Illusioni e delusioni di una signora mascolinizzata

Illusioni e delusioni di una signora mascolinizzata Fortuna in affari: disgrazia in amore Illusioni e delusioni di una signora mascolinizzata Vi sono delle donne che hanno per endenza naturale, un temperamento maschile. Sembra per esse che le gonne femminili siano d'impaccio alla loro andatura energica e slanciata, rapida e disinvolta, mentre, senza dubbio, un bel paio di calzoni, un attillato abito sportivo sarebbero più intonati al prepotente dinamismo delle loro svelte personcine. La donna capitano d'industria La signora Lorenzina Ponza, abitante in via Silvio Pellico 25, è appunto una di quelle donne cui il destino ha giocaito un brutto scherzo: quello di non farla nascere maschio. I genitori, fin dall'età della giovinezza avevano noiato in lei idee originali e ardite apparentemente inconciliabili con le abitudini femminili. La Lorenzina poco s'interessava alle bambole e ai giochi delle compagne. E quando divenne una signorina i discorsi delle amiche aventi quasi esclusivamente per argomento i cambiamenti della moda, le ultime danze di grido, i successi d'una diva dell'arte muta, se non la lasciavano completamente indifferente, per lo meno, l'annoiavano. Negli sludi prediligeva In scienze positive, appassionandosi alla matematica e frequentando con profitto le scuole commerciali. Le fabbriche, j grandi edifici industriali, dal quali uscivano a mezzagiorno eil alla sera, fra i sibili assordanti delle sirene, falangi interminabili di operai, erano l'oggetto della sua costante aspirazione. Poter essere a capo di quelle mastodontiche organizzazioni commerciali, impartire ordini, attuare progetti], esplicare nel lavoro la propria energia, die gioia suprema, ineguagliabile per Lorenzina Ponzai E invece, purtroppo, bisognava rimanere in casa a far la signorina tranquilla, attendere alle necessità domestiche, ricamare i fazzolettini di batista, con quella prepotente smania in corpo di muoversi, di comandare, di costruire... Coi tuoi modi, con le tue aspirazioni, tu Lorenzina, avresti dovuto essere un uomo. Ne hai proprio tutte le caratteristiche! Quante volte st era sentita ripetere queste parole da parenti e conoscenti I — Non abbiale paura — soleva rispondere allora la fanciulla — anche con le sottane riuscirò nel mio intento. Forse che in America non ci sono moltissime donne alla testa di formidabili aziende che camminano di pari passo con quelle guidate dai signori uomini? c ntucosiQtrgvcmimdpmptugonLampraL'azienda e le nozze di Lorenzina E tanto fece la Lorenzina Ponza che, progredita negli anni e nell'esperienza, potè finalmente veder coronati di successo 1 suoi lunghi e tenaci sforzi, dando vita ad un'azienda propria per la confezione di oggetti di vestiario, impiantata in via Bernardino Gnlliari 5. Il commercio iniziato dalla giovane donna, grazie alla sua laboriosità indefessa, alle sue cure amorevoli, alla sua perspicacia, prese un ritmo soddisfacente e proficuo. Nel cuore e nello spirito alacre e intraprendente di Lorenzina Ponza però non tutto il retaggio dei sentimenti femminili era dileguato, per lasciare unicamente il posto alle formule aride dei contratti, alle preoccupazioni delle forniture, degli sconti, dei prezzi dei bollettini. In un angolino del suo cuore pur sempre stava nascosto il piccolo dio bendato con la faretra colma delle sue treccie micidiali! Nel 1919 la Ponza fece la conoscenza di un giovanotto, press'a poco della sua età, il ventottenne Alfredo Picconi. La fanciulla che malgrado i suoi atteggiamenti da business-man, appariva di lineamenti delicati, e leggiadri e di modi distinti, piacque al Picconi tubmPcevcoscteaingmdgmtecma1nmPttlvelnI c nel settembre dello stesso anno venne celebrato il matrimonio. La signora Ponza non abbandono uttavia benché sposata, la sua aiiività commerciale, continuando ad occuparsi dell'azienda, coli'aiuio del marito. Questi anzi consigliò alla moglie d'inrodurre nell'azienda sistemi più larghi, più grandiosi, aumentando la lavorazione c sviluppando la rete della clientela in mira Italia. Le innovazioni introdotte ebbero come conseguenza una ripercussione immediata sul bilancio che fu gravato di spese ingenti, forse eccessive tu rapporto alle entrate. Pare che questa sia stata la causa maggiore del dissesto prolliatosi sul principio dell'anno 1334. Ji disastro1 fu tuttavia evitato essendosi potuto raggiungere ii concordalo giudiziale, omologato dal nostro Tribunale. Sistemala e riconsoliilaia la posiziono, il Picconi, che godeva la compie mupabnscfifidtsseturLa fiducia della consorte suggerì alla1 jmoglie di trasformare l'impresa,' po pendola in capo a lui sono la nuova ragione sociale di ditta « Labor ». Na qsnldmGprturalmenie la Lorenzina Ponza sareb- .be sempre rimasta al suo poslo di co- ™mando, ma. in lai modo, a detta del | ^Picconi, si sarebbero potuti eludere certi gravi oneri liscali, altrimenti inevitabili. Al desiderio del marito la Ponza accondiscese di buon grado. La burrascosa parentesi degli affari ebbe cosi termine. La signora Ponza che tanto aveva trepidalo sulle sorti della sua ndustria, frutto di sacrifici, d'abnegazione e di fatica, la vide fortunatamente risorgere e prosperare. Una rivale: la dattilografa Se la pace era ritornata nell'animo della giovane industriale, un intimo e grave tormento, quesio di natura famigliare, l'andava da qualche tempo travagliando. 1 rapporti col marito erano profondamente mutati. 11 Picconi si dimostrava verso la propria moglie, iudiilereuie, freddo, »e non addirittura scontroso e stanco. La poverella soffriva di questo sira 110 e inspiegabUe contegno del marito nun sapendo a che cosa attribuire il motivo, (luche un giorno Lorenzina Ponza scoperse la triste verità. Durante l'estate scorsa il marito aveva stretto relazione con una dattilografa, dulia Quaglia, d'anni 2i, dimorante in via Madama Cristina, 27. Alcune lettere indirizzate al Piccoli! e rinvenute nel suo ufficio le fornirono la prova della tresca. « .... Ed io più volte passerò sianone sotto la tua finestra e girerò, girerò nel buio, finché stanca di pensarli, cadrò in ginocchio e sentirò freddo, freddo, .ino a morire... — Ti amo. ricordalo, ricorda clie per te solo lo affronterei le fiamme del rogo e avrei la forza di ridere, di ridere forte perché tu mi sentissi, come Mila di Codral... ». L' queste citazioni possono bastare. Di fronte a questa constatazione, la signora Ponza più nessun dubbio poteva avere sull'infedeltà del inalilo, anche perché nel frattempo informazioni assunte al riguardo, le confermarono pienamente 1 sospetti. Del tradimento ebbe poi la inoppugnabile rivelazione una sera nel laboratorio della dilla Labor, in via Galliari, 5. In tale circostanza il marito, in preda all'eccitazione — stando alle dichiarazioni della signora — avrebbe percosso e colpito la moglie al viso cagionandole alcune lesioni che richiesero l'intervento medico. La signora Lorenzina Ponza, dopo la scossa subita, è ridivenuta uomo ■più che mai, ed ha spono denuncia contro ii Picconi, lamemando pure, delle rilevanti sottrazioni di denaro dalla cassa delia ditta, di cui In realtà essa era la sola proprietaria. L'Alfredo Picconi è slato rinviato a giudizio sotto la duplice imputazione I di adulterio e di lesioni.

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