Un'ora a Buda

Un'ora a Buda Un'ora a BudaE' noto elio Lodovico Ariosto non oi volle venire. Quando la. Corte tutta si mosse por Buda, egli se ite rentò a Ferrarti.. Dello «molle ragioni e tutte vere» per le quali egli non aveva voluto far quel viaggici in Ungheria, ima sopra tutto doveva essergli concessa per buon» : la salute, la yita ... a cui poclio o nessuna Cosa Iio ila pivieri r, che far pili breve Non voglio che li Ciel voglia o la lortuna. La mia salute — egli diceva — è così malferma che per un viaggio simile potrei anche morire. Lo dicono del resto il Valentino medesimo e il Postumo, medici che difficilmente s'ingannano. So mia natura come mai convicnsi Co' freddi verni e'cosili sotto il polo Oli .avolo più ciie ne l'Italia Intensi. E non ini nocerebbe il frodilo solo. Ma il caldo tifi le stufe, c'ho si infesto, Clie più clic da la pesto me gl'In volo. Oltre a ciò in cotesto camere riscaldate dalle stufe avi si mangia gioca e beo — E vi si dorme e si la tutto il resto», no, no, di certo mi prcndorei. subito una bella bronchite. E poi ... il vili fumoso, a me più interdetto Cho il tosco, fittivi a Invili ti tracanna 10 sacrilegio ò non ber molto c schietto. Tulli gli ci Ili soli con pepe e canna in nummo e d'altri .'nomali che tutti Como nocivi il medico ini danna. Qui, mi potreste dir, clic avrei ridotti Uovo sono il (amili sederci al loco Né pici, nò ascelle odorerei, nò rulli. E' vero che potrei ordinare al cuoco cibi di mio gusto, o bere potrei quando e come mi piacesse; ma francamente di far cotesta vita nou mi sonto, e ridurmi come un certosino in cella, non voglio. Como ci teneva alla salute messer Lodovico I Io non mi son fatto tanto Pregare. Ho preso il treno e son venuto a Budapest. Il pensiero dei rigidi freddi non m'ha spaventato (il freddo qui non è poi così rigido e certamente Sor Lodovico cTa stato male informato) ; tanto di meno rni ha poi spaventato il pensiero del caldo. Qua, se Dio vuole, le case e gli alberghi son. riscaldati davvero alla perfezione. Ed ho affrontato la paprica e gli altri aromati con coraggio. Quanto poi al resto, agli odori cioè poco graditi che temeva l'Ariosto, vi assicuro che i tempi sono mutati: le signore di Budapest sono ora elegantissimo e linde Ma il grandioso di Pest non mi interessa; grandioso per grandioso preferisco una città dove la vita sia davvero intensa e multiforme; amo inveco il silenzio l'intimità la dolcezza di Buda. E dò torto all'Ariosto che non ci volle venii'e. Girando per queste vie un po' in pendìo, do ve i passi destano un'eco lunga e do ilente, cerco di figurarmi quel che allora doveva essere Buda; ma son poche le cose che restano di que tempo. Molto invece resta del Sei e del Settecento. E il tempo non sembra passato. Una sentinella rigida e impettita va in su e in giù dinanzi a un palazzo basso con tutte le sue finestre chiuse, una vecchia carrozza con dentro un alto prelato attraversa la piazza e scompare per un androne spalancatosele a un tratto dinanzi; due signore leggere come ombre entrauo in una pasticceria del tempo di Maria Teresa Ci voglio entrare anch'io in quella pasticceria. Fiori finti sotto campane di vetro, antichi orologi che si sono obliati nel pensiero di un'ora lontana e, sotto candidi veli, come fanciullo nel giorno della Pri ma Comunione, le vetrine laccate di bianco, tutte piene di dolci. Dolci lievi, fra le dita, come se fossero im pastati d'aria. Lo zucchero di vani glia vola via al menomo soffio come il polline di certi fiori o l'oro di certi insetti. Questi dolci hanno infatti qualcosa di vivo in sè e ti pare, quando li tieni fra Io labbra, che si struggano di piacere. C'ò una donna che va e viene por la pastic ccria, pettinata ancora all'antica foggia, come se ella fosse sopravvissuta al suo tempo. Porta un grembiule bianco, sorride sempre e parla francese. Non si può avere un'idea della grazia cho quest'immagine di Maria Teresa pone nell'offrirti i suci dolci. Ella non te li vende: te li dona. Uscendo troviamo che il sole è sbucato un poco tra le nubi a dorare la chiostra delle colline intorno. Una .automobile chiusa passa saettando; porta il Reggente Horty; un'altra che la incrocia porta il Presidente Bethlen. Io scendo verso il Bastione dei Pescatori. La sera cala tranquilla e casta, col suo ultimo sole, incoronando la sfavillante chiesa della Incoronazione, bagnandosi giù, lunga e Jenta, nelle acquo del Danubio. Ecco, questo è — nonostante la sua solennità — un luogo da innamorati. So ne vedono infatti cinque o sei coppie appoggiate alla balaustra. Gl'innamorati si somigliano sotto qualunque cielo. Lo stesso modo di guardarsi, di prendersi por le mani, certo di baciarsi. A basso, l'Isola Margherita si sfoglia nella nebbia della sera come una margherita, immensa; smarrendo il candore de' s»toi bianchi viali de' suoi bianchi edifici nell'oscurità che la invade. Lungo il fiume i fanali c'accendono di colpo tutti insieme, come a un segnale convenuto. E la città, l'altra città, su l'altra riva, manda un ululo lungo. Ma qui il silenzio è davvero come qualcosa di vivo. Nulla è così vivo come il silenzio che è intorno a questi palagi, a queste chiese a '.juusti monumenti : un silenzio grave di sogni che non vogliono esprimersi, ;na di cui è pregna osmi pietra. La Chiesa della Incoronazione sogna ii Re, 11 Bastione nosnv. lutti i sogni degli innamorati che lo abitano in questo momento e di quelli d'ieri e di quelli di domaui, e che fanno sparire coi il irò passi lenti le macchie di sangue la statua oquestre di Santo Stefano sogna la gloria nuova dell'Ungheria. Nou vorrei tornare a Pest. E invece bisogna scendere, Oh,, come qui tutto è divergo! Non sembra d'aver fatto pochi passi, ma forse un viaggio intero. Automobili, automobili, automobili -, tutto un impalamento, ai crocicchi, di vigili; pubblicità, pubblicità, pubblicità: luminosa che s'arrampica per il cielo co' suoi artigli infocati; attaccaticcia, che invade ogni muro, ogni palo, ogni edicola, impetuosa o villana: sfacciala cinica. Il rosso l'azzurro il verde fanno a chi grida più forte. A volte tutti e tre si uniscono, sornioni e subdoli, per soffocare il vicino; a volte, eccoli di nuovo a far gazzarra e scacciarsi l'un l'altro chiamando a_ raccolta le schiere degli altri colori. Qui come da per tutto. Buda è lontana: è lontana chilometri e chilometri. La gente porta in giro la propria pazzìa che esplode in strombettamenti, in ululati, in abbaiamenti. A traverso le porte dei caffo fumosi ti raggiunge tra scoppi di risa, il sospiro di un valzer o il lamento di una czarda. Color locale che dura un attimo. L'europeismo impera. Bellissime donne impellicciate Nassau fugaci lasciandosi dietro palpiti di profumi parigini. Oh, messer Lodovico, oggi non avreste più da temere per le vostre delicate narici. Guido Cantini. Vita artificiale A Mosca due dottori hanno tatto vivere artificialmente una testa staccala dal corpo. Era la testa di ini cane. Essà'fù posta sii di un vassoio, e, mediante uno strano congegno —cuore artificiale, sangue artificiale che rtlflclalmento fluisce alle vene non ancor spente, e nutro di se 11 cervello In agonia — palpito ancora per qualche interminabile, spaventoso Istante. I particolari della relazione sono abbastanza precisi: si sofliO sulle palpebre e quello si mossero, si solini sulle orecchie, nel ebbero un guizzo. A tratti la bocca si apriva, mostrando 1 denti; gli scienziati no approfittarono, vi introdùsscro del Cotono Imbevuto di una. sostanza Irritante, e quella povera lingua, quella povera testa mozza, reagirono violentemente, a piccoli strappi, a sussulti, o rigettarono 11 supremo insulto. Ma subito dopo fu offerto al morto vivente un iiezzo di formaggio, e quelle avide fauci lo addentarono e lo Inghiottirono, orribilmente. Orribilmente il cibo, subito dopo, usci fuori dall'esofago sezionato a regola d'arie. Non sappiamo bene, non riusciamo n comprendere, quale Impressione ci faccia que sta cronachetta scientifica, ma certo è una impressiono mostruosa e Indefinibile. A dire il vero non si sa so proprio qualche Istante abbia ancora vissuto la testa In quello stato, o qualche ora, o qualche giorno: la relazione non lo dice: ma abbiamo scritto Istante perchè appare veramente un Istante quel di più di vita, non appena si pensi all'eterno. E dal tempo all'eterno ben si procede al cospetto della morte. Anzi al di là della morte. Al di là, o al di qua? Che cos'6 la vita in quegli ultimi palpiti? E' ancora autentica vita, moribonda, terribile, oscura vita, ma vita viva, feroce, insaziata?. E allora quel medici hanno dimostrato semplicemente cho si può rendere un'agonia più lenta e atroce che natura stessa non voglia: già da secoli lo sapevano 1 boia cinesi. 0 hanno essi veramente strappato alla morte, tratto dalle tenebre Infinito della matorla spenta, queir ultimo bagliore ? Hanno essi 1 inciso nella morte un arri di Iure e di ] «Iremo delirio? K allora che-vale," ncli'a»-1 caini misura del tempo segualo e del destini terrestri, quell'infrazione fuggii iva •• crtitiektt Ili si .dirà: Pia caro signore, non facciamo tanto chiasso: si tratta di un cane. H che vuol dire? E" materia vivente anche un cane, e anch'esso una creatura che. si .speune.: ed è questo passaggio, dal lieve respiro del mondo al sordo peso dell'inesplicabile passato elio ri fa fremere cosi, che ha incurvato i due dottori russi sulla loto illusoria esperienza, ove coglieremo I limiti della vita'/ E un istante un soU, bilame di vita protratta oltre i punii fermi i; ciechi della nostra, meditazione, ili quanto può arricchire Il senso delle cose ineffabili, umane e divine.' Ecco: senza volto e senza vaco, Incombe il miracolo. Ila, poi, non è neppure tlittorio che ci Impressiona. E piuttosto lineila possibilità intravista di meccanici*»!r» la vita; di renderla una cosa inafferrabile e Irresistibile, precisa, ambigua e violenta: complicata :li visceri, di arterie, di metallo, di gomma; di pezzi d'orologeria. i-V quello sbatter d'oc-| chi che non sai se sia vero o Aulo, e che k un po' l'ima cosa e l'altra, e quella sensibilità posticcia, quel ricordo vltalo che si effonde non dal pre< ordì ma da stantuffi e levo e manometri. Ed e un altro mistero ancora. Questa testa non può saltare nò ritrarsi, non Ita altro moto che quello ferino, che appetisce e patisce, tra gengive e orecchie aguzze: eppure vuol vivere ancora un poco. Con quali mezzi? Dn corpo senza testa, non v'e dubbio, h straziante; ma una testa senza corpo è terribile. E' desiderio, angoscia, rimpianto, furore, 6 (orza eccelsa, che non trova più la realtà tangibile della materia. Quella testa vede, sente, soffre, e non ci può far nulla; è Isolata, nuda, vacua, sul freddo vassoio, come fosse sospesa in un limbo senza pace, corno fosse contratta in un'impotenza senza fine. Quella testa, o amici, 6 l'astrazione stessa, il sogno senza' corpo di tanta parte del pensiero umano. effebi. La delusione di Melisenda Dtm'q'Uey s'el consolala? ■ Obbedisci ! la nutrice: E seguiterai dùnque' aj T.a nutrice: piangere, o Me isenda, colomba mia,. Melisenda: arcobaleno elei mio cielo irtele'.' «Sì -SAX^À K^..regu?a: 1» n«lr,c, cuori. Vuoi pronto sciogliere in laeri- corra e si sbraccia, dm en cu de a me in tua belimi» e la tua R'.ovinowta? «cernala, per la gioia di .'de n MclisemUi: l.,<*■:M*-m\ sola. .rinascere; e io benedico il fc'ioino clic la nutrie,:: Non ti lasciamo. Voglia- apersi gli occhi al sole, per quella stóbmò rivederti sorridente, come testi fino sa, gioia. , . a ieri. Ma non singlikiz/.are cosi torte!j itelueuda: Non arrivano, l.a nutrice Guarda che. chiaro solo, che cielo sere- * H'"i»p.» J,!MKi- 10 no ,rft!ta- . . no; e come son belle te vele, rosse! L'ancella : Arriveranno. Ora vuoi.che gialle azzurre, tra te colline viola del il acconci i capelli? die « ritocchi ìx porto. Vuoi ch'io faccia sellare il tuo viso 1 Ho macinato tre cartoon elli assai cavallo bianco? ch'io ti prepari le vesti morbidi, in un olio di violette, per e ia scoria, per una galoppata sulla rendere piti profondi 1 tuoi occhi. Vuoi runa, lungo il frangènte ove le onde che proviamo a tingerne le lue palrmioic-no dicendo piccole parole die pebre? nessuno comprende? Melisenda : Non arrivano ancóra. Melisenda: Chiudete la finestra e ia- L'ancella: Sì, Melisenda: arrivano, sciatemi sola. stanno salendo. L'ancella: 'l'I amiamo troppo, Meli- Melisenda: Finalmente I sonda, per Obbedirti. | La nutrice: Non ho più flato... oh!... Là nutrice: E poi la ragione, la miai troppo correre... oli!... Ma ecco il poevecchia ragione tutta rughe e scrupoli,!m, Melisenda. secondo i tuoi comandi, vieterebbe quell'obbedienza, se pnrej ji poeta: M'inchino alla lua bellezza, alla ma gloria, alia tua regalità senza rivali; e non oso levare lo sguardo al tuo viso. Melisenda: Tu cantavi una canzone per me c per Rudel Soc. An. BERTELLI & C. & MILANO tt\ I.'nritinovrnlglco « ALPHA- BERTELLI-» è di- Peffetto rapido nelle nevralgle in genere, senza inconvenienti secondari; da consigliarsi anche umica 6e*p5it\ta 'ielle dolorose crisi dismenoiTOiche. Dott.. giovanni MESTBALÌET. mini di Attraverso il Continente Nero Sul Nilo Bianco ( Dal nostro inviato ) Da bordo dell'ANUAC, dic.-genn. , Ilo lascialo Khartum slamane, 29 dicembre, alle 10,30 su Questa navicella dove dovrei rimanere quasi due settimane rimontando il Nilo Bianco sino presso a poco all'altezza del bacino deli lìdie ad occidente e del Lago Rodolfo ad oriente... il punto dove la lunga naci'jazione avrà line si chiama Bejaf vicino a Gondokoro e lado, località note a chi. conosce gli clementi della storia delle grandi esplorazioni del centro africano. Ilo lascialo dunque la riva del Nilo Azzurro dinanzi Khartum, salutato alla partenza dagli italiani, della nostra piccola ma ardentemente patriottica colonia nella metropoli sudanese. Separazione commossa' lo pensavo che non troverò altre colonie nostre che a parecchie migliaia di chilometri di qui nell'Africa Australe. Ieri sera gli italiani di Khartum avevano voluto che parlassi loro dell'Italia al « Club italiano», ed eran venuti lutti, anche i missionari, anche le signore con i bimbi nelle carrozzine, nel gran cortile del Club illuminato fantasticamente. Una riunione intima, simpatica nella quale la mia evocazione dei pionieri italiani nel Sudan, quelli della fede e gli altri dell'esplorazione e della conquista, era stata profondamente sentila. L'ina. Bertelli, maremmano, com'egli ama chiamarsi, da trent'anni al Sudan, che mi fu cara e inseparabile guida qui, il signor Berti, il signor Cumini mi hanno portalo sull'Anime come dono degli italiani di Khartum un magnifico album di fotografie sudanesi perchè c non dimenticassi fra la mot titudine dei paesi veduti e quelli che potrei ancora vedere » il Sudan. Precauzione gentile ma superflua, ne ho ancora per più di mezzo mese di Su don. Quando posdim.ani sorpasseremo Kosthl, lascieremo è vero alle spalle il Sudan arabo, musulmano, ma in comincierà quello delle popolazioni dell'Alto Nilo, degli ignudi abitatori del Sobat, del Bar-el-Ghazal, della Mon- «alla- « « i «• Due ponh colossali r/Anuac ha disceso rapidamente Ve stremo tratto di Nilo Azzurro, ha raggiunto la confluenza del Nilo Bianco e virando al sud, dinanzi Ondurman, ha imboccato il secondo fiume. Una breve sosia dinanzi al gran ponte in ferro che deve aprirsi per lasciarci passare. Il meriggio incendiario s'avvicina e dalle rive macchiate di verde che precedono la distesa della pianura giallastra dove surge Ondurman, si levano gli inevitabili fantasimi del congedo dalla vecchia citta del Madhì. Ma siccome tanto di Ondurman come di Khartum sembrami di aver parlato a sufficienza, mi limiterò a rispondere all'addio di una sola di quelle ombre, viva ancora, che ho dinanzi agli occhi della mente in una forma che iicn riassume il carattere del domìnio inglese dinanzi alla popolazione ìndigena più evoluta del Sudan, gli arabi. E' desso il figlio c l'erede del Madhi, di anni 48, che vive in una. bella casa, che gli inglesi hanno fatto « sir », che è circondato da una sufficiente vene razione da parte dei figli e dei nipoti di coloro che seguirono le bandiere sterminatrici di suo padre, e che infine è andato persino a Londra a rcn dere omaggio a He Giorgio. Il ponte sì è aperto nel mezzo, girando la sua parte centrale, su uno dei grandi piloni {questi ponti in ferro sul Nilo, ad una cosi grande distanza dal Mediterraneo, danno la nozione esatta della stupefacente valorizzazione in corso dei Sudan: come vi raccontai, a. Khartum esistono due ponti di colossali, dimensioni, uno per ciascuno dei due Nili, accanto alle loro testate sorgono le caserme per l'immediata loro difesa e un altro ponte dello stesso genere scavalca con la ferrovia l'Albara al nord e un altro ancora il Nilo Bianco a Kosti nel sud), e siamo passati per andarci a fermare una seconda valla contro la riva sinistra dove un barcone di ferro ci. aspetta. E' una parte della terza classe dell'Anuac che ha raccolto dinanzi Ondurman i. pas<egtiicri indigeni diretti al sud. Il *poslate' per Bejal è settimanale e, comeisadan. che r lutti t. servizi pubblici al Sudan, go-.gio egiziano. sud. Il Sudan e il paradiso del cacciatori di grande stile. Come si dorme a bordo Ma è tempo che accenni rapidamente alla specie di mezzo di locomozione che e l'Amiac e i suoi tre fratelli a di lusso » che fanno i viaggi <t postali » Kharlum-Rejaf e viceversa in 13 gìor- .primissima della vita egiziana, sia un fiume che ci appartiene? ». A questa osservazione gli inglesi hanno dolo delle bellissime risposte, progettando la costruzione di un altro sbarramento lungo il corso del Sobat, grande alimentatore abissino del Nilo Bianco, e inducendo gli egiziani a concorrere largamente alle ingentissi ni alla salila e.qualcuno di meno in\me spese che occorreranno per gettare discesa. Oltre ai quattro «postali* va-Ua diga di Aulia. la quale, tutti le Vigano su questo immenso tratto di Nilo una ventina di altri piroscafi a legna, a carbone, a olio pesante; nuovi, vecchi o decrepiti {sino a non molli, anni fa navigavano ancora sull'Alto Nilo le venerabili carcasse che avevano superato la settima cateratta per cooperare, armate di cannoni, con Kitchencr alla presa di Khartum). r/Anuac è uno dei battelli più moderni, benché la sua architettura non differisca gran che dal modello comune di piroscafo fluviale a ruote matrici posteriori. Il prezzo di passaggio da Khattum a Rcjaf è dalle W alle 45 sterline, tutto compreso (prima classe), ma il viaggio potrebb'essere accorciato di qualche giorno se si diminuissero le fermate e si abbreviassero. Dire che vi sono molti europei che tacciano questo viaggio di piacere o d'affari sul Nilo tv-monte di Khartum per raggiungere l'Uganda o il Kenla o il Congo belga sarebbe esagerato. Ce n'e qualcuno, ecco tutto. 1 turisti, al solito, sono per la maggioranza americani. Questa volta sull'Anuac, esclusi t funzionari inglesi {tutti ufficiali) e i missionari, sono perfettamente solo. la nave ha due ponti e delle graziose cabine, inabitabili tuttavia malgrado il ventilatore, per l'atroce calore che vi si immagazzina nelle ore solati, specialmente sino a Iiosti, cioè sino a che il Nilo Bianco attraversa il deserto. E siamo nella migliore stagione! Per ovviare cotesto inconveniente, cioè per permettere al passeggieri bianchi di dormire, almeno du ionie la notte, l'Anime rimorchia sul fianco sinistro la « barge », vale a dire un altro barcone, grande quasi quanto il piroscafo, il ponte superiore del quale è tutto chiuso da reti me tattiche contro le zanzare e gli insetti della bassa fauna centro-africana che, come tutti sanno, costituisce uno dei pagelli delle regioni equatoriali, Si passa d'ordinarlo la notte sulla a barge » dormendo sul letto da campo, protetti dalle reti. Il barcone, o meglio la chiatta del la 3.a classe indigena, invece di essere rimorchialo sull'altro fianco, è messo dinanzi, a prora, cosicché il « posta le » dell'Alio Nilo, visto dalle rive, prende l'eteroclito aspetto di un gruppo di galleggianti male assortiti. Risposte ad obiezioni Il Nilo Bianco appena a monte di Khartum è molto largo, le rive pialle, poco abitate e poco coltivate (durante ia piena ogni vegetazione scompare Ad una cinquantina di chilometri da Khartum, dopo aver visto i primi eoe codrilli rispettabili del Nilo far la loro siesta sulla riva, apparizione sulla sponda destra di una collinetta, che nella piattissima topografìa del paesaggio fa un grande effetto. E' il Cedei Aulia, il luogo scelto per costruirvi un altro sbarramento attraverso il Nilo Bianco. Sulla collina st distinguono già grandi abitazioni in costruzioni, è una nuova città che si prepara in attesa degli uomini che andranno ad abitaiia prima che. lo sbarramento sia incominciato. Quest'ultima è però già tracciato, servirà a creare immediatamente al sud di Khartum un'altra regione produttrice di cotone come a Maituar (sbarramento del Sennar sul Nilo Azzurro), ma servirà soprattutto a regolare la piena del Nilo Bianco prima della sua fusione con il Nilo Azzurro. Per questa bisogna il grande sbarramento di Assuan Shellal, di cui vi Ito parlalo, non basta. Questo grandioso lavoro ha fatto strillar mollo t nazionalisti egiziani (a proposito rni sono spesso domandato che cosa è rimasto di egiziano al si chiama ancora annon vi Ito comprendono, apporterà all'Egitto tanto lontano altri immensi vantaggi agricoli. Se questi vantaggi si ripercuotono anche sull'economia sudanese, il merito 7ion sarà certamente egiziano, ma del Nilo Bianco imbrigliato. « Nigrizia o morte ! » Icr.ompagnuto da questi pensieri, riesco appena oltrepassando tulia e quindi Geteìna, cioè scorgendo sulle rive qualche grande villaggio dalle case di fango, eppoi ancora El lìadr-i, donde parti Slatin pascià per il suo ultimo viaggio al Darfur, a ricordare l'ingenua descrizione che di questi luoghi faceva il santo Daniele Camboni, di limone sul Garda, missionario, inventore del motto-. ■ O Nigrizia o morte' „, verso la metà del secolo scorso. In auei tempi il Sudan era il vero sterminatore dei bianchi e specie dei missionari; ne morivano 0 su 10. Camboni divenne poi vicario apostolico del Sudan e la sua opera qui fu tanto eroica che è in corso la causa per la sua beatificazione. Nel suo primo viaggio sul Nilo Bianco, Camboni navigava su di un barcone a vela, al quale i. missionari avevano posto il nome di « Stella mattutina ». A pochi giorni da Khartum il barcone arenò su di un banco di sabbia in mezzo al nume e i missionari rimasero per qualche giorno condannati all'Immobilità, sperando e temendo l'arrivo di indigeni dalle rive. Don Camboni osservava: « Abbiamo con noi dieci fucili, ma il missionario si lascia trucidare cento volte piuttosto che discorrere di difendersi... I selvaggi delle rive potrebbero annientarci in pochi minuti... Se verranno, noi, con al petto il crocefisso, cederemo loro ogni cosa, barca e tutto... ci meneranno schiavi dinanzi al loro re, ma certo, con la grazia di Dio, sapremo guadagnare l'affezione di quei selvaggi... ma abbiamo un'arme assai potente per non temere di nulla, una bellissima immagine di Maria!.., ». Eppure sono stali questi ingenui sentimenti che hanno aperto il Sudan ai bianchi e detcrminato di causa in causa, di progresso in progresso, la maravigliosa sistemazione odierna. lì profumo dell'Africa Infatti che cosa accade oggi al Sudan? Le popolazioni selvaggie del Sud, sotto l'influenza educativa ed evangellca dei missionari si spostano al Nord e diventano i coltivatori dei nuovi campi di cotone, i produttori della ricchezza. Il Governo favorisce l'esodo, dà gli strumenti di lavoro, fabbrica là casa, completa l'opera civile iniziata dal missionario, e infine corrisponde al nuovo agricoltore il 20 % del prodotto. Ila inoltre il vantaggio di spargere nel paese musulmano (Ù Nord) le genti cristianizzate del &ud.„ lì' venuta la sera e poi. subilo la notte, la mia prima notte di navigazione sul Nilo Bianco, e un incidente mi ha avvertilo che se tutto si trasforma ai Sudan, c'è qualche cosa che resta immutalo: il ,\'j(o Bianco. Improvvisamente, mentre il gruppo n male assortito » formalo (foM'Anuac, dalla « barge » e dal barcone anteriore, scivola sulle acque biondiccie, un colpo violento ha inchiodalo ogni cosa nell'immobilità. Siamo sul bassofondo: Ho capito subito il vantaggio di porre il barcone dinanzi alla prora. E' lui, sono le terze classi che ricevono il colpo più rude, invece della ehiglia rfcll'Anuac, il quale, pescando di meno del barcone, è quasi sempre in condizione di liberare sollecitamente aali arenamento se slesso e i galleggianti che trascina seco l'Itala così avviene. Si riprende il cammino, e siccome sono le l'amore la consentisse. I miei consigli ti furono spesso preziosi, iuio gelsomino, come quando ti suggerii di non cedere a.lle profferte d'amore di Manuele Comneno, imperatore di Costantinopoli, ed egli infatti ti tradì e ti abbandonò, ignoininiosamenie, a31a' vigilia delle nozze. Melisenda: Chi osa parlare di nozze? la nutrice : Io, la tua nutrice vecchissima: e non guardarmi con cotesti ocelli corrucciati. Ho ricordato la buona, provai dei miei consigli, affinchè tu ti prepari a gradire quelli che intendo darti. Melisenda-. C'è già qualcuno che mi consiglia, ora; e col mio nuovo consigliere tu non puoi gareggiare. la. nutrice: Chi sarebbe questo consigliere? Melisenda: 11 dolore che smania, si dibatte, grida', tanto forte che non riesce ad udire altra voce oltre la propria. la. nutrice: Ma sicuro: il dolore. E perchè, questo dolore? Io non vedo nò comprendo, regina mia bella. Che t'è accaduto, infine? Melisenda: Me lo domandi!? la nutrice: Jaufrè-Rudel, mai si, il principe di Blaia, trovatore gentile, se pure non eccellente, buon'anima restituite alla pace di Dio... Melisenda: Taci, taci. la nutrice: Lascia ch'io parli, Melisenda, e vedrai tu stessa la verità. Che t'è accaduto, ripeto? Quel buon Jaufrè; avend'- udito parlare della tua bellezza, come tanti, parti dalla sua Blaia per vederti. Naturalissimo. In viaggio fu colto dalla febbre, e la febbre minacciò la sua vita. Tristissimo, ma non meno naturale. Appena giunto in porto, si trovò in agoni», e un suo ambasciatore venne a 1e. Ti disse (ricordo assai bene) : « Contessa di Tripoli, Jaufrè è venuto da Blaia per vederti cantarti lo sue canzoni d'amore; ma ora sta morendo, per colpa d'una febbre maligna, nell'ombra rossa delle vele che si levarono, tre mesi or sono, in omaggio alla tua bellezza; e ti chiama, t'invoca ». Tu corresti alla nave. Jaufrè ti spirò fra le braccia. Melisenda: Taci! la nutrice: Ma no, Melisenda: perchè dovrei tacere? Tutta Tripoli, tutta la Siria, parlano di ciò, e fra poco tutto il mondo ne parlerà. I poeti avranno nuova materia pei loro canti: belle strofetfe aggraziate, già stanno nascendo, ispirate a quest'avventura: e 1 tro vatori le canteranno, a gara di dolcez za. Questa è gloria, Melisenda: la vera gloria dalle trombe d'oro. Un poeta che muore per te. Un principe che ri nunziai per te al suo principato, e vola a Dio guardando i tuoi occhi. Ti sem bra cosa di poco conto? Su, cara, su scuotiti, levati. C'è una gran ressa di gente, davanti al palazzo; ti vogliono guardare, contemplare. Vestiti con que broccato azzurro, che tanto bene s'in tona col tuo biondo; copri di lisciò le rosse orme delle lacrime; esci nella città. Ti vedrai guardata come non mai. ammirata come non mai. E chi sa che qualche imperatore d'impero lontano: forse dell'Asia piena di tesori, non ven ga a te con la sua corte di mille di gnitari, duemila capitani, innumerevo li cavalli, elefanti, cammelli, e leoni incatenati a carri d'oro, per chiederti in ispo-sa, Melisenda, e farti salire al suo fianco i gradini d'un trono scavato nel diamante. Melisenda: Bastai l'ancella: Oh Melisenda, e come puoi piangere ancóra? Non ti si schiu de il cuore all'annunzio di tanta teli cita? Io mi sento tutta tremare (ascolta le mie coltene, come tintinnano) solo pensando una cosi grande meraviglia. Vuol che tolga dal cofano la veste azzurra? Melisenda: Non voglio. la nutrice-. Povera me, principessa: oggi mi tocca spendere più parole di quante mai non ne spesi in tutta la mia vita. Come farò a convincerti ? Ascolta ancóra: c'è un poeta, giù nel cortile, che già sta cantando per te. Io ho udito pochi vnrsi della sua canzone; e mi pare che dica: * Venne di Blaia lontana, il principe Rudello... ». Perchè balzi in pieni ? che hai? Melisenda: Vìi, nutrice, corri, vola: conduci a me quel poeta. Sepi Notate se avete troppo frequente o troppo poca necessità di urinare, se avete urina di odore sgradevole, striata di sangue, nuvolosa, troppo scura o troppo chiara di colore, bruciante e do. lorosa all'omissione, depositi sabbiosi, calcolosi o htemniitosi. Siete avvertiti anche dal ma! di schiena, attacchi reumatici, lombaggine, mal di testa ed uno stato di "irritazione, nervosità e stanchezza. Questi sono jflt avvertimenti della Nm tira su la vostra Malattia e indicano clie vj occorre una medicina renale. Usate subito le Pillole Poster per 1 ' Reni. Esse stimoleranno i reni pigri e faranno nuovamente della vita un piacere. Assicuratevi che vi diano le genuine Pil.'ore Foster per i Reni, la medicina che vi farà e manterrà sano. Ovunoue: L. 7,—. Dep. Gen. C. Glongo, Milano (10S). 11. poeta: Modestamente. Melisenda: E come termina la tua canzone? Il poeta: In maniera originalissima: « Piangiamo, o irovatori di tutto il mondo! Jaufrè' è spirato fra le braccia della contessa ». Melisenda: Ma così non finisce, non può finire. Che farò io, nella tua canzone? che dirai tu di me? Il poeta: Ora non so. Potrei pensarti. Melisenda.: No, non pensarci; ecco la fino ttella tua. canzone, come tu la canterai d'orinnanzi: « Per ore ed ore, straziantemente, la contessa compianse 11 suo poeta e disdegnò ogni conforto; poi, per pietà di lui, a sera di quel giorno, si seppellì in un convento ». la nutrice : Come? l'ancella: Aliimè! ìl poeta : Si seppellì in un convento ? Ottimo effetto, magnifico! Melisenda: Magnifico, poeta; e vattene. **# la nutrire: Il poeta se n'è andato. Siamo di nuovo sole, Melisenda. Puoi essere sincera. Hai scherzato, nevvero? Melisenda: No. la nutrice: Santi, arcongioli, angioli e cherubini: sei dunque disposta a finire in quel modo, dopo ciò che ti dissi, ora che già parevi consolata? Melisenda: Come tu sei disposta a tormentarmi ancóra con le tue chiacchiere. la nutrice: Ma in che modo sei giunta, col tuo dolore insensato, a una simile decisione? E rinunzteTai alle tue vesti di tutti i colori? alle tue gemmo, ai tuoi profumi, allo musiche che ti piacciono, ai danzatori clic ti piac clono più delle musiche? E dormirai nelle gelide colle, sui panconi scricchiolanti, tra le pieghe taglienti della tonaca? E camminerai lungo i corridoi ove s'aprono porte nere, simili a porte di tombe? Melisenda: Sì: prima di stasera. L'ancella: Ma allora tu l'hai amato, in quell'attimo, il morto poeta, tanto da non poter più vivere senza di lui! Melisenda: No. la nutrice: Che Dio mi salvi, ti salvi, ci salvi : 1o non capisco più nulla. Che pensi ? che hai? Melisenda: Una delusione mi pesa addosso, mi schiaccia. la nutrice: Una delusione? Melisenda: Ecco: a voi la confiderò, e a nessun allro. Muoiano, le mie parete, nelle vostre orecchie, senza giungere neppure una volta alla vostra bocca. Il mondo deve credere, ora e per sempre, In ciò ch'io dissi al poeta : ovvero ch'io ho pianto per pietà di Rudel, e per amor suo mi son chiusa in convento. Ma non è vero, non n vero. Nessuno era vicino a me, quando io mi chinai su lui morente; da me sqja furono udite le parole ch'egli mi disse, con la terribile sincerità dell'agonia: parole che mi hanno annientata, che hanno abbattuto il palazzo d'illusioni in cui vivevo, distruggendo la bellezza che aveva il mondo per me, e che era la mia bellezza, dato che ciascuno nel mondo si specchia, vedendo solamente ciò che in sò porta. Perchè dovrei vivere ancóra? se non sono più io? se non posso più credere in nulla? se finalmente so <-he la mia bellezza è stata inventata da voi, servi, schiavi, cortigiani? T.a nutrire: Oh disperazione! Melisenda.: Salite al convento; fate sonare le campane; annunziate la mia venuta. la nutrice : Ma che ti ha detto, quel disgraziato ? Melisenda: Quattro sole parole, guardandomi con occhi angosciati; e quando voi avrete udite» quello quattro parole, vi morderete le labbra, più non sapendo che cosa rispondermi. la nutrice e l'ancella: Quali parole? Melisenda: «Non valeva la pena». Le forme più ribelli, ulcerate, cancrenoso guariscono Infallibilmente In 48 ore col CHIOSIMI ML MiaLIORE DEL MONDO L. 3,30 IN OGNI FARMACIA allorquando un mezzo cucchiaino di Magnesia Bisurata, preso in un poco d'acqua, dopo i pasti, fa passare in cinque minuti qualsiasi disturbo digestivo? Che si tratti di bruciori di stomaco, vomito, flatulenze, indigestione, dispepsia, eco-, ecc., la Magnesia Bisurata dà sempre sollievo immediato, .si garantiscono dei risultati soddisfacenti o si rimborsa il denaro. In vendita in tulle le Farmacie. Cesare Menno. Dario Niccodemi nominato presidente degli autori drammatici Milano, 8 notte. Il Consiglio direttivo del Circolo autori drammatici si è riunito per la prima volta doi» a morte del suo presi- Miss Europa non fa uso di belletti dente Marco Praga. II conformalo la deliberazione già presa di astenersi da qualunque commemorazione come da ogni forma di onoranza pubblica alla memoria dell'Ulu«iire scomparso, esclusivamente per ri-: spetto alla sua volontà precisa e più volte espressa. Indi si è proceduto alla nomina del nuovo presidente, eleggendo con voti unanimi Dario Niccodemi che ha subito preso possesso della carica. Dall'esame dello domande pervenute sino ad ora, il Consìglio ha potuto constatare come ormai i soci del Circolo formano la quasi totalità degli amori drammatici italiani, ciò che consentirà al sodalizio un targo sviluppo della sua attività per l'avvenire artistico e morule della (-cena di prosa, fa di-'che non deve nè pilo rimanere Indie- Budapest, S notte Gii ungheresi hanno accolto con enorme soddisfazione la notizia che la più bella ungherese, la signorina Hicsi Simon. 6 stata scelta a Parigi Consiglio ha;per concorrere a fìulveston con la più bella americana. I.o stesso Presidente del Consiglio, conte Retlhen, è stato subito edotto del successo della fanciulla. Viene fatto osservare che miss Europa non rappresenta affatto il iipo della moderna girl, ma accomuna invece in sè le grazie muliebri che si credevano ormai fuori di moda l.a signorina Simon, figlia di un medico di Kesztheli, è una provinciale, alta e slanciata, ha i lineamenti tteldcatl ed e completamento proporzionata nel corpo. Carnagione bianca, occhi azzurri, capelli scuri, ha atteggiamenti del tutto morigerati e non adopera belletti di nessun genere. Istituto Ortopedico A. ZECCHI Via Roma. 31, TORINO, I.o piano nobile L'APPARECCHIO ZECCHI IMMOBILIZZI L'ERNIH Un nuovo beneficato di Casale E' 11 signor GAI ENRICO, dimorante .> Casale Popolo, cho col grato invio della 'liti unita fotografia, ■mende esprimere la nropria pubblica sodlisf aziono salutare ittenuta con lo spedale APPARECCHIO ZECCHI, il quale viene provalo, alla Sede di Torino, via Roma, 31, piano 1°, ogni giorno dalle oro 8 alle 19; domenica e feste solo dalle 8 alle 12; oppure nelle seguenti località, date e alberghi: novara: osili lunedi ed ogni gtsvedl, Albergo Italia. biella: ogni lunedi Albergo Centrale. casale monferrato: ogni martedì, AI* berso Eosa Kossa. asti: ogni mere., Alb. Roma e Nazionale» pinerolo: g febbraio, Alb. Stella d'Italia. alba: :i febbraio. Albergo delle Langhe. intra: io febbraio. Albergo Intra. savona: il febbraio. Albergo Riviera. ARONA: 12 febbraio. Albergo Semplone. acqui: 13 febbraio, Albergo Roma. ceva: 13 febbraio, Albergo Reale. ovada: 13 febbraio, Albergo Italia. mortara: 10 febbraio. Albergo Tre Re. ivrea: la febbraio, Alb. Universo, Stazione. mondovi1: io fehbr., Albergo Braccio d'Oro. pavia: Iti febbraio, Albergo Tro Re. gallarate: 10 febbraio, Albergo Italia. varese: 17 febbraio, Albergo Stella. stradella: io fehbr., Albergo Leon d'Oro. aosta: te febbraio, Hotel Couronne. chivasso- febbraio. Albergo Stazione. cuorcne': -:\ febbraio. Albergo Vittoria. vercelli: 22 febbraio, AID. Ruota d'Oro. torre pellice: 22 tebbr.. Alb. s. Marrn. saluzzo: 23 tebbr.. Alb. Corona Grossa tr»iaio]na!"° lineile di regalarci la luce etef-ltro nel risvéglio di tutte le grandi èornativo. Veramente ai Sudan tutto i\propri.-, nuli,:: mi tutto è innlese „\trira lusso esagerato pe, viaggiatori ! «er«:* d.-iritaila nnova. Ialine Velata gorcrnaUv* compreso l'albergo di'-sudanese, gli ultimi battaglioni sgi-k^ cv che buttarsi s„l lena ^-.a una gratide a*vr«l>.*a dei pooi Khartum frequentato augii stranieri]tiani sono siati spediti deflttilivamen-1 U/J"-C che ci tengono a passare od occhi ln-\te in Egitto uel '25, dopo l'assassinio gleni come materia rispettabile. idei Sirdar), i quali dicono-. « L'InE' quindi governativo anche il turi-.rihilterrn regola il corso del Nilo .ill'angolo anteriore sivìtro della - barg-i ». contro la rete .metallica, due metri e mezzo sul pelo per il 4 marzo, epoca in cu: verrà ripresa la sìmpatira consuetudine degli autori di riunirsi periodicamente a |del Nilo e addormentarsi olla lucedel-ìmensa, dedicando ognuna di queste le slelie vedendo l'acqua fuggire e sino, quello ehc attraversa o visita sem-,Azznrro con lo sbarramento del Sen-,r,,.ìjU(lnllo u profumo dell'Africa vevlicemcntc il Sudan e l'altro più co-'.nar, adesso vuol regolare anche quel-\r(Jì finalniente raggiunta, sloso che dopo aver noleggiato un pi-ite del Mìo Bianco ài Gcbel Aulia. Si fasciatevi dai Tartari e dai Turchi ; ì roscafo, se ne va a caccia grossa nel'può ancora dire che il Nilo, ragione] Arnaldo Cipolla. riunioni conviviali ad un amore straniero, per rendere seniore più affettuosi i tegami spirituali tra il mondo spirituale italiano e quello degli altri Paesi. Berlino 1611 morti in una settimana Berlino, a noite. ! 'il Berlino pubbli- Aveva un naso lustro Un po' di sudore provocalo dal ballo e il suo colorito ne era sciypato. T.a. sua cipria non aderiva. Il suo naso era lucido e la sua pelle aveva un aspetto untuoso, f.'uso frequente del suo piumino sembrava essere inefficace, l-.ssa non sapeva che l'aggiungere un pochino di Spuma di Crema alla sua cipria avrebbe singolarmente modificato questo stato di cose. l.a spuma di crema fa aderire la cipria nonostante il vento, il tempo piovoso o il «udore provocato dal ballo in sale surriscaldate. Essa impedisce al voslro naso di diventare lustro c rende la vostra pelle morbida come raso. La Cipria ToVtalon, la famosa cipria parigina, ii tu più conosciuta e la più. universalmente impiegata di tutte le ■ciprie. ::.uno.000 Ji donne adoperano Itutte le mattine la Cipria Petalia di [Tokalon alla spuma di crema, in Itailia, in Francia, in Inghilterra, in America ed ri altri Paesi. Provatela oggi I.Tfflcte statistica di Berlino pubbli-!6- constatati^ quanto si distingue dalle ca ! dati del movimento demografico 0iLe%"te'iri'compreso Tcbnlor. con, ira ìi so dicembre ad a 12 seanato. ps-Logorio ora »piun™'«il «rema la & riodo nel quale i'epidtrnia di grSppn Pria ed il Rossetto .-..i,.. ambedue ade* lia raggiiiiuo il suo apice. In quello Ier,t!?5imi: Qualcosa di nuovo, di dif. spazio' di tempo si sono avuti a Ber-rerCK ' Uiigliore. lino £M3 morti contro 1626 nati. Specialmenle durante la seconda eetiima- na di gennaio lui mostrato le cifre dij mortalità quali non s: erano piti vi dai 1!)-.mi, e cicò 1U1I casi d! morte. RADIO-GALENE ola lussuosi e tiratici apparecchi » i) COStO. - in*. f. tartufa RI, via <!•! JMiliti, n. 54. Telefono 46--M9. $2 , Un'ora a Buda E' noto elio Lodovico Ariosto non oi volle venire. Quando la. Corte tutta si mosse por Buda, egli se ite rentò a Ferrarti.. Dello «molle ragioni e tutte vere» per le quali egli non aveva voluto far quel viaggici in Ungheria, ima sopra tutto doveva essergli concessa per buon» : la salute, la yita ... a cui poclio o nessuna Cosa Iio ila pivieri r, che far pili breve Non voglio che li Ciel voglia o la lortuna. La mia salute — egli diceva — è così malferma che per un viaggio simile potrei anche morire. Lo dicono del resto il Valentino medesimo e il Postumo, medici che difficilmente s'ingannano. So mia natura come mai convicnsi Co' freddi verni e'cosili sotto il polo Oli .avolo più ciie ne l'Italia Intensi. E non ini nocerebbe il frodilo solo. Ma il caldo tifi le stufe, c'ho si infesto, Clie più clic da la pesto me gl'In volo. Oltre a ciò in cotesto camere riscaldate dalle stufe avi si mangia gioca e beo — E vi si dorme e si la tutto il resto», no, no, di certo mi prcndorei. subito una bella bronchite. E poi ... il vili fumoso, a me più interdetto Cho il tosco, fittivi a Invili ti tracanna 10 sacrilegio ò non ber molto c schietto. Tulli gli ci Ili soli con pepe e canna in nummo e d'altri .'nomali che tutti Como nocivi il medico ini danna. Qui, mi potreste dir, clic avrei ridotti Uovo sono il (amili sederci al loco Né pici, nò ascelle odorerei, nò rulli. E' vero che potrei ordinare al cuoco cibi di mio gusto, o bere potrei quando e come mi piacesse; ma francamente di far cotesta vita nou mi sonto, e ridurmi come un certosino in cella, non voglio. Como ci teneva alla salute messer Lodovico I Io non mi son fatto tanto Pregare. Ho preso il treno e son venuto a Budapest. Il pensiero dei rigidi freddi non m'ha spaventato (il freddo qui non è poi così rigido e certamente Sor Lodovico cTa stato male informato) ; tanto di meno rni ha poi spaventato il pensiero del caldo. Qua, se Dio vuole, le case e gli alberghi son. riscaldati davvero alla perfezione. Ed ho affrontato la paprica e gli altri aromati con coraggio. Quanto poi al resto, agli odori cioè poco graditi che temeva l'Ariosto, vi assicuro che i tempi sono mutati: le signore di Budapest sono ora elegantissimo e linde Ma il grandioso di Pest non mi interessa; grandioso per grandioso preferisco una città dove la vita sia davvero intensa e multiforme; amo inveco il silenzio l'intimità la dolcezza di Buda. E dò torto all'Ariosto che non ci volle venii'e. Girando per queste vie un po' in pendìo, do ve i passi destano un'eco lunga e do ilente, cerco di figurarmi quel che allora doveva essere Buda; ma son poche le cose che restano di que tempo. Molto invece resta del Sei e del Settecento. E il tempo non sembra passato. Una sentinella rigida e impettita va in su e in giù dinanzi a un palazzo basso con tutte le sue finestre chiuse, una vecchia carrozza con dentro un alto prelato attraversa la piazza e scompare per un androne spalancatosele a un tratto dinanzi; due signore leggere come ombre entrauo in una pasticceria del tempo di Maria Teresa Ci voglio entrare anch'io in quella pasticceria. Fiori finti sotto campane di vetro, antichi orologi che si sono obliati nel pensiero di un'ora lontana e, sotto candidi veli, come fanciullo nel giorno della Pri ma Comunione, le vetrine laccate di bianco, tutte piene di dolci. Dolci lievi, fra le dita, come se fossero im pastati d'aria. Lo zucchero di vani glia vola via al menomo soffio come il polline di certi fiori o l'oro di certi insetti. Questi dolci hanno infatti qualcosa di vivo in sè e ti pare, quando li tieni fra Io labbra, che si struggano di piacere. C'ò una donna che va e viene por la pastic ccria, pettinata ancora all'antica foggia, come se ella fosse sopravvissuta al suo tempo. Porta un grembiule bianco, sorride sempre e parla francese. Non si può avere un'idea della grazia cho quest'immagine di Maria Teresa pone nell'offrirti i suci dolci. Ella non te li vende: te li dona. Uscendo troviamo che il sole è sbucato un poco tra le nubi a dorare la chiostra delle colline intorno. Una .automobile chiusa passa saettando; porta il Reggente Horty; un'altra che la incrocia porta il Presidente Bethlen. Io scendo verso il Bastione dei Pescatori. La sera cala tranquilla e casta, col suo ultimo sole, incoronando la sfavillante chiesa della Incoronazione, bagnandosi giù, lunga e Jenta, nelle acquo del Danubio. Ecco, questo è — nonostante la sua solennità — un luogo da innamorati. So ne vedono infatti cinque o sei coppie appoggiate alla balaustra. Gl'innamorati si somigliano sotto qualunque cielo. Lo stesso modo di guardarsi, di prendersi por le mani, certo di baciarsi. A basso, l'Isola Margherita si sfoglia nella nebbia della sera come una margherita, immensa; smarrendo il candore de' s»toi bianchi viali de' suoi bianchi edifici nell'oscurità che la invade. Lungo il fiume i fanali c'accendono di colpo tutti insieme, come a un segnale convenuto. E la città, l'altra città, su l'altra riva, manda un ululo lungo. Ma qui il silenzio è davvero come qualcosa di vivo. Nulla è così vivo come il silenzio che è intorno a questi palagi, a queste chiese a '.juusti monumenti : un silenzio grave di sogni che non vogliono esprimersi, ;na di cui è pregna osmi pietra. La Chiesa della Incoronazione sogna ii Re, 11 Bastione nosnv. lutti i sogni degli innamorati che lo abitano in questo momento e di quelli d'ieri e di quelli di domaui, e che fanno sparire coi il irò passi lenti le macchie di sanguefasciatevi dai Tartari e dai Turchi ; la statua oquestre di Santo Stefano sogna la gloria nuova dell'UngheriaNou vorrei tornare a Pest. E invece bisogna scendere, Oh,, come qututto è divergo! Non sembra d'avefatto pochi passi, ma forse un viaggio intero. Automobili, automobiliautomobili -, tutto un impalamentoai crocicchi, di vigili; pubblicitàpubblicità, pubblicità: luminosa chs'arrampica per il cielo co' suoi artigli infocati; attaccaticcia, che invade ogni muro, ogni palo, ogni edicola, impetuosa o villana: sfaccialcinica. Il rosso l'azzurro il verdfanno a chi grida più forte. A volttutti e tre si uniscono, sornioni subdoli, per soffocare il vicino; volte, eccoli di nuovo a far gazzarra e scacciarsi l'un l'altro chiamando a_ raccolta le schiere degli altrcolori. Qui come da per tutto. Buda lontana: è lontana chilometri e chilometri. La gente porta in giro lpropria pazzìa che esplode in strombettamenti, in ululati, in abbaiamenti. A traverso le porte dei caffo fumosi ti raggiunge tra scoppi drisa, il sospiro di un valzer o il lamento di una czarda. Color localche dura un attimo. L'europeismimpera. Bellissime donne impellicciate Nassau fugaci lasciandosi dietro palpitdi profumi parigini. Oh, messer Lodovico, oggi non avreste più da temere per le vostre delicate narici. Guido Cantini.