Un chiarimento dell'ambasciatore Howard. sulla questione degli armamenti

Un chiarimento dell'ambasciatore Howard. sulla questione degli armamenti Una tempesta cartacea che finisce , Un chiarimento dell'ambasciatore Howard. sulla questione degli armamenti Londra, 18, notte. II breve comunicato ufficiale diradato sabato sera dal Foreing Office che smentiva le voci messo in giro in America sull'imminenza di un nuovo passo del Governo inglese mirante a riaprire la discussione sul disanno, ha prodotto l'effetto di una salutare doccia fredda sul soverchio entusiasmo di quei giornali che, a grandi caratteri e semplicemente sulla fede di referti newyorkesi, annunciavano una nuova conferenza delle grandi Potenze navali in vista di conciliare su basi del tutto nuove le contrastane vedute dell'Inghilterra e degli Stati Uniti. 11 fatto era della più alta importanza, ma, come spesso accade, non era che il risultato di un malinteso. Donde questo malinteso sia scaturilo non 6 ancora accertalo. II- collaboratore diplomatico della 31 ornino Post, unico tra i suoi colleghi, dà una versione che presenta sembianze di attendibilità. Dice l'organo conservatore: « Risulta ora clic l'on. Chaniberlain Jn un lunch offerto dai corrispondenti dei giornali americani a Londra dichiarò che, al momento attuale, non vedeva la possibilità di una Immediata ripresa di colloqui su un argomento intorno al anale esistevano vedute tolalmente divergenti. Si apprende tuttavia che il Ministro ha espresso la speranza che il tempo avrebbe renata una soluzione soddisfacente. La conversazioni! del Ministro era di carattere puramente privata. Uno dei presenti al lunch, sia non comprendendo sia male interpretando le parole di Chnrnberlain, telegrafò al proprio giornale che esistevano forti motivi di credere che le nuove discussioni sulla limitazione degli armamenti sarebbero state intavolate entro breve termino. A New York era noto conio 11 giornalista in rmestione avesse assistito al lunch al quale era presente il Ministro degli Èsteri. Sir Ernie Howard, fu immedmfarnente assalito dai rappresentanti della stampa americana, i quali, con tutta probabilità, gli comunicarono il testo del telegramma c gliene fecero rilevare l'importanza. Il risultato sembra essere stato questo: che l'ambasciatore inglese ritenne che qualche decisione definitiva fosse stata presa e conseguentemente espresse la sua propria speranza e le sue vedute nelle note dichiarazioni da lui fatto venerdì scorso ». . Una lettera di Howard Oggi poi la -'Vff*w York Tribune pubblico, una lettera dall'ambasciatore inglese, il qùaJe, da parte sua. tende ancora una volta a chiarire la situazione ed a precisare la posizione da lui assunta in questa faccenda: « Mi si chiese recentemente — scrive l'ambasciatore — la mia opinione circa 11 cablogramma da Londra preannuociante una Imminente ripresa del .'lejfoBiat.f sul disarmo. Autorizzai venerdì la pubblicazione di una nota scritta in risposta % questa domanda, la quale era stata preparata ma tenuta In sospeso in attesa della conclusione del dibattiti del Senato sul bill degli incrociatori, e ciò allo scopo di ••vìiare qualsiasi dannosa interferenza nel corso dei dibattiti stossi. Questa risposta non conteneva- nulla che potesse fare pensare che io parlassi in nome del mio Governo, ed infatti esprtmevo soltanto l'opinione personale che mi era stata richiesta : tale opinione era-che la situazione presente adtorizzavn l'Ipotesi che qualche sforzo nella direzione da me accennata sarebbe stato compiuto entro non molto, cioè, in ogni caso, prima della Conferenza di Washington. Mi dispiace che l'avere omesso di dichiarare specifica? tamente che in questa occasione, come In tante altre, non parlavo direttamente a nome del mio Governo abbia potuto condurre a questo malinteso ». In realtà non esiste alcun malinteso, almeno nei riguardi di Londra. Come già dicemmo sabato la stampa londinese accolse la valanga dei referti newyorkesi con molto scetticismo e si astenne quasi unanimemente dal commentarli. Ma la stampa liberale non potava naturalmente lasciare passare questo malinteso provvidenziale senza coglierlo al balzo, per servirsene come di una nuova pietra elettorale dai, scagliare sul capo del Gabinetto conservatore. n Daily Ghranicle ed il Daily News, sostenuti in questo sforzo da qualche giornale conservatore, come il Daily Express, nella edizione serale, tentano, senza successo, di accendere intorno a. questo incidente insignificante un po' di quella polemica nella quale essi si spocifi.MzznTono quando scoppiò il nnDgzdcWalncmptpatnrrCcdqcuticrvtcGplrWDNtldmnpsdldlrmmrmbmtscpssEeldsmrrsGpeeibiacdHsGrqdnvasftmdn noto frastuono circa il compromesso navale anglo-francese. 11 collaboratore diplomatico del Daily Chroniclc, obbligato ad escogitare ad ogni costo un'interpretazione sua propria dell'atteggiamento del Foreign Office di fronte alle dichiarazioni del suo ambasciatore a Washington, afferma oggi che negli ambienti diplomatici a Londra vi è la sensazione che sir Ernie Howard non abbia parlato a titolo privato, come egli dice oro, ma abbia «prematuramente svelate alcune direttive poliiichc contemplate, so non adottate, da Downing-Street. ». Se non che l'ambasciatore, quando parlò venerdì -corso, non era stato ancora informato ufficialmente che tali direttive erano ormai abbandonate. Attacchi a Chamberlain Editorialmente il giornale dichiara che l'on. Chamberlain è. un uomo realmente sfortunato. Dice il Daily Clironicle : « Senza dubbio egli non e animato che da buono intenzioni nel riguardi dell'America, ma ogni volta che fa qualche cosa o si astiene dal fare qualche cosa, non riesce a fare altro che una frittata. Ed ora, dopo tutti gli attriti sorti tra l'Inghilterra o l'America in seguito ai passati errori diplomatici, la sola cosa che il Porcina Onice riesca a fare e di annunziare con una voce una cosa all'America c di smentirla categoricamente con un'altra ». 11 giornale, com'è naturale, conclude esprimendo la speranza che il Governo non si occupi più dei rapporti tra l'Inghilterra e l'America, lasciando ad un altro Governo la cura di riprendere i negoziati con Washington. Analoga è l'opinione del radicale Dnihj News. Il corrispondente da New York di questo giornale insiste tuttavia sulla strana circostanza che lutti i cablogrammi dei corrispondenti americani a Londra, clic comunicarono Ja notizia del preteso nuovo posso inglese, erano redatti pressoché allo stesso modo, di guisa che potevano sembrare ispirati da qualche mollo autorevole fonte londinese. Più giustamente il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph si larnenta che il comunicato del Foreign Office sia stato redatto in termini secchi ed acidi nei suoi riferimenti all'ambasciatore, tanto da faro apparire il comunicato stesso come brutale smentita inflitta all'ambasciatore inglese a Washington, mentre, in realtà, secondo lo scrittore, thnlo le dichiarazioni di quest'ultimo, quanto il comunicato ufficiale intendevano esprimere lo stesso pensiero. •i In' realtà — dice lo scrittore"—lasola differenza tra le dichiarazioni di sir Emi c qiielle del Ministro degli Esteri e non di sostanza ma di forma ed esse tornano tutto a credito dell'ambasclatoae ». Ed a prova di ciò il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph spiega come il Governo inglese; non mancò, a varie riprese, di dichiararsi persuaso della necessità di una ripresa di discussioni con Washington. Sehonchè, per diversi molivi, il Gabinetto di Londra riconobbe che passi in questo senso non poi evano essere compilili nei prossimi mc>' e che in ogni caso sarebbe stata inopportuna la riapertura di un di ballilo in un momento come questo in cui il <i bill » sugli incrociatori è ancora discusso in America ed in cui l'amministrazione sta passando dnlle moni di Coolidge a quelle di Hoover. Indipendentemente da queste con siderazioni, vi è poi il fatto che il Governo inglese rilione conveniente rinviare qualsiasi dibattito sulla questione navale in altera dell'esito delle elezioni genernli. Inoltre il principio dell'opportunità ed anzi della necessità, di mio vi colloqui è ampiamente ammesso a Londra, e sir Emi Howand, nelle suo famose dichiarazioni, non ha fatlo altro, senior? secondo lo scrittore del Dailv Telcaravh, che esprimere un'opinione che è pure quella del Governo inglese. Tn conclusione : molto- rumore per nulla. • M. P.

Persone citate: Chamberlain, Coolidge, Ernie Howard, Hoover, Post