Nel paradiso degli elefanti di Arnaldo Cipolla

Nel paradiso degli elefanti Attraverso il Continente Nero Nel paradiso degli elefanti (Dal nostro inviato) Da bordo dell'« Anuao » sul Nilo Bianco fra l'S" e il 6° paralleli Nord, gennaio 1029. R gennaio, notte. — 71 Sudd continua. Comincio a pensare che non usciremo pia da questo desolato deserto di, fanno. II. corso del canale fra i papiri è cosi tortuoso e la distanza fra la rive (clic non son jioi rive, poiché l'aerina dilaga sotto gli sterminati canneti) cosi breve, che II piroscafo con lutto il suo ingombro davanti e di fianco dì « barges » c di. rimorchi, è costretto ad andare pianissimo a tornare spesso indietro, ad cattare con le ruote nel domìnio della vegetazione acquatica con frastuoni, colpi, ondeggiamenti, arenamenti, che fan della notte una specie di Sabbato da streghe. T.c streghe son poi. rappresentate dalla fauna risvegliata, dagli uccellacci disturbati che berciano, dai coccodrilli che si tuffano, dai neri, delle macelline che gridano, dalla suoneria del ponte che trilla ili continuo. Simpatico viaggio! Prima che imbrunisse del latto, in. un punto della riva ho scorto un gruppo di capanne su palafitte con dei selvaggi • nuer » pescatori. Eran più nudi dei gorilla, poiché, infine la natura s'incarica di coprir quest'ultimo, mentre il « nuer » vuole essere veduto com'è nato. Ci guardavan passare da venti metri di distanza e sotto, nella melma, a pochissimi passi dalle-capanne, c'era un inonticiilo di. materia verde scura, palpitante, una mezza dozzina di caimani, enormi di lunghezza. E i « nuer » non parevano menomemenle impressionati da guella vicinanza... E' specialmente durante la notte che faccio la constatazione come siano unicamente i neri che ci fanno andare, che hanno nelle mani il bastimento. 1 bianchi della nave k come se non esi. stessero. L'acqua del Nilo Bianco è... nera 7 gennaio, giorno. — Che fornace oggi questa nave! Generalmente quando uri galleggiatile risale un fiume o lo discende, si sa che c'è sempre una parte protetta dal sole dove si sta meno peggio. Le giravolte sono diventate talmente pazzesche che il sole equatoriale vi perseguila in tutti gli angoli e non si sa dove mettersi per trovar pace e refrigerio, almeno durante le ore più cocenti. Del conforto che potrebbe darvi la doccia o U bagno non parliamone. I. acqua del Mio Bianco è perfettamente nera. Slamo in quella parte del Sudd dove oltre ai papiri eternamente in vista vi sono le piante acquatiche che hanno le loro radici nel fondo e la dissoluzione delle quali forma il limo più utile del Mio. E' dal Sudd che deriva la vera fecondità egiziana e sudanese e non dalle montagne etiopi, come si è sempre credute). Cioè veramente [giacché, siamo sull'argomento lo esaurisco per sempre) il Silo, il Nilo a valle di Khartum e più ancora, a valle della confluenza con l'Atbara, trascina, disciolti nelle sue acque due specie di limi; quello del Silo Azzurro e dell'Album che è terriccio delle montagne abissine e l'altro del. Mio Tìianco costituito dalle ma terie. organiche del « mare verde » del Sudd. Il più ricco di materie fertilizzanti è proprio questo. Ma udite che scherzo hanno [ulto le piante acquatiche nel giugno scorso, durante l'ultima piena. poco a monte di Shambe, dove arriveremo stanotte, la forza della corrente aveva strappato dal fondo una quantità tale di erbe da ostruire il canale navigabile. Arriva il postille per Bejaf dinanzi all'ostruzione e fiducioso della forza delle sue macchine s'ingolfa nella pania, sicuro di sfondarla. Ma dopo cinquecento metri le ruote non girano più. le erbe acquatiche le hanno legate in guisa clie ogni sforzo della macchina rimane vano. Si tenta di retrocedere ma non si riesce. Breve- la nave e prigioniera. Si spera che la corrente finirà per trascinare, a ralle una parte almeno dell'ingombri', ma sì leva un vento del nord rosi violento che l'ostruzione s'immobilizzo e in una notte diventa lunga ben quaranta chilometri, vale a dire che il piroscafo hi dinanzi alla, prora quel po' po' dì ammasso vegetale, incastrato fra i papiri, il quale va sempre aumen- landò dì lunghezza e che fluisce per lare da rete per i grossi pesci di cui il Silo Bianco i ricchissimo. Per que- sto, al terzo giorno, l'aria attorno al bastimento diventa pestilenziale. La nave rimase bloccala per sci se'-IUmane e ogni comunicazione per il\ fiume s'interruppe. Per ristabilire talmitigazione dovettero entrare in ozio- \ fni quelle potenti navi dì cui vi pàr-ldtavo, te. guati tuttavia non sarebbero \ maì'riuscite ad aprirsi un varco se non lsi (ossero accinte all'arduo lavoro diìsupmrStìdSqasacrdntscdstmduvdBfdiFbsdrsMemdssnpsusvcss{p mi ha accontentato il piroscafo confratello visto da luna certa distanza con la ciminiera firmante che spunta sull'oceano verde ldel Sudd appartiene veramente a quo gli. spettacoli che chiamerei imposslo///. // Fatino scorgendoci, s'era far- mato ben addentro contro i papiri per- strappare con le ancore e con grandi uncini l'enorme groviglio pezzo per pezzo, per decine e decine di chilo, metri, sino a rimettere in luce la corrente. I timonieri che vedono meglio al buio 7 gennaio, notte. — /{ passaggio da Shambe, all'; 23. menta di non venir trascurato. Non. capisco come facciano ì piloti a raccappezzarsi nel. dedalo dello sbocco del Bahr es Zcraf, dove Shambe è precisamente collocato, con questo buio. Ho domandato se le navi adaprano i riflettori, ma mi hanno risposto che. i timonieri ci vedono meglio al buio. Per conto mio non ho scorto che dei lumicini che si agitavano sulla riva, sulla riva asciutta del « pool », del lago dinanzi alla stazione. Mi. dicono che è motto importante per le piantagioni di cotone dell'interno e per la strada che meno direttamente a Watt, capitale del Bahr et Gazai. Insomma dal « pool » di Shambe, la strada parte su di una specie di argine sull'acquitrinio; poi trova la piana cotoni fera e mollo popola'a di villaggi « nuer » e dinka e passa per Bumbel;, dove c'è una forte guarnigione a cagione della vicinanza delle due frontiere, quella del Congo Francese e l'altra del Congo Belga. Il presìdio di Bumbe!: è naturalmente formato da soldati sudanesi, comandati da ufficiali idem. L'inno scorso in seguito all'uccisione del capitano Fergusson. c'è stata per i. ■< nuer » una buona e necessaria repressione da queste parti e una taglia di varie migliaia di capi, di bestiame di cui. la regione è ricca. A Watt, non l'ho ancor detto, <• stabilita un'altra delle nostre fiorentiMissioni Cattoliche con Monsignor Sloppaui Vicario Apostolico del Bahr el Gazai. I a shilluk », i « nuer », t « dinka » e più al sud i « bari », saranno quel che saranno, cioè estremamente primitivi e molto somiglianti fra di loro almeno nel modo di vestire poiché preferiscono, come dovunque vedo, l'assoluta nudità, ma fra di loro le Missioni non difettano, sia Cattoliche come Protestanti. C'è n'è per ogni dove. Verso la sconfinata pianura di smeraldo La ter mala di Shambe non è durata più di cinque minuti: il tempo di porgere a quelli dei lumi sulla riva il sacco postale e a riceverlo. Sello scostarsi però, arenamento grave. Dirigono il disincaglio i neri del ponte, è superfluo dirlo, e i bianchi del piroscafo si. limitano a scambiar le loro impressioni con noi. o meglio con ine, unico passeggero che conta, affermando che forse è un affare che durerà tutta la notte. Infatti entrano in azione tutti l mezzi per il disincaglio, compresa, la discesa nel fiume dell'intero equipaggio per aiutare in qualche modo il lavoro delle ruote. Esse girano sul posto smovendo profondamente il fondo. Dopo qualche minuto suicidai fiume un così denso e nauseatile miasma che si direbbe abbiamo smosso il limo delti 18.a dinastia. Son. sentivamo proprio il bisogno che il Silo ci desse questa intensa provi olfattiva delle sue altissime qualità concimanti. Come Dio volle, mentre i nostri bravi sudanesi ci tacevano sentire nella densa oscurila la loro nenia {erano nell'acqua sino al petto e spingevano con le spalle l'estrema prora del rimorchio anteriore netta speranza di riuscire a smuovere dal fango la carena de/i'Amine) accompagnante lo sforzo, riuscimmo a. liberarci e a proseguire. La notte è movimentala peggio, di quella d'ieri, ma il secondo macchinista, un bravo giovinotto greco mi suggerisce di aver pazienza. Domani i papiri saranno pressoché iìiiiti ed attraverseremo per molte ore una sconfinata pianura di smeraldo dove l'Africa, equatoriale si rivela in uno dei suol aspetti più solenni e grandiosi. Bastimento di 4.a classe 8 gennaio, mattino. — Ancora papiri, ma per poche ore. Intanto incontriamo poco dopo il levar del sole il «pòstale», il. Fathiè. elle discende il Silo; partito da llejaf ieri. Son dovevamo {cimarlo e fermarci, ma ho pregalo il primo macchinista di non lasciarmi per quindici giorni senza la possibilità di spedire la posta, affidandola al Fallile, <? gentilmente Mr. W'oodmanu , { che il canale era. cosi stretto da non permettere l'incrocio di due navi in movimento. Lo raggiungiamo e rimaniamo un pezzetto teucramente congiunti in mezzo ai papiri. Poi il Fallile sì distacca, ma nel manovrare ri dà un terribile colpo nel fianco con una delle sue « barges ■> che un'altro po' ci sfonda. Più innanzi, altro incontro di piroscafo, ina di. genere diverso dal Fathiè. E' una navicella del cosidetto « IrrigaHai) Service » che sorveglia, controlla, misura, in molti punti del lunghissimo corso del Nilo Bianco, la forza della corrente, il decrescere del pelo dell'acqua (o il crescere durante la stagione delle pioggie) e tulio quello che si riferisce al regime del fiume, di modo che a Khartum ed al Cairo si sanno giorno per giorno gli umori del Silo... Finalmente il terzo incnntro lo facciamo poco prima che i papiri cessino come per incanto e vengano sostituiti da una densa, ed altissima erba che copre un terreno divenuto in gran parte solido, benché chiazzato da vaste paludi. L'incontrato e il cosideito piroscafo della quarta classe, l'omnibus infine, quello che si ferma dappertutto e dove, viaggiano non soltanto gli indigeni, ma anche quei tali selvaggi che aborrono da ogni specie, di copertura sul corpo. Son siamo molto lontani da Bor, celebre, per la grossezza delle sue zanzare {il primo macchinista volendo darmene un'idea, ha afferrato durante '/ pranzo la saliera, fatta a cartuccia, alta dieci centimetri, e ha detto-. « like Ihal » — come questo — e tanto basta) e siccome sul bastimento della quarta classe viaggia un. vescovo protestali le {inglese {ripeto che le Missioni religiose d'ogni confessione qui pullulano, soltanto - non sono ancora, riuscite a diffondere fra le varie tribù almeno il senso di nascondersi le parli genitali), che vuol ricevere la sua posta — supremo conforto dei poveri esiliati in queste selvaggie contrade — avviene la seconda tenera congiunzione della giornata, che mi diri modo di veder ila vicino una coi} pittoresca accozzaglia di umanità nera, dal soldato e dal. mercante, al Siam Siam, quale raramente avrei potuto cogliere. Quante gradazioni sociali anche nei neri e specialmente nel Sudan, dove risiami zalo in confronto del primitivo del sud, sembra un parigino messo a paragone con un lannone! * Il paradiso terrestre Ed eccoci nel paradiso Terrestre ». almeno come ricchezza di fauna. Mr. Wooamann. con il quale siamo diventati amiconi {gli ho regalato una cravatta « dernier cri », di quelle die al Sudan non arriveranno neanche fra cent'anni ed egli per compenso mi ha prestato un fucile e mi ha garantito die alle sedici, i mezza precise vedre ino ì primi elefanti: del resto Woodmarni ha fatto ventitré volte II viaggio del Silo Bianco e una eerta pratìrr la deve avere) è agitato come si pri parasse a mostrarmi la sua rlserv personale di caccia. Vi ho già dato l'idea del terreno, coperto di altissime erbe di un bel verde fresco che netta lontananza diventa viole/lo. Aiicltc II Silo s'abbellisce disegnando ampie anse nel « paradiso », allargandosi, rispecchiando il verde delle rive. A socchiudere gli. orchi e a non tener conto della forza del sole, sembra dì attraversare sul Danubio la pianura ungherese. L'angustia, soffocante dei giorni scorsi pare lontanissima. D'un trullo, proprio all'ora indicata. Woodmann grida-. > Eccoli! », tende il braccio e lì eonta. Sono quindici, quindici elefanti, di cui alcuni enormi che pascolano tranquillamente a meno di cinquecento metri da noi. Le nere vaste schiene sopravanzano le erbe e sui dorsi volteggiano dei grossi uccelli bianchissimi che si potrebbero chiamare le spie degli elefanti, poiché non li abbandonano mai e là dove si scorge uno stormo di tali uccelli levarsi e posarsi di continuo, si può essere sicuri che gli elefanti passeggiano o sostano. Si ha un bel dire, ma a vederli così, vicini, cosi pacifici, cosi in tanti. I bestioni classici dell'Africa Centrale, si prova una commozione assai più intensa di lineila che danno gli slessi selvaggi, ignudi. Perchè non è finito. Stormi di uccelli sulle schiene degli elefanti Un altro armento si rivela un po' più distante del primo, ma assai più numeroso. Son. è possibile contarli poiché si muovono lentamente in massa come una duna aflondata profondamente nel notile e portando sèmpre sulle schiene gli stormi di uccelli bianchi. Più. innanzi stanno addirittura adqzrqtimrcsscpvgdrtPsvrsralbrlfeplmcdpcclruagcvgsagdcc2tfib bbeverandosi lungo il. fiume, di moo che passando ad essi vicino, a cinuanta metri, vediamo il bianco delle anne e. lo sventolìo continuo delle oercliie ampie, come stendardi. Sono in uall.ro die bevono, una famiglia inera, due adulti e due poliedri di dimensioni minori, con. le schiene lettealmente coperte di uccelli. Per il piaere di vederli galoppar vìa. il pirocafo fischia ma gli elefanti non si compongono, sono soltanto gli ucelli che alzano brevemente il volo per oi posarsi di nuovo. I pachidermi, oltano lentamente il tergo e s'immerono nel mistero per ricomparire più istimie A questo punto sareste in diitto di domandare: n Ma non ci tirae agli elefanti? ». No, non ci si tira. Prima dì tutto bisogna pagare le 51) terline di. permesso di caccia al goerno sudanese, con le quali si ha diitto di. uccidere un solo elefante e in crollilo luogo il piacere die dà la lo o risia è veramente tanto sincero chi tutto si pensa fuorché ad assassinar. In terzo luogo non. sarrbbe possiile recuperare le zanne perchè il pioscafo non. si fermerebbe di certo per operazione. Trombe d'acqua dalle proboscidi Ma quanti! E' il numero degli eleanti che continuiamo a vedere che ci ntusiasma e ci fa trascurare il comlemento del «paradiso a: gli uccelli punto interrogai irò », che solcano aria; i coccodrilli cosi sfacciatamente frequenti e insolenti e vicini he non tiriamo che a quelli simili a inosauri tanto son. di dimensioni imonenti, e che inchiodiamo nel fango on non più di quattro colpi di coda ome tutta agonia-; le giraffe, tanto unghe guatilo cretine a scappare e a idursi, nella, fuga alla grossezza di na pecora; un paio di leoni venuti nch'essi a bere al fiume e che ci uardano come volessero domandarci he cosa c'entriamo noi con questa ergine, colorata, violenta, antidiluiana piana che stiamo attraversando, li ippopotami che saltati fuori con mezzo il corpo dal Nilo per muffarsi ubito; le termitiere che superano in ltezza le erbe, e gli alberi bianchi di uano per gli innumerevoli uccelli che ne occupano i rami, con le ali aperte per prendere il fresco e tutto il resto della grossa fauna che intravvediamo o indoviniamo nel suo trionfate esodo dal pascolo all'abbeverala lungo il Nilo. Ma qui non c'è nessun bisogno di avorar di fantasia. La realtà, supera i molto l'immaginazione, lo slesso he non sono un novellino a queste ose, debbo confessare che i miei riordi congolesi e le mie emozioni di accia grossa impallidiscono dinanzi allo spettacolo offerto nel tratto di teritorio niliaco compreso fra le alte branche del Bahr el Ghazal e del Sobai. Tutta l'estenuante risalita del Silo vale quest'ora ineffabile nella quale anche lo stanco, anche il cinico, anhe lo sfiducialo, e colui che pensa he il mondo è standardizzato, amerianizzato, monotono, preso inesorabilmente nei tentacoli dèlia mondiale Ciilla uniforme, si sente rinnovare, ingiovanire, esaltare, dinanzi a queta visione di origini del mondo. Ancora elefanti: questa volta saranno itili almeno. Gli uccelli bianchi voleggiatili sulla lunghissima nera linea ormano addirittura una nube. E' una formidabile abbeverata collettiva. Qualcuno, forse il più longevo fra gli lefanti centenari, deve aver dato un omando perchè aitando la nave è così vicina alla duna virente da lasciarci vedere persia gli occhi delle Pere, i. 00 elefanti, smettono contemporaneamente di bere e di proiettare nell'aria rombe d'acqua polverizzala, i-otgono nsieme a destra e s'allontanano solenemente e sarcasticamente portando ulli, la proboscide in allo e. tenendola dritta e rigida come l'asta di una bandiera- S gennaio, notte. — // .< paradiso terestre. ». la terra antidiluviana, ci ha enuto a dimostrarsi completa Appena, sopravvenuta la notte e dopo un minuto che le luci, di bordo furono accese, partirono dalla pianura l nembi, degli insetti volanti. Li aspettavamo, ma non supponevamo che potessero arrivaci addosso in una densità tale da coprire la nave di uno spesso strao come di neve. Esseri alali e vischioi die vivete una notte, se pure, efmere farfalline dalle ali azzurre, liellule, zanzare, lucciole, vèrmi voanti, scarabei, mosconi, formiche alae e tulle le specie e le sottospecie, i generi e. i sottogeneri, classificali e da lassificarsi della bassa fauna africana, perchè uscire con questa violenza naudita dal « paradiso » e. guastarmi osi la gioì naia degli elefanti?... Arnaldo Cipolla

Persone citate: Bahr, Fergusson, Ghazal, Sabbato, Watt

Luoghi citati: Africa, Africa Centrale, Cairo, Congo, Sudan