Il patto contro la guerra e i trattati segreti

Il patto contro la guerra e i trattati segreti Il patto contro la guerra e i trattati segreti Un passo del Governo olandese a Parigi ed a Bruxelles , i a a i e e a è e o e o , a a n n i o l a Parigi, 26, notte 11 Governo olandese ha incaricato i propri! Ministri a Bruxelles ed a Parigi di chiedere ai Governi belga e francese quanto ci sia di vero nel la notizia pubblicata da.IVUtreclitsch Daghlad. Questo passo, abbastanza ingenuo, è approdato, per quanto riguarda Hymans, al prevedibile insuccesso. A Parigi, il Quai d'Orsay dichiarava ancora questa sera di non sapere se il signor Loudon si sarebbe effettivamente recato da Briand; ma abbia o no luogo questo secondo passo, esso non servirà, come il primo, ■ se non a permettere al Ministro di Olanda di sentirsi dire che le rivelazioni del quotidiano di Utrecht sono inventate di sana pianta. Passi di questo genere sono soddisfazioni platoniche clic si danno all'opinione pubblica interessata, ma non hanno mai avuto la menoma portata pratica, ed è da ritenere che meno di ogni altro, credano nella loro efficacia i diplomatici che li compiono. Il Governo olandese ha obbedito, nel compierli, alla necessità di procurarsi argomenti di prima mano da portare agli Stati Generali in risposta alla interpellanza presentata sul preteso patto segreto dall'ex-ministro della. Giustizia, Hesrnskerk, interpellanza che verrà discussa non appena il Ministro degli Esteri olandese, Beei'aerts van Blockland, sarà di ritorno da Londra. Il recondito pensiero dell'A ja Secondo i circoli parigini, esso avrebbe obbedito anche al desiderio di portare sul terreno diplomatico una polemica giornalistica che potrebbe eventualmente servirgli a giustificare una maggiore' riserva nella questione della Séhelda. Sapete che dal 1919 pende tra Belgio ed Olanda una complicata e delicata questione avente tratto al regime da applicarsi alla foce del grande fiume, il cui braccio principale dell'estuario, l'Hond, porto di Anversa, traversa, prima di gettarsi nel Mare del Nord, il territorio olandese. Un accordo di principiò, intervenuto dopo anni di trattative, venne respinto due anni fa dagli Stati Generali. Il Belgio, interessato naturalmente a tali negoziati molto più dell'Olanda, da essi dipendendo la libertà del suo commercio marittimo — ha tentato recentemente di riprendere i negoziati offrendo in corrispettivo delle concessioni chieste, certe facilitazioni sul transito olandese da Anversa al Reno. La pubblicazione sensazionale del quotidiano di Utrecht avrebbe come scopo immediato, di fornire a.U'Aja i pretesti necessari per declinare le proposte di Bruxelles. La versione non manca di verosimiglianza, ed un'altra ve ne aggiungono i giornali francesi : quella secondo cui la mossa del foglio fiammingo tenderebbe anche a rinfocolare le discordie intestine tra fiamminghi e valloni in Belgio, allo scopo di rendere meno facile la politica di intima collaborazione tra Bruxelles a Parigi. Quest'ultima versione sarebbe avvalorata dall'affermazione odierna de) S'oi'r di Bruxelles, secondo cui il documento pubblicato dairi/frcchfsf/!. Daghlad sarebbe identico ad un altro offerto tempo addietro al sud direttore da un frontista o attivista fiammingo, noto per i suoi frequenti viaggi attraverso la frontiera belga-olandese. Il Temps, per conto suo, vede nell'incidente della convenzione militare segreta un nuovo episodio della misteriosa campagna condotta attraverso il mondo per gettare il sospetto sulla politica franco-inglese, campagna i cui episodi principali sarebbero da vedere nello rivelazioni dell'Horan sul patto franco-ingle se e nella divulgazione del memoriale Groener con le relative polemiche. Tutte queste interpretazioni contengono la loro parte di verità ed è fuori di dubbio che i nove decimi delle campagne allarmistiche che si conducono intorno al mondo valgono più per i fini che dissimulano, che non per quelli che ufficialmente rivendicano. E' appunto perchè ne siamo profondamente persuasi, che abbiamo sempre deplorato le cam pagne allarmistiche condotte in certi Paesi, tra l'altro contro atti perfettamente sinceri e legittimi della politica italiana, a cominciare, per esempio, dal patto di Tirana, contro il quale tante assurde insinuazioni vennero messe qua e là in circolazione, per finire al patto italo-greco ed' al viaggio dell'on. Grandi in Oriente. Ci sembra tuttavia che, di fronte allo scoppiare, più o meno artificioso, di certi scandali diplomatici, più che la lettera delle accuse lanciate, importi lo spirito che essi prendono di mira. Possiamo, senza dare prova di soverchia credulità, ritenere valine le smentite opposte a Parigi ed a Bruxelles alle clausole più o meno fantastiche citate dal quotidiano di Utrecht, ma quello che, a parere nostro, sarebbe ozioso negare, è che un'alleanza tra due Paesi, nelle condizioni della Francia e del Belgio, debba, per forza iil cose, essere intera ed assoluta e pronta a fronteggiare adeguatamente ogni eventualità. Realismo Il Journal des Debals — che è un organo di buon senso — non può a meno di osservare questa sera : « E' curioso constatare che i tedeschi trovano sempre scandaloso che gli Stati vittime delle loro precedenti aggressioni, prendano delle precauzioni in vista di eventualità analoghe. Abbiate fiducia! Abbiate fiducia!, non cessano di esclamare. Simultaneamente il loro Governo tollera dei preparativi e delle mene occulte In vista di azioni contrarie ai suoi impegni». Queste poche righe basterebbero da sole a provare l'impossibilità logica di imporre in pratica dei limiti agli accordi che gli Stati Mag¬ senmfbdcv7dMrdstècgsNd to a a h a y i i a o e o a o e o a , n à giori d(>i due Paesi alleati stipulano in vista della loro collaborazione mi- litare. L'alleanza franco-belga è una alleanza difensiva; siamo d'accordo. Ma avremmo attraversato invano la prova, feconda di insegnamenti, del quadriennio 1914-18, se non avessimo almeno imparato che la difesa può molte volte rendere necessarie manovre ben altrimenti complesse di quella che consiste nel restare immobile sul terreno dove il nemico sferra l'attacco. Le convenzioni dell' Ulrechlsch Dagblat non conterranno una parola di autentico, ma se ne contenessero parecchie, confessiamo che la cosa non ci sorprenderebbe oltre misura. Non abbiamo il feticismo dei protocolli ginevrini al punto da ritenere che lo Stato Maggiore di un Paese, quale la Francia, prima Potenza militare dell'Europa odierna, possa aspettare a concepire il suo piano di campagna ed a disporre gli eventuali mezzi di applicazione, il giorno che il nemico lo avrà aggredito e costretto ad invocare l'intervento della Lego, d'elle Nazioni. Se cosi fosse, non ci spiegheremmo, tra l'altro, perchè mai, mentre ai posti di addetto militare presso i Governi esteri la Repubblica suole designare dei colonnelli o dei tenenti colonnelli, proprio a Bruxelles essa debba avere sentito il bisogno di mandare un generale. In conclusione, mentre pigliamo atto volentieri delle smentite di Hymans e d'i Bui and, ci sembra che la sola morale che sia lecito ricavare da questo incidente, come da queli clic lo hanno preceduto, è che, a dispetto del paltò Kellogg, che proprio ora la Camera francese sta approvando, l'atmosfera dell'Europa non è cosi sgombra di preoccupazioni e di miasmi, come certi Panglos altolocati pretenderebbero farci credere. C. P. [all'accordo franco belga del '20 alle rivelazioni olandesi Impressioni ginevrina Ginevra, 26 notte. 'G. T.) Senza costituire proprio il colpo di fulmine tradizionale che anima spesso le vigilie delle grandi sessioni della Lega ginevrina, le rivelazioni dcU'lilrcchtsch Daghlad circa il testo del trattato militare francobelga del settembre 1920 e l'accordo complementare del luglio 1927, resi noti a quattro giorni di distanza dall'apertura del Consiglio, hanno qui sollevato una cera emozione, specialmente negli ambienti giornalistici tedeschi. L'accordo militare franco-belga non è una novità neppure a Ginevra, in quanto è stato registrato a! Segretariato della Società in conformità all'articolo 18 del Patto l'anno stesso della sua conclusione e pubblicato, anzi, due anni dopo nella raccolta generale dei trattati internazionali registrati al Segretariato. Nessuna notifica alla Lega Dell'accordo complementare o protocollo interpretativo del luglio 1927 non è invece giunta alcuna notifica al Segretariato ginevrino. Sull'autenticità dei documenti concernenti questo secondo accordo, dove, come si sa, è anche questione dell'Italia, indicata fra i possibili nemici della Francia, si è qui piuttosto increduli dato anche che in esso accordo complementare, è fatta allusione ad una convenzione militare anglo-belga, che sarebbe stata stipulata il 27 luglio 1927 e della quale pure non si è qui mai avuta alcuna notifica. Il fatto delta mancata o non ancora effettuala registrazione presso 11 Segretariato della Societii delle Nazioni, non è In ogni modo titolo sufficiente per npgare la possibile esistenza dì questi accordi. L'art. 1S del patto societario, che prescrive espressamente che ogni trattato internazionale concluso da uno Stato membro della Lega per essere obbligatorio devo essere immediatamente registrato a Ginevra e pubblicato a cura del Segretariato, non sembra che sia stato messo molto in pratica dal firmatari del patto ginevrino, almeno per quanto si riferisce al punto speciale degli accordi militari. Soltanto due trattati d! questo tipo — si osservava oggi — sono stati finora registrati al Segretariato: l'uno è appunto il trattato franco-belga del 1920; l'altro è il trattato fra l'Inghilterra e l'Irak: mentre degli altri trattati del genere, la cui esistenza & notoria da lungo tempo—e basti citftre, per esempio, U trattato franco-jugoslavo — non si è mai avuta alcuna notifica a Ginevra. E' anzi una pratica ormai invalsa che gli accordi militari non si facciano registi-are alla Lega e, a giustificazione, si è spesso ripetuto lo specioso sofisma che l'articolo 18 del Patto si riferisce esclusivamente ai grandi trattati politici intemazionali e che non è quindi il caso di estenderlo al trattati militari, il cui c mtpnuto è esenzlalme-nte tecnico e non politico. Due Tettare Del resto, sulle forme in cui è staio notificato e registrato l'accordo francobelga del 1920 è il caso di fare qualche opportuna distinzione. L'accordo figura nella registrazione della Lega sotto forma di due lettere, l'una del Governo francese a firma Mtllerand e l'altra del belga a firma dell'allora Presidente del Consiglio Da La Croix, dove è detto che i due Governi danno la loro approvazione all'accordo militare firmato il 7 settembre 1920 dal maresciallo Foch, dal generale Maglinse, capo dello Stato Maggiore dell'esercito belga e dal generale Buat. capo dello Stato Maggiore dell'esercito francese, designati a tale scopo dai rispettivi Governi. Per quanto le lettera soggiungano che l'accordo è di naturo esclusivamente difensiva e che ha per solo scopo di rinforzare le garanzie della paco e la sicurezza risultante dal patto della Società delle Nazioni, non & mai stato possibile gin dlcare con assoluta sicurezza se tale —zdcddmDvdVprsg o fosse veramente lo spirilo dell'accordo, - dato che il reale contenuto dell'accora do stesso, all'infuori dello scambio generico di note, di cui sopra ho detto, non venne mai registrato a Ginevra. Preoccupazioni belghe Che anche da parto belga si continuasse a nutrire qualche preoccupazione sulla effettiva portata dell'accordo stipulato fra i due Stati Maggiori, non ostante la registrazione effettuata ni Segretariato ginevrino, lo dimostrano le diverse Interpellanze su questo argomento fatte alla Camera dei Rappresentanti di Bruxelles. Una delle più recenti, come risulta dagli atti parlamentari esistenti nell'archivio del Segretariato ginevrino, è quella rivolta il 13 novembre del 1927 da due depuriti fiamminghi al signor Vandervelde, Ministro dpgli Esteri, circa l'asservimento del Belgio alla Francia, in conseguenza dell'accordo militare del 1920, e la compatibilità dell'accordo stesso con il Patto di Locamo. Vandervelde tisnose allora difendendo la legittimità dell'accorrlo militare, il cui contenuto a scopo difensivo era costituito esclusivamente dalla corrispondenza scambiata fra i due Governi e comunicala al Segretariato della Lega eonfnrmomente all'art. 18 del Patto. Le lettere in parola costituiscono esclusivamente raccordo, mentre le disposizioni concertale fra i due Stati Maggiori non sono che delle misure di esecuzione. L'accordo, affermò inoltre Vandervelde, era compatì Mie con quello di Locamo, per il fatto che il trattato di Locamo prevedeva espressamerito la cooperazlonn militare francobelga nel caso di negressione non provocala da parti della Germania o di una contravvenzione flagrante agli articoli 42 o -13 del Trattato di Versailles. Nulla di più legittimo quindi che permettere ai due Stati Maggiori di avvloinarsi pe- studiare tale eventualità. I due accordi, lungi dal contraddirsi, si completano a vicenda. L'accordo militare franco-belga precisa il trattato di Locamo; l'uno e l'altro tendono allo stesso scopo di realizzare integralmente la formula di Ginevra: arbitrato, sicurezza e disarmo. E' sintomatico notare che, non ostante le dichiarazioni di Vandervelde, gli interpellanti mantennero il loro punto di vista affermando che il Ministro degli Esteri non aveva fatto che ripetere cose già dette altre volto, se.nza illuminare il Parlamento sull'effettivo contenuto dell'accordo militare franco-belga. Il fatto che il Segretariato della Società, delle Nazioni si è accontentato a suo tempo di dar corso alla registrazione di uno scambio generico di note, in cui si accenna ad un preciso accordo stipulato fra i due Governi, senza pretendere di conoscere 11 vero contenuto dell'accordo ste?so, si può spiegare pensando a quello che era la Società delle Nazioni nel 1920: un organismo politico all'inizio della sua attività, senza un sistema di procedura ben stabilito. Forse oggi una registra zinne in queste forme non sarebbe p'ù ammessa. Per questo forse, da parte dei Governi interessati non si dimostra eccessivo zeto a pretendere l'Iscrizione de.l patti militari alla cancelleria societaria. « Il documento è falso » Dichiarazioni di Hymans e Vandervelde alla Camera belga Bruxelles, 2(ì notte. Sono state presentate oggi e discusse d'urgenza, due domande di interpellanze relative alla pubblicazione fatta ilalVUtrechtsch Dagblat. Il Ministro degli Esteri Hymans ha risposo che il preteso documento è stato pubblicato da un giornale noto per i suoi sentimenti malevoli verso il Belgio: o li documento è falso — ha delto il Ministro — Esso ha già ricevuto una smentita formale da parte del Governo belga e un'altra smentita da parte del Governo francese ». 11 Ministro tia dichiarato poi che la situazione militare fatta al Belgio in seguilo al suo accordo con la Francia è conforme al Patto di Locamo e con cerne una aggressione non provocata da parte della Germania. < L'accordo è puramente difensivo. Esso non ha nulla di contrario al Patto della Società delle Nazioni. Esso è completato da intese fra gli Stati Maggiori che non hanno per oggetto che la difesa del Paese II documento pubblicato in Olanda è un falso. Esso non mira che ad impedire migliori relazioni con i nostri vicini del nord. Il giornale olandese ha accettato senza controllo un documento forgiato da un malfattore. La pubblicazione mostra uno spirito di ostilità sistematica verso il Belgio. Esso vuole ostacolare 1 negoziati diplomatici con l'Olanda ». Il Ministro degli Esteri ha quindi espresso il voto che 11 Governo olandese aiuti il Belgio a ristabilire la verità Il socialista Vandervelde ha detto a sua volta di avere visto il testo pubblicato dal giornale olandese, testo che costituisce un enonne inganno. « Se il documento l'osse autentico — egli ha aggiunto — vi sarebbe di ette inviare quelli che lo hanno firmato davanti ad un Tribunale straordinario. Ma coloro che hanno firmato il vero accordo non incorrono in tale rischio. Un solo documento ha valore: quello depositato a Ginevra, al Segretariato della Società delle Nazioni. Accusarmi d'aver preparata la guerra contro l'Italia, la Spagna e l'Olanda, dati 1 miei precedenti, è evidentemente eccessivo. Anche quando strateghi da camera avessero preparato tale piano, dico che tali fantasie non vincolerebbero i Governi interessati. Dico — continua l'oratore socialista — che coloro i quali ci accusano di intenzioni aggressive contro l'Olanda sono dei mentitori e del calunniatori ». Vandervelde tia concluso dicendo che si trova a lato del Governo quando questi afferma e difende la lealtà del Belgio, ed aggiunge che i documenti pubblicati non servono la pace. Dopo una dichiarazione di van Cauvelaert, la discussione è chiusa. L'ordine del giorno presentato da van de Vyvore, cattolico, Vandervelde, socialista e Musson, liberale, ottiene la priorità F..-so è così concepito: <■ La Camera, approvando 1" dichiarazioni del Governo e unendosi alle sin- proteste passa all'ordine dell giorno » , ; O'i'sio ordine dei glprnr, .. stalo' i:i . '.'-i l'i-i-: iiii-H'itiiiià. 0 1 t

Persone citate: Briand, Buat, Horan, Loudon