Trovate di truffatori

Trovate di truffatori Trovate di truffatori li commerciante immaginoso!;IIComodo e facile sistema quello escogitato dal signor Amedeo Cavino, napoletano, d'anni :iG, qui dimorante in via (juatt.ro Marzo n. <}. per faro,il commerciante stando con le spalle al sicuro da ogni pericolo di dis-|sesto. Egli aveva avuto minio di entrare in relazione d'affari con l'ing. Silvio Tonello, titolare della ditta omonima, avente sedo in Via Maria Vittoria 49, e le prime operazioni erano riuscite a. buon line: il Devino aveva comperato della merce,. pagandola puntualmente. Un giorno' egli propose all'ingegner Tonello di sviluppare la reto dei loro rapporti commerciali, facendogli balenare la immediata po.-silillita. di vistosi realizzi. Il Davino si dichiarò disposto ad acquistare, per o mi 1 0 parecchie migliaia di lire, gli svaria- li articoli che avrebbe potuto fornir- gli la Ditta Tonello: utensili, motori, pez/.i di ricambio per macchinari in &°ff* r„_.in„„,.p compleKiJe0nte,lai;. pSa'fflno esitava.tuttavia ad accettare l'of- fer'ta, non conoscendo a l'ondo il suo interlocutore. I— Eh... lei, ingegnere, liu ragione aidimostrarsi cosi titubante ed incerto |nella risposta. La prospettiva degli affari, si capisce, e ottima, ma prima bisogna sapere con chi si tratta... Giustissimo; Caro ingegnere, io dissiperò ogni suo dubbio, fornendole tutte le necessarie delucidazioni, sulla mia persona, onestà, e solvibilità; e lei si convincerà di aver a che faro con un galantuomo. Guardi il telegramma di mio zio, giuntomi ieri da Napoli, col liliale ini annuncia la rimessa di Lire 15.01)0, Capisco che è una sciocchezza, ma deve persuaderla n concludere "fT'l^avlno'con'm'^sciolla edassicurante delle loquele tornò piti volte ad insistere, finche l'ing. 'l'onci-la si decisi; a consegnargli la merce richiesi* per un complessivo ammontare di L. Ufi.OUO. A garanzia il Davino rilasciò cambiali proprie e cessioni di persone, a suo diro solvibilissime. Fra quéste Usurava un ceno Lotti lìiovanni per una . ifra rilevante. tfi (riiuise alla -cadenza dei primi effetti che andarono protestati. L'ing. Tonella fece escutere il giratario del titolo cerio Cantillo Orlandi di benova. Il mtale perù risulto sconosciuto in ciucila città. Fu precettato il Davino, Ilrniàtavio diretto della cninllialo, ed allora si presentii all'ing. l'ouellu la moglie di costui, i-ite eli apri, purtroppo tardi, irli ocelli sul ti.'"> del conimeli iaiite, immaginoso « facondo. povero stenoie! Mi dispiace tanto clic l-n sia incappato nulle reti truffaldine di m'iti marito... quello è un lestofante! f.'ing- Tonella ne aveva ormai abbastanza per prendere la sola risoluzione possibile denunciare il tentare di ricuperare ia merce illudala a cosini, l'intruppo pei* essa erastata rapidamente svenduta sulla piazza e fuori di 'l'orino. Ma qui non si fermano le imprese del Davino. Durante le relazioni svoltesi con lu Dina Tonella egli aveva conosciuto il signor Gustavo Tschudin, ili iuiui ii», abitante in via Legnano ii7, die allora faceva parie del personaleI il-lla Ditta. Il Tschudin successiva-: iie-me s; licenz'iù dalla ditta Tonella ed] il Davino, saputo il fatto, riallacci" amicizia con lui •• Io Indusse ad acquistar.' forti <[iie:.:;ta!lv.i di punte ad elica, promettendo ehe a sua volta li avrebbe comprali da lui ed esitati a clienti sceltissimi Il Tschudin uccellò e fu anche spiti lo ad un'aliia operazione, f.n prima era slata conclusa con la dilla Coslu ■e OtMni. presso cui il Tschudin aveva forti aderenze; la seconda venne concretala con In Ditta L'SO Fumagalli la quale ruinì lame n seghetti, motori elettrici ed altri articoli tecnici, Scaddero le prime fatture ed il Davino oibuine dilazioni, adducondo i soliti pretesti del ritardo negli incassi per la (■risi eonimorelfil'?. Alia fine 'I Tschudin subodori) l'in«•armo mentri' '.enne- 11 conoscere clic .il Davinio aveva .sitato la merce dn lui ricompi ala a prezzi bassissimi, intas'eando il denaro. Ed anch'egli lo deferì airiuiior'ià uiudizlarin. il Dnv-lRo comiwrirft fiu'rnl: avanti al Tribunale !:i duplico itnpiiluzlone di i.rurra conliniintH ai danni dell'ing. iTonolln c del Tschudin. Davino ( La «Casa del salvadanaio» Esiste a Milano una « Casa del salvadanaio» clic ha agenzie e succursali parse nelle maggiori città del Regno. a,„.,„lr-„i„ ,i, T„fin„ . L? r'1"-".1*.31'' '", furlno »' iti Yl.a Mazzini,3. ede gestita dal signor Antonio Molino. Il meccanismo del 'azienda è Questo: la « Casa del salvadanaio» pone in vendita, mediane appositi piazzisti che si recano preso i privati, ilei « buoni » che vengono ceduti al prezzo di I... 2,00. Quando il liente dispone di un certo numero di buoni, si reca —- nel caso dì Torino — n via Mazzini 3ì, ove gli viene consegnalo un oggetto di suo gradimento e di valore corrispondente al numero dei « buoni ». Si tratta, come si vede, di oj una forma, di risparmio: si accan onano, sotto forma di « buoni », alfrerante piccole somme di L. 2,50 e iiuundo >si crede dl convertirle in un oggeto qualsiasi, vi si vale, come abbraìnr. t^ ,Je,la " Casa « Molino aveva alle sue dipendenze come piazzista, cioè come uomo ncaricato della vendita dei «buoni». certo Pietro Chiarie fu Michele, da Cossano Helho, di 28 anni Oabitante n via Bologna, 141. Costui si è valso lei » buoni » per-iruffarc il suo principale, figli ha ratto slampare dieci mila « buoni », il più possibilmente uguali a quelli messi in circolazione dalla Casa madre di Milano. C'era peò oualctte, seppure lieve, differenza: nel colore, nella filigrana della caria, nel timbro a secco, tutio cose che non era .-mio possibile imitare pnrtettamente. Polche , « 1 -buoni» riiirati in cambio aeua merce vengono regolarmente spe diti a Milano, alla sede di via Doni dirigenti IFddtcPgppesapdsdtddLCCPgsselt«pvzeitj, :i.ì, quivi 1 dirigenti .-i accorsero dell'adulterazione, e della sgradevole orpresa diedero notizia al loro rappresentante torinesi;. 11 signor Molino rimase inolio male, e si guardò d'attorno, cercando il colpévole. 1 suoi sospetti caddero sul Chiarie, poiché costui si era l'atto richiamare già alcune volte per la sua condotta che lasciava :i desiderare, tanto che era anche staio minacciato di llcenzianien.j. Kuli osservò con maggior ati-en/ione 1 operato dei suo dipendente e lini per acquistare la eariezztt della >ua culpa. Fu co>i elio il Molino si recò a denunciare il Chiarie :il coni ini ssa ria lo Dora. Il commissario cav. Jluss.o incaricò i marescialli Meco e Sipala di compiere una perquisizione in casa del denunciato, « l'operazione portò alla scoperta del corpo del reato. Nascosti n un ripostiglio, furono trovati «r>0u linoni » falsi, perfettamente uguali a quelli che avevano suscitato l'aliar ne ii Milano. Il r.liiiirle — uè poteva fare al!iiin«ni -- confesso ugni cosa, precisando che aveva fatto stampare, direi mila buoni ». .■ che i rimanenti non l'aveva venduti, realizzando un'incasso di olire in: mila lire. 11 Chiarie venne arrestalo e denunciato .p.-.r truffa e falso. cganipcisHcngapfb«strgtsipRlrln

Luoghi citati: Milano, Napoli, Torino