eccellenza. Il Papa sa che vengono pei rintrraziarlo di una rosa cosi importarne, che grazie ad essi è divenuta anche per lui un titolo di riconoscenza per loro stessi. E' difatti grazie ai loro buoni uffici per la comunicazione che il cardinale segretario di Stato ha fatto loro degli avvenimenti di cui ave vano avuto conoscenza; è grazie a loro, grazie alla loro intelligente e benevola trasmissione ed interpretazione'che dai loro Stati sono venute le più preziose e confortanti testimonianze di simpatia e adesione ; simpatia e adesione che non mai si sono smentite, anzi talvolta si sono accenniate dal I8T0 fino ad oggi, e che nell'ora Presente, in un momento che può essere ben chiamato una svolta nella sioria delia Santa Sede e della Chiesa, sono state date dimostrazioni cosi grand: u solenni da sorpassare tutte le garanzie che si sarebbero ponile desiderare. Garanzie giuridiche c garanzie morali Il SahtO Padre seme in quesio momento che vi sono pure delle garanzie che Egli non avrebbe poi ino in alcun modo desiderare né accettare. E' una distinzione questa che ceno è stata dimenticata dai numerosi dilettanti amatori di Diritto Internazionale di cui, con interpretazione molto benigna, ha parlato :1 Decano del Corpo diploman¬ co; tale distinzione si riduce a quella che esiste tra le garanzie giuridiche e le garanzie morali. Le garanzie giuri diche sono quelle che l'antico e solenne linguaggio del Diritto nomano tra duceva in difesa e in lincia; difesa contro l'avversario, il nemico, l'insol venie. Contro il nemico: il Papa non pensa ili avere nemici nel mondo; si rivolta anzi contro quest'idea; difesa contro l'Insolvibile;-ma il Papa ha credulo e crede alla perfetta lealtà, alla perseverante e piena buona volontà di quelli che si sono mostrati pronti e desiderosi a trattare con lui. Se la garanzia vuole significare tu ieia, ancora meno il Papa potrebbe ac- Gettarla in tale senso. Lo stesso apo- stolo San Paolo dice che anche il più ricco ereditiero finché è sotto lutala llon differisce affano dai servi. Come ,iu„(,ue 11 Santo Pad-re avrebbe potuto ■ _ . _ . - tD inporre a se slesso c imporre ad altri quelle preoccupazioni e quelle responsabilità che sono significate dalle garanzie nel senso di difesa e di tutela? Ma mentre non si può parlare di ga iT^&mrm ^ Tacite SagnTftca è la garanzia dipS Ica J 8V»2Q3g™3£52!K:,HUJ »""S!:o ln San,a Se,Je ™ppresen stata cosi bene illustrata in tutta portanza del suo significalo. Vi è poi un'altra magnifica garanzia morale che d-all'll febbraio continua a riempire il mondo intero. E' quel grande imponente e forse fino ad ora mai verificato plebiscito non solo dell'Italia ma del mondo intero. Il Papa dice di aver ricevuto delle valanghe di lettere e telegrammi non solo da tutte le città e villaggi d'Italia, ma anche da un gran numero di città e villaggi di Europa e da tutto il inondo. Dall'America, India. Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Nord, Sud e Centro dell'Africa e da ogni parte, come se si fosse trattato di un avvenimento locale.E' questo un fatto veramente impressionante, e che autorizza il Papa a dire che non solo tutta l'Italia ma- il mondo intero è con Lui. Ecco la più larga, la più imponente garanzia che si sarebbe mai potuta pensare e desiderare. In questo vasto plebiscito il Papa non può astenersi dal mettere ln rilievo qualche voce che più profondamente lo ha commosso. E anzitutto è la voce di quei numerosi bravi dei differenti paesi che per anni hanno voluto consacrare la loro vita alla difesa della Santa Sede. La pacificazione delle anime Il Papa incarica il Corpo diplomatico di dire a questi bravi che mai potrà dimenticarli, soprattutto in un momento co'l sol-nne, e d'assicurarli che il Papa non è un ingrato, che ha pregato, che ha applicato delle Messe per unti quei morti che sono anche suoi morti e che per essi continua a pregare. Un'altra voce, che profondamen- te ha colpito il Papa, é quella che da ogni parie d'Italia e non solo d'Italia, gli è giunta da parte di coloro che hanno voluto assicurarlo che hanno ricominciato a fare la loro Pasqua. E' tutta una direzione, tana una vasta ragione che in questo si rivela: la ragione delle coscienze, la direzione della pacificazione e della perfezione religiosa; è il punto di vista più elevato, più interessante e infinitamente più degno di considerazione, più elevato che non la pacificazione politica o civile d'un paese, che pur tuttavia è un gran de ed inestimabile tesoro. Questo pensiero riporta il Papa an cora una volta al ricordo delle sue belle e care montagne, le montagne dPlla sua giovinezza. Bisogna salire salire in alto per giungere ai pili bei punii di visia. Bisogna guadagnare i fast.igi e le sommità, là dove non si vedono più le pittoresche vallate e i chiari campanili pensosi. La visione diventa grande e sublime, e sale alla immaginazione! Cosi quando il Papa pensa alla pacificazione di tante anime, non solo d'Italia ma del mondo intero, quando pensa a quello che resterà sempre, non può non rendere grazie dal fondo del suo cuore a Dio, a tutti quelli che gli hanno portato il concorso della loro buona volontà e della loro collaborazione, con un contributo non piccolo, non indifferente nò comune, a quella glande opera della più preziosa pacificazione, ,a pacificazione deMe anime e delle coscienze. « Quando si pensa a unto quesio — concbiude il Santo Padre — il dovere ci impon? di ringraziare il buon Dio delle disposizioni delia sua Provvidenza •. 11 Santo Padre ha quindi impartito ni presenti, che si erano inginocchiati, l'apostolica benedizione, e quindi, scortato dalia Guardia Nobile, è rientrato nei suoi appartamenti. Il Sacro Collegio Alle ore 16, nel palazzo della Dataria, il cardinale decano Yannuielli ha riu aito sotto la sua presidenza il Sacro Collegio. Erano presenti venturi card.;-naiii di curia e l'arcivescovo di Quebec, Bouléau. La riunione si è svolta nella saia del Trono dell'appartamento del cardinale decano. 11 cardinale Van-nu teHM ha esposto ai membri del Sacro Collegio il motivo della riunione significando loro che si trattava di redigere un indirizzo di omaggio e di plauso e di adesione completa e assoluta di tutto IO Sacro Collegllo alle decisioni prese dal Pontefice per gii accordi lateranpusi. 11 cardinale decanoì'avvlso prima delia firma, è opportuno sia ora solennemente sanzionata in un documento destinato a restare nella documentazione storica d! questo memorabile periodo dello Chiesa e del papato romano. Ha concluso dando lettura delle linee generali dev'indirizzo il quale sarà steso in forma definitiva nei prossimi giorni e sarà firmato da tutti i cardinali. I membrdel Sacro Colleeio hanno concordemente aderito alle proposte e alla iniziativa del cardinale decano. Don Bosco e Victor Hugo Roma, 0, notte. La prossima beatificazione di Don Bosco e la significativa coincidenza dessa con la conciliazione, tra l'Italia e il Valicano hanno fatto rievocare le missioni delicatissime attuiate al pio sacerdote piemontese per rimuovere fino da alloru ogni motivo di dissidio tra le due potestà: civile e religiosa11 Giornale d'iddio ricorda Stasera iprofetico congedo di Don Bosco dall'attuale Pontefice, quando questi, che era semplice prtie, fu suo ospite: ■ Verrà un tempo — ebbe ad esclamare Don Bosco — che Ella. Don Rattipotrà essere mollo utile per noi! ». Lo stesso giornale riferisce un ignorato colloquio del grande Apostolo salesiano con Victor Hugo. Era il tempo in cui Parigi aveva accolto con i segni della maggiore deferenza e con le più vive dimostrazioni d'i affetto Don Bosco, recatosi colà per pollarvi il verbo della sua predicazione salesiana. Una sera del 188:1 Ita i molti postulanti in attesa fu notato un vecchio tutto bianco che ebbe la costanza di fare la fila per la bellezza di tre ore senza impazientirsi, l-'u ricevuto da Don Bosco alle'11 di scia. Di quello storico colloquio è rimasto un prezioso documento custodito nell'Archivio dolila Casa Madre di Torino. La prima parola dello sconosciuto fu questa: «Non spaventatevi, signore: io sono un incredulo e perciò non credo ad alcun miracolo che taluni vanno raceontando di voi ». Su questo tono il colloquio 6Ì protrasse a lungo. Alla finedopo le paterne, calme osservaziondel sacerdote, il vegliardo abbassò il capo e sembrò assorto Iti meditazioneAccomiatando-si, lasciò un biglietto da visita su cui era scritto: Victor Hughes. Alila stessa ora tornò la seconda sera, e preso Don Bosco per mano e tenendola stretta, gli disse : « Io non sono quel personaggio che voi forse avete creduto: fu uno scherzo il mioho fatto uno sforzo per rappresenlare la parte di incredulo. Io seno Victor Hugo e vi prego di essere mio buon amico., lo credo nel soprannaturale, credo in Dio, e spero di morire nelle mani di un prete cattolico che raccomandi il mio spirito al Creatore ».