I PROCESSI

I PROCESSI I PROCESSI [, Tribunale Speciale Un membro del « Cominfeni e 3.4 comunisti compariranno domani noma, 2 noite. Nei giorni di lunedi, martedì e mercoledì prossimi il Tribunale Speciale terrà sedute per la definizione .ili un importante processo, nei quale è implicato anello uno straniero, che pare sia un membro ilei Comintern di Mosca. Gli imputati Cile dovranno essere giudicati sono: Hofmaier Emilio nato a Basilea. Zolla Giuseppina di Trieste, Arioli Ercole di Abbialegrasso, (ìhidetti Vittorio di Treviso, Giaccaglia Lea di Ancona, Chierichetti Giuseppe, Amodeo Cesare Andrea di Abbiategrasso. Tèpasso Giovanni di Rive de Gier, Ragazzi Bindo di Stellato, San- giorgio Mario di Sesto San Giovanni* Monfrini Giulio di Milano, Pontili »|cbct3vruVmcnGnnvs------ „„ -„ ,„„,. Hi inQuinto di Chiusi. Cionca Angelo diLp- Jdi. Capra Attilio di Cremona, uiassi sVittorio di Jorwna. „„«.*„-„ oc i(Kottvità criminosa di costoro es veendosi svolta in ambienti di v et si, PFMcsemplicità di giudizio e per una Plui «atta valutazione delle singole responsabilità. Bara separatamente esaminata dal Tribunale. Gravi imputazioni A tale uopo gli imputati sono stati suddivisi in tre gruppi distinti ponendosi nel primo coloro che debbono essere rinviali a giudizio per l'attività sovversiva espletata in Torino (Ghiddtti, Giaccaglia. Tepasso. e Ragazzi) nel secondo coloro che hanno agito a'Milano (Siwigiorgio, Conca, Capra, Pompili, Grassi e Monfrini). nel terzo ì dirigenti dell'intero movimento (Hofmaier, Arinli, Chierichetti, Amodeo « Zólia). Debbono tutti rispondere del reato di ricostruzione del partito comunista e delle organizzazioni da esso dipendenti La Zolia, l'Hofmater, il Pompili, ii Ghidettd, la Giaccaglia deMdeMittO anche di cui all'art. 285 codice penale per avere fato uso di passaporti e di carte di identità contraffatti. Conosciuta tutta la vasta organizzazione sovversiva, individuati i maggiori esponenti del movimento e conosciute le rispettive funzioni, furono impartite le opportune disposizioni alle varie, autorità p* intensificare le indagini Investigative. Cosi mediante abili" pedinamenti ed appostamenti fu pòssilnle stabilire la colpevolezza di quasi tutti gli imputati, Saputosi che U 15 ottobre 1027 l"Hnfmaier sotto le mentite spoglie di Honisberger Ernesto era giunto a Milano proveniente dalla Svizzera venne sottoposto a continua sorveglianza. Il 2fi ottobre 1927 fu arrestato Como L'attività dello straniero Interrogato fin) per confessare di èssere venuto in Italia incaricato dal deputato comunista svizzero Veltlc per avvicinare il compagno italiano Rarano Emilio individuato poi per Gbidetti, ma mentre egli si voleva far credere un semplice corriere invece 'dall'attività svolta e dai documenti Sequestrati (tra i quali 11 cartellini riproducenti schematicamente il nome dei maggiori esponenti del partito con !« specifiche funzioni esercitate nella Organizzazione sovversiva sulla base Bei già precisati uffici1 si deve ritenere che l'Hofmaler fnsse un membro del Comintern di Mosca. Egli disse Bi aver presenziato a molte riunioni ieomuniste in varie città italiane. EgM pra il coordinatore di' tutto V. lavoro svolto dall'associazione. I suoi teomplfcl furono rintracciati seguendo le sue peregrinazioni. Su questi ultimi pesano gravi imputazioni, essendo stata provata la loro attività sovversiva. ' NELLO COCCIA Cr difficile sostituzione del difensore allontanato dall'aula Roma, 2 notte. Dòpo l'incidente avvenuto ieri durante l'arringa di uno dei patroni di par. Ite civile l'imputato Amerigo Mari rimasto senza difensore per l'allontanafcnento dall'aula dell'avv. Sotgiu ordì nato dal presidente e per l'assenza dell'on. Madia aveva Indicato un altro difensore di fiducia nella persona dell'avv. Conti che stamane avrebbe dovutoprendere il posto dell'aw. Sotgiu. Aperta però' l'udienza il presidente ha dato letture, di un certificato attestante ohe anche l'aw. Conti era trattenuto fuori di Roma da ragioni professionaW. Valendosi delle facoltà contjewtótagU dalla legge il presidente ha lemeao allora una ordinanza codia quale nominava difensore di ufficio aefl Mari il presidente della commissione reale degli avvocati di Roma aw. Todaro. Senonchè' sentendo parlare di difensore di ufficio l'imputato si è aJlzato ed Interrompendo la lettura dell'ardi manza ha detto di volere un difensore idi sua fiducia ed ha fatto il nome de! 3'avv. Cairtasegna. Pol^ l'ordinanza era già stata emanata il presidente ha chiesto alle parti le laro conclusioni in merito. L'avv. Sotis per la parte civfJe si e opposto al rinvio vedendo in esso un espediente d«lla difesa e lo stesso ha fatto il procuratore generale. R presidente ricusandosi di pronunciarsi sul nuovo incidente ha rinviato l'udienza a lunedì ordinando che all'avv. Cartasegna sia notificata la nomina avvenuta. _ cqtllfpeqmsrngecvilsd Delinquenti diffidati a Brescia Tre assegnati al contino Brescia, 2 notte. La commissione per il confino e per l'ammonizione ha esaminato parecchie denunzie di pregiudicati emettendo ordinanza di ammonizione a carico di quattro persone diffamate per delitti di due donne di Iseo perchè dedite a pratiche abortive e di una persona pericolosa all'ordine nazionale dello Statò. In altra riunione la commissione aveva emesso ordinanza di ammonizione a carico di 18 persone diffamate per delitti, la diffida di quattro e rassegnazione al confino di tre pregiudicati e l'ammonizione di quattro levatrici perchè dedite a pratiche abortlve. Severe sanzioni |contro -uno chauffeur {Tribunale Penale di Torino) Si e avuta alla Sezione VII del Tribunale (pres. come Ualladore; P. M. cav. Prassone) loco penale di una luttuosa sciagura verificatasi la sera del 31 maggio 19:27 sullo stradale di Chivasso. Di ritorno da Montanaro e diretta a Torino, percorreva la strada un'automobile pilotata dal cav. uff. Vincenzo Merlo, di -10 anni, abitante mi via Galvani, 3Ì. e sulla quale, con la signora di questi, si trovavano i coniugi Glozlen. abitanti in via Galvani, 32, e le signore Maria Basslno, abitante in via Saccarelli, 14, e Anna Serafino in Gallia, pure abitante in via Galvani. Poco oltre Branriizzo (erano quasi le 22) il cav. Merlo scorse in distanza un grosso veicolo fermo da un lato della strada. Rallentata la iniarcln p dopo avere eseguilo coi fari Je se?naiaZioni d'uso, il cav. Merlo s) dispose a superare il veicolo, che i(1ra un grosso autocarro. L'auto ave- va ^ superata la testato dell'autocarro quando si intese uno schianto. Il ;,, r r e a e e a o . a sa a o ow. no i e ! a a n e o o eon era carico di sbarre di ferro, collocate trasversalmente, ed una di queste sbarre, sporgendo più delle altre, si era conficcata nella capole della macchina, sfasciandola e colpendo le persone che si trovavano a bordo. La signora Vera Carola in Glozlen fu la più gravemente colpita. Essa riporlo la frattura della volta cranica ed altre gravi lesioni, in seguito alle quali decedette tre giorni dopo. La signora Maria Bassino, ferita pure al capo, fu in pericolo di vita, ma le sue condizioni migliorarono in seguito. Essa potè guarire perfettamente nel termine di G0 giorni. La signora Anna Serafino in Gallia. infine, riportò lesioni di scarsa entità al braccio destro, che guarirono eniro i dieci giorni. Le responsabilità per la tragica sciagura furono attribuite non solo al conducente dell'autocarro. Angelo Giuliano di Secondo, di 35 anni, ma anche al cav. Merlo. Ma gli accertamenti eseguiti durante il periodo istnittorio esclusero ogni responsabilità per il conduttore della macchina rimasta vittima dell'urto. Dall'indagine emerse in modo inequivocabile che l'urto dell'automobile era avvenuto contro le. sbarre di feTro che sporgevano fuori dall'autocarro ed obliquamente verso 11 centro della strada. Conseguentemente, escluso ogni estremo di colpa per il cav. Merlo, il giudice istruttore pronunciò nei.riguardi di questi il non luogo a procedere per non avere commesso il fatto. Il conducente dell'autocarro, Angelo Giuliano, fu mandato à giudizio per omicidio e lesioni colpose. Egli era alle dipendenze della ditta Orecchia ed era diretto col camion a Livorno Ferraris. Ma nella guida e nel carico del camion egli era venuto meno a tutte le cautele disposte dal codice della strada. Fermando il veicolo sulla strada rli Chivasso. l'aveva arrestato sul lato sinistro della strada an zichè sul destro. 11 carico di 6barre di ferro era poi disposto in modo da recare impedimento alla circolazione e da cagionare gravi pericoli, che, come si è visto, non poterono purtroppo essere evitali. Infine il Giuliano accese il fanale anteriore destro, anzi che quello sinistro, come avrebbe dovuto fare durante la sosta Questi elementi di colpa e queste omissioni di cautele che davano la configurazione deflla responsabilila dell'imputato, apparvero provati al dibattimento. E i) Tribunale pronunciò una severa sentenza: condannò il Giuliano a 2 anni di detenzione, 4000 lire di multa. 1000 lire di ammenda ed al pagamento di una provvisionale di 20 mila lire alla Parte Gtvile. P. C. per la famiglia Glozlen? an.' Fiasconaro; Difesa: aw. Quaglia. Accuse che sfumano (Tribunale di Torino) Contro 11 sig. Guido Luporini era stata elevata un'accusa di truffa in danno del sig. Gino Frugoli. L'anno scorso, quest'ultimo, per conto della ditta inglese Loe Donald e C, aveva spedito al Luporini, già abitante in v;a Silvio Pellico, 24, alcuni tagli di stoffa inglese che il Luporini aveva promesso di pagare all'atto della consegna e della rivendita ad alcune facoltose persone. Senonchè malgrado le più energiche sollecitazioni, il Luporini non aveva più dato conto di sè, ed il Frugoli si decise cosi a denunciarlo per truffa. Ma 11 Luporini, nel frattempo, si era trasferito a Viareggio. Egli non ebbe notizia del procedimento sorto a suo carico e fu cosi giudicato in contumacia dal pretore che lo condannò a venti giorni di reclusione e 500 lire di multa. La sentenza fu in seguito appellata dall'interessato. Il nuovo esame della causa porto a concluslo ni del tutto difformi dal primo giudizio. Il Luporini, difeso dall'avv. Luigi Durand, sostenne la inconsistenza delle accuse che gii erano mosse, adducendo a giustificazione del ritardato pagamento la difficoltà dell'incasso da parte degli altri acquirenti, n Tribunale gli credette e lo assolse perchè il fatto non costituisce reato. DsFlsDnsdpgaDmhmDtppUn quesito balìstico nell'inchiesta sull'omicidio di Milano Milano, 2 notte L'autorità giudiziaria e quella di pubblica sicurezza hanno eseguito oggi un nuovo sopraluogo nella casa di via Andrei 6 ove venne ucciso il cameriere Mario Melardi. Il giudice Tri buzio ha ordinato il sequestro di una poltrona, di una stufa e di una camicia da uomo che presentava tracce di sangue, nonché una piastrella dell'impiantito die presenta una scheggiatura e una macchia nerastra. La visita del l'appartamento è durata oltre tre ore Il giudice ha affidato poi al col. Gros so la perizia balistica. Egli dovrà nel termine di cinque giorni rispondere al quesito se la rivoltella cadendo da un'altezza di poco più di un metro e KoiJon.lr, cui invlmontn nncca nvor ln lbattendo sul pavimento possa aver ia-.jsciato partire il colpo che provocò la &morte del Melardi. Io L'oste e gli avventori JiTrib. Peti, di Torino) Da una semplice contravvenzione per indebita protrazione di orario e per somministrazione di bevande alcooliebe in ora vietata, elevata dui carabinieri la notte del 30 marzo 192C all'esercente Battista Conti, proprietario di una bottiglieria in via S. Donato 45, è nula una sequela di casi giudiziarii, che non interessarono tanto il Conti quanto due suoi avventori, i signori Giuseppe Gellona e Stefano Zurletli. Costoro, quando capitò la disavventura al trattore, avevano sentito il bisogno di fare delle dichiarazioni dinanzi al Pretore. Deponendo come testi, essi riferirono ch'i quando i carabinieri — alle ore 0,30 — erano entrati nell'osteria, il locale era spopolato. Un gruppo di avventori sostava dinanzi alla bottiglieria, ma nell'interno un avventore soltanto, certo Antonio, era rimasto, forse, più che a consumare bevande, ad ammirare i vezzi della bella figliola del trattore. Ma il Pretore non dette peso alle dichiarazioni dei due testimoni, e condannò il Conti a 2 giorni di arresto ed a 50 lire di multa. Contro questa sentenza, il Conti, interpose appello. E poiché nel giudizio si era verificato un errore procedurale, il processo venne rifatto. 1 testi Gellona e Zurletti ricomparvero cosi sulla scena giudiziaria. Dinanzi al Tribunale, essi sostennero ancora che solo un avventore si trovava nella bottiglieria del Conti quando vi entrarono i carabinieri. Il Tribunale questa volta prese in considerazione la deposizione dei due testi. Poiché le loro dichiarazioni erano in contrasto con la versione dei carabinieri, sospese 11 giudizio, incriminò il Gellona e lo Zurletti, denunciandoli per farla testimonianza. Fu così che i due avventori dell'oste di via S. Donato ricomparvero per una terza volta alla ribalta giudiziaria. E questa volta non più come testi, ma come imputati. Il dibattimento non chiari, a dir vero, le reciproche posizioni (quella dei carabinieri e quella dei testi-imputati) in relazione alla effettiva presenza di avventori nell'esercizio al momento della sorpresa effettuata dai mìliti, perchè mentre i carabinieri fecero salire il numero degli avventori a 10 o 12, altri tre testimoni dedotti dagli imputati, confermarono che solo un individuo (quel tale Antonio) si era attardato nell'esercizio. La vicenda si complicava, minacciando di trascinare sul banco degli imputati anche i nuovi testi portati dagli imputati, ma il P. M. osservò che le dichiarazioni dei carabinieri verbalizzanti erano Sufficienti a provare la colpevolezza di Gellona e Zurletti. E per entrambi il P. M. richiese la condanna a i mesi di reclusione. . Il difensore, avv. Giuseppe Barberi, sostenne a questo punlo. una tesi di mezzo. Scomponendo le dichiarazioni dei carabinieri e raffrontandone la essenza con le deposizioni rese dagli imputati il patrono dimostrò che indipendentemente dalla versione del Gellona e dello Zurletti — i quali non avevano escluso la presenza di avventori pochi minuti prima dell'entrata dei carabinieri ma solo al momento del loro arrivo, nella cui imminenza appunto essi avevano abbandonato il locale senza tuttavia che fosse stato constatato un rilardo nella chiusura della bottiglieria — la contravvenzione elevata al Conti sussisteva e la deposizione degli imputati non era da ritenersi falsa sia per il suo contenuto che per la sua irrilevanza. Il Tribunale segui questa tesi e mandò assolti i due imputati. tSa