Meccanico dentista pericoloso a sè e agli altri Follie, truffe falsi e losche imprese

Meccanico dentista pericoloso a sè e agli altri Follie, truffe falsi e losche imprese Meccanico dentista pericoloso a sè e agli altri Follie, truffe falsi e losche imprese Tina; grande, incontenibile passione 6d una scoperta industriale tale da recare una rivoluzione nei metodi usati sin qui per la vulcanizzazione del caucciù: ecco arti elementi che avrebbero determinalo una esaltazione nell'animo del meccanico-dentista Michele Negra fu Giuseppe, ventiduenne, abitante in via S. Tommaso, sino a compromettere il suo passato di. buon ragazzo ed a trasformarlo di colpo in un truffatore provetto. Fantasiosità e intraprendenza Ma questa, beninteso, e una tesi del Negra; quella che esli è venuto prospettando e sostenendo dal giorno in cui fu tratto in arresto (il 12 ottobre scorso) sino a ieri, giorno in cui venne tradotto dinanzi ai giudici. Probabilmente egli persisterà nel nropugnare questa tesi: ergendosi ad auto-perito, per spiegare e giustiflcaire le numerose gherminelle compiute. effU continuerà ancora ad agitare quel motivi di sapore romantico che possono conferire apparentemente un tono romanzesco alila sua vita, ma che non offrono alcuna consistenza ed attendibilità per giudicare diversamente le sue malefatte. Il retroscena romantico non costituisce fórse che una trovata — l'ultima trovata — di questo sciagurato giovane il quale ha fatto abbondantemente sfog gjo, nel periodo di pochi mesi, delle tre qualità che danno il quadro, la n gura del truffatore : fantasiosità, in traprendenza, disinvoltura. Le imprese del Negra (quelle che poterono essere elencate nel capo di imputazione) sono di un doppio ordine: Ib une si agganciano con l'attività di odontoiatra che egli andava svolgendo in violazione manifesta colle leggi sanitarie; le altre sono imprese comu ni. per le quali il Negra non ha fatto che calcare le orme lasciate da coloro che prima di lui si avventurarono nei Scampi della truffa. Ma le une e le (ultore sono per cosi dire coeve: si svolgono nello stesso spazio di tempo, nel periodo più denso di preoccupazioni e di travaglio sentimentale del meccanico dentista. Nell'estate scorsa egli era riuscito ad apprendere che il panettiere Carlo Bersano, di 56 anni, abitante in via Rarbaroux 5, aveva un conto corrente presso la Ba.nca Anonima di Credilo. Da questa informazione il Negra trasse partito per tentare quello che doveva essere il suo colpo truffaldino maggioro. 11 16 agosto si presento agli uffici delia Banca ed all'impiegato addetto al servizio dei conti correnti, dichiarò di essere mandato dal sig. Bersano il quale si trovava a letto ammalato. — Mi displace assai — soggiunse l'Impiegato. — 11 sig. Rersano è un nostro ottimo cliente. Ma spero non 6l tratti di cosa grave! — Non si tratta di cosa grave, ma 11 sig. Bersano sarà costretto tuttavia la non uscire di casa per qualche tempo. Eri è appunto per questo che «gli mi manda qui. Vorrebbe che la Banca gli affidasse un palo di libretti di assegni. In tal modo egli potrà fare i suoi affari anche restando in casa. Dovendo disporre qualche movimento di capitale, rilascierà gli assegni e cosi eviterà di mandare gente a ritirare fl danaro agli sportelli. Cli assegni falsificati L'Impiegato della Banca credette a quanto il giovanotto diceva e, senza sospetti, gli consegnò due libretti di assegni in bianco, da dieci assegni caduno." Il Negra se ne andò ringraziando. Pochi giorni dopo egli iniziava la emissione della serie di assegni colla falsa firma del sig. Bersano. Da quel momento e sino al giorno dell'arresto, ili Negra ne emise parecchi. Ma solo cinque vennero girati, messi in circolazione e pagati infine dall'istituto presso cui il sig. Bersano aveva un conto corrente con un attivo di poco superiore alle 10 mila lire. L'arresto del Negra fu determinato anzi dal fatto che il credito del Bersano si era esaurito. Un figlio di questi si era presentato ai primi di ottobre per ritirare una determinata somma, e l'impiegato della banca gli aveva osservato che 11 rimborso non era possibile perchè il conto corrente di 10.000 lire era pressoché esaurito. Alle meraviglie del Bersano segui la constatazione, per parte del titolare del conto corrente, che gli assegni mediante i quali erano stati possibili 1 prelievi di capitale, erano falsi cosi che 11 direttore dell'Istituto, cav. Ferdinando Bava, ne informò 1 autorità di P. S. Furono disposti gli appostamenti opportuni e la mattina del 1. ottobre, quando il Negra si npresen tò agli urtici della Banca per avere un terzo libretto di assegni, fu ri cevuto assai calorosamente, ma per 'essere affidato agli agenti. uiasofisiciobli lrono svolgne dspiegtificaPetà e eranieri ha nno ulo nla ivulcaguarera mureil gicinemil Neanchre leQuessto mie rina 40 mra AMain pnon dellelegadici la eturbdel cidematfar vo sco aSan miaversnonera durIlcavtenuunilalsrie fessdanmesre LAudio la « roulette s Gli assegni di cui il Negra'potè ot tenere il "pagamento, furono dunque Cinque per un importo complessivo ni oltre 9000 lire. Egli ne girò tre - rispettivamente per gli importi di 5500, 800 e 1700 lire — ai sig. Giuseppe Maochiorlatti, proprietario dell'Albergo de! Nobile, in strada Val Salice, 55, verso il quale aveva un debito di circa 5W0 lire derivante da somministrazioni ni vitto ed alloggio. Un assegno di 1600 lire, il Negra rilasciò poi all'orefice Ercole Drusiani, abitante in Galleria Natta, 2. acquistando un anello ed un orologio, ed un quinto assegno, per l'importo di 2500 lire, presentò alla sedo di S. Remo dell'Istituto di Credito Marittimo, quando nel settembre si recò nella ciità ligure per tentare, non invano, la fortuna alla «roulette ». Tutto questo diede luogo al primo scaglione di imputazioni : truffa, falso e uso di falso. Ma imputazioni analoghe alla prima sorsero a carico del Negra quando si conobbe il trattamento che egli aveva usato a talune disgraziate persone che si erano rivolte a lui come odontoiatra. Il cuoco Antonio Multino, abitante in corso Vittorio Emanuele, 37, si era incontrato col Negra ad un caffè, e poiché aveva espresso l'intenzione di ricorrere all'opera di un dentista. Il giovanotto, che teneva aperto ancora a quell'epoca uno 'spendo gabinetlo di protesi dentaria in via S. Tommaso spiegò le più sottili arti per non la sciarsi sfuggire il cliente. La disgraziata sorte di un cuoco Il Muttino si recò a più riprese nel gabinetto del meccanico dentista e questi, dopo cure e medicazioni, che, diceva, non sortivano alcun effetto adottò una decisione radicale, li Mut tino era quasi privo di denti: non pln ne rimanevano che una decina. 11 Ne gra glie ne estrasse otto e convinse il paziente a provvedersi di un apparecchio dentario. L'incarico di apprestare l'apparecchio fu dato da) Mutti no senza difficoltà. Ma le difficoltà per questa bisogna erano tutte del Negra Egli cominciò col dichiarare che l'ap parecchio doveva essere montato in oro e che non poteva anticipare le somme occorrenti per l'acquisto del l'oro. Fu cosi che il Muttino gli con segnò dapprima una moneta d'oro da dieci dollari, che portava come cimi dolo alla catana dell'orologio, e sue cessivamente la catena st°ssa. In cambii, di tanti sacrifici, il di sgraziato non ebbe che la beffa più atroce. Una disavventura analoga capitò alla signora Giuseppina Boero j-ed. Pastore, a!.-i-?!,t° In via ? Tom DscofenNeludiscaall'lonsepputè nStalMava udidi tarficicesgrabrera batmanegsa dictutmideobdiprprdiantaglnatePbabomcuso77ddtoccPccd.scpdpm•\r«dCsdAd o o i l e d o a e . uiaso, 6, la quale, insieme ai danti! fisici, ebbe un, danno economico di obli lire. Probabilmente queste non furono le sole vittime che il Negra fece svolgendo abusivamente la professione deli'odoiuoiatra. Ma le indagini spiegate non hanno permesso di identificare le altre. Il testamento... Per nulla impressionato dalla varietà e dalle gravità delle accuse che gli erano fatte, il Negra ha preso posto ieri sulla panca degli imputai!. Egli ha narrato che le sue malefatte avevano un unico Intento: quello di metterlo n<'lla condizione di poter sfruttare la invenzione fntta nel campo della vulcanizzazione del caucciù e di poter guardare alla donna per la quale si era infiammato di impetuosissimo amure. Questa donna faiale, alla quale il giovanotto guardava, e una attrice cinematografica. Piera Migliore. A lei il Negra, ha dedicato i suoi palpili ed anche uno scritto che doveva contenere le sue disposizioni testamentarie. Questo scritto porla la data del 6 agosto e dice: « In pieno possesso delle mie facoltà mentali lascio alla signorina Lilli Piera Migliore la somma di 40 mila lire e lire diecimila alla signora Actis Maddalena ». * Ma gli 6 che se il Negra si sentiva in possesso delle sue facoltà mentali, non si sentiva altrettanto in possesso delle somme che cosi premurosamente legava. Il documento fu esibito ai giudici per dimostrare che l'imputato, al la epoca del fatti, era affetto da un turbamento psichico in conseguenza del quale aveva tentato anche di uccidersi. Ma un episodio denso di drammaticità, cui l'imputato accennò per far credere alla serietà di un tentativo suicida (una ferita d'arma da fuoco all'addome per cui fu ricoverato al San Giovanni ed operato di laparatomia) risultò di tutt'altra origine attraverso le deposizioni dei testi. Il Negra non si era ferito a scopo suicida, ma era stato raggiunto da un proiettile durante una rissa. Il Tribunale (Prcs. cav. Eder; P. M. cav. Bollono; Cane. cav. Luotto) ha ritenuto Michele Negra colpevole di un unico reato continuato di .ffa, di lalso e di infrazione alle leggi sanitarie per l'abusivo esercizio della professione di odontoiatra, e lo ha con dannato complessivamente a 3 anni, -7 mesi e 22 giorni di reclusione e 850 li di multa Difesa avv Nasi