Popoli che guardano a Roma

Popoli che guardano a Roma Popoli che guardano a Roma Risorgono problèmi religiosi e politici in Francia e in Germania Il Papa alle feste di Montecassino ? Poincaré contro i cartonisti Parigi, 16 notte. Alla stoccata della Commissione finanziaria, il Ministero ha risposto decidendo questa mattina, in Consiglio di Ministri, di restare fermo sulle proprie posizioni e di domandare alla Camera, quando verrà in discussione il « collettivo » di dicembre, la rcintroduzionn nel testo di esso dei 10 articoli relativi alle congregazioni missionarie, disgiunti ieri l'altro in seguito alla vittoria della proposta Renaudel. Poincaré porrà la questione di fiducia, ed è quindi pressoché certo — grazie soprattutto al chiasso fatto a bella posta in certi ambienti parigini intorno ai supposti grandissimi vantaggi internazionali assicurati all'Italia dal suo accordo con la Santa Sede — che la Camera, non foss'altro che nella illusione di fare un dispetto ai fratelli transalpini, gli accorderà la sessantina di voti di maggioranza necessari all'approvazione. Lo spauracchio italiano Per eccesso di prudenza, ad ogni modo, la stampa moderata continua ad agitare, a braccia tese, lo spauracchio italiano, e VAvenir. scrive anche oggi : « Mussolini si propone di estendere quanto è possibile l'influenza e l'irradiamento dell'Italia nel mondo. Egli lavora per questo, d'accordo con il Papa e con la Chiesa. Può darsi, ed è fatale, che egli si trovi qua e là in concorrenza coìi la Francia. Può darsi, d è fatale, che, su questo o quel punto, la Francia, rifiutando di collaborare con la Chiesa, venga soppiantata dall'Italia. Ne abbiamo già più di un esempio: noi ceniamo il rischio domani di veder registrare ovunque risultati altrettanto brillanti. Ed ecco che la Commissione delle finanze della Camera, sotto la guida di Violette e di Renaudel, ha preso giovedì hi esame la cosa non soltanto senza inquietudine, ma anzi con una certa allegria Poiché essa. la commissione, è superbamente bellicosa, o per lo meno la maggioranza momentanea che vi regnava. Si trattava ancora una volta di abbattere il mostrò clericale. Si trattava di dare a Pio XI e a Mussolini una risposta « repubblicana e laica Ahimè!, in tali giuochi, è sempre la Francia quella che perde. S. mettono dei frati italiani al posto dei frati francesi. Il Papa e la Chiesa vi trovano il loro conto e l'Italia vince ad ogni colpo. « L'Italia, o altri; poiché noi abbia mo altri concorrenti pronti a prende re il nostro posto o semplicemente a succedere là dove non possiamo più mandare nessuno. Se la situazione non fosse già quella che è e se non avessimo da temere di vederla irrimediabilmente compromessa, noi potremmo ridere allo spettacolo dì questi settari. Lo spettacolo è comico, ma è anche triste ed alquanto umiliante Quei signori vanno gridando contro ti pericolo clericale. Essi scrivono che « 11 vecchio anticlericalismo addor meritato delle masse popolari » si sve glierà per rispondere ad una intollerabile provocazione. Ma via! E' ne corridoi di Palazzo Borbone e in cei ti comitati elettorali che esso si ri sveglia. Anzi, non si è mai addotmen tato il vecchio anticlericalismo! Lt masse popolari hanno altrove le lori preoccupazioni: esse vorrebbero che le si lasciasse lavorare in pace. Vorre'o bero anche perchè sanno che più meno direttamente, esse hanno tutto da perdere, vorebbe-ro che non si Inde bohsse la Francia a! d; fuori. « Le masso popolari hanno poco gusto per gli intrighi parlamentari tratterebbero come si conviene, se fos sero al corrente delle cose, la caccia ai portafogli. Mussolini mette l'Italia al di sopra di ogni altra cosa. Egli lavora per renderla più forte e più grande. Tanto peggio se è a spose nostre. E voi gli portate il migliore dei concorsi. Che fate voi della Francia? ». Il socialista Soir, registrando con lagni amari le dichiarazioni di guerra di Poincaré, questo transfuga del laicismo, vede negli articoli sulle Congregazioni un pretesto sfruttato dalla reazione per aprire nella compagine della Repubblica laica la pri I ma breccia che dovrà far cadere l'ini tera cittadella. Assisteremo con cu riosità a questi supremi sussulti del settarismo massonico ottocentesco. te Avremmo bisogno di un Cavour » Un ebdomadario, noto per la sua giusta noziona dei pericoli immanenti che minacciano la Francia dal lato della Germania, V.-iux Ecoutes. coglie l'occasione della polemica sul trattato lateranense, per chiedere ai dirigenti del Quai d'Orsay: « La F'rancia saprà finalmente avere una sua politica verso l'Italia e una verso il Vaticano? Saprà capire che un'alleanza con l'Italia impedirebbe la riunione dell'Austria alla Germania, garantirebbe la pace in modo definitivo e assoderebbe il Valicano, allealo dell'Italia, all'opera pacificatrice necessaria in Alsazia? Sventuratamente, tale politica esigerebbe un'ampiezza di vedute alla Cavour, di cui Briand e quasi timi i parlamentari sono incapaci. Essi immaginano che potranno giuocare il Vaticano contro il Quirinale o vie versa. Alla stessa guisa Briand voleva a Washington giuocare l'America contro l'Inghilterra. Politica puerile e troppo fatile por essere giudiziosa. E' con l'Italia che noi dobbiamo collaborare strettamente dal limito di vista della politica estera. E l'Italia è Mussolini, ma è anche una gran parte del Vaticano. Via i governami settari che vogliono ricominciare le lotte religiose! Via un Parlamento incapace di capire la Decessila, nel momento attuale, di un Governo forte, emanazione di un popolo cosciente dell'avvenire ». . Se tutti i moderati francesi ragionassero con tanta saggezza, l'avvenire d'Europa potrebbe forse essere diverso di quale probabilmente ce lo preparano i loro errori. . C. P. Reich e Santa Sede Berlino, 10 notte. Il rammento delle trattative per la •rande*coalizione, in Germania e la onrlusione dell'accordo tra l'Italia e la .Sama Sedo, due argomenti che sembrano così lontani l'uno dall'altro, hanno provocato insieme una mossa politica dn pane del partito populista nei igiinrdi del Concordato. Lina rassegna berlinese, che si definisco ufficiosa del partito populista, ]■?. ncrlincr Stlmmen, porta un articolo mdto interessante che mira a dimostrare come ormai un concordato tra la Santa Sede e la Prussia non possa più venire negoziato in seguito ai trattati concitisi tra la Santa Sede e 11 Governo italiano. 11 Papa Infatti, In conseguenza di quegli accordi, ha riacquistata la sua pinna sovranità e la Santa Sede è indubbiamente da consilderarsl uno Stato estero, fino Stato cioè col (inali!, in seguito al paragrafo 7H della costituzione di Weimar, soltanto il Reich m non già i singoli paesi confederati ò competente a concludere trattati. La rivelazione dì Wirth Commentando questa pubblicazione dell'organo populista, la cattolica Ger mania dice che in essa apparisce chiaro come sLi ultimi avvenimenti di Roma non siano stati rettamente interpretati. L'accordo italo-v'aticano non ha fatto che riparare un antico torto e dare al Papa una nuova garanzia della sua inviolabilità e della sua sovranità nelle relazioni con l'estero. Ma In posiziono de! Papa, come capo spirituale della Chiesa universale, non può subire limitazioni per il fatto che ora egLi sia anche un principe temporale Pertanto il regolamento delle questioni religiose e culturali riguarda i singoli paesi confederati e non zia il Reich, che ha competenza solo per i rapporti con gli Stati esteri. Per in contestata che sia la sovranità del Pon teflce sarebbe inopportuno darle la precedenza sul suo Carattere spirituale, tanto più che la Santa Sede ha espressamente affermato che la sua partecipazione alle contese tra Stati o a congressi internazionali ò limitata assolutamente ai casi nei quali la sua mediazione sia invocata dalle parti interessate. E' chiaro che il blocco liberale pre seria la questione per provocare nuove difficolta, mentre da parte ufficiosa si dichiara che la questione stessa è ancora in corso di studio. La questione è tanto più interessante in quanto l'articolo di Wirth del quaie abbiamo parlato ieri sera, ha rivelato un fatto che tutti sospettavano, ma che finora nessuno aveva osato dì affermare pubblicamente: che cioè precisamente la questione del concordato è stata quella che ha fatto naufragare le trattative per la grande coalizione e non già le piccolo questioni .personali a di portafogli. Cosi la questione viene diventando sempre più acuta; e se è vivo il desi derio dei cattolici di vedere ormai concluse queste lunghe trattative, non è meno vivo quello del Governo di Prussia, al quale pure partecipano socialdemocratici e democratici, partiti cioè Che a parole si mostrano del tutto di sinteressati e non mostrano di fare grandi riserve per il caso che il concordato venga a una discussione pubblica. D'altra parte il Governo ha un interesse non meno forte della Chiesa ala conclusione. I rapporti fra Reich e Vaticano Occorre infatti tenere presente che l rapporti tra t due poteri non sono regolati da un trattato, ma da due atti unilaterali compilati sia pure in piena intesa tra le due parti e cioè la bolla pontificia de salute animarum emanata da Pio VII nel 1820 e l'ordine di Gabinetto di re Federico Guglielmo III, 1 quali regolarono le questioni tra la Santa Sede e la Prussia ingrandita e ricostituita dopo la restaurazione del 181-1 con l'incorporazione della Renania, cioè di una popolazione preva lentemente cattolica. Ora la tesi della Curia, condivisa da molti giuristi anche liberali tedeschi, è che quella legislazione di 10!) anni fa sia decaduta in causa del tempo e soprattutto per il cambiamento di forma di Governo in Germania. Comunque sia, è certo che il giorno in-cui le trattative per il con cordato fossero del tutto fallite, la Chiesa denuncerebbe gli accordi e rientrerebbe nel Diritto comune, nella si Illazione, cioè in cui, secondo la costituzione, la religione è un affare esclusivamente privato. Certamente la Chiesa verrebbe a soffrirne pecuniaria mente, per il fatto che le cesserebbero le sovvenzioni statali; ma d'altra parte acquisterebbe la sua libertà dìù as soluta, sia per quanto riguarda le circoscrizioni diocesane che volasse modificare e fondare di nuovo, sia principalmente per quanto riguarda la nomina dei vescovi che ancora è, per lo meno in parte, controllata dallo Stato, al quale il controllo sfuggirebbe pienamente il giorno in cui la Chiesa fosse sul terreno del diritto comune. Ma anche la questione economica potrebbe essere meno grave di quello che sembra in apparenza, in quanto naturalmente i cattolici cesserebbero di pagare le tasse ecclesiastiche, che sono tutt'altro che indifferenti e con le quali 10 Stato mantiene gli istituti religiosj. Anche senza preoccuparsi delle particolari ripercussioni che un simile cambiamento avrebbe per la Chiesa protestante, è facile capire già a prima vista che in fondo, tra le due parti, 11 Governo è più interessato che non la Chiesa alla conclusione più rapida possibile delle trattative. La questione del concordato è stata oggi trattata anche al Parlamento prussiano, dove il presidente del Consiglio Braun ha dichiarato di non potere dire nulla nei riguardi delle tra'I tati ve se non che queste sono in corso. La ferrovia vaticana • Roma, 10 notte M-anire si stanno approntando i disegni per ;1 treno papaie e u-er il chiosco ferroviario clic dovrà aorgure entro sei mesi iteli'interno delia Luta del Vaticano, statuaria si sonu iniziati i .rilievi per la costruzione uel irono di linea previsti» ual trattato lawi'alionati che unirà la stazione di san Pietro con quL'Ua ette vena costruiti» nell'interno della città dei Vaticano. A questi lavori attendono i g-eonnsurt Sella, llaldi-ui, Santi, '1 omeri e Iorio, Naturalmente gli ingegneri auuettt alia costruzione dovraiuio mconirarsl con lo auto-lita e con ì tecnici delia Santa Sede per stabilire l'ubicazione usuila della stazione vaticana. 11 traccialo dettili ti vo Uel raccordo ferroviario ancora non c staio compiutalo in tutti i suoi dettagli. Si assicura per altro che il nuuvo tronco partirà da duecento metri circa dalla stazione di Sali Pietro convergendo sulla destra all'altezza dell'esistente ponte ferroviario della linett Roma-Viterbo. Naturalmente, anche per il nuovo tronco sarà necessaria la. costruzione di jiiiporiauii opere, si prevede, infatti, la necessità di costruire due cavalcavia e due Brandi ponti in terrò che dovranno sorpassare via. del Gelsomino e il viale Valicano. Da questo punto il tronco si inoltrerà attraverso le esistenti mura vaticane per entrare nel territorio del nuovo Stalo. La nuova linea sarà lunga dai cinque ai seicento metri. Non è dato ancora sapere se la Santa Sede desidera che presso la stazione vaticana debba sostare 11 treno papale, nel qnal caso si renderebbe necessario l'impianto di alcuni binari morti, di un deposito e di una larga tettoia per ricoverarvi il treno stesso. A ogni modo ò certo che la nuova stazione comprenderà un piccolo scalo per il carico e lo scalo delle merci de- stiliate allo Stato Pontificio L'inizio dei lavori Si ritiene che il. progetto di costruzione del nuovo tronco possa essera definitivamente licenziato tra una quindicina di giorni, dopo di che saranno iniziati senz'altro i lavori. La piccola disadorna stazioi.oina di Roma-San I ittro non fu costruita per esigenze rea i di traffico, perchè in tal caso avrebbe avuto almeno accessi più facili, ma per aderire a un desiderio di LeoS*. M-1 She '""avvide fin da allora l utilità di avere una stazione vicina al Vaticano. Dal momento che la nuova linea ferroviaria si snoderà in parte nel territorio assegnato al Pontefice, è chiaro che essa è destinata ad essere la stazione mista tra il territorio italiano e quello vaticano. La nuova stazione non sarà destinata a un traffico intenso ma servirà a un pubblico siti generis e specialmente per le visite di Sovrani al Pontefice la sua funzione assumerà una importanza notevole. I suoi accessi saranno convenientemente sistemati. Da molti si è espresso il dubbio che la stazione vaticana non potrà funzioJF/; «no a che la linea attuale per Viterbo non sia meglio allacciata con » rr^,prDni,pau e specialmente con la Firenze-Bologna. L'osservazione non e esatta. Indipendentemente da quei miglioramenti che potranno aversi in seguito, la stazione attuale, convenientemente sistemata, potrà rappresentare una specie di succursale per 11 Vaticano delle stazioni principali Termini e Trastevere da dove partono tutte nali colleHat,e a «"-'elle intemazioMercè il collegamento con la sta- s,onh-ednnSan ?ietro' 11 Pontefice, col suo fieno speciale, potrà pertanto rajrgiunsere numerose linee dell'Italia «n™,r,onale' centrale, e meridionale, senza passare per la stazione centrale ai termini Quando poi saranno termina i 1 lavori della linea ferroviaria Per le necessità delle nuove stazioni eie sorgeranno nella capitale, lavori che sono già a buon punto, l'attuale stazione di San Pietro acquisterà ancora maggiore importanza Il treno papale sarà fornito di-tutte quelle comodità che già sono state in larga misura adottale, sui convogli ferroviari approntati per il ne e per il Principe ereditario. L'apertura nella cinta vaticana per il nuovo tronco ferroviario verrebbe praticata presso 1 antica porta Penosa. Una nuova linea di confine sarà stabilita, per chiudere il territorio dal lato di piazza della .Sacrestia e in questo punto sarà eretta una cancellata che chiuderà i tlue archi che uniscono la basilica. Quivi sarà collocata la sentinella svizzera che abbandonerà com il posto di guardia al portone della Zecca. I francobolli del Papa Circa i confini della città del Vaticano si ha ragione di ritenere che il trattato taccia espresso divieto di costruire edifici nelle immediale vicinanze d: es.-a allo scopo di assidirare alla Salila Sede quella libertà che le è indispensabile. A questo scopo la Santa Sede provvederli a clugere coi; apposite mura quella pane del suo territorio che non ne è ancora circondala. Si provvidero inoltre alla demolizione di tre fabbricati che guardano l'interno dei giardini vaticani e ciò sempre nell'intento di togliere alla Santa Serie qualsiasi ragione di molestia. Si ha poi ragione di ritenere che il nuovo Stato della Città .IH Vaticano avrà'ilei propri francobolli che, a quanto si assicura, sarebbero in tutto simili a quelli vecchi, con la dicitura ..Staio della Cina" del Vaticano». Attualmente la carica di preposto olle comunicazioni del Governo pontifìcio è coperta del principe Massimo e se i francobolli verranno emessi sarà l'eminenie patrizio romano che dovrà regolarne la emissione. Le notizie relative alla raolda costruzione dell'impianto ferroviario e della stazione della Città del .atienno accreditano presso li pubblico sempre più la voce uhe abbastanza vicina sta l'uscita del Pontefice dal Vaticano, non soltanto per recarsi in forma ufficiale alla basilica lateranense che. come è noto, è la chiesa cattedrale di lumia, ma per intraprendere un viaggio al di fuori della città eterna. Le esigenze protocollari p»r la ratifica del Trainilo di conciliazione però non consentono, ionie si è detto, che il trattato sia. perfetto prima del giugno prossimo 1'^ pertanto mentre si parla di una visita del Re al Pontefice per tale mese, negli ambienti vaticani non si esclude la possibilità che la visita sia ricambiata, data la vicinanza dei due Sovrani (-arebbe appunto ctuesta la ragione per la quale verrebbe superata la difficoltà dei precedenti storici antericri al 1S70, secondo i quali il