I nuovi Senatori di Torino

I nuovi Senatori di Torino I nuovi Senatori di Torino La notizia (Iella nomina a senatore Gel colonnello Di Bernezzo, del pittore Qiacouio Grosso, dell'industriale Ansimino, è stala accolta con vivissimo compiacimento in tutti gli ambienti della città, dove i tre eminenti uomi- Si, niiisciino nel proprio campo, goono di alla stima e di larga simpatia. Il colonnello Di Bernezzo '11 marchese Demetrio Asinari di Bernezzo, cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia e cavaliere dell'Ordine di Malia, è colonnello di cavalleria, grande mutilalo di guerra, decorato di tre medaglia d'argento, una di bronzo e due croci ri' guerra, con superbe motivazioni. E' fiRlio di quel prode generale di Bernezzo, di cui nel cuore di lutti gli italiani è ancor vivo il ricordo, p .eliti fu il primo senatore fascista nominato dal Duce. Il colonnello Di Bernezzo, terminata la guerra, ebbe dal Governo delicatissimi incarichi in Alta Slesia. Fu segretario della Federazione Provinciale Fascista di Torino e fu il primo presidente fascista della locale Congregazione di Carità. Nelle opere filantropiche egli ha dalo continuamente pros'a di vibrante attività e di raro spirito d; abnegazione. I torinesi ben .rammentano che a lui si deve, fra l'altro, la scomparsa di tutti i mentii.ceriti accattoni che infestavano le strade e te piazze a disdoro della città. Promotore (Itila Iona contro l'accattonaggio, coadiuvalo da ima squadra (volonterosa -.li camicie nere, il colonnello Di Bernezzo riusci a rastrellare ben 548S mendicanti e provvide a ricoverare fili inabili al lavoro, a far ^rimpatriare quelli che non avevano ^residenza in Torino, e, con l'istituzione di una » Casa di lavoro », ad occupare i giovani. Attualmente- egli e consigliere dell'Istituto della Cassa di Risparmio di Torino, consigliere della Lega Navale Italiana, consigliere del Consorzio Nazionale p."r le Biblioteche, consigliere della Società Ah. Vlllar Perosa è amministratore rt"Ila Società Anonima per la condotta ..qua potabile. 1 Giacomo Grosso E' uno dei più robusti, saldi, integri rappresentanti della scuola pittorica ottocentesca, che ancora si perpetua, attraverso forme varie di sopravviventi e di epigoni, col nostro Novecento. La .sua fedeltà ai precetti veristici della, seconda metà risi secolo passato, la. tua mirabile felicità di esecuzione, persino — talvolta — la sua intransigenza, l'anno di lui un cavaliere senza macchia e senza paura del dogma natii ra.listico. Nato a Cambiano il 23 maggio del 1860'da'modestissima famiglia (umile falegname era suo padre) a quattordici aiiDi, per irresistilii-i le vocazione, entra all'Accademia Al-1 berlina di Torino dove ha. per maestro Andrea Gastaldi, al cui insegnamento si hìan'ieri'à sempre fedele. 11 Comune <ii Cambiano fili concede una pensione! aiui.ua ili :'.6ri lire, ma purtròppo il sussidio cessa presto, ed il giovanissimo allievo è cosi retto a lottare contro lei più dure avversila, c ari eseguire, per campar.', Ingrandimenti ad olio di lo-, tografle, ni prezzo ili 5 lire l'uno. Così i .Grosso comincia la sua mirabile attività di ritrattista di lama internazio-i nàie... Nel issi» *j presenta per la pronta, volta, a! pubblico nell'Esposizione rjii'ert'fi ' daila Società Proniotricé di Bello Art:, a l'opera esposta dal pittore vcetdbpmcGLvdsdbmrcnPlMrctvcsfldesddRdCcrilgnnagctCsseOanpdIdguqtmnevg ventenne ottiene un incoraggiante successo. Tuttavia le angustie perdurano, ed è ima fortuna per il debuttante arista vincere nel 1881 il premio di nudo istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione, premio •♦le s'accompagna aLla somma — cospicua per miei tempi — di 2000 lire. SI può dire che la carriera artistica di Giacomo Grosso ha inizio da questo momento. L'Esposizione dell'82 segna un'altra vittoria, ed il Cristo della Triennale dell'anno dopo consacra la faina nascente del figurista. Segue ij ritratto dr-1 conte Panissera, presidente dell'AlbiM-tina; quindi il Grosso ei reca a Roma, dove l'ha preceduto il nome di ritrattista valente, nome che gli procura, fra la migliore società romana, numerose ed importanti commissioni. Pure in questo periodo egli attende ala notissima Cella delle Pazze (oggi al Museo Civico d'Arte Moderna di Torino col Ritratto di Virginia. Reiter), che esposta alla grande Esposizione torinese del 1884 suscita discussioni vivaci ed ottiene larghi consensi. Dopo una sosta di due anni nella capitale piemontese, il Grosso paga i) suo tributo di ammirazione per l'arte francese al Salon parigino del 1886. Qui lo colpiscono specialmente le pitture di De Nittis, Degas, Monet, e Pissarroe riflessi di questa ammirazione si possono scorgere nel Ritratto del padre dello stesso anno. Seguono i ritratti della signora Roppolo e della signora Realizzi (1886), finché, nel 1894, il cosi detto Ritratto in grigio e il Supremo Convegno (Venezia. 1895) danno a Già corno Grosso rama internazionale. Da ricordare, anzi, è la vittoria del premio iier quella Biennale, riportata contro la Figlia di Iorio del Michetta La seguente produzione grossiana appartiene, si può dire, alla storia d'oggi, e non e il caso di segnalarne le continue affermazioni. Ritrattista per istinto, figurista per gusto. Giacomo Grosso — come è nolo — Ita però coltivato, e continua a coltivare anche il paesaggio. Certe sue limpide, serenp. vigorosissime eppur delicate pitture di paese sono anzi tra le cose piti gustose di lui e delle più apprpzzatP dai collezionisti Opere del Grosso, espositore assiduo alle maggiori Mostre nazionali e inter nazionali, si ritrovano nelle più importanti gallerie italiane e straniere. Dal 1906 (• insegnante nella R. Accademia Albertina di Torino. Federico Anselmino Federico Anselmino, nato a Moni baldone, in prossimità di Acqui (prov. di Alessandria: nel 1880, si applicò fin da giovane alla siderurgia. Fu prò prietario delle Ferriere di Chivassocui diede grande sviluppo, collegandole con stabilimeni! similari in località vicine : e fu pure interessato in altre industrie metallurgiche. E' proprietario delle « Ferriere di Pont Saint IVIartin ■> (Valle d'Aosta) e dello stabilimento meccanico biellese a BiellaPochi anni or sono dedicò le sue spiccate qualità ad uri altro ramo dell'industria. A lui si debbono gli importantissimi Impianti idroelettrici di Spigno Monferrato, che diedero vita ad una grande Centrale idroelettrica, la quale porta il suo nome e svolge attualmente il programma di sfrutta-mento delle acque della Bormida, fornendo energia alia zona alessandrina e al territorio di Acqui. Alla sua attività industriale il sen. Anselmino aggiunge quella di agricoltore.