Ricordi del Trentino d'un Commissario austriaco di polizia

Ricordi del Trentino d'un Commissario austriaco di polizia Ricordi del Trentino d'un Commissario austriaco di polizia VIENNA, marzo. In età di ventiquattro anni, il dottor Rudolf Muck,. che entrato in carriera da un anno appena aveva fino allora prestato servizio nel popolare quartiere viennese di Ottakiriiig, fu di colpo trasferito ad Ala, stazione alla frontiera italo-auslriaca. Dopo di essersi , occupato per dodici mesi solo di furti e di assassini, il giovane funzionario si trovò cosi — non per suo merito — In un posto delicatissimo per una somma di ragioni politiche e militari. Non per suo inerito, perché nel Trentino nessun impiegato della Monarchia andava a prestar servizio volontierl:, mandarono lui per non incomodare altri. Ma del tempo trascorso ad Ala, in un periodo di immediala vigilia del conflitto europeo, il dottor Muck ha conservato interessanti ricordi, che ora si è deciso a scrivere per il supplemento settimanale del Xcurs Wiener Taoblatt, nel suo genere il periodo austriaco meglio redatto e specialmente animato dal desiderio di far conoscere la recente sloria, attraverso narrazioni aneddotiche. Mn'ck ha tanto da dire: egli ha visto passare per Ala Tullio Murri, che arrestò dopo non poche esitazioni; egli ha squadrato viaggiatori di innumerevoli treni, cercando d'identificare in essi ufficiali italiani in obiti da turisti desiderosi di studiare la topografia del Trentino. Si è poi dovuto occupare delle vicende di Luisa di Sassonia, ha perso le notti ad aspettare Re Nicola di Montenegro (il quale non semine prendeva i treni diretti ed allo volle si ficcava in un compartimento di seconda classe di un omnibus) ha infine dovuto sudare in tempo di manovre imperiali ed ha conosciuto Cadorna. I Tullio Mnrr'i i e la figlia di Luisa i Sassonia . L'incontro con Tullio Murri fu privo di drammaticità. 11 commissario riconobbe il romanzesco personaggio dalle fotografie clic ne erano apparse in infiniti giornali. Tullio Murri disse subito elli fosse, aggiungendo che proveniva da Monaco e che tornava in Italia per andarsi a costituire. Muck 10 internò* nelle carceri di Ala e all'indomani lo mandò in quelle di Rovereto., il,'estradizione, dovendosi sbrigare formalità, avvenne alcune settimane dopo. Narra Muck che la stampa italiana lo aitano con tanta violenza, da provocare una discreta indagine sul suo operato da parie dei superiori austriaci. L'indagine non fili arreco danno, tuttavia la fama di essere un ltalofobo per la pelle gli rimase. • Il secondo notevole episodio fu la scoperta in treno d'una bellissima bimba di quattro anni, tra gente che da lei appariva assai dissimile. Una anziana signorina, modestamente vestita, rispose alle prime interrogazioni esitando, poi dichiarò die la bimba era la principessina Monica, figlia del Re di Sassonia, da lei accompagnata alla villa d"un aristocratico ubitante nei dintorni di Riessanone Quando il vecchio Re di Sassonia era stato sul letto di morie, siccome la principessa Luisa non aveva ricevuto 1 autorizzazione di recarsi a Salisburgo per vederlo, ai posti austriaci di frontiera s'era dato ordine d'impedire all esule l'ingresso nell'Impero. Morto il Re, e succedutogli sul irono l'exmarito di Luisa, s'era detto che il nuovo Sovrano desiderasse riavere la figlia minorenne. Il maestro Toselli, diventato nel frattempo marito di Luisa, s'era affrettato a replicare clic avrebbè trafugato Monica, per impedire al padre di riprenderla. Di tfonte alla confessione fattagli dalla vecchia governante, il dottor Muck pensò di svegliare nel sonno il capitano provinciale di Bressanone, pregandolo di confermargli che la principessina Monica si recava in Austria col consenso del regale genitore. Dell'avere in quella circostanza disturbato il riposo del capo, Muck aggiunge di ntfh essersi mai pentito, giacchè se egli si fosse senz'altro atteggiato a salvatore della principessina, ne sarebbero derivati strascichi noiosi almeno per lui. Nel periodo che tenne dietro all'assassinio a Ginevra dell'Imperatrice Elisabetta e all'assassinio a Monza di Re Umberto, gli stati europei s'erano impegnati a comunicarsi a vicenda i nomi, le caratteristiche personali e gli spostamenti degli anarchici conosciuti. Alla stazione di Ala segnalazioni di anarchici ne giungevano giorno per giorno; ricevendole dal collega italiano, Muck le trasmetteva alla direzione generale di pulizia, n Vienna, dove esisteva un apposito ufficio. Questo ufficio funzionava abbastanza bene e ne facevano l'esperienza coloro i quali, anche a scadenza di parecchi anni, dopo di essersi assolutamente ritirati da ogni torma di attività politica e magari dopo di avere rinnegato le incriminale teorie, un certo giorno, trovandosi in Austria, si vedevano identificati ed espulsi come anarchici pericolosi. Francesco Giuseppe alle manovre... Ma a parte le accennate trasmissioni a Vienna. Muck non ebbe a faticar troppo a motivo degli anarchici se non nel 1905, in occasione dell'intervento di Francesco Giuseppe alle manovre nel Trentino. 11 funzionario aveva imre da badare a che gli.elementi irredentisti non inscenassero spiacevoli dimostrazioni, sicché gli toccò 'farsi in quattro. Le manovre si dovevano svolgere uell'alla Val ili Non, della quale 400 gendarmi cominciarono collo sburrare gli accessi.-Ina sqnndra'di agenti di polizia perlustrò poi rimerà zona, andando di casa in casa a controllare chi fossero i villeggianti ed i turisti stranieri, pur espellere i sospetti ancora prima che l'Imperatore giungesse, il giorno ■ del grande avvenimento, il dottor Mnck ebbe cifra ili ispezionare ancora una volta tulli gli angoli della casa che S. M. avi ebbidovuto abitare e perfino s'infilò sono 11 pavimento di legno della famosa tenda imperiale chef riuniva per i pasti il Monarca ed il seguito. Sodillsfatlo, si accingeva a raggiungere il gruppo delle autorità, quando da un villaggio a un'ora di distanza un gendarme annunziò di avere arrestato un italiano il cui nome figurava sull'elenco degli anarchici. Precipitatosi sul luogo, Muck si tiovò davanti ad un timido siciliano trentacinquenne, barbuto e sparuto, chi? da un paio di set- tlmane era" stato assunto come istitutore da una famiglia italiana in vacanze. La perquisizione confermò che il siciliano era un anarchico propagandista: il commissario lo mise in carrozza e rifece a galoppo la Val di Non, nella speranza di giungere a Romeno prjma di Francesco Giuseppe; però l'arciduca Eugenio, il capo dello Stato Maggiore conte Beck e molti altri notarono 11 veicolo collo strano individuo (che risultò poi essere un bravissimo uomo, tanto che le autorità italiane Io rilasciarono) e la sensazione non mancò. Una fiaccolata al... sole Delle manovre imperlali del 1905 l'ex i. r. commissario di polizia ricorda ancora come Francesco Giuseppe, desideroso'di rispettare l'abitudine di andare a letto presto, abbia costretto un parroco a fare sfilare una fiaccolata mentre la luce solare era tuttavia vivissima. Però quella notte era destino che Sua Maestà dovesse dormire male: assai prima dell'alba, le forze del gruppo sud, ugli ordini di Conrad von Hoetzendorf, senza attenersi al tema, della manovra, comparvero alle 6palle del gruppo nord e raggiunsero l'altipiano proprio sotto le finestre del4&nperiale quartiere, II Sovrano gui sto poco lo scherzo: fece suonare la Hue dell'esercitazione e si accinse a ritornare a Vienna. Anche questo diede gran da fare alla polizìa. Lungo la strada per la quali doveva passale la carrozza dell'Imperatore furono si glianati gendarmi e agenti in borghese e si procedo ni fermo, uno per uno, degli individui sospetti: incredibile a dirsi, tutti i fermati erano agenti travestiti. Nel corso delle manovre la polizia dovè' pure badare alla sicurezza degli addetti militari stranieri, ospiti del Sovrano e speciali ibis posizioni eirano slate Impanile per garantire l'Incolumità (mio Dio, sarà stato proprio questo il motivo?) dei rappresentanti dell'esercito italiano, un generale ed un ufficiale superiore. Il generale, scrive Muck, aveva un nome del quale lui s'ò rammentato nei 1915: Cadorna. Una ingegnosa figura geometrica Curiosissime sono le rimembranze dell'ex-coinmIssario per quanto concerne lo spirito irredentista dei trentini. Trasferito da Ala a Trento, Muck si senti un giorno spiegare dal figlio della padrona di casa, uno svelto ragazzo quattordicenne: «Signor commissario, ha lei una buona carta d'Europa sulla quale si veda il Giran Sasso, il monte piti alto degli Appennini? Allora prenda un compasso, metta la punta sul Gran Sasso ed il lapis 6Ul Brennero e descriva quindi un circolo; quanto si frova dentro questo circolo appartiene di difillo all'Italia». 11 comin issarlo fece Ta prova e sopra una carta che ancora oggi possiede tracciò un circolo die abbraccia, oltre alle Provincie dall'Italia già redente, la Dalmazia, il Cantou Ticino, la Savoia, ia Corsica, Tunisi e Malta. L'irredentismo, egli commenta, non ha realizzato tutti i suoi obiettivi, però a noi austriaci non tocca più interessarci della sua attività... Al tempo in cui quest'attività Ints ressava, il dottor Muck aveva appunto il compito d'informare sulle fasi dell'agitazione irredentista, della quale confessa di aver capito solo dopo anni l'impossibilità d'impedirne il trionfale sviluppo e specialmente con sistemi, di polizia: " Noi funzionari austriaci, aggiunge, nella lotta che si svolgeva eravamo puri e semplici spettatóri di avvenimenti susseguentisl in modo irresistibile ». Per potere intervenire occorrevano prelesti legittimi e ad agire in maniera illegale si faceva ii giòco de: propagandisti. Assai diligentemente fu seguita dei funzionario l'attività HeìVAttn Adige, alla dui direzione venivano chiamali abili giornalisti italiani. L'Alto Attinr poteva essere sequestrato dalla polizia solo incorrendo nei rigori del codice penale: i nuovi direttori provocavano la misura una o dne volte, ma poi, avvertiti da amici giuristi, sì sottraevano al provvedimento. Né un sequestro colpiva mai l'intera tiratura: in una maniera o nell'altra, rimanevano sempre disponibili copie che passavano di mano in mano e venivano avidamente lette. Contro i giornalisti sudditi iialiani la polizia poteva anche ricorrere al rimedio estremo dell'espulsione, però l'espulsione regolarmente dava luogo a una grandiosa manifestazione irredentista d'altro genere: il martire prendeva congedo dagli amici con un banchetto ed era .accompagnato al treno in pompa magna. Qualche, setti inana dopo arrivava il successore e la commedia irlcomihcinva. 1 giornalisti italiani espulsi dal Trentino furono almeno dodici e quasi tutti hanno fatto Carriera. ' ' '" ' '-'•• ' • ' •'• Un dono imperiate... e un dono reale L'Alto Adige faceva propaganda pubblicando reminiscenze del risoigiinento italiano, esaltando Garibaldi, portando alle stelle Cavour. Se l'Imperatore Francesco Giuseppe regalava «iti corone a una coppia che festeggiava le nozze d'oro, alla prima occasione »i poteva leggeri' nell'.lC'J Adige il relativo comunicato ufficiale sotto il titolo: Un dono imperiale.. » e subito appresso, sotto il titolo: « ... e un dono reale », si leggeva che Re Vittorio Emanuele aveva offerto 20.000 lire per uno scopo qualsiasi. Le corrispondenze da Roma apparivano m'Ha rubrica: « Dalla capitale », di Vienna si parlava come di una città in paese strairero lontanissimo. E' chiaro che a Trento, osserva il Muck, malgrado le bellezze dell'i città, nessun funzionario austriaco si poteva sentire a suo agio. Pericoloso era l'avere umane debolezze: ne lece triste esperienza un collega del dottor Muck, ili ottimi sentimenti austriaci, che gustava volentieri più' di un gòccettiiw. Una sera cani!-', dopo :1 teatro, in un loca!'1 dove un'allégra brigata lo invitò al involino. Caduto il discorso stfUMroétìehtlsmo, il commissario vrn li. accettò una discussione che io Costrinse ti inumidire frequentemente. l'Ugola. Bevvo un bicchiere dopo 1 altro, e quando al mattino s'avviò verso casa risenti in istrada degli elicili d'una polvere che gli avevano messo nel vino, il disgraziato, in uniforme, caddi' al suol > sudicio da non si diro; fallosi giorno, centinaia di passanti tirarono avanti evitando di guardato. Scoppiò uno scandalo, la carriera del funzionario ebbe rapida fine e 1 Allo 4 àtri e poli; In un lungo articolo, blu simarc le sbornii dei commissari au: 5 Ammiriamo la sincerila del Muck nel riconoscere che certi militari austriaci in pensione, intervenendo a cerimonie ufficiali, colla lori presenza suscitavano «oliamo ilarità-. L'elemento austriaco era rappresentato a Trento da costoro e da alcune vecchie famiglie aristocratiche. » Altri wtbpresentnntl deii'ansirincismo, dichiara lo scrittore, a Tronto, fra la popolazione locale, non ce n'erano ». 1 militari erano tolti stranieri e anche dal punto ili vista sociale condiieevano vita a peiin I mi famiglia che avesse accolto ufficiali austriaci era subito boicottata, una ragazza che si fosse fatta vedere con nn~iiiiici.il" era disprezzata. Se un ufficiale sposava uni trentina si allrettava a farsi trasferire. Per gli austriaci, ce n era d avanzo per doversi allarmar» dell'irredentismo italiano, Eppure, quando Renilo Miissoliiii fu a Trento nel 1909, tutto '"li «sembrò nero e poco violento, cosicché 11 dottor Muck con lìlosolla riassume: « Questo era il volto dell irredentismo ilaliano a Trento; per noi abbastanza e per i regnicoli nienle...». Italo Zingarelii. u