Biblioteche vecchie e nuove di Giuseppe Prezzolini

Biblioteche vecchie e nuove Biblioteche vecchie e nuove Nel prossimo mese di giugno si svolerà a Bonia une riunione internazionale di bibliotecari, ospiti del Governo Italiano che dopo tenuto il loro congresso, saranno Invi tati a visitare alunne speciali esposizioni di libri italiani antichi e moderni, di manoscritti ed edizioni di musica a Firenze, a Bologna ed a Venezia. E soltanto i bibliografi sanno quanto ben di Dio abbiamo le mostrare noi, che fummo tra i primi e 6tamipare. tra i migliori a pubblicare, tra i più tenaci e magnifici nel raccogliere. Ho solt'occhlo il programma dei sogetti che saranno discussi alla riunione: i bibliotecari dei vari paesi, da quelli dell'America del Nord a quelli Iella Cina, che si raduneranno a Home, troveranno utile intendersi sopra alcuni punti, corno Io scambio dei loppioni, il prestito internazionale dei libri e dei manoscritti, la reciproca informazione, l'uniformità delle schede e dei cataloghi, e via dicendo. Ma confesso che tutto queste quistioni mono m'importano d'un'altra, nhe si va risollevando in Italia di tanto in tanto, ma che ricade immancabilmente al suolo come se non fosse dotala di forza sufficiente per imporsi dall'alto all'attenzione di tutti: dico la quistione dello biblioteche moderne. Giacché noi possiamo mostrare fior di biblioteche antiche ai grandi bibliotecari stranieri che .visiteranno il nostro paese, ma di biblioteche moderne, veramente degne di questo nome, per il lucale, per l'assetto, per la direzione e per la concezione, non ne abbiamo nemmeno una. Tutte le nostre magnifiche biblioteche, dalle Rlcardiana alla Sarisovina, dall'Angelica, alla Braidense, posson mostrare antichi, monumentali edifici, e scaffalature nobilissime che farebbero onore ed un principe, e copie di volumi antichi fi incunaboli di grandissimo valore; ma non hanno un edificio costruito apposta per contenere nel modo più garantito dai pericoli d'incendio e più comodo per la consultazione, i libri; nella massima parte mancano di scaffalature moderne in acciaio, meno bolle, me meno Ingombranti e. sOpratutto più sicure di quelle in legno; di redo hanno cataloghi per materie, e taluna manca persino del catalogo compietti per autori, e moltissime hanno vari cataloghi, di varia venerabile età, (li vario scomodo formato, di vario .valore, cosicché ogni consultazione vi costa tre o quattro volte di tempo e di fatica che in altre straniere; infine nessuna, nessunissima ha un servizio d'Informazioni, che non sia dovuto alla semplice cortesia degli impiegati, e possa guidare e istradare il pubblico incollo, e anche quello colto, che ialina ha pur esso tutto l'interesse a trovare rapidamente le pubblicazioni che cerca. Insomma, in fatto di biblioteche, noi siomo ancora all'epoca «antica» in cui la biblioteca era considerata, e lo dice anche l'etimologia, come un luogo dove si « pongono » o 6i « depositano » ! libri; mentre oggi si è fatte strada una concezione assai diversa, che tende a fare della biblioteca sempre più un centro di informazione, di lettura, di ricerca. L'antice concezione era la concezione « passiva » secondo la quale il bibliotecario non aveva altra preoccupazione che di « conservare » intatti gli esemplari dei libri che gli erano confidati (e in Francie il bibliotecario he nome appunto di conservale tir), difendendoli, quanto poteva, dai lettori é tutti abbiamo conosciuto la buffe figure di qualche zelante, appassionato bibliotecario, che considerava come una offesa la richiesta di certi libri, e cercava ogni pretesto per non darli, non tanto per scansar fatica, quante, piuttosto, per non vedere il suo tesoro in ma*no dei barbari. 11 bibliotecario di questo tipo considerava i frequentatori della « sua » biblioteca come nemici. Questa concezione è tramontata da per unto. E a farla tramontare han contribuito due ordini di fatti. Prima di tutto l'accrescersi del numero dei libri moderni, facilmente recuperabili e non rari, e il sentimento che essi rappresentano, in certo modo, il complemento e, talora, il sostitutivo della scuola. La biblioteca non è più considerate come un nemico della scuola, perchè il maestro moderno trova nella lettura libera un aiuto e un perfezionamento dell'opera propria. Oramai una scuola, sia universitaria, o tecnica, o eleinenjare, non è vera scuola- Se non ospita nelle sue mura una biblioteca. Gli Stati, d'altra parte, reputano bene speso il denaro dato a queste opere; e aprono le biblioteche al pubblico gratuitamente, perchè contano come denaro guadagnato quello che serve ad- accrescere la coltura, l'intelligenza, il sapere dei cittadini. Le biblioteche « conservano » una porzione importante dei loro libri; ma una porzione, che va crescendo, deve invece essere « consumala ». L'onore di un bibliotecario non consiste soltanto, corno una volta, nel mostrare ceni esemplari « ben conservali » di libri eccezionali; ma altresì, sempre più, nel mostrare un gran numero di volumi che la lettura e la consultazione frequente hanno reso inservibili. Bandiera rotta fa onore al capitano, e molti volumi divorali dalle dita dei leitori sono un attestalo di cui un buon biblioteca- rio moderno è orgoglioso. il secondo aspetto della questione, che ha fatto cambiar faccia al modo di considerare le biblioteche, è la scoperta dei mezzi meccanici di riproduzione. Questi mezzi, che stanno gift sconvolgendo la vita pratica degli artisti del canto e del pennello, hanno avuto le loro conseguenze anche nel campo del libro. Si putì dire che fra qualche anno non esisterà più « il libro raro ». Oramai « l'esemplare unico • non ha più ragione u'essere tale, poiclife con una spesa minima, di pohe lire alla pagina, potete ottenerne a perfetta riproduzione fotografica: e sistemi di questa si sono cosi perfezionati che è possibile poi passare alla riproduzione esalta su carta, alla riproduzione sullo schermo, sulla pai-eie di una scuola, sul vostro tavolino da avoro. Gli sforzi degli inventori sono oramai diretti ad ottenere il « libro film », quel libro cioè, che non si tierà a migliaia di copie, ma a migliaia di rololi, occupanti piccolissimo pazio, e che potrà poi rssere proiettao pagine per pagina sulla tavola del eltore, mentre questi, invece di bagnarsi il polpastrello delle dita per volar le pagine, non avrà che da girare una piccola vite per continuare la sua ettura. Senza dilungarci su queste applicaioni, è cerio che oramai non vi è da nutrire più le preoccupazioni di un empo per le vecchie edizioni. A poco alla volte avremo di queste tante copie, quante saranno necessarie per la onsultazione degli studiosi; mentre ciò cpllelpuMsmmtccfImotlVcucbroptsaqasctccmsmzrvgcuzcsdstrncisdèvd«d;rttcstv«tcrglccscdqgdcdgvvosmbidsdpstjmamqdrlpvoogmlvqztispUcNsmpddLtadnpLvndnr18mgTpcdIre|plaradplilacoini o che preoccupa sempre di più è un altro problema, cioè l'accrescersi dei libri, e i sistemi per classificarli, per ritrovarli, per sceglierli. Non basta, infatti, avere molti e veri libri; bisogna che si possa trovare fra essi quelli che occorrono. Che cose dileste del fortunoto possessore di un pozzo nel deserto, che non possedesse une secchia per tirare su l'acqua'.' Molte biblioteche sono, appunto, pozzi senza secchie ; o con un sistema rudimentale di secchie, che vi fa perdere mezz'acqua per strada, battendo contro le pareti del pozzo. Quel che la secchia è per il pozzo, il cataro '.• liei- la biblioteca. In questo campo gli Americani del Nord si sono fatti una fama di specialisti, che ha Imposto n tutto il mondo 1 loro sistemi. Le biblioteche di tipo americano o organizzate da Americani oramai si trovano in tutti i Paesi, dalla Cina alla Turchia, dall'Egitto alla « Ciltà del Vaticano ». Infatti Sua Santità Pio XI, che prima di essere pontefice è stato un valente bibliotecario, volendo procedere alla riorganizzazione della Biblioteca Vaticane, la quale, per numero di manoscritti e per importanze di opere e le prime d'Italia, e una delle primo del mondo, ha accettato l'offerta di collaborazione della Camegie Institution, ha chiamato dei bibliotecari americani a Roma, e ne ha inviato quattro dei suoi nell'America del Nord a studiare 1 sistemi colà in uso alle scuole speciali di « biblioteconomia » che si trovano presso varie università. Non entreremo in particolari tecnici su questo punto, ma ci basterà accennare che gli Americani han trovato modo di applicare alle biblioteche quei sistemi d'ordinamento, di trasporto meccanico e, insomma, d'organizzazione del lavoro che sono, a parte le ricchezze naturali del Continente nuovo, la principale origine della loro grande fortuna materiale. Ora gli Americani non si limitano ai cataloghi, ma fanno di ogni biblioteca un centro vero e proprio di informazioni, usando l'opera di specialisti, che sono a disposizione del pubblico, sia personalmente che per lettera, coadiuvandolo nelle sue ricerche o nelle sue curiosità. Il fallo più preoccupante, poiché ogni anno si stampano varie centinaia di migliaia di volumi nuovi, e qualche milione di fascicoli di riviste, è come poter ritrovare in questa congerie ciò che può interessate lo studioso, il ricercatore, lo studente, o anche, il curioso. 11 libro non è soltanto, conie in gran parte era o voleva essere un tempo, lo strumento di conoscenze e dottrine morali, il « libro che rifa la gente ». E', più modestamente, un conservatore di esperi"nze, e un diffusore di'conoscenze tecniche. Qualunque attività si eserciti, anche le più umili, l'uso dei libri come strumento di lavoro, è indispensabile. Ma come raccapezzarsi fra tanti libri, in tante lingue, e fra tante riviste? Ecco la nuova concezione della « biblioteca moderna », cioè « il centro d'informazione ». Ecco la biblioteca che non si contenta di « conservare » il libro antico ; ma che « consiglia » l'agricoltore, l'uomo politico, l'amministratore, l'ingegnere, il medico, e anche semplicemente il curioso che, per propria cultura, vuole accrescere, in qualche dominio, le proprie conoscenze, o colui che è desideroso di perfezionare il proprio spirito in qualche direzione, lettere, arte, religione, filosofia, ecc. Le biblioteca moderna risponde alle domande, pubblica guide per i lettori, prepara elenchi di libri scelti su alcuni soggetti, consiglia, e continua, insomma, l'opera del vero maestro. Qualche anno fa Giovanni Papini pubblicò un paradossale opuscolo, dal titolo: «Chiudiamo le scuole! », nel quale proponeva, insomma, che alla scuola fosse sostituita la biblioteca moderna, cioè un centro di informazioni. Sotto la forma esagerata della proposta, c'era una verità indiscutibile; e cioè che la biblioteca moderna completa sempre, e, in qualche punto, ò chiamala a sostituire la scuola. Ora quello da noi non è ancora entrato nella coscienza pubblica. La maggioranze delle persone concepisce ancora la biblioteca come una cosa morta, uri cimitero venerabile, frequentato da pochi malinconici individui che ameno scostare le vecchie edere per interpretare sulle antiche lapidi le solenni bugie poste a tutela compassionevole dei trapassati. Ma pochi vedou la biblioteca collocata entro la officina, nella casa di commercio, in ogni aula scolastica, e perchè no?, negli uffici pubblici: ponili vedono quale miglioramento alla vita nazionale pollerebbe l'organizzazione di cèntri attivi di diffusione delle conoscenze, ai quali potessero fare capo gli organizzatori sindacali, le guide della gioventù, i piccoli e grossi commercianti, gli industriali che non posseggono uffici speciali, gli studenti delle scuole di piccoli paesi, ove il maestro non può Ua solo soddisfare a tutte le loro richieste. Prima di chiedere questo al Governo Nazionale, occorre però che diventi stato di coscienza generale. L'avvenimento di prossima scadenza porrà appunto al pubblico italiano l'occasione di riflettere su questa concezione nuova delle biblioteche, e sulla loro funzione Giuseppe Prezzolini.

Persone citate: Giovanni Papini, Pio Xi