La cerimonia in Laterano

La cerimonia in Laterano La cerimonia in Laterano Roma, 11, notte. L'incertezza delle notizie circa il giorno e l'ora in cui sarebbe stato firmalo l'accordo ha indotto numerose persone decise a non lasciarsi sfuggire l'avvenimento, a sacrifici notevoli. Si può dire che per tutta la mattinata ed il pomeriggio di ieri, nonostante il clima rìgidissimo, decine e decine di curiosi avevano girato, vigili ed instancabili, intorno all'obelisco Iateranense, scrutando tutte le automobili sopraggiungenti dalla via Mentana, sospettando che in ognuna che infilava il portone del Palazzo Lateranense si trovasse il personaggio accorrente allo storico incontro. Stamane l'affluenza del pubblico è slata ancora più larga, e la Polizia ha dovuto prendere le sue misure per mantenere sgombro quel tanto di spazio necessario al Ubero passaggio delle automobili. Nella.folla si notavano soprattutto prelati e forti squadre di seminaristi del pontificio Seminario Maggiore Lateranense, schierati in perfetto ordine, in duplice fila, di fronte alla facciata del palazzo. Intorno all'obelisco era un gruppo pittoresco di vari giornalisti di ogni Paese, vero e proprio emporio di tutte le razze, armati i più di macchine fotografiche. Con loro era un esercito di fotografi e di cinematoorafistt, con macchine puntate contro il portone, sotto l'arco del quale — simbolo modesto ma espressivo della situazione — spiccavano, uno a fianco dell'altro, la figura del commesso del Capo del Governo e del portiere del Palazzo Late ranense: il primo in abito nero, il secondo in divisa col petto ornato di medaglie pontificie. Arriva II Duce Dietro ancora, una folla anonima di curiosi accorsi, alcuni coscientemente, altri aggregatisi per inconsapevole curiosità, all'imponente aggruppamento. Altra genie tenuta indietro dai carabinieri e dai militi fascisti assisteva alla scena, dai marciapiedi del piedestallo dell'ingresso dell'ospedale di San Giovanni, alle finestre dei caseggiati prospicienti gli edifici religiosi. Tra i tanti che malamente riparati dalla pioggia insistente attendevano cosi il maturarsi degli avvenimenti, abbiamo notate varie personalità, tra cui il principe Aldobrandino comandante delle Guardie nobili, il principe di Monteleone, don Francesco Teodoli, il principe don Mario del Drago, don Urbano Uarberini, il marchese Sacchetti, i monsignori Migotte, cameriere segre lo di Sua Santità, Bressan, che fu cameriere segreto di Pio X, e Callori di Vignale, gli onorevoli Cavazzoni e Mauro, donna Francesca Teodoll, conlessa Chiosi'., contessa Suardl- Abbiamo anche notato il console Guglielmo! ti, segretario federale dell'Urbe, e il vice-segretario console Parolari. Alle ore 10,45 giunge la prima automobile con il Cardinale Gasparri, che è accompagnato dal segretario della Congregazione degli Uffici ecclesiastici straordinari, Mons. Borgoncini-Duca. Il Cardinale indossa il mantello nero sulla veste paonazza. L'automobile passa rapidamente oltre il gruppo dei giornalisti ed entra nel portone del palazzo, salutata al suo ingresso da due guarda-portoni in uniforme, recanti sul- petto decorazioni pontificie. La folla ha dapprima intuito, poi ha visto, attraverso il vetro della macchina, la figura ben nota dell'insigne porporato e gli ha rivolto un vibrante applauso. Poco dopo le il sono cominciate ad affluire le automobili delle personalità ammesse alla cerimonia. Sono giunti, Mons. Pizzardo, sostituto della Segreteria di Stato, l'avvocato concistoriale Francesco Pacelli, il Ministro Guardasigilli Hocco, il Sottosegretario agli Esteri, Dino Grandi. Alle 11,35 è arrivato il Capo del Governo che era in automobile col sottosegretario alla Presidenza, Giunta, e che è stato salutato al suo passaggio da applausi e da grida entusiastiche di c Viva il Duce! ». Il cardinale Gasparri si era recato al Palazzo Lateranense sin dalle prime ore del mattino e si trovava a ricevere il Capo del Governo. Il Capo del Governo ricevuto da monsignor Pizzardo, dall'avv. Pacelli, da mons. Ercole, direttore amministrativo dei Musei lateranensi, ha percorso il Museo cristiano, restando ammirato della bellezza dei sarcofaghi della mostra e dell'imponenza dell'ambiente. Giunto al primo piano dinanzi alla sala Costantina, gli si è fatto incontro il Cardinale Gasparri, che lo ha salutato a nome del Pontefice nel palazzo che è pure la sua parrocchia. L'incontro è stato molto cordiale. I due personaggi col loro seguiti hanno percorso le sale del primo piano del Museo etnografico delle Missioni, cioè quelle dell'India, dell'Indocina, del Giappone e della Cina- DI quando in quando il Capo del Governo chiedeva spiegazioni a monsignor Ercole, mostrando molto interesse per i varil oggetti esposti, specialmente poi quando gli è stato detto che erano stati raccolti e donati dai missionari. Si è cosi raggiunta la sala del Papi, dove era preparato il tavolo per la cerimonia della firma. A destra del cardinale Gasparri hanno preso posto monsignor Borgoncini-Duca, monsignor Pizzardo e l'avv. Pacelli. Alla sinistra di Mussolini, il ministro Rocco ed i sottosegretari Giunta e Grandi. Le firme Avvenuto lo scambio delle credenziali, Gasparri e Mussolini si sono accostati al grande tavolo di legno delle Filippine dove sopra ti tappeto bleu-rosso erano stati spiegati t tre documenti redatti su carta pergamena con fregi aurei. Il primo a firmare — con una penna d'oro donata dal Pontefice — è stato il Cardinale Gasparri e quindi Mussolini. Gli altri hanno poi sottoscritto nel seguente ordine: Borgoncini-Duca, Giuseppe Pizzardo. Francesco Pacelli, Alfredo Rocco. Dino Grandi e Francesco Giunta. Nell'atto della firma i due plenipotenziari erano altamente commossi. Il Cardinale Gasparri ha fatto dono al Duce della penna d'oro. La cerimonia è durata 35 minuti. Mons. Ercole ha presentato a Mussolini il libro degli illustri visitatori della Mostra missionaria, dove vi era una pagina alluminata espressamente con t simboli e la dicitura: Justitia et paxTutti i presenti hanno firmato. Monsignor Ercole ha poi offerto al capo del Governo un album colle principali fotografie dei tre Musei lateranensi, dono che è stato molto gradito. Quindi il Cardinale Gasparri e il Duce sono discesi per lo scalone di Sisto V ed hanno attraversato le tre sale del Museo profano: Mussolini ha desiderato che il Cardinale Gasparri lasciasse per primo il Palazzo, dopo averlo salutato con molta cordialità. Appena appresa la notizia, la folla ammassata sulla piazza ha scoppiato in un applauso altissimo. Vicino alla cancellata della chiesa si ammassava un folto gruppo di studenti del Seminario romano in abito talare. Uno di essi, a capo scoperto, ha letto ai colleghi il comunicalo ufficiale, provocando fra i giovani seminaristi un fervido applauso con acclamazioni al Pontefice, al Cardinale Gasparri e a Benito Mussolini. In segno di giubilo i seminaristi hanno cantato in coro il Te Deum. V esempio dei seminaristi veniva subito Imitato da altri gruppi sparsi nei varil punti della piazza. Alle ore 12,40 è uscita dal Palazzo lateranense l'automobile del Cardinale Gasparri e subilo dopo quella di Mussolini; accolte l'una e l'altra da una imponente calorosissima dimostrazione. La manifestazione è divenuta imponente quando il Cardinale Gasparri ha impartita la benedizione e il Duce ha salutalo romanamente. Gli applausi sono diventati deliranti al grido di: Viva il Ducei Viva Gasparri! L'entusiasmo è indicibile. Il Cardinale Gasparri e l'avv. Pacelli, appena usciti dal Palazzo lateranense, si sono diretti immediatamente verso il Vaticnno, dove sono giunti poco prima delle 13. La macchina che conduceva l due plenipotenziari pontifici è entrata nel cortile di San Damaso ove era ad attendere un folto stuolo di prelati e funzionari della Santa Sede. Appena il Cardinale segretario di Slato è sceso dall'automobile, è stato ossequiato dal comandante della Guardia palatina di onore Tabanelll, e dal Co. mandante dei Gendarmi pontifici De Mandato. Il Cardinale Gasparri, che appariva molto soddisfatto, a chi gli si è avvicinato per congratularsi dell'avvenuta riconciliazione tra la Santa Sede e l'Italia, ha detto che il merito del raggiunto accordo era tutto, per guanto riguardava la Santa Sede, dell'avvocato Pacelli. Quindi i due plenipotenziari si sono diretti, accompagnati dai due comandanti del Corpi armati pontifici, verso l'ascensore col quale sono saliti nella anticamera del Santo Padre. Pochi minuti dopo il Cardinale Gasparri e l'avvocalo Pacelli sono stati introdotti alla presenza del Pontefice, che li ha trattenuti a lungo e cordiale colloquio. Il Capo del Governo si è recato al Viminale dove ha ricevuto, come di consueto, i suoi diretti collaboratori riprendendo poi le sue abituali occu pazionl. Le due bandiere unite Quando la notizia della firma dell'accordo st è diffusa in città, rapida mente ha raggiunto ogni zona. Le edizioni del giornali sono andate lette Talmente a ruba. Il pubblico che attendeva con impazienza la nuova di cui da più giorni si parlava si è gettalo sui fogli quotidiani con la più grande avidità e in molti luoghi si sono improvvisale manifestazioni di gioia Questi episodi hanno avuto uno spiccato e particolare carattere nel vecchi borghi intorno al Vaticano e una folla enorme si è subito riversata per le strade avviandosi verso piazza San Pietro e sostando a lungo dinanzi al palazzo di bronzo. Ma il solenne ingresso del Vaticano aveva il suo solito aspetto silenzioso e soltanto un movimento più intenso di personalità e di prelati mostrava all'attento osservatore l'eccezionalità della giornata. In bre be parecchi negozi nei borghi st sono chiusi e su numerose insegne sono apparsi del caratteristici trofei che i borghigiani tenevano naturalmente preparati. Questi trofei erano composti di bandiere tricolori e di bandiere papali dal colori bianco e giallo. Questo aspetto di inconsueta animazione è durato tutto H pomeriggio e fino a tarda sera durante la quale molli balconi e molte finestre sono apparsi illuminali. La bandiera bianco-gialla è apparsa anche sul balconi del Corriere d'Italia accanto a quella, tricolore, sui balconi dell'Università Gregoriana, casa ma dre del gesuiti. dell'Istituto Massimo, alle Terme, nelle sedi del Circolo San Pietro e della Gioventù cattolica italiana e in quelli di altre associazioni cattoliche che stasera erano illuminale a festa. Altri fiammanti vessilli pontifici accanto alla bandiera nazionale venivano issati sulle abitazioni private di molte note personalità del mondo cattolico romano. •rande commozione L'annunzio dell'accordo raggiunto tra l'Italia e la Santa Sede, informa ('Agenzia di Roma, ha prodotto negli ambienti cattolici e più propriamente in quelli dell'Episcopato e del Clero italiano la più grande commozione e il più vivo compiacimento. Con la risoluzione della Questione romana si chiude e si risolve infatti per essi un lungo periodo di spinosa amarezza tu cui bene spesso e non soltanto nei giorni in cui più aspri erano i rapporti tra il nostro Paese e il Vaticano ma anche nei periodi di maggiori solennità il loro spirito patriottico e il loro sentimento religioso si trovarono in continuo doloroso contrasto. Negli ambienti ecclesiastici italiani dai più alti ai più umili che già avevano avuto modo di conoscete e di apprezzare — nelle provvidenze recentemente accordate dal Governo — le disposizioni del Capo del Governo e Duce del Fascismo verso di essi, si riconosce oggi entusiasticamente che soltanto la profonda saggezza politica e realizzatrice dì Mussolini, la sua volontà di accordo, la sua profonda comprensione dei problemi del Cattolicesimo e del l'importanza della Chiesa nel mondo e altresì la solidità che egli ha saputo creare al Regime, hanno potuto per mettere di definire lo storico problema, il quale rimaneva aperto come un punto di minore resistenza nella potenza e nel prestigio d'Italia Nei predetti ambienti ecclesiastici, conclude la stessa Agenzia, st tyeva Infine chi mentre il patto di conciliazione tra l'Italia e la Santa Sede è destinata a produrre profonda e sincera soddisfazione in tutto il mondo cattolico, esso è destinato altresì ad accrescere il prestigio e ad aumentare l'autorità dell'Italia nei rapporti intemazionali, Intervista A col cardinale Vannutelll \ Il cardinale decano Vincenzo Vanna, telll, richiesto dal Popolo di Roma del suo pensiero, ha detto: ' Sono lietissimo, immensamente contento e ringrazio Iddio. B" una grande conquista per la Religione a per la Patria che apre una nuova vio) alla vita della Chiesa e sarà feconde di tanto bene per l'Italia nostra. Sempre, anche guando molti dubitavano 4 temevano, ho avuto fiducia, da quando il Fascismo è salito al potere, soprattutto perchè ho subito compresa che Mussolini era un uomo provvidenziale e che bisognava accoglierlo a braccia aperte. La conciliazione, finalmente raggiunta, costituisce un fatto di importanza storica che avrà grandiose e benefiche conseguenze per Vavvenire del Cattolicesimo e altrettanto vantaggioso per l'Italia. Tutte .le più importanti questioni dei rappòrti tra il Papato e l'Unita possono considerarsi risolte con reciproca soddisfazione. « Quanto si è fatto sarà di enorma utilità per lo Stato e per la Santa Sede e specialmente avrà la migliore influenza sull'ordinamento del regimo civile. I nomi di Pio XI, del cardinale Gasparri, suo segretario di Stato, e del Capo del Governo d'Italia, vero Duce della saggia politica religiosa » civile, sono posti gloriosamente nella storia dell'avvenimento che è stato un dono speciale che II Signore ha fatto all'Italia ». Il Pontificale di oggi "■■"] Domani, come abbiamo annunziato, sarà celebrato nella Basilica di Sari Pietro, il solenne pontificale per la celebrazione del settimo anniversario dell'assunzione di Pio XI al Papato. L'attesa per questa cerimonia è vivi*. sima e la richiesta del biglietti di invtlo, già da tempo letteralmente esauriti, è divenuta questa sera addirittura spasmodica. Oltre alla considerazione della circostanza eccezionalissima in cui la cerimonia si svolge, ha contribuito ad acuire l'interessamento della folla per il pontificale di domani l'aspettazione di sensazionali novità. Tra l'altro st parlava dell'intervento alla funzione di altissime personalità dello Stato. Si. era sparsa anche la voce che domani il Papa avrebbe benedetto II popolo dalla loggia esterna di San Pietro. Negli ambienti bene informati la notizia stessa viene però recisamente smentita. Prima che l'avvenimento In parola possa compiersi, bisognerà attendere la ratifica dell'accordo. A tal proposito. Monsignore Maestro di camera di Sua Santità, in presenza di annunci dell'ultima ora, dal Vaticano non autorizzati, nè con esso concordati, comunica: « /I Santo Padre ha già e In pubbli. co e in privato, reiteratamente annunzialo che per delicate ragioni protocollari non crede di poter convenientemente impartire la solenne benedizione dalla loggia della Basilica ». Intanto si parla della bandiera eh» adotterà la « Città Vaticana ». Come è noto, la bandiera pontificia ha subito qualche trasformazione nelle diverte epoche: fu rossa e gialla, dai colori cioè di Roma; fu bianca e gialla con le effigi dei Ss. Pietro e Paolo, per la milizie. Ebbe la cravatta tricolore nel 1848 ed ebbe, dopo il ritorno di Pio IX da Gaeta, lo stemma papale, cioè il triregno con le chiavi. Tale è attualmente quella che recano le milizie « tale st crede resterà ufficialmente per, la « Città Vaticana ». Si intende eh» la bandiera di Sacra Romana Chiesa non è quella dello Stato temporale, la bandiera della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che è bianco-alalia {bianco sopra e giallo sotto ed ambedue i colorì attaccati all'asta) ricava la sua origine dalle chiavi dei cieli recate da San Pietro, che sono l'una di argento (bianco) e una d'oro {giallo). La folla che ha gremito verso sera le principali vie di Roma, ha commentato con entusiasmo l'avvenimento quasi incredibile e ha guardato con curiosità e reverenza il nuovo simbolo./ Il Governatore di Roma, senatore' Boncompagni Ludovisi, ha diretto il seguente manifesto alla cittadinanza: € Romani, u Fascismo, nel nome augusto del Re, e sotto la guida del tuo Duce, prosegue solenne, di vittoria In vittoria, la marcia incontrastata ed incontrastabile sulla via luminosa del nostri destini. Quel che sembrò sogno di poeti e fu invece canto e palpito della nostra gente, vaticinio dei nostri grandi, diviene realtà magnifica netl'anno VII del Regime. Chiesa e Stato si conciliano oggi, a maggior gloria della Fede, per la pm superba gran■iezza d'Italia. • Romani, dall'alto del Campidoglio, simbolo e sintesi di quella romanità , onde Cristo è romano .. riassumendo nel mio cuore l'esultanza della nostia anima cattolica e italiana, innalzo con voi il pensiero reverente alla San tità di nostro Signore Papa Pio XI. ali augusta Maestà del He. at nostro Capo Benito Mussolini. Ripetiamo con sturilo di disciplina e di amore illimitato, fieri e orgaolinxl di quesiti orn'ide Italia, nel nome di Dio e del Popolo, il arido appassionato delle legioni littorie ».